Il ristorante Hosteria del Vapore di Carobbio degli Angeli (località Cicola) è lì dal 1860 e nella sua storia ha visto succedersi ben cinque generazioni della Famiglia Berzi. Oggi ci si va per mangiare la cucina tipica bergamasca o per lasciarsi tentare da qualche bottiglia preziosa della raffinatissima cantina. Ma non solo. L’Hosteria del Vapore è quello che qualcuno definirebbe “un ritrovo per buongustai che riconoscono le eccellenze“. Infatti è nota per l’ottima selezione di formaggi, anche stranieri, di distillati (cercate delle chicche? sono preparatissimi) e sigari, che si possono fumare comodamente nella Cigar Room. Non è da meno la carne alla griglia, soprattutto per quanto riguarda il Black Angus. Insomma, c’è davvero tutto.
Il locale organizza spesso serate a tema dedicate alle massime eccellenze del settore eno-gastronomico che propone e presenta in abbinamento a menù preparati per l’occasione. Obiettivo? Condividere la cultura del cibo, attraverso il piacere del gusto e della convivialità.
Io ci sono stata all’interno di un blog tour in compagnia degli amici delle Terre del Vescovado che in questi ultimi mesi mi hanno fatto scoprire un territorio magnifico e realtà enogastronomiche davvero interessanti. Ne sono uscita soddisfattissima e piena di spunti.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Un’insegna che racconta la storia di Cicola e dell’Hosteria
L’Hosteria del Vapore si trova in località Cicola, che in tempi antichi stava ad indicare un piccolo colle. Sorta nel periodo preistorico come stanno a dimostrare alcuni reperti ritrovati risalenti al Neolitico, si sviluppò in seguito in epoca romana, intorno alla via paloscana ed ebbe un’importanza spiccatamente militare. Il suo sviluppo continuò intorno al presidio messo a difesa di questa strada che, successivamente, diede vita al castello che fu dei Conti Suardo, dei Rota e dei Bressani, per tornare nuovamente ai Suardo. In epoca romana sorse un’osteria con locanda per il cambio dei cavalli e rimase tale anche nei secoli successivi.
Nel 1900 la piccola osteria divenne anche biglietteria e sosta intermedia del primo tram a vapore che collegava Bergamo con Sarnico. L’attuale Hosteria è denominata “del Vapore” proprio in omaggio all’antico mezzo di trasporto.
All’esterno è tuttora apposta l’antica insegna del tram 1902-1907 e all’interno potete distinguere il foro della biglietteria. Ma questo edificio non fu solo la sosta del tram. E’ stata anche la sede di una ghiacciaia di notevoli dimensioni. Tra i manufatti che caratterizzano questo luogo, le due cantine dove si conservano i vini e i salumi pregiati.
Entrando sarete accolti dal calore dei muri spessi carichi di storia e dal sorriso di chi serve in sala. Guardatevi intorno: quello che sembra un normale ristorante, in realtà è un racconto sul cibo della tradizione molto intrigante. Un percorso tutto da scoprire.
L’importanza della narrazione del cibo (anche secondo me)
Mangiare e bere sono l’espressione di un bisogno naturale coltivato dagli esseri umani al punto da trasformarlo in un’esperienza culturale ricca e complessa, carica di significati, ma anche in uno dei maggiori godimenti della vita. Non sono solo io a dirlo, ma importanti filosofi del cibo e antropologi.
Chi pensa che il gusto sia qualcosa di molto personale e che il legame con il nostro piatto preferito sia solo una faccenda consumata all’interno della cucina familiare o una questione di palato personale, sbaglia. Quello del gusto è, per dirla con le parole del sociologo Lucio Meglio, un vero e proprio “fatto sociale”, estremamente ricco e simile a una forma di rappresentazione collettiva. Per questo non ci accontentiamo più di mangiare bene, ma vogliamo “l’esperienza”.
