10 cose da fare a Lenna in Val Brembana. Arrivando in bicicletta lungo la ciclabile della Val Brembana, o in auto, vi renderete subito conto che il territorio di Lenna offre ottimi colpi d’occhio, grazie al contesto naturalistico in cui è immerso. E non potrebbe essere altrimenti, visto che le possibilità di escursioni sui monti circostanti sono molteplici e adatte ad ogni esigenza: dal principiante al più esperto ed esigente. Ma non solo. Lenna offre anche attrazioni e attività turistiche che sono davvero delle chicche.
Ho individuato una decina di cose che si possono fare per godere con calma di questo territorio. Potete organizzare una gita fuoriporta all’insegna della natura, ma anche all’insegna della gastronomia di ottimo livello. Per non parlare del relax, quello bello, dove potete fermarvi a meditare immersi nella natura o farvi coccolare con prodotti a chilometri Zero.
La vivacità di Lenna e della vicina Piazza Brambana, non solo dal punto di vista religioso ma anche economico, è stata favorita dalla loro posizione centrale nella Valle: esse fanno da spartiacque tra l’Alta Val Brembana e la Bassa Val Brembana ed hanno rappresentato per decenni un punto di passaggio obbligato per raggiungere il Canton Grigioni (la parte più orientale delle Svizzera) lungo la via Priula.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Attraversare il Ponte delle Capre a piedi e quello della ferrovia in bicicletta
A Lenna ci sono due ponti da percorrere assolutamente. Il primo è il ponte dell’ex ferrovia della Val Brembana: 119 metri su 7 arcate. Un’opera che risale all’inizio del ventesimo secolo, quando fu costruita la ferrovia che arrivava a Piazza Brembana. Oggi lo potete percorrere in bicicletta seguendo la ciclabile della Val Brembana.
E poi c’è il ponte detto Delle Capre. Quest’ultimo, ristrutturato dopo l’alluvione del 1987, risale al XVII secolo e congiunge la Strada Statale 470 alla frazione Cornamena. E’ composto da una grande arcata in blocchi di pietra con l’imposta dell’arco a tutto sesto formata da conci in pietra di piccola taglia accuratamente squadrati e da un robusta pila rostrata appoggiata sulla roccia. Il riempimento, la rampa e i due robusti parapetti sono stati realizzati con ciottoli di fiume legati con malta.
E’ davvero un ponte straordinario, tra i più antichi della Valle, anche se la ricostruzione a detta degli esperti “un po’ sommaria” ha fatto perdere parecchio del fascino medievale originario.
Se i ponti vi piacciono, vi invito a leggere questo post in cui racconto la storia di un ponte all’imbocco della val Brembilla. Ponte del Cappello: un ponte bellissimo e un volto misterioso che faceva spaventare i bambini.
Fotografare la casa medievale più antica della valle
Nella frazione Cornamera, attraversato il ponte, potete vedere due edifici molto particolari. Si tratta di una casa costruita praticamente sotto roccia della montagna. E’ davvero molto particolare.
Sia sotto la Corna grande che sotto la Corna piccola si trovano delle casette, di cui si hanno documenti già al 1436, che utilizzano la roccia sul lato posteriore e come protezione superiore. L’aspetto rupestre dell’insediamento conferisce a questi nuclei una particolare caratterizzazione che richiama tipologie insediative molto più antiche e situazioni di riparo che spesso, hanno rivelato tracce di frequentazione umana addirittura preistorica.
Quella che vedete nella foto, era probabilmente nata come residenza temporanea, ma nel tempo si è consolidata come nucleo stabile di piccolissime dimensioni, forse legata allo sfruttamento della vicina cava di pietra di tufo.
Andare alla ricerca di conchiglie fossili, ammoniti e massi erratici
Salendo dalla vicina frazione di Cornamena, è possibile fare una breve escursione alla scoperta di uno dei luoghi più suggestivi e antichi di Lenna, che parla di un passato lontanissimo da noi ma in qualche modo ancora tangibile. In questa zona è possibile trovare nelle rocce conchiglie fossili o ammoniti di pregevole dimensione. Qui sotto potete vedere dei fossili ritrovati in zona davvero spettacolari. Immaginate l’amozione di trovarli nelle rocce. Sì, perché non crediate che si trovino così passeggiando allegramente nei ghiaioni. Questi fossili sono solitamente inseriti all’interno di roccia calcarea, più friabile: ne potete scorgere alcuni pezzi e solo un occhio attento ed esperto li riconosce al volo. Ma cercare è comunque divertente.
