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Alta Val Brembana | Trekking per famiglie al Passo del Verrobbio: camminare fra le trincee della Grande Guerra

Un tuffo nella storia della grande Guerra, un tuffo nella storia di oltre 100 anni fa. Partendo dal rifugio del Passo San Marco, raggiungendo il Passo del Verrobbio a 2026 mt di quota è possibile camminare tra i resti delle trincee della Grande Guerra e godere di un grandioso panorama, con scorci sulle Alpi e Prealpi Orobie da un lato e le Alpi Retiche dall’altro.

Un museo a cielo aperto, completamente immerso nel paesaggio naturale dell’Alta Valle Brembana, che racconta di una guerra mai realmente giunta fino ai nostri monti ma ugualmente testimoniata dai resti di quelle trincee che componevano i 70 chilometri della celebre Frontiera Nord, conosciuta anche come Linea Cadorna. Questo pezzo di storia d’Italia si trova ad un’ora circa di cammino dalla Ca’ San Marco: qui si trovano i manufatti meglio conservati del tratto orobico.

Da Passo San Marco al Passo del Verrobbio: un trekking facile verso le trincee della grande Guerra

L’itinerario per raggiungere le trincee della Grande guerra inizia da uno dei rifugi più antichi dell’arco alpino: Ca’ San Marco. L’edificio risale al 1593 quando venne eretto come posto di guardia per proteggere i confini della Repubblica di Venezia. Qui infatti la via Priula, costruita per collegare Bergamo con Morbegno, valicava le Orobie per scendere in Valtellina e i Veneziani volevano dimostrare di avere il controllo non solo del mare, ma anche delle montagne.

Per approfondire, leggete anche: Alla Ca’ San Marco, la più antica casa cantoniera sulla via Priula

Passo San Marco è un’ampia distesa di dolci pendii erbosi che contrastano con aspre vette rocciose che salgono verso il cielo. Si prende il sentiero 101, a sinistra del rifugio, e ci si incammina verso il Passo del Verrobbio a 2.036 metri di altezza. E’ una camminata di circa un’ora e poco più, adatta a tutti, anche alle famiglie e non presenta particolari pericoli.

Il primo tratto è abbastanza pianeggiante. Le nuvole che salgono dalla valle corrono lungo i crinali montuosi e si specchiano nel placido lago di Valmora che ci accompagnerà lungo il cammino alla vostra sinistra per un lungo tratto. Tutto intorno, le praterie di erica e di fiori di campo, riempiranno di profumi l’alta montagna.  La camminata sarà accompagnata dal suono dei campanelli delle mandrie al pascolo, delle caprette che fanno su e giù all’impazzata, dal verso delle marmotte, dai richiami di qualche rapace che volteggia in cielo e dal rombo di qualche…moto! Sì, perché nel silenzio della montagna, si sentono le moto che salgono al passo.

L’arrivo alle Trincee della Grande Guerra al Passo Verrobbio

Segnaletica alle Trincee della Linea CadornaIn corrispondenza di uno dei tanti torrentelli che di incrociano sul percorso, bisogna prendere la deviazione lungo il sentiero 161 che sale sul Monte Verrobbio. Il passo lungo i ripidi tornanti si fa più lento, la temperatura più fresca. Il rumore delle moto sarà sempre più lontano e in alcuni momenti il silenzio sarà interrotto solo dallo scampanellio degli animali o dal fischio delle marmotte.  L’atmosfera più raccolta e meditativa e sentirete solo il vostro respiro. Godetevi questi momenti perché sono impagabili.

Poco prima di raggiungere il Passo, è presente una vecchia costruzione in sassi diroccata. Non una semplice baita, ma piuttosto una casermetta, costruita sul versante più protetto del passo. Davanti invece una casupola dove trovano riparo e acqua gli animali. Si trova lungo il passaggio dell’Antica Via Mercatorum Alta. Infatti dobbiamo ricordare che la Via Priula e la Via Mercatorum ad un certo punto si riuniscono.

Superato l’ultimo tornante lo spettacolo vi lascerà senza fiato: al Passo del Verrobbio si aprono due ali di trincee scavate nella terra e nella roccia e non potrete fare a meno di pensare ai giovani che vissero lunghi mesi in attesa sperando che il nemico non attaccasse.

Le trincee corrono con i loro camminamenti a destra fino alle finestre delle cannoniere, sulla sinistra in direzione invece di un fortino.

La parte più affascinante si trova a destra dove una stretta galleria conduce a una postazione d’artiglieria. Qui sotto vedete le due finestre scavate nella nuda roccia che permettevano di orientare i cannoni verso la vallata. Quello che state osservando è uno dei tratti della cosiddetta Linea Cadorna, un’imponente opera di ingegneria militare costruita all’inizio del Novecento dal Piemonte al Trentino per contrastare una possibile invasione austriaca attraverso la Svizzera durante la Prima Guerra Mondiale.

La Linea Cadorna e il sistema difensivo contro gli attacchi austriaci

Si chiama Linea Cadorna ed era un imponente sistema difensivo, costituito da 70 chilometri di trincee, 88 postazioni di artiglieria, 25 mila mq di bunker, 300 chilometri di strade, 400 chilometri di mulattiere. Se raffrontiamo il costo di allora con la valuta di oggi, quel sistema difensivo costò agli Italiani qualcosa come 150 milioni di euro. Qui, all’estremo fronte occidentale della difesa italiana, la guerra per fortuna non arrivò mai. Ma ha consegnato al territorio compreso tra Valtellina e Bergamasca un imponente, quanto poco conosciuto patrimonio storico, che la Comunità Montana della Valle Brembana sta da anni recuperando e valorizzando.

