Il Traghetto di Leonardo a Imbersago (LC): riapertura e storia di un’innovazione geniale

Dopo un anno di attesa, il celebre Traghetto di Leonardo da Vinci a Imbersago riapre finalmente al pubblico. Questa notizia porta con sé un’ondata di entusiasmo tra residenti e turisti, desiderosi di riscoprire una delle meraviglie ingegneristiche del grande genio rinascimentale. Ma cosa rende questo traghetto così speciale e perché vale la pena visitarlo? Scopriamolo insieme.

Il Traghetto di Leonardo: comunque un’opera di genio

Il Traghetto di Leonardo è un particolare tipo di traghetto a mano. Tra le due sponde del fiume è teso un cavo d’acciaio a cui è affrancato il traghetto, il quale trae il movimento dalla corrente del fiume, rendendo inutile l’uso di un motore. Non appena i due scafi si trovano in posizione obliqua, la corrente ne permette la traversata. Nonostante il nome, non v’è certezza che Leonardo da Vinci sia il reale inventore: di sicuro si sa che studiò a lungo il progetto durante il proprio soggiorno a Vaprio d’Adda negli anni 1506-1507. Il disegno che ne risultò, datato 1513, è stato incluso nel Codice Windsor e viene conservato nell’omonimo castello in Inghilterra.

Gli studi approfonditi sull’acqua e sulle correnti hanno tuttavia permesso non solo di sviluppare nuove tecniche per la navigazione e l’immersione, ma anche di progettare un traghetto unico nel suo genere. Questo traghetto, ancorato, è capace di attraversare il fiume senza alcun dispendio di energia, sfruttando esclusivamente la forza della corrente.

Com’è fatto e come funziona il Traghetto di Leonardo

Il traghetto è composto da due barconi affiancati e fissati tra loro, sormontati da una robusta piattaforma in ferro con una caratteristica guardiola a pianta esagonale. Questa struttura permette di trasportare fino a due automobili e numerosi passeggeri, rendendolo una soluzione pratica ed economica per attraversare il fiume. L’uso del traghetto è semplice e il pedaggio è particolarmente contenuto, favorendo l’accessibilità a tutti.

Un incontro tra storia e fisica

Il funzionamento del traghetto è basato su un principio molto semplice ma efficace: la corrente del fiume fornisce la propulsione necessaria per muovere l’imbarcazione. Un grande timone fisso situato a prua tra i due scafi sfrutta la forza della corrente per spingere il traghetto. A poppa, un altro timone, manovrato dal conducente, permette di controllare la direzione.

La corrente del fiume viene contrastata da una fune guida tesa tra le due sponde, creando una spinta trasversale che muove il traghetto alternativamente da una sponda all’altra. Quanto più forte è la corrente, tanto maggiore sarà la velocità del traghetto. Solo in caso di acqua ferma è necessario l’intervento manuale del conducente, che utilizza un bastone in ferro per aiutare il traghetto ad attraversare il fiume.

Al resto pensa la corrente, che insiste con uguale potenza sui due lati dell’imbarcazione: al nocchiere non resta che regolare l’inclinazione della chiglia agganciando un’asta metallica alla fune, in modo da regolare la combinazione di forze che sospinge la barca fino all’altra riva, senza fatica e senza inquinare..

 

Dove si trova il Traghetto di Leonardo

Il Traghetto di Leonardo si trova ormeggiato a Imbersago, e può essere raggiunto facilmente sia in auto che in bicicletta. Quando è in funzione, se viaggiate in auto, potete arrivare da Villa d’Adda (Bg) o da Imbersago (Lc). Per chi preferisce la bicicletta, il traghetto è accessibile lungo la ciclabile che costeggia l’Adda dalla sponda milanese e lecchese.

