Ci sono storie che resistono al tempo, storie che si tramandano di generazione in generazione, trasformandosi in leggende. Poi, un giorno, arriva qualcuno che le ripesca, le analizza e si chiede: “E se fosse successo davvero?” Questa è la storia delle apparizioni di Verdellino. Un racconto che ha attraversato secoli, tra paura e incredulità, tra superstizione e tentativi di spiegazione razionale. Oggi, grazie a un cortometraggio e all’attenzione della stampa internazionale, torna a far parlare di sé.
Nel 1517 Verdellino fu teatro di incredibili apparizioni: eserciti fantasma si sfidarono nei cieli di Osio Sotto, tra paura e superstizione. Alcuni storici parlano di una semplice allucinazione collettiva, forse dovuta all’ergotismo, mentre altri credono che la storia delle battaglie fantasma sia più di un mito. Oggi il mistero rivive nel cortometraggio Somnia, che ha riportato Verdellino sulle pagine del The Times. Realtà o suggestione? Il fascino di questa storia resta intatto.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Le battaglie fantasma di Verdellino: leggenda o verità?

Dicembre 1517. Una fredda notte avvolge la campagna tra Verdellino e Osio Sotto. Il cielo sopra l’oratorio di San Giorgio in Saore si illumina di bagliori spettrali. Si odono clangori di spade, urla di uomini in battaglia, il galoppo di cavalli. Ma quando gli abitanti si avvicinano per capire cosa stia accadendo, non trovano nulla. Nessun corpo, nessuna traccia di guerra. Solo il silenzio della notte.
Un’allucinazione collettiva o un evento soprannaturale? La storia delle apparizioni nei pressi di Verdellino ha attraversato i secoli, arrivando fino a noi. E oggi, grazie a un cortometraggio e all’attenzione della stampa internazionale, torna a far parlare di sé.
Il racconto delle apparizioni di Verdellino

L’inizio della leggenda
Alla fine del 1517, il conte Bartolomeo da Villachiara, uno che sui campi di battaglia sapeva farsi rispettare, scrisse una lettera. Ma non era una lettera qualunque. Era un resoconto inquietante, destinato a far discutere e a lasciare il segno. Parlava di qualcosa che non avrebbe mai dovuto esistere: eserciti fantasma, battaglie che si accendevano all’improvviso e che finivano nel nulla, senza vincitori né vinti. Solo il suono delle armi, il galoppo frenetico dei cavalli e, alla fine, il silenzio. Un silenzio pesante, interrotto solo dalle impronte lasciate sul terreno: orme di uomini, di destrieri, segni di carri da guerra. Ma dei combattenti, nessuna traccia.
Quei fenomeni si ripetevano più volte al giorno, per giorni e giorni. All’inizio furono i contadini della zona a raccontarli, poi vennero i mercanti, i viandanti. Alla fine, la voce corse lontano e la gente accorse a Verdello da ogni parte, anche da città distanti, tutti con lo stesso desiderio: vedere con i propri occhi quel prodigio inspiegabile. E non erano pochi. Mille, duemila, forse di più. Alcuni restavano immobili, terrorizzati. Altri cercavano di dare una spiegazione. Nessuno ci riusciva.
La storia, come un’ombra lunga e sinistra, arrivò fino a Roma. Persino il papa ne parlò nel concistoro con i suoi vescovi, scuotendo il capo, preoccupato. E poi l’eco si sparse ancora, attraversò le Alpi, si infilò nelle corti d’Europa. Fogli stampati in tedesco, in francese, in spagnolo, in inglese. Tutti parlavano delle apparizioni di Verdello, tutti cercavano di capirci qualcosa.
I cronisti si misero all’opera, scrissero, analizzarono, raccolsero testimonianze. Alcuni si spinsero oltre, ipotizzarono spiegazioni. Illusioni collettive? Intervento divino? Qualcosa di molto più oscuro? Nessuna teoria riuscì a chiudere la questione. Il mistero rimase. L’unico documento che racconta questa storia è la lettera del conte da Villachiara, conservata alla Biblioteca Angelo Mai di Bergamo. Un foglio ingiallito dal tempo, inchiostro sbiadito.
L’ipotesi dell’allucinazione collettiva dello storico Riccardo Scotti
Se da una parte la leggenda delle apparizioni di Verdellino ha affascinato generazioni di studiosi e appassionati di misteri, dall’altra lo storico locale Riccardo Scotti ha avanzato una teoria più terrena che troviamo nel saggio Crudelissime e meravigliose battaglie, secondo cui, la popolazione dell’epoca potrebbe essere stata vittima di un’allucinazione collettiva causata dall’ingestione di cibi contaminati.
Una spiegazione plausibile potrebbe essere l’ergotismo (qui trovate le informazioni), una malattia causata dall’intossicazione da segale cornuta, un fungo allucinogeno che colpiva i raccolti e che potrebbe aver indotto visioni spettrali nei contadini del XVI secolo. Ma questa teoria basta a spiegare ciò che accadde nel 1517?
Grazie alle ricerche di Riccardo Scotti, il mistero di Verdellino è tornato sotto i riflettori, attirando anche l’attenzione del The Times. Scotti ha studiato documenti antichi, testimonianze e contesti storici per capire cosa potrebbe aver scatenato quegli eventi. La sua ipotesi suggerisce che un’intera comunità possa essere stata vittima di un fenomeno di isteria collettiva, forse aggravato da fattori ambientali e alimentari. Tuttavia, rimane una curiosità affascinante pensare che un intero paese sia stato teatro di un’illusione tanto vivida da convincere i suoi abitanti di aver assistito a un vero scontro tra eserciti fantasma.
Le visioni nei pressi della chiesetta di San Giorgio

