Dicono che “quel che si vede dipende da come lo si guarda”. E’ assolutamente vero. Ecco perché quest’anno per Natale consiglio due libri che mi hanno colpito molto e che gli amanti di Bergamo dovrebbero proprio avere nella loro libreria.
Sono due progetti editoriali particolari, due libri da tirare fuori ogni volta che si vuole visitare la città in modo diverso e insolito. Li ho scoperti nel mio girovagare tra gli eventi segnalati dall’Eco di Bergamo. Il primo durante la mostra Bergamo a ben vedere, a dicembre nell’ex chiesa della Maddalena, il secondo durante una delle sue conferenze di presentazione, alla biblioteca di Villa di Serio: Bergamo a ben vedere, la città ulteriore e Bergamo scolpita.
Realizzati entrambi a quattro mani, sono due percorsi diversi nelle vie di Bergamo che aiutano a conoscere ed esplorare la città con modi e approcci inediti.
E, nell’elenco delle 101 cose da fare almeno una volta nella vita a Bergamo, ecco la mia proposta: girare per la città con un libro per volta assecondando gli itinerari proposti dagli autori. E godersi la città in modo diverso.
Partiamo dal più recente in ordine di tempo: Bergamo a ben vedere. La città ulteriore.
E’ opera di Manuela Barani (autrice dei testi) e di Felice Faltracco (acquarellista). Il progetto trae origine dal desiderio di offrire un percorso fra le vie di Bergamo attraverso l’accostamento di testi e acquerelli che illustrano — in ambito storico, artistico, architettonico e paesaggistico — alcuni aspetti della città. Lo sguardo “ulteriore” dell’autrice dei testi che racconta la storia e i monumenti della città viene affiancato dalla sensibilità dell’acquarellista che traduce in una chiave personale e di grande immediatezza i tratti di Bergamo. Ne viene un itinerario inedito che restituisce un volto della città capace di ‘abitare’ gli spazi silenziosi di un libro, di essere utilizzato come una vera e propria guida e di diventare una bellissima mostra come quella allestita nello spazio suggestivo della ex chiesa della Maddalena.
Ho riconosciuto tutti i luoghi a me cari di Bergamo mentre mi aggiravo tra le pagine di questo libro. In un percorso guidato si notano nelle opere i particolari nascosti, la storia, il presente e il passato di Bergamo. Tra il verde e le pietre, gli affreschi e i palazzi, incontrando targhe, portoni, giardini e molto altro, Bergamo emerge inaspettata e sorprendente per chi come me la sta conoscendo ogni giorno meglio.
Manuela Barani ha scelto il percorso e i luoghi e li ha fatti conoscere a Felice Feltracco (veneto, di Asolo). Lo ha portato (e ci porta) all’interno di un viaggio culturale, dove la conoscenza è d’obbligo. Ma dove anche la passione è d’obbligo.
Manuela racconta di aver sottoposto a Felice alcuni temi, “anche più numerosi di quelli che compaiono nel libro. Una città smontata e ricostruita“. Felice Feltracco ci ha messo due anni a dipingere tutte quelle opere. Due anni durante i quali si è fermato davanti ai particolari raccontati da Manuela scegliendo insieme quelli che si prestavano meglio a illustrare i testi. “Grande prova d’artista quindi seguire passo passo l’evolversi dei testi, anche integrando a richiesta una sequenza di immagini che nella fase conclusiva pareva carente di qualche tassello…” Le ultime anche a pochi giorni dalla messa in stampa del libro.
Ho acquistato questo libro dopo aver visitato la mostra e mentre lo sfogliavo non so se amo di più l’opera editoriale o i quadri che ho potuto ammirare nella mostra Bergamo a ben vedere (a Bergamo fino al 23 dicembre nella ex chiesa della Maddalena). Ma ora, nella mia testa, l’uno non potrebbe esistere senza l’altra.
Ho riconosciuto i punti di vista. Ho intravisto i miei luoghi del cuore. Ho riconosciuto quei luoghi che da alcuni mesi sto visitando e di cui sto raccontando su questo blog: Palazzo Moroni, la Biblioteca Angelo Mai, Piazza Vecchia…
E ho riportato alla luce i ricordi del mio viaggio nei luoghi iconici di Bergamo (le Mura, la Funicolare, il Campanone) attraverso il racconto dell’autrice e gli occhi dell’artista.
Il secondo invece è un vero e proprio tour nella città attraverso le sue pietre parlanti.
Si intitola Bergamo Scolpita, Città Alta e Colli. Percorsi nella storia di Bergamo attraverso le voci delle sue pietre. Perchè le pietre, le lapidi e le iscrizioni sfuggono agli occhi dei passanti, eppure sono le vere testimoni del passare del tempo e della storia. Lo sanno bene Marcella Cattaneo e Tosca Rossi, studiose di storia dell’arte e guide turistiche abilitate, che le hanno cercate una ad una, le hanno catalogate e le hanno fatte rivivere in un itinerario ideale, dai Colli al borgo storico, attraverso accurate schede corredate da foto.
