Confesso che non sapevo molto di questa festa e delle sue tradizioni. Ho sempre pensato che la Festa di Pietro e Paolo fosse semplicemente la festa di Ponte San Pietro o di Roma e che il massimo dei festeggiamenti fossero i fuochi d’artificio. E invece no. Grazie ai social ho scoperto che ci sono diverse leggende e iniziative legate a questa giornata, prima tra tutti la Barca di San Pietro di Trescore Balneario.
La leggenda della Barca di San Pietro di Trescore
Narra infatti la leggenda che una contadina di Trescore, dovendo andare a vendere le uova delle sue galline al mercato si era recata a lavarle nel torrente Tadone (che attraversa la cittadina). Inavvertitamente urtò il cestino delle uova che, cadendo in acqua, si ruppero. Per cercare di afferrare le uova, anche la donna cadde in acqua e cominciò ad annaspare disperata. Era la vigilia della festa del santo patrono e San Pietro osservava dal cielo la donna che cercava di appigliarsi alla roccia.
Fu così che decise di compiere il miracolo e salvò la poveretta addensando l’albume e trasformandolo in una barchetta che sollevò dall’acqua la donna, salvandola. La contadina, riavutasi dall’incredibile spavento corse alla «Cèsa granda» (la chiesa maggiore) a ringraziare San Pietro per averle salvato la vita e la notizia dell’intervento miracoloso si diffuse per tutto il paese.
Da allora gli abitanti di Trescore ricordano San Pietro, patrono del paese, mettendo nella notte fra il 28 e il 29 giugno, sul davanzale della finestra, un contenitore in vetro trasparente con dentro l’albume di un uovo, sperando che si riformi la “Barca di San Pietro” che salvò la donna nel tempo dei tempi.
Vi è piaciuta questa leggenda?
L’origine di questa leggenda: un po’ di storia
Il culto di San Pietro risale al Medioevo quando i monaci Benedettini lo diffusero in territorio lombardo.
Nell’Ottocento era popolare la leggenda secondo cui «nel giorno di San Pietro debba seguire temporale, perché il diavolo promette alla di lui madre di uscire dall’Inferno per quell’anniversario», per questo motivo molti pescatori durante questa notte non escono in barca per timore di burrasche e temporali.
In altri luoghi invece si pensa che questa notte sia proficua per la pesca, in altri ancora si narra ai ragazzi che le acque del lago siano infide perché la madre di San Pietro pretenderebbe un sacrificio umano, sempre la madre del santo è protagonista di altre leggende che la vedono invece benevola nei confronti dei raccolti perché nei periodi di siccità provvederebbe il 29 giugno a far cadere la pioggia per salvarli.
Ecco le istruzioni per ottenere la barca di San Pietro.
Si riempie di acqua un contenitore in vetro trasparente, chiaro e ampio. Al suo interno si fa colare una chiara d’uovo e si mette a riposare tutta la notte all’aperto o sul davanzale al chiaro di luna, lasciando che la soluzione di acqua e uovo prenda anche la prima rugiada del mattino. Nella notte l’apostolo Pietro soffierà nel contenitore facendo apparire la sua “barca”.
Guardate quante belle immagini si trovano su Instagram digitando semplicemente l’hashtag #barcadisanpietro.
Una tradizione del mondo contadino. Volete saperne di più?
Fino al secolo scorso il mondo contadino lombardo veneto si affidava alla tradizione del rito della “barca di San Pietro” per fare pronostici sull’abbondanza dei raccolti ormai prossimi alla mietitura e al proseguo della stagione estiva con piogge abbondanti o periodi di siccità.
Il metodo consisteva, la vigilia della festività, nel prendere un fiasco di vetro trasparente o una caraffa abbastanza capace, riempirla d’acqua per metà e inserire delicatamente al suo interno un albume di uovo fresco di giornata, quello del contadino appunto.
