Il Natale si avvicina e anche a Bergamo è scattata la gara per il miglior panettone artigianale della provincia. Il dolce dalla caratteristica forma, simbolo delle feste milanesi e non solo, è un must che non può mancare sulla tavola a Natale. E sono sempre di più le pasticcerie e i fornai che si cimentano con interpretazioni tradizionali (la classica versione farcita con uvetta e canditi) o con riletture creative di questo dolce lievitato.
Quasi certamente tutti noi durante le feste assaggeremo una fetta di panettone artigianale e qualcuno cercherà di convincerci che è il migliore fra tutti quelli di Bergamo e provincia. Ovviamente se non siete pasticceri o critici gastronomici dovrete fare affidamento sul vostro personale gusto per stilare la classifica del “panettone più buono che abbiate mai mangiato”.
Dove comprare i migliori panettoni artigianali a Bergamo e provincia?
Il panettone è il prodotto principe della pasticceria, uno dei pochi preparati con una lievitazione naturale, che utilizza solo ingredienti di qualità, senza grassi vegetali, e che si presta a mille interpretazioni creative della nuova pasticceria gourmet nonostante un disciplinare rigoroso che ne definisce ingredienti principali e tecniche di preparazione.
Accontentare i nuovi golosi sembra facile, ma non lo è. Oggi sono tutti più esigenti: vogliono assaggiare gusti nuovi, essere stupiti. Pasticceri e fornai di mezza Italia in questi ultimi anni si sono sbizzarriti con mille varianti: della tradizione, al cioccolato, alle albicocche e cioccolato, al cioccolato e pere, coi canditi, senza canditi, alla crema di pistacchio, alla crema gianduia, alla crema di limoncello, ai frutti di bosco, alle arance, al mascarpone, per vegani, celiaci…
Quale panettone scegliere dunque a Bergamo e provincia per assaggiare un Signor Panettone e non sfigurare portandolo in dono a parenti e amici nei giorni di festa?
Ecco che Cose di Bergamo ha deciso di interpellare i suoi lettori chiedendo qual è il panettone artigianale che preferiscono.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Il sondaggio di Cose di Bergamo: il panettone più buono
Il sondaggio è stato lanciato sulla pagina FB di Cose di Bergamo l’8 dicembre e le risposte ottenute sono state oltre 50 (54 per la precisione + 21 like).
Delle 37 segnalazioni di pasticcerie o panifici arrivate (sotto le note trovate l’elenco completo) abbiamo scelto le 5 con più voti e like che riporteremo in ordine di gradimento. Ovviamente è una classifica che non vuole essere nè di merito nè di qualità, ma un suggerimento arrivato dai lettori di questo blog attraverso le sue pagine social. Ed è anche un modo per confermare in alcuni casi il valore di anni di riconoscimento della qualità dei prodotti di una pasticceria o forno o per conoscerne di nuovi, forse meno blasonati ma ugualmente di qualità.
Qual è dunque il panettone più buono di Bergamo e provincia secondo i lettori di CDB?
I panettoni preferiti dai lettori di Cose di Bergamo
Se volete assaggiare uno dei primi 5 panettoni artigianali raccomandati dai lettori di Cose di Bergamo ecco dove andare:
- Panificio Marchesi di Bergamo, Borgo Palazzo (8 tra segnalazioni e like)
2. Pasticceria Gamba di Martinengo (6 tra segnalazioni e like)
3. Pasticceria Locatelli di Bergamo, Longuelo (5 tra segnalazioni e like)
4. Pasticceria Morlacchi di Zanica (4 tra segnalazioni e like)
5. Pasticceria Il Melograno di Madone (4 tra segnalazioni e like)
Come si riconosce un panettone artigianale buono
Nonostante tutte le trasmissioni che si vedono in questo periodo che parlano di panettoni e cercano di fare cultura su questo dolce della tradizione natalizia, riconoscere un buon panettone non è facile.
Cominciamo col dire che (chi ci ha provato lo sa) farlo in casa è pressoché impossibile. La ricetta deve essere seguita con estrema attenzione e tanta esperienza per riuscire a far lievitare un impasto così ricco di ingredienti: uvette, canditi o, nei tipi più moderni, pezzetti di marron glacé, gocce di cioccolato…
Ecco quindi cosa osservare quando scegliete un panettone artigianale (oltre al gusto, ovviamente):
Peso e forma
Alcuni esperti pasticceri sostengono che il buon panettone deve essere color marrone chiaro e ben lievitato, cioè non più di 2-3 dita sopra il pirottino. Il peso che garantisce la migliore cottura e mantiene un buon grado di umidità va da 1 a 3 kg. Più sono soffici, profumati e consistenti, più sono garanzia di qualità.