Sempre in zona potete raggiungere con una camminata di mezz’ora un masso erratico, conosciuto anche come “Corna di Scalvino” o “Corna del Màsa”, sistemato su uno spuntone dell’Esino a quasi 600 metri di altezza, una possente roccia di conglomerato di Verrucano Lombardo. Cosa ha di così speciale? Il masso erratico è stato trasportato nel corso delle varie glaciazioni da uno dei due ghiacciai del Brembo (uno del ramo di Olmo e un altro del ramo di Branzi), che proprio qui 15.000 anni fa aveva il suo fronte. Allo scioglimento dei ghiacci, il masso fu trasportato e depositato dal ghiacciaio in fase di ritiro esattamente nel luogo in cui tutt’oggi si ritrova. Ma non solo.
Nel corso di migliaia di anni questo masso erratico (riconoscibile anche dalla caratteristica fenditura centrale) deve averne viste parecchie. Pare, infatti, che sia stato anche più volte protagonista di numerose leggende popolari legate alle streghe e alla stregoneria.
Se le leggende di fantasmi e streghe vi piacciono, leggete questo articolo che ho scritto un po’ di tempo fa: Famolo strano (da paura) | Fantasmi orobici: storie di cavalieri, dame, orchi e misteriose presenze a Bergamo e provincia
Raggiungere il Santuario della Madonna della Coltura
In questa area incastonata nelle montagne, sito nella piana di Lenna, sorge da secoli il Santuario della Madonna della Coltura. Dietro questo luogo di culto esiste una leggenda: in questa località sorgeva una fucina dove lavorava come fabbro un giovane ragazzo di quattordici anni. All’interno si trovava un affresco della Beata Vergine Addolorata, dove il giovanotto di solito si raccoglieva per meditare. Nel 1580, in un giorno di ottobre, il ragazzo vide che il dipinto si illuminò di una luce intensa, che irradiò tutta la fucina. L’immagine fu subito venerata dagli abitanti della zona e si decise di trasformare la fucina in una chiesa. Al posto della fucina fu così edificato il Santuario in onore della Madonna.
Nell’altare maggiore è custodito il dipinto, risalente al 1580, che ritrae la Madonna con Gesù deposto dalla Croce tra le braccia, realizzata dai fratelli Gozzi di Lenna. Fedeli e di pellegrini devoti, sono certi che la Vergine Addolorata sia propiziatrice di grazie. L’immagine della Madonna di cui si parla è custodita e venerata da quattro secoli nell’ancona dell’altare maggiore e porta scritto chiaramente ‘Octobri 1580’.
All’esterno si possono ammirare invece l’affresco restaurato dedicato alla Madonna della Pietà, opera di Carlo Ceresa, e il portale che raffigura i Dolori della Madonna, attribuito allo scultore Giuseppe Nani. Nel 1903, poi, venne realizzata la statua che viene portata in processione ogni anno durante la prima domenica di settembre. La chiesa è, perciò, centro di grande devozione popolare.
Da qui potete partire anche per un percorso vita nel bosco davvero carino.
Passeggiata lungo le sponde del lago del Bernigolo
Il lago del Bernigolo é un bacino artificiale situato in val Brembana, nel territorio del comune di Moio de’ Calvi (provincia di Bergamo), l’invaso è di proprietà dell’ENEL. Anche se il lago è artificiale, la sua posizione e le caratteristiche del territorio e dell’ambiente circostante, lo rendono un incantevole laghetto alpino.
Il lago fu creato nel 1947 sbarrando il corso del fiume Brembo (fiume) per far confluire le acque nella centrale elettrica di Lenna e più a valle alla centrale Bordogna, anch’essa situata nel comune di Moio de’ Calvi. Nel 2013 è stato approvato un piano di recupero delle acque del lago fortemente deteriorate a causa del progressivo accumulo di detriti sul fondo del bacino causato da ripetuti eventi alluvionali, il più intenso è stato il 18 luglio del 1987 in occasione di una piena del Brembo. Lo svuotamento del bacino effettuato nel febbraio del 2015 ha evidenziato una forte riduzione della capacità dell’invaso che nel 1947 era stimata a 520.000 metri cubi.
Troverete varie aree di sosta per lasciare l’auto e aree attrezzate per fare un pic-nic. La Via Miralago – anche se è una strada provinciale – è scarsamente trafficata. Prestando le dovute attenzioni, potete percorrerla passeggiando su questa sponda del lago. Oppure dalle aree di sosta, una volta lasciata l’auto, ripercorrete a ritroso la via Miralago (SP3) in direzione di Lenna: sulla sinistra troverete un ponte dove passa la via Cantone San Francesco. Qui inizia una bella passeggiata tra i prati e le cascine.
