Open to Berghem, la campagna (geniale) per promuovere Bergamo all’estero è in cerca di sponsor

Questa mattina mi son svegliata e ho deciso che ero stanca di parlare di Bergamo e provincia e di consigliare agli italiani cose da fare e da vedere almeno una volta nella vita nella Bergamasca. Ho deciso che è ora di fare il grande salto, che i tempi sono maturi: ho deciso di promuovere Bergamo a livello internazionale. E lo farò con una campagna stellare: Open to Berghem!

Open to Berghem (o Berghèm o Berghém)

Sì, lo so. E’ geniale: un po’ inglese, un po’ bergamasco. Devo ancora capire se mettere l’accento o se non metterlo così taglio la testa al toro. Chissà cosa diranno gli stranieri! All’inizio non capiranno, ma poi ne saranno estasiati, ne sono certa! Sono così convinta di questa idea che ho deciso di comprare anche il dominio http://www.opentoberghem.it. Ma non subito. Ora sto per partire per il Ponte del Primo Maggio: lo farò al mio ritorno sperando che nessuno mi fotta l’idea e se lo compri per 1 centesimo prima che lo faccia io.

Anzi, sapete cosa vi dico? non solo compro opentoberghem.it. Ma mi compro pure opentobergamo.it. Tiè.

Il target della campagna

Dopo aver deciso obiettivo e nome ecco che bisogna definire il target di comunicazione: lo dicono i libri di marketing. Confesso che sono un po’ indecisa: alto-spendenti attempati o sbarbati? Gli alto-spendenti hanno i soldi, ma i ggggiovani, quelli sì che danno soddisfazione. Anche se mangiano panini e pizza al trancio e dormono in tenda a 10 euro a notte, riempirebbero tutti gli angoli della città. Ma tutti tutti tutti. Sai che successo? Giovani a mazzetti come gli asparagi ovunque!

Testimonial o influencer?

Testimonial o influencer: cos’è meglio? Ovviamente per attirare i giovani servirebbe un influencer. Quelli veri costano troppo. Meglio prendere qualcosa che sembri un influencer, ma che non chieda soldi. Che ne so, una roba che ricordi un’opera d’arte famosa. Ho cercato un po’ in Rete per farmi venire un’altra idea geniale, ma la Venere di Botticelli è troppo inflazionata (ormai ne parlano tutti come non è mai successo da 500 anni a questa parte).

Che ne dite se usassi come influencer della campagna pro Bergamo la testa di Medusa di Caravaggio? Tra l’altro, Caravaggio è anche delle nostre bande al Testa di Medusa è famosa, ma non mi sembra che ne parlino continuamente sui giornali. Chi avrebbe da ridire? Certo, dovrebbe essere modernizzata, eh. Mica come l’ha dipinta Merisi. Sennò ai giovani non piace e non si centra l’obiettivo.

Adesso non ho tempo di farlo, ma quando mi ci metterò, ne ingentilirò l’espressione, sostituirò gli occhi spiritati con qualcosa di più normale, al posto di qualche serpente ci metterò i thread rasta e la attaccherò al corpo di un palestrato fighissimo e… Taac, il gioco è fatto!

Vuoi mettere l’effetto ispirazionale che avrebbe sulle masse di ragazzetti e ragazzette? Mazzetti, mazzetti come gli asparagi…

E poi… via di stereotipi a manetta!

Una volta che c’è il titolo e abbiamo l’influencer è un gioco da ragazzi farci anche qualche versione coi classici stereotipi sui bergamaschi, tipo “Berghem de hura o de hota”, “Bergamaschi mangiapolenta”, “Bergamaschi che tirano sù i muretti” o che “vanno forte in auto”.
Sullo sfondo i posti iconici conosciuti anche all’estero: Piazza Vecchia, il Campanone, la funicolare… Tanto che ne sanno all’estero che abbiamo altri posti meravigliosi? Meglio andare sul sicuro. E poi con tutte le foto di repertorio che ci sono nelle banche dati, non avrei neanche troppi problemi di composizione grafica. Anzi, quasi quasi chiamo un amico e mi faccio mandare qualche foto via whatsapp.
Minima spesa, massima resa.

Fondamentale l’inglese, anche per tradurre i nomi dei paesi bergamaschi

Per le traduzioni nessun problema: google translator aiuta. E poi se dobbiamo tradurre i nomi dei paesi per farli capire agli stranieri c’è già un articolo pronto.

Piace, non piace: l’importante è che se ne parli.

Ah, un’altra cosa. Se vi vengono commenti, anche sgradevoli, per questa ideona geniale, fate pure. Tranquilli, non mi offendo: l’importante è che se ne parli. E se ne dovessero parlare male anche quelli che vivono all’estero, lasciateli fare: tanto sono in pochi a capire qualcosa di comunicazione e quelli che blaterano sono i soliti radical chic. Tutti gli altri, i beoni ignoranti, non ci faranno neanche caso. Non ditemi che sono in molti a conoscere la Medusa di Caravaggio, dai!
Penseranno a qualche cantante rap o trap o indi. Ecco, sì: Indi, che fa più figo!

Se l’indignazione dovesse aumentare

Ah, un’altra cosa. Se proprio questo progetto dovesse fare schifo (in fondo sono di fretta, non ho tempo di pensare ai dettagli) e dovessero arrivare commenti negativi a pioggia che neanche una shitstorm, who cares? Una mia amica mi ha detto che basta comprare uno spazio al volo su una testata nazionale e con qualche battuta sarcastica scrivere quanto siano (in)utili i commenti negativi e tutto si risolve.

Del resto chi l’ha detto che se uno fa una cappellata, poi deve fare autocritica e dire che ha sbagliato e ritirarsi di buon ordine? Se un’idea non piace a nessuno è perché nessuno capisce. Chi è che lo diceva, il Marchese del Grillo? “Io so’ io e voi nun siete un c@@@o!”

Trovare uno sponsor

Che altro dire: partiamo? Sì, appena troviamo uno sponsor che tiri fuori i soldi per la pianificazione media. Perché altrimenti non si va da nessuna parte. Perché se non c’è il committente che tira fuori i soldi (e nel mio caso non c’è visto che l’idea mi è venuta questa mattina), fondamentale diventa lo sponsor.

Quindi, amici, cacciate lo sponsor! Budget? Mah, direi qualche milione. Ma non so: sono aperta a tutte le opzioni.

Mamma che emozione, quando mi vengono queste idee geniali!
Quasi quasi mi faccio assumere da una grande agenzia creativa. Che ne so, una tipo…

Seriamente…

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le cose da fare a Bergamo e in provincia davvero imperdibili che vi riempiranno di gioia e meraviglia.

Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio bergamasco, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi. Senza teste di Medusa di Caravaggio su corpi palestrati e polente fumanti in Piazza Vecchia.

Se desiderate rimanere aggiornati sulle (vere) cose di Bergamo che pubblico ogni settimana, lasciate il vostro indirizzo email nel form che trovate scorrendo col dito in basso (se state leggendo questo articolo dal cellulare) o sulla spalla destra del blog (se lo state leggendo da PC).

Nota per tutti
Ovviamente tutto questo è un’iperbole creativa. Parola di Creator.
E stanotte in un impeto creativo causato dall’insonnia ho registrato i domini opentoberghem e opentobergamo. Non si sa mai. 

3 comments

  1. 👏👏👏 adulante! e “ Que Pare el Que Tenga Freno” Non vedo l’ora di leggere la prossima puntata !

  2. Raffaella:?qui ti sei superata! Ficcante ip giusto, molto ironica e un pelo sarcastica 👏🤩👏

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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