La chiesetta e il suo ruolo nel mistero
L’area in cui si verificarono gli eventi è situata tra Verdello, Osio Sotto e Levate, con il fulcro delle apparizioni nei pressi della chiesetta di San Giorgio, oggi ridotta a pochi ruderi. Questo luogo, all’epoca, era un importante punto di riferimento per i malati che cercavano guarigione da peste e lebbra, malattie che oggi potrebbero essere riconosciute come conseguenze dell’intossicazione da segale cornuta. Gli abitanti della zona attribuivano a questo sito un valore mistico e spirituale, credendo che fosse un punto di contatto tra il mondo terreno e quello ultraterreno.
Le testimonianze delle apparizioni
Secondo un diario conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, un anonimo chierico francese descrisse questi eventi con dettagli sconcertanti. Altre fonti parlano di due ombre senza testa che avanzavano sulla neve prima di dissolversi nel nulla. Si racconta anche di strane apparizioni di aquile nere, falconi e corvi, seguite da schiere di fanti perfettamente schierati per la battaglia. Addirittura, alcune testimonianze menzionano la figura di un re misterioso alla guida delle truppe spettrali.
La mitologia popolare trasformò rapidamente queste visioni in leggende, mentre la cultura colta dell’epoca aggiunse elementi di superstizione e profezie. Alcuni ipotizzarono un’origine satanica, altri vi videro presagi di eventi futuri. La documentazione raccolta nel tempo evidenzia come questi fenomeni non si siano verificati solo in un’unica occasione, ma abbiano avuto ripetizioni nei racconti tramandati oralmente di generazione in generazione.
L’ipotesi dell’intossicazione collettiva
Ed eccoci all’ipotesi storica di Scotti che collega questi fenomeni a una carestia che colpì duramente la popolazione locale. Si ritiene infatti che le difficili condizioni di vita abbiano portato molte persone a cibarsi di cereali contaminati, in particolare il loglio, un’erba graminacea che, se ingerita, può provocare stati di alterazione mentale e allucinazioni. In questo contesto, le visioni di Verdellino potrebbero essere state il risultato di un’intossicazione alimentare collettiva, fenomeno già documentato in altre epoche.
Alcuni testimoni delle apparizioni, secondo fonti dell’epoca, morirono poco dopo aver assistito agli eventi, un elemento che rafforza la teoria dell’ergotismo e degli effetti allucinogeni dei cereali avariati. Gli storici suggeriscono che questa situazione possa aver generato un panico collettivo, rafforzando ulteriormente la credenza che ciò a cui avevano assistito non fosse di origine naturale.
“Somnia”: il cortometraggio che riporta in vita le apparizioni

L’iniziativa del Comune di Verdellino
Oggi, oltre 500 anni dopo quei fatti misteriosi, il Comune di Verdellino ha deciso di riportare alla luce questa incredibile storia attraverso un cortometraggio intitolato “Somnia, miseri noi per tal disgrazia pervenuta”. Il film, prodotto da Rudy Zanchi, verrà presentato in anteprima il 15 marzo e promette di immergere gli spettatori nelle atmosfere cupe e inquietanti delle apparizioni del 1517.
Il cortometraggio “Somnia, miseri noi per tal disgrazia pervenuta” è un film di 23 minuti promosso dal Comune di Verdellino e realizzato dalla società “Move Communication”. Con un cast di circa cento tra attori professionisti e comparse locali, il corto ricostruisce le misteriose apparizioni nei pressi dell’oratorio di San Giorgio in Saore. Le riprese si sono svolte in luoghi storici come il Santuario della Madonna dell’Olmo e la chiesetta di San Rocco.
Il progetto, oltre a valorizzare la storia locale, mira ad attrarre turisti e appassionati del mistero, riproponendo le stesse domande che da secoli avvolgono questa vicenda: cosa videro davvero gli abitanti di Verdellino? E perché la storia arrivò fino alla Santa Sede?
Fantasmi o suggestione? La bellezza di riscoprire queste storie dimenticate
Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di Cosedibergamo.com, il blog che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita. Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione, ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio. Il mio obiettivo è ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.
Le apparizioni di Verdellino rappresentano uno di quei misteri che resistono al tempo. Questo misterioso episodio è stato raccontato anche in altre opere, prima di approdare al cortometraggio realizzato con il contributo di Regione Lombardia, ma il fatto che la stampa internazionale abbia dedicato un articolo a Verdellino conferma che l’interesse per le sue apparizioni non si è mai spento. Anzi. Sono certa che come me non vedete l’ora che arrivi la bella stagione per andare a Verdellino e visitare i luoghi delle misteriose apparizioni.
Sitografia
The Times
ecodibergamo.it
Duepassinelmistero.it
Foto: i crediti sono segnalati.
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