Il recipiente andava quindi riposto in un luogo buio e fresco, meglio ancora nell’orto o sotto un pergolato esposto a est per raccogliere al meglio la rugiada notturna e i primi raggi del sole .
La mattina successiva si andava nell?orto per verificare la percentuale di completezza della barca di San Pietro. Se questa presentava lo scafo, gli alberi maestri e le vele, si poteva sperare in raccolti messi e in una stagione mite. Se, invece, fosse stata incompleta o senza il ben che minimo accenno della sagoma, la stagione sarebbe andata male: scarsi raccolti e temperature molto calde.
Cosa dice la scienza
Ovviamente la scienza non dice nulla sulla leggenda e sulla sua capacità di predire il futuro delle messi, ma certamente può spiegare il fenomeno. Ecco quello che ho scoperto.
Il freddo-umido della notte fa variare leggermente la densità dell’albume che, da simile all’acqua, tende leggermente aumentare, cadendo quindi lentamente sul fondo del contenitore di vetro. Allo stesso modo il fondo, a contatto col calore del suolo su cui poggia (calore immagazzinato durante le ore diurne del giorno prima), dovrebbe far risalire le molecole d’acqua verso l’alto, attraverso dei piccoli moti convettivi, e creando l’effetto delle vele di albume. A ciò, si dovrebbe aggiungere anche l’effetto delle prime ore del mattino: qui, l’albume si riscalda nuovamente, diminuendo così sensibilmente la sua densità e risalendo verso l’alto, “issa le vele”.
Note
Le immagini le ho catturate su Instagram nella gallery della #barcadisanpietro. L’immagine di copertina è di Alice31388.
La leggenda me l’aveva accennata qualche tempo fa una mia cara amica e oggi ho recuperato un po’ di informazioni in Rete. Mi sono talmente intrippata che non ho saputo resistere e ho fatto anche io il mio paciugo a base di acqua e chiaro d’uovo.
Mentre navigavo on line ho scoperto che questa leggenda accomuna molte cittadine del nord Italia. E vien da sè che la contadina di Trescore non deve essere stata l’unica a finire nell’acqua con le sue uova. 😉
Non sapevo di questa tradizione! Mi piace molto l’idea dell’albume che trasformato in barca abbia salvato una donna dalla morte. Queste piccole credenze a mio parere sono preziose, non dovremmo mai dimenticarle!
In questi giorni avevo visto diverse foto di barche di San Pietro ed ora conosco anche la leggenda.
La tradizione della barca di San Pietro si è diffusa ai tempi della Serenissima, in tutti i territori governati da Venezia. Quando ero piccola la facevo sempre con la mia nonna. Che bei ricordi.
Qualche anno fa lo avevo fatto anch’io per curiosità ma non conoscevo la leggenda.
Ma che bella questa leggenda! Voglio farla anche io la barca di San Pietro….. chissà cosa ne uscirà? Ma ormai dovrò aspettare l’anno prossimo per scoprirlo!
che ricordi… me l’ero dimenticata. Anche mia mamma mi faceva fare questo esperimento, ma non conoscevo la storia. A me usciva spesso la barchetta, piccolina, ma la sagoma era quella… bene, ora so che era un segnale positivo, magari non di raccolti in senso stretto, ma di raccolti di vita! grazie grazie cara raffy
Wow ma che bella festa e tradizione! Non sapevo nulla
Sono lombarda al 100%, ma non sapevo di questa leggenda e non l’ho mai fatta, in famiglia. Però ora che la conosco mi piacerebbe provare!
Rimando all’anno prossimo!
Una tradizione che ,da piccolina ,con i nonni in campagna facevamo ogni anno ..!! Bellissimo il mio ricordo del fiasco messo a dimora nell’orto sotto le piante di ciliegio..e lo stupore di confrontare la mattina con gli altri bambini quale veliero avesse innalzato le vele più alte !!!
Una bellissima tradizione mista a leggenda e magia che oggi ,come molte altre viene spesso dimenticata 😊