Su entrambe le sponde del fiume troverete chiare indicazioni per raggiungere il traghetto, oltre a comodi parcheggi dove lasciare la vostra auto. Durante la bella stagione, il traghetto è operativo tutti i giorni, mentre in inverno il servizio è limitato ai weekend con orari ridotti. Per informazioni dettagliate su costi e orari di funzionamento, vi consigliamo di consultare i siti locali o i punti informativi presenti sul posto.

Tappa dell’Ecomuseo “Adda di Leonardo”

Il traghetto attraversa l’Adda e collega la sponda lecchese di Imbersago e quella bergamasca di Villa d’Adda. È una tappa fondamentale dell’Ecomuseo “Adda di Leonardo”, un percorso che celebra il legame tra il genio toscano e questa splendida regione. Visitarlo significa immergersi in un viaggio nel tempo, scoprendo come le idee di Leonardo abbiano plasmato il paesaggio e la tecnologia dell’epoca.

Il traghetto di Leonardo è una testimonianza dell’innovazione e della curiosità intellettuale di uno dei più grandi geni della storia. Anche se non si può affermare con certezza che Leonardo sia l’inventore del traghetto, è indubbio che i suoi studi e i suoi disegni abbiano contribuito significativamente al miglioramento di questo sistema di trasporto. Il disegno incluso nel Codice Windsor è una prova tangibile dell’interesse di Leonardo per le soluzioni pratiche e sostenibili.

 

Le origini del Traghetto di Leonardo

Le origini del traghetto risalgono a prima del XVI secolo, quando le due sponde, oggi appartenenti alle province di Lecco e Bergamo, erano rispettivamente sotto il dominio del Ducato di Milano e della Serenissima Repubblica Veneta.

Tracce di queste imbarcazioni si ritrovano in vari passi di opere letterarie, compresi i “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Una delle testimonianze più significative è un bozzetto attribuito a Leonardo da Vinci, che agli inizi del XVI secolo soggiornò nel Ducato di Milano per dedicarsi agli studi idraulici nella zona dei Navigli.

Non ci sono documenti che associano l’ingegnosa trovata all’inventore fiorentino, ma è certo che ne studiò il funzionamento, basato su un principio di scomposizione delle forze, lo stesso che ancora oggi consente al “traghetto leonardesco” di accompagnare i passeggeri da una sponda all’altra del fiume.

 

La storia del traghetto e Leonardo

L’invenzione del traghetto a fune è stata per un periodo attribuita a Leonardo da Vinci, che tra il XV e il XVI secolo trascorse circa venticinque anni nel Ducato di Milano. Era stato incaricato da Ludovico il Moro di risolvere i problemi di navigabilità – dal dislivello delle acque all’irregolarità dei fondali – che impedivano la navigazione tra Lecco e Milano, come testimoniano gli appunti riportati nel Codice Atlantico.

Il maestro fiorentino entrò così in contatto con il territorio dell’Adda: risale proprio al 1513 un suo disegno intitolato “Paesaggio dell’Adda con particolare di un traghetto” (conservato presso la Biblioteca Reale di Windsor), in cui si nota un’imbarcazione a fune in tutto simile a quelle che solcano le acque del fiume lombardo.

Per sapere qualcosa di più sul periodo in cui Leonardo visse qui, leggete: Lo sapevate già? Anche la Gioconda fu  dipinta sull’Adda. Lo direbbero studi geomorfologici e il confronto con l’altra Gioconda.

Prima di Leonardo

Come documentato dall’autore brianzolo Erminio Bonanomi, la presenza di queste imbarcazioni a impatto zero risale già alla metà del XV secolo, prima cioè che Leonardo arrivasse a Milano. La prima testimonianza è infatti una lettera del 1454 firmata da Paolo Amigoni, capitano della Martesana, che chiede la revoca della licenza concessa dal duca Filippo Maria Visconti a un abitante della Val San Martino per l’utilizzo di un traghetto, probabilmente sfruttato per traffici illeciti.

