Monastero di Astino: storia, rinascita e passeggiata nella valle più affascinante di Bergamo

Monastero di Astino | Ci sono giorni in cui la natura sembra voler raccontare una storia.
Le foglie si accendono di giallo, di rame, di rosso. I passi affondano nel silenzio umido del bosco e ogni respiro sa di terra, di pace, di tempo sospeso. È in quei giorni che mi piace camminare lungo la Val d’Astino, fino al monastero che da secoli osserva la città da lontano, come un vecchio saggio che ha visto tutto e non parla mai.

Adagiata tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia, la valle di Astino è una di quelle meraviglie che non si dimenticano. Piccola, raccolta, quasi segreta, regala a chi la attraversa una sensazione di quiete che ha qualcosa di sacro. Qui, dove la città finisce e la collina comincia, Bergamo si fa meditazione.

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Astino: la valle che custodisce il silenzio dei secoli

Oggi i bergamaschi usano la parola “Astino” per indicare tutto: la valle, il monastero, la chiesa.
È un tutt’uno di colline e storia, di pietre e preghiere. Da qualunque lato la si guardi, Astino è un piccolo mondo antico: a est guarda Longuelo, a ovest la Val San Martino, a nord le pendici di San Vigilio e della Bastia. Intorno, solo boschi, vigneti e sentieri.

E nel cuore di tutto, il Monastero del Santo Sepolcro, con i suoi muri che ancora raccontano la vita dei monaci vallombrosani, arrivati qui quasi mille anni fa.

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1070: quando i monaci scelsero la quiete per costruire il futuro

Erano gli anni bui del Medioevo, eppure i monaci sapevano dove cercare la luce.
Nel 1070, guidati da un monaco di nome Bertario, i vallombrosani scelsero la Val d’Astino come luogo ideale per costruire il loro monastero. Appartenevano alla Congregazione Vallombrosana, fondata da San Giovanni Gualberto nei boschi di Vallombrosa, vicino a Firenze. Seguivano la regola “ora et labora” e per questo cercavano luoghi che potessero nutrire corpo e spirito: terra fertile, acqua pulita, boschi, silenzio.

Nel 1107 fu consacrata la Chiesa del Santo Sepolcro, costruita in stile romanico e ancora oggi visibile nella sua essenzialità severa. La pianta è a croce commissa — una sola navata che termina in un transetto — e racchiude ben tre altari: quello maggiore, quello di San Martino e quello degli Evangelisti.
Nel corso del Rinascimento, la chiesa venne ampliata con un coro profondo, e tra il 1540 e la fine del secolo si arricchì di un torrione meridionale che ancora oggi svetta tra le colline, come un faro di pietra.

Camminando sotto quelle volte, il tempo sembra fermarsi.  È lo stesso senso di mistero che si prova leggendo Il nome della Rosa: silenzio, ordine, segreti. Solo che qui non c’è un romanzo. C’è la storia vera di Bergamo.

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Ultma Cena di Alessandro Allori Monastero di Astino

Dal Medioevo a Napoleone: gloria e declino di un luogo sacro

Per secoli, il Monastero di Astino prosperò. I fedeli lo amavano, le famiglie nobili lo sostenevano, le donazioni crescevano. Si costruirono nuove ali, sale e perfino un piccolo ospedale. Ma la fortuna, si sa, è capricciosa.

A più riprese, i monaci furono osteggiati da altri ordini religiosi e dai poteri locali. E quando sembrava che la pace fosse tornata, arrivò Napoleone. Nel 1797, il monastero fu soppresso e il suo destino cambiò per sempre.
Il Comune di Bergamo lo assegnò all’Ospedale Maggiore, poi divenne ospedale psichiatrico (dal 1832 al 1892), e infine fu riconvertito ad uso agricolo. Le preghiere lasciarono il posto al rumore delle zappe e al silenzio dell’abbandono.

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Dall’oblio alla rinascita: la seconda vita di Astino

Gli anni Venti del Novecento segnarono la caduta definitiva.
Il complesso venne venduto a privati e lentamente cadde in rovina.
Pietra dopo pietra, Astino si spense.

Poi, nel 2007, qualcosa cambiò. La Congregazione della Misericordia Maggiore (MIA) acquistò l’intero complesso, avviando un restauro rispettoso e profondo.
Nel 2013, la chiesa del Santo Sepolcro tornò a vivere, e con essa le antiche sale conventuali, gli affreschi dimenticati, le pareti coperte di intonaco che rivelarono finalmente i loro colori.

L’EXPO 2015 segnò la rinascita definitiva: Astino tornò ad essere un luogo vissuto, aperto alla città, ponte tra passato e futuro.
Oggi è uno dei simboli più amati di Bergamo, e la sua valle è tornata a splendere.

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Astino oggi: dove la spiritualità incontra la biodiversità

Oggi, camminando tra i prati e i filari della valle, si capisce che Astino non è solo storia, ma una lezione di equilibrio. Tra i muri del monastero si organizzano mostre, concerti e rassegne.
I prati diventano luoghi di picnic e contemplazione. I campi circostanti, coltivati secondo principi di agricoltura sostenibile, rappresentano un modello di biodiversità a cielo aperto, dove ogni seme ha un senso e ogni gesto un valore.

Durante l’estate, il monastero ospita dei ristoranti bergamaschi e offre piatti ispirati alla tradizione locale e prodotti della valle.
E per chi ama camminare, il sentiero che sale da Longuelo o scende da San Vigilio regala panorami che sembrano dipinti.

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Come visitare il Monastero di Astino

Come arrivare:

  • In auto: da Bergamo, direzione Longuelo, parcheggio in via Astino (limitato).
  • A piedi: percorso da Longuelo (circa 30 minuti) o da San Vigilio (1 ora circa).
  • In bus: linea ATB n. 8A (Longuelo – Astino).

Orari di apertura:
Variabili in base alla stagione — consulta il sito ufficiale della Fondazione MIA: www.fondazionemia.it

Dove mangiare:

  • In estate: ristoranti interni al monastero (consigliata prenotazione).
  • In alternativa: prosegui verso Città Alta e scopri i ristoranti storici consigliati in questo articolo

E voi, amate gli ex Monasteri riportati a nuova vita?

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, il blog che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita. Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio. Il mio obiettivo è ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

Astino è un posto magico, immerso nella natura e nel silenzio, dove il tempo sembra essersi fermato. Ma anche uno dei luoghi più vivi e amati di Bergamo, dove la storia incontra la modernità e la spiritualità si fonde con la bellezza del paesaggio.

E voi, siete come me? Amate gli ex monasteri riportati a nuova vita?

Quelli che profumano ancora di storia, di silenzio e di pietra, ma che oggi ospitano eventi, ristoranti, arte e cultura. Quelli che ti accolgono con la stessa quiete di un tempo, ma ti sorprendono con nuove esperienze e prospettive.


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