Materie prime
La bontà del panettone artigianale dipende molto dalla qualità delle materie prime utilizzate e se non siete entrati nel laboratorio del pasticcere dovete fidarvi della sua serietà e correttezza. Il lievito, ad esempio, deve essere naturale e con buone capacità di fermentazione; la farina deve possedere caratteristiche di forza per sottoporsi al processo di lievitazione almeno tre volte. Altre variabili importanti sarebbero i tempi di lievitazione, la quantità del burro, la freschezza delle uova, il tipo e la quantità di canditi e uvetta. Quello che potete fare voi è verificare leggendo l’etichetta che il panettone contenga burro, uno dei grassi più pregiati della pasticceria. Ma, come detto prima, se non siete degli esperti dovete fidarvi del pasticcere e… delle vostre papille gustative.
Prezzo
Il prezzo è importante. Possiamo senz’altro dire che è un indicatore importante, ma non lasciatevi trarre in inganno. Ingredienti e tempi di fattura giustificano i prezzi più elevati del panettone prodotto nella piccola pasticceria sotto casa rispetto a quelli industriali che si acquistano al supermercato. Ma, ad onor del vero, è giusto dire che questo non significa che i panettoni che acquistate al supermercato non siano buoni: spesso vengono venduti sottocosto perché sono prodotti civetta. Non importa se ci perdono col panettone perché ci guadagnano sicuramente con quello che si mette nel carrello durante la spesa.
La storia del panettone: 600 anni tra leggende e verità
Il panettone ha una storia antica, fatta di tradizioni che si sono tramandate nei secoli e di leggende che hanno dato un po’ di pepe e colore alla storia. Le leggende più accreditate sono tre e ve le racconto sotto. Così come vi racconto la storia e i personaggi dell’industria dolciaria milanese che hanno scritto un pezzo di storia di questo dolce.
L’origine del nome: Pan de Toni
Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato nel forno, si carbonizzò diventando immangiabile. Il cuoco temendo l’ira del padrone si disperò al punto che Toni, un giovane sguattero, si offrì di aiutarlo mettendo a disposizione un dolce che aveva preparato quella mattina a base di butto, farina, uova, cedro candito e qualche uvetta. In mancanza di altro… Il cuoco, disperato, accettò e lo mise in tavola. Poi, impaurito, si nascose dietro una tenda per spiare le reazioni dei commensali. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò: «L’è ‘l pan del Toni». Da allora è il “pane di Toni”, ossia il “panettone”.
Ugo e Ughetta
La seconda leggenda narra che Messer Ugo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, la bellissima figlia del fornaio, si fece assumere da quest’ultimo come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornò. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.
La terza leggenda racconta di una certa suor Ughetta, cuoca di un convento milanese che per Natale utilizzo i pochi ingredienti nella dispensa del monastero per realizzare un dolce per le consorelle. Al solito impasto del pane aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette e lo benedì tracciandovi sopra una croce con il coltello. Il successo fu talmente grande che i milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po’ di quel pane speciale.
Il pane di Natale
Pietro Verri raccontava di un’antica consuetudine risalente al IX secolo che animava le feste cristiane nel milanese: a Natale le famiglie si riunivano intorno al focolare attendendo che il pater familias spezzasse “un pane grande” e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione. Nel XV secolo, come ordinato dagli antichi statuti delle corporazioni milanesi, i fornai che impastavano il pane dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) non potevano produrre il pane dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca). Con un’unica eccezione: il giorno di Natale. Quello era il giorno in cui aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti. Era il pan di scior o pan de ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, miele e zibibbo.
L’idea del pasticcere Angelo Motta
Il Panettone ebbe fortune alterne nei secoli, ma rimase sempre il dolce legato alle festività natalizie. Era abbastanza massiccio, basso e compatto, a causa del peso degli ingredienti. E così rimase fino a quando Angelo Motta nel 1919 apre il primo forno col suo nome in via Chiusa a Milano. Il pasticcere riprendendo un antico metodo di lievitazione naturale, ne rivoluzionò l’impasto e la forma, inaugurando la “nuova” tradizione del panettone alto a cupola di battistero, più soffice e più ricco di uvetta.
Il successo fu immediato e continuò ininterrotto negli anni successivi.
Note sulle immagini
Le immagini sono state recuperate in rete sulle pagine ufficiali delle pasticcerie o richiedendole alle stesse.
Note metodologiche dell’indagine
Le indicazioni riferite all’indagine di gradimento sono contenute all’interno del post. Non è una ricerca statistica in quanti i numeri non sono significativi ma fanno riferimento ai lettori di Cose di Bergamo che hanno risposto alla domanda posta sulla pagina FB.
Nota sulle segnalazioni
Ecco l’elenco dei panettoni segnalati dai lettori (in ordine alfabetico). Non se ne abbiano a male quelli che non sono stati citati: troveranno sicuramente spazio nel prossimo “sondaggino della sera”.