Pranzo (o cena) alla Trattoria delle Miniere
Quando entro in un ristorante dal nome così connotato cerco sempre di scoprire la storia del luogo. Lenna aveva delle Miniere? La trattoria si trova vicino all’ingresso di qualche miniera? Non lo so e non sono riuscita a scoprirlo, ma l’ingresso sembra quello di una di quelle casette di legno che si trovano nei parchi minerari e invece, dentro, vi ritroverete in un ambiente moderno ed elegante.
Confesso che non la conoscevo: il suggerimento è arrivato da un collega di mio marito che si è appena trasferito dal Piemonte in quel di Bergamo e sta facendo il giro di tutti i ristoranti (quasi quasi lo assoldo come consulente gastronomico per cosedibergamo.com). Finora i suoi suggerimenti sono stati tutti di valore e quindi, mi sono fidata anche di questo. E ho fatto bene.
Se siete degli appassionati gourmand, questo è il posto che fa per voi. Vi consiglio il menù degustazione: è strepitoso. E i prezzi, è giusto dirlo, sono decisamente abbordabili.
Per prenotare: 0345 172 0026
Nel prossimo articolo vi racconterò cos’ho mangiato. Per il momento godetevi le foto che ho messo lì sopra: niente è come sembra, ma è decisamente molto molto buono.
Scoprire la storia della Casa – Museo delle Bambole
Una bellissima e affascinante esposizione in un antico edificio del del ‘700 che ospita oltre seimila bambole e balocchi. È la casa-museo di Bruna Arcaini, villeggiante da decenni nella località Cantone San Francesco di Lenna, che in quarant’anni ha collezionato quasi tredicimila bambole. Qui ne trovate esposte circa 6000.
La particolarità di queste bambole è che si tratta di bambole con cui le bambine hanno giocato veramente e che dopo qualche anno sono finite in soffitta o in un mercatino dell’usato. La signora Bruna le ha raccolte, restaurate e, quando necessario, le ha letteralmente rivestite confezionando personalmente gli abitini che indossano.
Il Museo si trova in un ex convento di frati del Settecento, ristrutturato. E’ privato ed è possibile visitarlo solo su appuntamento nella stagione estiva, telefonando al numero 320 092 8792
Se questa piccola chicca vi ha incuriosito già dalle prime righe, salvatevi il link di questo articolo perché tra qualche giorno troverete anche il link ad un articolo dedicato al Museo delle Bambole e del Giocattolo Abbandonato.
Visitare l’oratorio di San Rocco
A Lenna ci sono due oratori antichi: uno è quello di S. Lucia, l’altro è quello di S. Rocco. Questo si trova al centro del paese sulla strada che va verso la località Coltura e Cantone S. Maria. Edificato al XVI secolo, l’oratorio di San Rocco merita una visita perché conserva un affresco recentemente portato alla luce durante lavori di restauro.
La parte bassa della facciata presenta la tipologia consueta degli oratori con portale affiancato da due finestre, mentre nella parte superiore una finestra rettangolare e due nicchie laterali danno equilibrio all’insieme. Il campanile ricorda la costruzione primitiva. L’interno, ad aula, è sostenuto da archi trasversali e travature a vista.
Di grande effetto è l’affresco del presbiterio, inserito in una forma arcuata, che rappresenta la Madonna in trono incoronata dagli Angeli, a sinistra S. Sebastiano e S. Giovanni Battista, a destra S. Giuseppe e S. Rocco: il dipinto è di buona qualità e presenta raffinatezze tipiche di un Rinascimento avanzato (il trono, le stoffe, gli angeli musicanti). Nell’oratorio è visibile sulla parete sinistra una curiosa tela del ’600 o ‘700 che rappresenta il trasporto della S. Casa di Loreto con i Santi Rocco, Francesco e Sebastiano; sul lato opposto, vicino all’ingresso, una tela settecentesca con un soggetto macabro costituito da S. Rocco e gli appestati.
Fermarsi ad ascoltare le campane della Chiesa parrocchiale di San Martino Oltre la Goggia
La vedete svettare sopra Piazza Brembana: è una chiesa imponente, risalente al XVII secolo. Presenta un polittico di notevole fattura eseguito da Lattanzio di Rimini, statue e l’altare di Andrea Fantoni, nonché opere di Carlo Ceresa. Perché ne parlo in questo articolo dedicato a Lenna se si trova nel territorio di Piazza Brembana? Perché per alcuni anni Lenna e Piazza Brembana, insieme a Moio de Calvi, furono raggruppati sotto un unico comune, San Martino de Calvi e questa Parrocchiale serviva tutti gli abitanti della zona. Poi, dopo la guerra, si decise di dividere il paese “diffuso” in tre paesi distinti.
Una curiosità: chi è nato a San Martino de Calvi sulla carta d’Identità ha il nome di un paese che non esiste più. A me questa cosa fa molto sorridere.