Quassù tra il Passo San Marco e il Passo Dordona, sopra Foppolo, le montagne si stagliano alte verso il cielo, ma senza l’imponenza di Adamello e Dolomiti. Il silenzio è palpabile e la solitudine assoluta. Il generale Luigi Cadorna aveva colto il valore strategico di questi luoghi e aveva deciso di allestire una serie di trincee e di fortificazioni sui passi orobici. Ciò che lo preoccupava era l’eventualità di uno sfondamento austriaco sui fronti del Tonale e dello Stelvio e di un attacco a sorpresa attraverso la pur neutrale Svizzera. Il precedente del Belgio, ugualmente neutrale, ma invaso dai tedeschi, non contribuiva certo a sedare le sue preoccupazioni. La linea di difesa cominciava in pratica dalla zona di Varese e correva sulle creste delle Orobie, per giungere fino al Mortirolo, in alta Valle Camonica.

L’esercito italiano affidò la realizzazione dei manufatti della Linea Cadorna alla Milizia Territoriale, composta da maestranze reclutate nelle valli, che conoscevano accuratamente il territorio e le pietre a disposizione per le opere. Pare che abbiano lavorato in questi cantieri 20 mila muratori, scalpellini, portatori, fra cui molte donne incaricate dei trasporti. Nove furono le divisioni chiamate a presidiare questa linea, ma alla fine non ci fu una Caporetto orobica e la loro vita risultò un po’ come quella della guarnigione del Deserto dei tartari di Buzzati.

ll ritorno alla Ca’ San Marco

Laghetto VerrobbioDopo aver percorso le trincee ci si può spostare nella conca del vicino laghetto del Verrobbio. Qui ci può allestire un veloce pic nic e ammirare i riflessi perfetti delle rocce in questo tranquillo specchio d’acqua. Noi non ci siamo fermati perché era pieno di cani che facevano il bagno e quindi li abbiamo lasciati tranquilli con i loro padroni. Così abbiamo fatto un giretto intorno, scattato qualche foto e dopo essere risaliti verso l’imbocco del passo ci siamo diretti verso il punto di partenza. In poco meno di 1 ora si torna alla Ca’ San Marco percorrendo il medesimo sentiero.

Quando tornate alla Ca’ San Marco, date un’occhiata alla pietra scolpita dall’artista Angelo Gabriele Fierro che affiora da una roccia vicino ai piloni da cui siete partiti. Siete in un parco di sculture rupestri la cui storia ha avuto inizio una ventina di anni fa. Oggi queste opere sono circa una quarantina (alcune purtroppo sono state trafugate) e si trovano sul sentiero di valico del Passo San Marco.

Un trekking per non dimenticare

Mentre si percorrono le trincee, il pensiero va a quegli uomini che hanno faticato per costruire queste casermette, cunicoli e gallerie, che hanno trasportare cannoni, viveri e munizioni su stretti sentieri di montagna e che hanno atteso quassù l’arrivo di un nemico che non si è mai palesato.

Da alcuni anni si porta avanti un progetto di valorizzazione di questi luoghi che prevede il recupero del selciato e di quei tratti in erosione e degradati , mentre per la trincee sono previsti interventi di recupero e pulizia per permettere la fruizione in sicurezza. La conservazione di questo patrimonio storico è anche un monito e un richiamo tangibile ai valori di unità e pace in Italia e in Europa per le nuove generazioni.

Laddove ci sono le trincee e le strade militari oggi si va in bicicletta o ci sono gli itinerari di trekking: è un’occasione per riscoprire il territorio montano in chiave culturale e turistica proponendo un uso intelligente del paesaggio. 

Non è la prima volta che vi parlo di un Trekking della Memoria. Anche il trekking alla Diga del Gleno (in Val di Scalve), ad esempio, è una di quelle camminate in montagna che portano in un luogo che raccontano di fatica e di uomini.

Se non ve lo ricordate, eccolo: Itinerario della memoria: trekking alla Diga del Gleno, da Pianezza (Vilminore di Scalve, BG) lungo il sentiero 411

Cosa vedere nei dintorni in Alta Val Brembana

L’Alta Val Brembana offre degli scorci magnifici e dei luoghi pieni di storia e di storie.

Nel comune di Mezzoldo vi consiglio di andare a visitare Sparavera, piccolissimo borgo dell’Antica Strada del Ferro.
Per saperne di più, leggete: Visita a Sparavera, uno dei borghi antichi più belli dell’Alta Val Brembana, pronto a diventare Luogo del Cuore FAI

Oppure, se avete qualche giorno e vi piace camminare vi segnalo un cammino davvero interessante: la Via Mercatorum.
Per saperne di più, leggete: Famolo strano (camminando) | Percorrere il Cammino della Via Mercatorum con la Carta del Mercante

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Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.

Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

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Note: le foto sono in parte mie e in parte prese dal web. 

Sitografia:
https://corriere.it
https://bergamonews.it
https://orobieweb.it
http://news.valbrembanaweb.com/

 

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