Tra le ipotesi riportate nel volume, si cita però la possibilità che proprio da Vinci abbia ideato il porto di Imbersago – tuttora esistente – dopo aver studiato la legge della scomposizione delle forze che consente al traghetto di spostarsi in linea perpendicolare al fiume, sfruttando la spinta naturale della corrente.

Per approfondire, leggete: Dal Traghetto di Leonardo, tra Villa d’Adda e Imbersago, alle chiuse: leggende e verità sulle opere idrauliche vinciane.

L’Importanza storica dei traghetto

Un altro documento risalente al 1575 attesta che  undici chilometri a nord di Imbersago era attiva un’imbarcazione analoga che collegava Olginate a Calolziocorte, oggetto di particolari precauzioni, per il trasporto dei passeggeri dal territorio milanese alle sponde della Serenissima, all’epoca duramente colpita dalla peste.

Altri due traghetti collegavano Trezzo d’Adda a Capriate e Brivio a Cisano Bergamasco; di quest’ultimo Bonanomi ricorda che «nel 1499 fu ceduto alla nobile famiglia Borromeo da Ludovico il Moro che, sconfitto dall’esercito francese, aveva elargito doni alle illustri casate milanesi per ottenerne la benevolenza». Fu poi sequestrato dagli avidi governatori spagnoli, che nel 1567 vendettero i diritti di pedaggio per poi riscattarli nel 1577 e affittarli nuovamente l’anno successivo per una somma di annue lire 320».

Un’imbarcazione a Impatto Zero

I corsi d’acqua costituivano una risorsa importantissima per gli abitanti della Pianura Padana. La vivacità commerciale della zona è attestata da documenti cinquecenteschi: la pesca di fiume, l’attività dei mulini e delle piccole realtà artigiane alimentava il commercio della vicina Milano e garantiva la sussistenza dei territori limitrofi. Sui traghetti viaggiavano «li uomini con fagotti, i cavalli, i muli, i carri»: per ognuno di questi era previsto un pedaggio stabilito da un apposito tariffario, da pagare al momento dell’imbarco. Tra le curiosità riportate da Bonanomi, spicca l’accordo siglato tra i comuni di Capriate, San Gervasio e Trezzo, i cui abitanti potevano viaggiare gratis. In cambio, «dovevano occuparsi della manutenzione dei tratti di strada che collegavano i tre paesi al porto, in modo da facilitarne l’accesso»: una forma di gestione cooperativa della mobilità locale.

Per almeno trecento anni il traghetto a fune è stato l’unico mezzo “pubblico” di collegamento – fisico e commerciale – tra la sponda brianzola e quella bergamasca, fino al XIX secolo sprovviste di ponti. Sull’Adda si contavano cinque imbarcazioni di questo tipo, destinate a scomparire con la costruzione del primo ponte a Paderno d’Adda nel 1889. Il traghetto di Imbersago è l’unico superstite all’incedere del tempo, riconfermandosi baluardo ecologico e precursore dei tempi.

Vi è venuta voglia di attraversare il fiume sul traghetto?

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, il blog che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita. Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio. Il mio obiettivo è ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

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8 comments

  1. Buongiorno, grazie per articolo , veramente una notizia interessante, vorrei maggiori informazioni pratiche circa gli orari ed altro per organizzare una gita con amiche..
    Buon lavoro e buone ricerche
    Laura Bagattini

  2. Grazie per il bell’articolo, mi ha ricordato tante bellissime passeggiate lungo l’Adda. Mi permetto una piccola precisazione: Olginate si trova a nord di Imbersago, e il fiume si allarga fino a formare un vero proprio lago, quindi forse parliamo di un’altra località. Una curiosità: Basilea ci sono quattro traghetti come questo per attraversare il Reno in maniera ecologica.

    1. Grazie della segnalazione: ho corretto perchè in effetti si trattava di 11 chilometri a nord. Ma si tratta comunque i Olginate. Infatti i testi riportano che questo traghetto collegava Olginate con Calolziocorte. Continui a seguirmi, Renato, lettori attenti e curiosi come lei sono graditi e preziosi.

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