Il gusto, ciò che proviamo nell’atto del mangiare, ha ancora una fortissima valenza sociale: come afferma l’antropologo Ivan Bargna, è un fattore che pesa nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui ci procuriamo il cibo. Quella sociale è una dimensione che non perde di significato neanche una volta ingerito il cibo: l’alimento, infatti, non sparisce, ma si e ci trasforma a livello energetico ma anche psicologico. Il cibo crea il contesto e il contesto valorizza il cibo.
Scegliere il piatto migliore del menù
Quando entro per la prima volta in un ristorante e ho la possibilità di parlare con lo chef chiedo sempre cosa mi consiglia e quali sono i suoi gusti. E se ordino quello che piace allo chef non sbaglio: sto assaggiando il piatto migliore, quello fatto con amore e dedizione. Questo non significa che il resto non sia fatto bene, ma se noi siamo quello che mangiamo, sicuramente il piatto preferito dallo chef sarà l’essenza della sua cucina.
Fantasia? Forse, ma mi piace pensare che sia così. Perché quando ho fatto due chiacchiere con Giampaolo ho scoperto che ama il formaggio e la carne. E che se dovesse dire il motivo per cui è conosciuto nella zona è proprio per la qualità della carne e dei formaggi che propone. E dei vini, ovviamente (ma di questo parlerò dopo).
La cucina coi prodotti della tradizione
All’Hosteria del Vapore è possibile gustare la cucina tipica bergamasca e piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna. Diffidate di chi vi dice che la cucina bergamasca è una cucina povera: qui dovrete ricredervi.Tradizione e stagionalità garantiscono una carta in continuo aggiornamento, alla ricerca di sapori sinceri e prodotti genuini.
Durante la mia visita infatti ho potuto fare due chiacchiere con Giampaolo, chef, proprietario e anima dell’Hosteria del Vapore. Ho scoperto che è un grande appassionato e conoscitore di carne e selvaggina. E che propone per questo piatti a base di carne pregiata, con ricette della tradizione o rivisitate. Ma non solo. E’ anche maestro assaggiatore di formaggi e visto il mio amore per l'”oro bianco della cucina bergamasca” il mio interesse è cresciuto ancora di più.
Il menù spazia dai più tradizionali casoncelli, alla carne di selvaggina, al baccalà alla bergamasca (la ricetta di famiglia è stata tramandata di generazione in generazione), all’imperdibile selezione di salumi e ai formaggi provenienti dai migliori presidi o DOP del Territorio.
Il risotto allo Strachitund e Moscato di Scanzo
Scegliere il piatto migliore del menù è un’arte. Ci sono molti modi per raggiungere l’obiettivo. Il primo è quello di chiedere al proprietario, il secondo è quello di farsi consigliare dagli amici, il terzo è guardare le stelline di tripadvisor. E l’ultimo è quello di fare come me: farsi ispirare da una parola o da un profumo. E se qualcosa vi colpisce, fermatevi. Ed è quello che ho fatto io scegliendo il Risotto allo Strachitunt e Moscato di Scanzo. Infatti amo sia lo Strachitunt che il Moscato di Scanzo e assaggiarli entrambi nel risotto ero sicura che sarebbe stata un’esperienza da vivere e da raccontare. E ho avuto ragione.
Non era la prima volta che assaggiavo questo abbinamento così particolare: nel mio tour nelle Terre del Moscato di Scanzo, sono stati diversi i produttori che me lo avevano consigliato. E così quando è arrivato in tavola il mio piatto di risotto che profumava di strachitunt, con una conchetta al centro piena di vino Moscato di Scanzo, l’ho mescolato e mi sono lasciata inebriare dai profumi. Poi ho assaggiato il tutto e…. magia! Pura magia!
Enoteca per amanti del buon vino che bevono responsabilmente
All’interno del locale è possibile degustare alcuni tra i migliori vini, distillate e birre disponibili, l’Enoteca di Hosteria del Vapore propone ogni mese un vino differente per far vivere al propri ospiti nuovi sapori e nuovi profumi.