E sono proprio i dettagli meno evidenti a narrare qualcosa di importante legato alle vite precedenti della città, alle dominazioni che qui si sono alternate e ai personaggi che ne hanno fatto la storia. Un vero e proprio viaggio nelle diverse epoche che hanno attraversato Bergamo, con gli appunti di storia e di storie che le autrici hanno voluto donarci.
In Città Alta restano le tracce di ogni regno o dominazione, brevi o duraturi, e delle vicende italiane. Vi troviamo echi di un passato nobiliare, stendardi viscontei e leoni in pietra di San Marco. Fra portali e decorazioni, le vie sono una vera e propria galleria di stemmi araldici, meritati e inventati.
Volete qualche esempio di quello che troverete nel libro?
La statua dell’Architettura che sorveglia Palazzo Terzi, le allegorie di Pittura e Scultura, che protendono verso la pianura; oppure i bassorilievi che raccontano la Gerusalemme Liberata di Tasso sulla facciata di palazzo Medolago Albani (che io adoro); l’inconfondibile stemma del Colleoni, che ritroviamo spesso anche su quei palazzi che poco hanno a che vedere col celebre condottiero se non il nome.
Troverete i trigrammi (IHS) invocati da San Bernardino da Siena, che giunse due volte a Bergamo, nel 1419 e nel 1422, e che ebbe il merito di suggellare una tregua tra le fazioni di guelfi e ghibellini in un momento particolarmente caldo.
Troverete i particolari della pavimentazione di via Solata che raccontano storie particolari ma molto diverse tra loro: sono le incisioni dei giochi di strada dei bambini sulla scala che collega piazza Mercato delle Scarpe e Piazza Angelini, e i frammenti di lapidi provenienti dal cimitero di Valtesse, utilizzate per gli stessi gradini.
Scoprirete che sotto i portici del palazzo della Ragione c’è un basamento cinquecentesco addossato al muro che serviva per far sedere i giudici durante particolari sentenze. E sul pavimento troverete anche la celebre meridiana settecentesca, quella che tutti hanno calpestato cercando di capirne il funzionamento.
Scoprirete la data di realizzazione del Lavatoio di Piazza Luigi Angelini, com’è fatto, come funzionava e perché fu realizzato. E vi verrà voglia di cercare tutte le 17 fontane di Bergamo Alta, quelle che servivano i diversi quartieri della città.
E gli esempi potrebbero essere davvero molti, molti di più. Perché il loro lavoro di ricerca è stato così accurato e vasto che non è stato possibile inserire tutte le pietre parlanti nelle 160 pagine del libro. Così, presto, diventeranno un database on line che potrà essere consultato davanti ad ogni pietra con un semplice smartphone.
Oltre a fornire una precisa schedatura dei reperti, che vengono così identificati e sottratti all’oblio, le due studiose hanno il grande merito di segnalare anche alcuni casi di preziosi gioielli cittadini che meriterebbero di essere conservati e valorizzati meglio.
È il caso delle polveriere veneziane cinquecentesche di Colle Aperto che sembrano quasi in stato di abbandono; dell’architrave in forma di trittico raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi, risalente al primo Quattrocento, appoggiata all’ingresso di un parco, a terra, accanto alla spazzatura e a una moto parcheggiata; delle lapidi sistemate in modo approssimativo nel chiostro di San Francesco, senza cartigli o informazioni…
Ma concentriamoci sulle cose belle, ora. Concediamoci il tempo di scoprire con questi due libri le bellezze di Bergamo per la prima volta. O come se lo fosse.
Note:
Ho acquistato entrambi i libri nel 2017. Di entrambi ne ho acquistato più di una copia perché li ho regalati a parenti e amici. Le foto sono mie e sono state realizzate nel mese di dicembre. Nessuna immagine è stata scattata a scopo di lucro.
La mostra Bergamo a ben vedere è la fase due di un progetto editoriale, in cui gli autori hanno voluto “aprire il libro alla città”. Mi è piaciuta davvero molto e tra i 200 acquerelli ne ho individuati almeno una decina che vorrei sulle mie pareti di casa. Quelli che raffigurano i miei luoghi del cuore. Sono sicura che chi avrà l’occasione di visitare la mostra troverà i suoi preferiti. Perché Bergamo piace a tutti in maniera diversa. E’ questo il suo bello.
Ho da leggere e nel contempo visitare la città’ di Bergamo.
Grazie Raffi.
Delio
Mi chiedevo se ci fossero dei libri su Bergamo perché da quando leggo il tuo blog mi sto appassionando a questa città. 🙂