Un’altra curiosità ma, questa volta, sul campanile di San Martino oltre La Goggia: la torre campanaria fu costruita in pietra locale nel 1480 su progetto dell’architetto Mauro Codussi di cui vi parlerò più sotto. Le campane sarebbero state collocate solo due secoli più tardi. Ma non solo. Queste campane vennero requisite durante la Seconda Guerra Mondiale per ricavarne armi belliche; al termine della guerra il nuovo Governo si impegnò a rifondere e collocare a proprie spese tutte le campane requisite e quelle nuove furono ricollocate nel 1948 con grandi celebrazioni popolari.
A presto con la storia della Chiesa di San Martino oltre la Goggia di Piazza Brembana.
Riconoscere tra le architetture della valle le tracce di Codussi
A Lenna nacque Mauro Codussi, architetto che meglio di altri interpretò la spinta innovatrice del Rinascimento veneziano. In Valle Brembana lasciò impronta del proprio segno compositivo sul campanile della parrocchiale di Lenna e Piazza Brembana e nella bella facciata della chiesa parrocchiale di Sedrina. Ma la sua opera si spinse fino a Venezia, centro politico, economico e culturale della Serenissima.
Codussi fu quello che oggi definiremmo un archistar, anche se la sua ascesa non fu immediata. I Veneziani erano sempre un po’ restii a riconoscere la grandezza di artisti che venivano da fuori e prima di assegnare delle committenze importanti, facevano lavorare le giovani promesse su edifici e chiese più periferiche.
Ma nel giro di pochi anni il genio di questo grande architetto fu evidente a tutti e cominciò a lavorare anche nel centro di Venezia. Addirittura la finestra codussiana è entrata nei manuali di architettura rinascimentale, un segno distintivo che contraddistingue l’opera di questo grande architetto e che rende riconoscibili le sue opere.
Codussi ogni anno tornava a Lenna nel periodo invernale, quando i cantieri Veneziani erano chiusi. Qui si ritemprava e passava del tempo con la famiglia.
Palazzi realizzati da Codussi a Venezia
A Venezia fu incaricato della realizzazione di grandi opere nelle chiese di S. Michele, S. Zaccaria, S. Maria Formosa e S. Giovanni Crisostomo, della Torre dell’Orologio in Piazza S. Marco e delle architetture civili dei palazzi Zorzi, Corner-Spinelli e Vendramin-Calergi (l’attuale Casinò). Qui vi ho inserito una galleria di palazzi e chiese rinascimentali veneziane realizzate da Codussi.
Se volete saperne di più vi consiglio un tour a Venezia in compagnia delle Guide turistiche Michela Del Rosso e Alessandro Giorgi. La coppia ha studiato un tour davvero interessante alla scoperta della Venezia del Bergamaschi, tra cui Codussi.
Credetemi: è davvero una chicca per viaggiatori curiosi. per informazioni contattate: bergamodallaterrazza@gmail.com
Relax di Coppia nell’Exclusive Private Spa all’Agriturismo Ferdy
Tutti conoscono il Ferdy per il suo ristorante con cantina di ottimo livello e per le attività con i pony per famiglie. L’offerta è decisamente ottima e lo dimostrano le frequentazioni VIP che vengono segnalate sempre più spesso: i Ferragnez e Argentero sono gli ultimi in ordine di tempo.
Ma quello che vi propongo oggi è un’esperienza di coppia all’insegna del relax, da fare rigorosamente senza figli: massaggio e bagno di coppia nelle vasche di pietra dell’agriturismo Ferdy. La cosa è intrigante. Nella Exclusive Private Spa verrete coccolati da oli essenziali, siero di latte e fieno di montagna, nella privacy totale. Vi piace l’idea? A me moltissimo.
Solo un avvertimento: il posto è di livello e anche i prezzi sono di livello. Quindi non aspettatevi un agriturismo di quelli in cui si spende poco.
Dove si trova Lenna e come arrivarci
Lenna è un comune italiano di 562 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Situato nell’alta Val Brembana, alla confluenza tra i due rami del fiume Brembo, si trova a circa 38 chilometri a nord del capoluogo orobico. Il comune fa parte della Comunità Montana della Valle Brembana.
Queste sono le coordinate di Google Maps: 45.94532430582109, 9.679872372702956
Note: Questo tour è stato organizzato grazie all’aiuto di un residente di Lenna, Aldo dell’Eni Station di Lenna, che ringrazio per tutte le dritte che mi ha dato. Non ho potuto inserire tutto quello che ho fatto nell’articolo. Mi riservo di scrivere e linkarvi gli articoli appena pronti.
Grazieee per la citazione ! 💖
🙂 molto affezionata alla chiesa di San Martino e alle gite d’infanzia sui pony del Ferdy!