Proprietario, moglie e figlio sono tutti sommelier. La Cantina è provvista di circa 300 etichette, selezionate dal giovane ma molto competente Stefano Berzi. Fine intenditore di vini e sommelier, non smette di studiare e di aumentare le proprie conoscenze sul mondo del vino. All’Hosteria del Vapore ogni mese qualcosa di nuovo da assaggiare, qualcosa di nuovo da raccontare.
L’iniziativa Portami via
Ma c’è una cosa che mi ha colpito ed è la possibilità di bere responsabilmente senza rinunciare ad assaggiare un vino particolare. Quante volte mi è capitato infatti di rinunciare a prendere una bottiglia di un vino che mi incuriosiva solo perché non era possibile acquistarne un calice e non potevo finirmi la bottiglia da sola e mettermi alla guida. Be’, l’Hosteria del Vapore aderisce alla campagna a favore del buon vino “Portami via”.
“Portami Via” è l’iniziativa lanciata da l’Ais (Associazione Italiana Sommelier) per sostenere il buon bere e la guida responsabile. E’ per questo che se non riuscirete a finire la vostra preziosa bottiglia di vino avrete la possibilità di usare una elegante wine bag per riporre la bottiglia non terminata da portare via. Non è fantastico?
La Cigar Room
Per gli amanti del fumo lento all’interno della Cigar Room dell’Hosteria del Vapore è possibile assaporare il profumo intenso di sigari, accompagnati da un buon bicchiere di vino, di distillati o di un cocktail.
Io non fumo e non posso capire cosa significhi, ma il racconto di quanto i fumatori di sigari possano essere talebani mi ha fatto sorridere. Infatti nella cigar room non si possono fumare sigarette, in quanto il fumo delle bionde rovina il piacere della degustazione di un sigaro prezioso.
Tra gli aneddoti che ho raccolto durante la mia visita all’Hosteria del Vapore, anche quello di una coppia di turisti americani che di ritorno dal lago di Garda hanno scoperto leggendo una guida per fumatori di sigari della presenza di questa Cigar Room (consigliata con 3 stellette) e hanno deviato la loro strada per andarsi a godere un buon sigaro come si deve proprio a Carobbio degli Angeli.
Note
Le foto in parte sono mie e in parte sono tratte dalle pagine dell’Hosteria del Vapore.
Questo articolo è stato scritto in seguito al blog tour organizzato dall’Associazione Terre del Vescovado nell’ambito nel bando di Regione Lombardia per la promozione del Territorio, Viaggio #inLombardia.
Sembra un posto molto interessante. Forse, per i miei gusti, un po’ troppo classico e impostato nei piatti, però magari da un posto del genere la tradizione e ciò che si ricerca. Me lo segno comunque.
Che dire, davvero un posticino molto interessante. I piatti sembrano ottimi, mi piacerebbe provare una delle serate a tema!
Che posto fantastico prima da visitare e poi da mangiare, passerei ore solo a guardare i menu, la scelta è davvero varia. Carino una sala appartata per chi fuma
Ho avuto la fortuna di andarci direttamente e devo dire che dono rimasta ammaliata
Un posto nel quale mi sentirei sicuramente a mio agio. E non sono una che ama andare sempre per locali, se dico questo è perché ne sono affascinata.
Credo che questo posto potrebbe fare al caso mio… e poi io adoro lo strachintund. Un formaggio che non riuscirei mai a smettere di mangiare.
Leggo sempre con interesse la recensione di locali tipici perché quando viaggiamo cerchiamo sempre di concederci qualche pranzo o cena nei ristoranti del posto e assaggiare i loro piatti tradizionali. Quest’hosteria oltretutto conserva il fascino di un luogo storico che già merita una visita solo per questo.
Anche se ho pranzato da poco, non riesco a smettere di pensare al risotto allo Strachitunt con la conchetta piena di Moscato di Sanzo! Complimenti per la succolenta descrizione e grazie per aver condiviso l’esperienza in questa osteria!