Panettoni Segnalati e likati dai lettori tra l’8 dicembre e il 13 dicembre 2018 |
1. Dolce Forneria |
2. Dolce Pausa di Pedrengo |
3. Dolci e Delizie |
4. Fornaio Garbelli
5. La croassanteria di Carobbio degli Angeli |
6. La Pasqualina di Almenno SB |
7. Panificio di Premolo |
8. Panificio Cretti |
9. Panificio Guerini di Vertova |
10. Panificio Marchesi di Bergamo, Borgo Palazzo |
11. Panificio Varelli |
12. Panificio Zucca |
13. Pasticceria Paolo Riva |
14. Pasticceria Acquario di Sant’Omobono T. |
15. Pasticceria Adriano |
16. Pasticceria Bergamo Due di Brusaporto |
17. Pasticceria Bertoli |
18. Pasticceria Bonati |
19. Pasticceria Brena di Ponte San Pietro |
20. Pasticceria Camyll |
21. Pasticceria Capriccio |
22. Pasticceria Cavour di Bergamo |
23. Pasticceria Donizetti di Bergamo |
24. Pasticceria Florian |
25. Pasticceria Gamba di Martinengo |
26. Pasticceria La Bergamasca di Osio |
27. Pasticceria La Marianna di Bergamo |
28. Pasticceria Locatelli di Bergamo, Longuelo |
29. Pasticceria Melograno di Madone |
30. Pasticceria Morlacchi di Zanica |
31. Pasticceria Palma il Vecchio |
32. Pasticceria Ruffoni di San Giovanni Bianco |
33. Pasticceria Salvi di Bergamo |
34. Pasticceria San Francesco di Bergamo |
35. Pasticceria Sessantini |
36. Privo |
37. Tilde Forno Artigiano |
Mamma mia… io adoro il panettone!! Secondo me non c’è proprio paragone con il pandoro!! Quando vedo la gente che scarta i canditi mi sento male! Questi sembrano uno più buono dell’altro… peccato essere così lontata!
I panettoni sono tutti buoni, anche se io non amo molto i canditi, e mi piace vivisezionarlo, ma credo che molte donne, pratichino questa cosa. Grazie per i tuoi preziosi consigli.
adoro il panettone
il mio favorito è il superclassico coi canditi
vorrei provare almeno uno dei top 5
davvero interessante e golosissima questa iniziativa e che vinca il migliore
Niente pasticcerie di Arcene o Treviglio, paesi in cui ho vissuto per anni! Che peccato… Se fossi a Bergamo, comunque, mi fionderei in uno dei posti che hai indicato tu. Quanto alle leggende, beh… La mia preferita è quella che hai citato per prima: il pan de Toni!
Wow! Chi l’avrebbe mai detto che c’erano così tante cose da sapere sul panettone. In ogni caso, non saprei proprio quale scegliere, sembrano tutti ottimi!
Oh la pasticceria di Martinengo. Era tappa fissa. Che bel ricordo. Grazie 😊
Sei stata bravissima nello scrivere questo post! Molto corretta soprattutto nelle note, brava ben fatto! A me il panettone non piace, ma ti ringrazio per questo post… ho finalmente letto sulla storia di questo dolce natalizio!
Che bella questa gara, io mi candido per fare da assaggiatrice, si può? A parte gli scherzi, ci sono tantissime pasticcerie a Bergamo e da buona golosa, non me le posso perdere. Non sono una patita del panettone, qui non c’è nemmeno, ma una fetta di un buon panettone, ben lievitato e, magari, con gocce di cioccolato me la mangerei.. anche con 40 gradi!
Interessante il sondaggio ! La storia del panettone la conoscevo ma rileggerla è sempre un piacere. Una fettina di panettone ci vuole altrimenti non è Natale
A Natale esce sempre la veneta che è in me. solo Pandoro per la sottoscritta. Ammetto, però, che dovrei fare un tour per assaggiare i Panettoni artigianali. Forse potrei ricredermi.
Ammetto che se devo scegliere, scelgo il Pandoro perchè non amo i canditi! Anche un buon panettone, però, fa la differenza!
vero, riconoscere buon panettone non è facile per niente. Anch’io valuto prezzo e ingredienti ma spesso c’è comunque la fregatura. Guida molto interessante.
Per anni ho pensato di preferire il pandoro, fino a che non ho assaggiato un panettone artigianale fatto bene e ho capito che in realtà mi piace moltissimo. Un paio di anni fa avevo assaggiato un panettone spaziale alle amarene del Raviolificio Bertoli che ancora adesso a ripensarci mi viene l’acquolina in bocca!
Interessante come classifica! A me piace solo se lo abbino a una cremina calda di vaniglia!
Favoloso, quando ero di passaggio in questa meravigliosa città, ho preso un panettone da portare a casa, e devo dire che sono rimasta meravigliata dalla bontà che regalava al palato. se non fosse che abito a km … sarei tornata a prenderne un altro! peccato che io non ricordo il nome del panettone