A Lenna, in un antico edificio del ‘700 in località L’Oro restaurato e composto da una decina di stanze disposte su più piani, si trova un piccolo grande museo privato che ospita seimila bambole e giocattoli, la Casa Museo delle Bambole e dei Balocchi.
Le stanze dell’edificio presentano varie tematiche del gioco e della vita dei più piccoli: c’è la stanza delle bambole souvenir provenienti da ogni angolo del mondo, quella delle Barbie, una dedicata alla scuola nelle diverse epoche e altre che espongono cavalli a dondolo, carrozzine e bambole di ogni dimensione e materiale.
“Il mio sogno era quello di creare un “Museo della Bambola Abbandonata” che ne rappresenti la storia e l’evoluzione affinché questo magico giocattolo non si limiti a restare un ricordo ma torni vivo il desiderio di ridare alla bambola il suo ruolo primario nell’infanzia. Grazie ai soli sacrifici miei e di mio marito ho potuto concretizzare parte dei miei sogni: aprire la Casa Museo delle Bambole e dei Balocchi che ospita circa 6.000 bambole, accessori, giochi e molto altro… “
Ecco quello che troverete in questo articolo
Una collezione di oltre 13.000 bambole tornate a nuova vita
La maggior parte delle bambole esposte nella Casa Museo della Bambola a non è antica né costosa, ma “recuperata” soprattutto nei mercatini delle pulci e dell’usato in condizioni quasi sempre pessime. La signora Bruna Arcaini vi si è dedicata aggiustandole quando rotte, lavandole, pettinandole e creando loro dei vestiti, affinché potessero riprender vita e tornare ad essere giocabili ed amabili. Oggi queste bambole sono oltre 13.000 e sono suddivise per periodo storico e tipologia. Una collezione che comprende pezzi che esemplificano tutti gli stadi della produzione di bambole in Italia e non solo, dal dopoguerra ad oggi.
Nel Museo della Bambola di Lenna potrete ammirare una collezione di bambole da letto, bambole bebè, bambole bambine, Ciccio Bello, bambole regionali, bambole pupazzo e di porcellana, bambole di pezza, Barbie. Ma anche pupazzi e accessori per le bambole. Si trovano prodotti di case produttrici come Furga, Sebino, Fiba, Migliorati, Cabar, Ratti, Italocremona e Mattel.
La storia della Bambola Numero 1 della collezione
Come Paperon de’ Paperoni aveva la moneta numero 1 (quella che diede il via all’immenso patrimonio del papero), così la collezione della signora Bruna Arcaini ha preso il via con una bambola che lei non ha mai dimenticato. La collezione che oggi vanta oltre 13.000 esemplari è iniziata infatti con il ritrovamento di una bambola fatta a pezzi in un bosco. Sembra una storia da film dell’orrore, ma in realtà è una storia di rinascita
Era una bella domenica d’autunno dell’anno 1976. Io e mio marito allora ventenni, ma già genitori di un bimbo, decidemmo di andare per castagne nei boschi di Foresto Sparso. Era bello camminare tra quelle foglie gialle umide di rugiada… sentivo nell’aria un’atmosfera magica che mi riportava all’infanzia. China a raccogliere ricci con guanti protettivi, scorsi dietro il tronco di un albero la gamba di una bambola.
Sentii una spinta incontrollabile a trovare i pezzi mancanti. Fui euforica quando, girando qua e là riuscii a ricostruire la bambola interamente. C’era tutto: la testa, il tronco due braccia, due gambe. Era alta circa 50 cm, in materiale plastico, capelli chiari corti, occhi mobili.
La testa e le gambe furono subito ricomposte perché erano a incastro, ma le braccia necessitavano dell’ausilio di un elastico. Non vedevo l’ora di tornare a casa per vedere finalmente ricomposta la mia bambola.
L’emozione di riportare a nuova vita una bambola fatta a pezzi e abbandonata in un bosco ha dato la spinta alla signora Bruna di iniziare una vera collezione. Per fortuna nel suo giardino c’era un vecchio pollaio che, dopo una scrupolosa opera di ristrutturazione diventò la “CASA DI BAMBOLE”. Cominciò a frequentare negozi di giocattoli, ma non l’attirava l’idea di acquistare una bambola in scatola; un giocattolo nuovo non rappresentava niente per lei. Decise così, d’accordo con suo marito, di raccogliere e collezionare bambole che non venivano più usate dalle bambine.
