Assaggiare gli Aliciani, i biscotti (delle monache) di Alzano

Non è la prima volta che mi imbatto in un dolce “tipico” di un luogo che poi scopro essere molto recente e prodotto in un’occasione particolare. E’ stato il caso della Turta de Treì (di cui ho già scritto) che risale agli anni Settanta. E’ il caso dei biscotti Aliciani di Alzano, prodotti per festeggiare i 70 anni di attività di una famiglia di panettieri alzanesi, i Trionfini.

Aliciani di Alzano Lombardo: la confezione dei biscotti cita la storia della città.

Ho incrociato i biscotti di Alzano sul mio cammino un pomeriggio in cui mi trovato nella cittadina bergamasca per una serie di visite guidate organizzate dalla ProLoco. Ho notato la vetrina di una panetteria nel quartiere San Pietro e la mia curiosità è stata attratta da alcune scatole in latta con i disegni anticati. Erano i monumenti che avevo appena visitato e di cui mi avevano parlato nel ciclo “Alzano nei Secoli“. L’immagine e i biscotti sembravano invitanti e ne ho subito approfittato: sono entrata e ne ho acquistato una scatola da portare a casa.

 

 

Aliciani: l’origine del nome e del biscotto

Il nome di questo biscotto ha una storia antica, così come il luogo in cui lo troviamo. In epoca romana i territori che vanno dal monte Frontale alle rive del fiume Serio furono dati in gestione alla Gens Alicia, da cui deriva il primo toponimo di Praedium Alicianum che oggi è Alzano.

Altrettanto antica pare sia la ricetta, opera delle laboriose mani delle monache di clausura del Monastero della Visitazione, tra le cui mura si trovavano diversi noccioli.  Per anni le monache conservarono la ricetta senza tramandarla al di fuori del monastero, fino alla sua definitiva chiusura. Prima di lasciare il luogo le monache vollero fare dono della ricetta ai Trionfini, il panificio dirimpetto al monastero, con il quale avevano rapporti di ottimo vicinato da oltre quarant’anni.

Aliciani: qual è il segreto tramandato dalle suore ai Trionfini

A quanto pare nessun segreto particolare se non un’attenzione particolare alla scelta degli ingredienti e alla loro lavorazione. Nell’impasto un misto di farina 0 e integrale cui viene aggiunta una percentuale molto alta di farina di nocciole; quindi burro, uova e zucchero. Niente lievito, eppure il biscotto è leggero e friabilissimo. Ingrediente fondamentale: il tempo.

Ecco, credo che questi biscotti abbiano tutte le caratteristiche per rimanere negli anni e diventare “tipici” nel vero senso della parola: sono buonissimi e leggerissimi.

Così, dopo aver provato gli Aliciani, sono tornata in zona e ho voluto assaggiare anche gli  altri biscotti: i frollini alla cannella e le lingue di gatto. Buoni, buoni, buoni. Come gli Aliciani.

Ecco, questi sono i miei nuovi “Mai più senza”. Un buon risultato, vero?

Avete qualche aneddoto da raccontarmi su Alzano e gli Aliciani?

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.

Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

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Conoscete qualche aneddoto su Alzano o sui biscotti delle monache? Scrivete qui sotto nei commenti: i vostri suggerimenti sono preziosi per questo blog.

 

Note: le foto sono mie. I biscotti sono stati regolarmente acquistati. 

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