“Un buco con gli angeli intorno”: è così che l’ha descritta poco prosaicamente un ragazzo citando la vecchia pubblicità della caramella col buco, mentre era fermo a fotografare l’installazione Oculum Angelorum di Bruno Vaerini. Un’opera all’apparenza semplice, che cita la splendida Pala del Lotto (nella chiesa di San Bernardino in via Pignolo) e che vuole aprire un varco nel cielo all’insegna dell’arte e della bellezza. “Oculum Angelorum” di Bruno Vaerini svetta nel cielo della Corsarola a Città Alta: una perla tra le perle che va ad impreziosire un angolo di Bergamo già magico di per sé.
Prendete la stoffa più pregiata che Lorenzo Lotto mise come copertura del baldacchino per la Madonna nella Pala della Chiesa di San Bernardino. Ora quel velluto verde scuro circonda la pupilla color del cielo de l’“Oculum Angelorum” di Bruno Vaerini. A quella stoffa stanno legati i quattro angeli della Pala del Lotto, come in una rincorsa a decorare il cielo della Corsarola.
A qualsiasi ora del giorno e della sera, offre ogni volta spunti e visioni tutte diverse a cui è impossibile rimanere indifferenti. Che lo vogliate o no, sarete attirati con lo sguardo da quella installazione che vi farà pensare ad uno sguardo reciproco dall’alto verso il basso e viceversa.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Oculum Angelorum di Vaerini sulla Corsarola dal 2020
Quando l’ho visto per la prima volta a Natale di due anni fa (è installato dall’8 dicembre 2020), confesso, sono rimasta perplessa. Mi mancavano i riferimenti e quel girotondo di angeli in volo non mi diceva moltissimo. Poi, però, ho avuto a fortuna di farmelo spiegare e tutto ha acquistato un senso diverso.
L’installazione artistica di Vaerini si trova in via Colleoni 17. Un disco dal diametro di tre metri e mezzo. Al suo centro c’è un’apertura circolare di novanta centimetri di diametro. Appunto un oculum attraverso il quale un proiettore getterà di sera un cono di luce sui passanti. Il disco copre quasi completamente il tratto di strada di fronte al Ristorante da Mimmo committente dell’opera.
Il titolare del ristorante Da Mimmo ha scoperto la Pala di San Bernardino un giorno in compagnia di un cliente americano esperto di storia dell’arte e se ne è innamorato. Così ha voluto far dono alla città di questa installazione commissionata all’artista bergamasco Bruno Vaerini che cita la Pala di San Martino, una delle opere più libere di Lorenzo Lotto.
La Pala di San Bernardino di Lorenzo Lotto in via Pignolo a Bergamo
La Pala di San Bernardino è una delle opere di maggiore libertà compositiva e ricchezza di invenzioni che ci ha lasciato Lorenzo Lotto. Maria col Bambino si trova infatti sempre su un alto trono tra santi, ma in questo caso la coppia sacra è in ombra, al di sotto di una tela verde tenuta sopra di essi, a mo’ di tettoia, da quattro angeli, che volano disponendosi in arditi scorci, all’insegna di uno straordinario senso di movimento. Lo sfondo è un paesaggio aperto, appena visibile oltre un parapetto grigio, con il sole che sta tramontando a sinistra.
I quattro santi ritratti, disposti a due coppie ai lati del trono, sono Giuseppe, Bernardino da Siena, titolare della chiesa, Giovanni Battista e Antonio Abate. San Bernardino in particolare, che tiene in mano il monogramma di Cristo da lui inventato, si rivolge a Maria, che sembra dialogare con lui gesticolando con la mano libera, mentre il Bambino benedice.
Grande attenzione è riposta nel variare gli atteggiamenti, le pose e le espressioni dei santi. Giuseppe arriva anche a stare con un piede sopra all’altro. Al centro, sui gradini del trono, si vede un angelo intento alla scrittura, che si volta di scatto verso lo spettatore. Anche lui è parzialmente in ombra, per via delle ali dischiuse, all’insegna di una libertà compositiva estremamente moderna. Se ne riceve un senso di immediatezza e freschezza, come se il pittore avesse colto con un’istantanea un momento fugace. Anche la scelta dei colori è informale, basati su toni squillanti accostati in modo da creare vivaci contrasti.
Oculum Angelorum: Vaerini prende a prestito l’immagine degli angeli del Lotto
Nella pala di Lorenzo Lotto che ancora oggi si trova presso la chiesa di San Bernardino, quattro angeli tengono sospeso sulla Vergine un drappo verde che, con la sua concavità, crea lo spazio entro cui la Madonna, chinandosi, allude alla divinità del Bambino benedicente. Tale spazio, aggiungendosi
a quello della navata, ne moltiplica la profondità nel senso della Sacra Rivelazione.
Imprimendo a quegli angeli un moto rotatorio intorno ad un oculus che allude al cielo e ricombinandoli in un girotondo felice, l’opera stabilisce un contatto fra lo spazio della Terra e lo spazio del Cielo
“Nella rielaborazione grafica che ne ho fatto – spiega Vaerini – gli Angeli del Lotto si rincorrono attorno all’oculum centrale, portando con sé, stretto tra le mani, quel bellissimo drappo verde, sullo sfondo blu intenso del cielo che nella Pala arride alla scena. Ho lavorato sul desiderio di gioia, di protezione di cui tutti noi, in particolare la popolazione di Bergamo, hanno bisogno dopo i lunghi mesi funestati dal Coronavirus. Immagino quest’opera come il simbolo della Speranza condivisa“.
L’illuminazione ha un ruolo cardine nell’installazione. Il cono di luce che di notte trapasserà il vuoto centrale del disco sarà simbolo della luce divina che ci assiste, la visualizzazione dell’asse che ci collega a Dio e che mai vorremmo fosse spezzato. Gli Angeli, stampati all’intradosso del cerchio su una tela che, per trama e densità, permette di conservare un effetto pittorico, saranno a loro volta illuminati dal basso. In questo modo Vaerini realizza l’interpretazione della luce come visione e come allusione.
“Ho chiesto in prestito all’amato Lorenzo Lotto l’immagine dei suoi Angeli dalla Pala di San Bernardino: volano, sono celesti, ma sono fatti di carne. Sono loro a dire per me l’amore che porto al messaggio che l’Anima sempre mi chiede di testimoniare”.
Chi è Bruno Vaerini, autore di Oculum Angelorum
Bruno Vaerini (Bergamo 1947) frequenta la Scuola d’Arte Fantoni e successivamente l’Accademia Carrara. Negli anni settanta realizza sculture di matrice minimalista, sperimentando la potenzialità espressive del metallo, in particolare del ferro. Trasferitosi a Roma collabora con alcuni studi professionali, occupandosi anche di scenografia.
Nel 1976 apre uno atelier di progettazione a Bergamo, realizzando ristrutturazione di spazi di uso pubblico e privato e edifici di abitazione. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre (Colonia, Milano, Bergamo). Svolge attività didattica in diverse università italiane e straniere. Attualmente è professore a contratto presso la facoltà di architettura del Politecnico di Milan
Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate sulla pagina FB di Bruno Vaerini (phLuca Guerini).