Recuperare bambole abbandonate: una missione durata decenni
Con la complicità del marito, iniziò a girare tra i vari mercatini delle pulci della provincia di Bergamo e di Brescia, fino a quelli di tutta la Lombardia. Lì era ancora possibile trovare bambole provenienti dagli sgomberi di cantine e solai. Ogni volta tornava a casa con trenta, quaranta, anche cinquanta bambole tutte da lavare, disinfettare, ricostruire, aggiustare, pettinare, vestire.
La collezione è cresciuta ed è arrivata a 13 mila esemplari, tutti fotografati e catalogati. Col tempo ha ampliato la sua conoscenza in materia di bambole, riconoscendo le varie marche, distinguendo i diversi materiali utilizzati, collocandole nel tempo con un archivio fotografico molto dettagliato. Con l’avvento di Ebay, ha potuto anche acquistare alcune bambole all’asta. “Nessuna bambola è stata venduta, mi ha assicurato durante la nostra telefonata. Le bambole entrano nella collezione per trovare una nuova vita, non per essere vendute. Al massimo mi è capitato di regalarne qualcuna alle amiche delle mie figlie“
Oggi metà della sua collezione è esposta nel Museo della Bambola e del Balocco a Lenna in provincia di Bergamo. Il resto è chiusa dentro bauli e armadi nella sua abitazione a Palazzolo (BS).
Un amore viscerale per le bambole che viene da lontano
Se vi chiedete cosa possa muovere tanto amore per le bambole, ecco il racconto di Bruna che spiega come questa passione venga da lontano, dalla sua infanzia.
Fin dalla prima infanzia ho avuto una sviscerata passione per le bambole e ho giocato con loro fino a circa 13 anni. La mia preferita era la “Gianna Grassa”, una bambolona di pezza confezionata da mia mamma quando avevo 8 anni. Non l’abbandonavo mai, era la mia migliore amica, la mia fedele compagna. Avevo altre bambole ma raramente giocavo con loro perché avrei potuto romperle. Due erano di celluloide, una in composizione con parrucca bionda e abito azzurro e stava in bella mostra al centro del letto matrimoniale.
Avevo anche due gemellini sempre in composizione e una bella bambola in materiale plastico che mi aveva regalato la mia zia preferita, quella zia che mi ha trasmesso questa passione. Ricordo che quando andavo a trovarla guardavo sempre le sue bambole che erano sedute su due poltroncine nell’ingresso e ogni volta avevano un vestitino diverso che lei confezionava per loro. Sopra il suo camino, in cucina c’era una bambolina di latta che cuciva a macchina e che mia zia azionava ogni volta con grande cura. Anche la sua credenzina rivestita di specchi che conteneva un salottino in plastica dove stavano sedute due piccole bambole in celluloide mi affascinava sempre.
Dove si trova la Casa Museo delle Bambole di Lenna
Il Museo della Bambola e del giocattolo abbandonato si trova a Lenna, in Val Brembana (BG). Raggiungerlo è molto semplice. Una volta giunti a Lenna, seguire le indicazioni per il Santuario e poi girare sulla sinistra. Il Museo si trova in via L’Oro al numero 45.
La visita guidata alla Casa Museo delle Bambole di Lenna
La visita guidata al Museo della Bambola di Lenna dura 45 minuti. A condurvi fra le stanze che ripercorrono la storia e gli aneddoti legati alle bambole, la signora Bruna, colei che per decenni ha collezionato tutte le bambole esposte.
Le visite guidate si tengono solo su appuntamento nei week end estivi. Per organizzare una visita, telefonare a questo numero: +39 320 092 8792.
Cosa visitare nei dintorni
Se siete arrivati fino a Lenna per visitare il Museo della Bambola, non potete tornare a casa senza aver visto il resto delle attrazioni del paese. Ecco l’articolo in cui ve le segnalo: Gita fuoriporta: 10 cose da fare e da vedere a Lenna in Val Brembana.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Note: le foto sono tratte dal sito della signora Bruna: le pubblico su sua autorizzazione.