Brignano Gera d’Adda: alla scoperta del Castello dell’Innominato dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

A Brignano Gera d’Adda, nella pianura Bergamasca, si trova un magnifico e sontuoso Palazzo, splendido esempio del barocco lombardo e da molti considerato il vero castello dell’Innominato a cui il Manzoni si ispirò nei Promessi Sposi. In realtà quello che venne raccontato romanzo manzoniano era  il Castello di Lorentino, sopra Vercurago (in provincia di Lecco), ma pare che il Manzoni si ispirò proprio a Francesco Bernardino Visconti, proprietario del castello di Brignano, per descrivere l’Innominato.

Il comune di Brignano Gera d’Adda, in provincia di Bergamo, intreccia infatti la sua lunga storia con quella della nobile famiglia dei Visconti che governò sul territorio per lungo tempo.

I Visconti di Brignano, ramo famigliare di discendenza dell’antica casata milanese, nell’intento di rendere manifesto il proprio potere, affidarono la dimostrazione della propria grandezza al loro edificio residenziale. In origine castello, poi sontuosa residenza nobiliare in stile barocco, le sale affrescate di Palazzo Visconti sono da togliere il fiato!

Brignano Gera d’Adda (BG): un po’ di storia

Di origine romana (il toponimo prende nome dall’antico colono Brennius), Brignano è già documentato dall’anno 847 come curtis regia (=proprietà del sovrano).  In un documento del 1019 risultava già dotata di un castello e di un oratorio intitolato a Sant’Andrea, di proprietà dei Ghisalbertini conti di Bergamo. Lo stesso documento cita vari villaggi, che sorgevano allora nei suoi dintorni (Amizano, Aviano, Bercia, Colonasca, Celle) e che si spopolarono proprio in seguito all’incastellamento di Brignano.

Nei secoli XI e XII i monaci di San Paolo d’Argon (di cui vi ho già raccontato in questo articolo) avevano proprietà fino a Brignano.

Nel secolo XIII il borgo divenne feudo dei Visconti, che lo tennero fino al 1892. Ai Visconti si devono, infatti, la cinta muraria e il fossato che circondano l’abitato e che inglobano anche il castello medievale, sostituito nel XVII secolo dal cosiddetto Palazzo Vecchio, a sua volta affiancato nel secolo seguente dall’attuale grandioso edificio barocco.

Nel 1570 nacque nel castello di Brignano Bernardino Visconti, il famigerato Innominato dei Promessi Sposi.

L’Innominato e  i rapporti di parentela con Manzoni

Alcune fonti fanno risalire la figura dell’Innominato infatti a Francesco Bernardino Visconti, personaggio storico del quale Manzoni è discendente da parte di madre, Giulia Beccaria. Quest’ultima infatti discendeva dalla famiglia Visconti, che aveva la propria dimora estiva presso Palazzo Pignano.

Visconti era il feudatario di Brignano Gera d’Adda, come Manzoni stesso afferma in una lettera a Cesare Cantù.  Soccorre la testimonianza della marchesa Margherita Provana Di Collegno, la quale frequentò il Manzoni sul Lago Maggiore, e poi nella propria tenuta di Cassolo: nel diario, in data 18 ottobre, annota: “sentii da Manzoni che l’Innominato è un Visconti, ed è personaggio verissimo”.

La vicenda dell’Innominato nei Promessi Sposi

L’Innominato è una delle figure psicologicamente più complesse e interessanti del romanzo scritto da Alessandro Manzoni, I promessi sposi.  Figura malvagia la cui cattiveria più che ripugnanza forse incute rispetto, è il potente a cui don Rodrigo si rivolge per attuare il piano di rapire Lucia Mondella.

In preda a una profonda crisi spirituale, che lo porta a non riconoscersi più nelle sue malefatte, l’Innominato coglie nell’incontro con Lucia un segno, una luce che lo porta alla conversione; solo in un animo simile, senza vie di mezzo, una crisi interiore può portare a una trasformazione completa.

Durante la notte in cui Lucia è prigioniera nel castello, la disperazione dell’Innominato giunge a un punto critico, tanto da fargli desiderare il suicidio; ma ecco che la Divina Provvidenza e le parole di Lucia lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e del perdono.

La sua conversione giunge dopo la notte angosciosa, infatti quel giorno arriva nel suo paese il cardinale Federigo Borromeo, personaggio storico.

La scelta di Manzoni del personaggio per attuare la conversione non è certamente casuale: infatti solo un uomo di una grandissima bontà come il cardinale può redimere l’Innominato. Il Visconti razziava le campagne cremasche della Repubblica di Venezia, per poi rifugiarsi nelle terre del Milanese.


Palazzo Visconti

Fra tutti gli edifici presenti nel comune, spicca per eleganza e magnificenza Palazzo Visconti (o Castello dell’Innominato o Castello di Brignano). Fu proprio la famiglia Visconti, di cui oggi il Palazzo porta il nome, a renderlo, tra leggende e vicende storiche ciò che è adesso.

Il prestigio sociale di una famiglia nobiliare, passava infatti attraverso l’abitazione: per questo ville e palazzi venivano magnificamente decorati. Queste dimore elette a ruolo di rappresentanza simboleggiavano così la ricchezza della dinastia e soprattutto il suo desiderio di auto-celebrazione.  Palazzo Visconti prese forma basandosi su questi presupposti divenendo un eccellente esempio di architettura barocca lombarda.

Il complesso del palazzo è costituito da tre parti che, pur essendo state costruite in tempi e con scopi diversi nei vari secoli, sono fisicamente correlate: il nucleo difensivo, il “Palazzo Vecchio” e il “Palazzo Nuovo”. Originariamente infatti il palazzo aveva una funziona difensiva e questo è il motivo per cui spesso viene definito castello.

Il Palazzo Vecchio dal 2004 è sede del Municipio di Brignano Gera d’Adda e conserva tratti dell’origine cinque-seicentesca che lo caratterizza, anche se le sue sale affrescate lo rendono un chiaro esempio di barocco lombardo. Il “Palazzo Nuovo” invece è attualmente una proprietà privata e pertanto non è aperta al pubblico se non in particolarissime occasioni.

Struttura esterna

L’ ingresso al Palazzo Nuovo è caratterizzato da una monumentale esedra, le cui mura perimetrali sono decorate da 12 nicchie sormontate da affreschi. Questa esedra conduce ad un magnifico cortile decorato con una serie di colonne binate di stile dorico e ionico.

L’edificio ha una forma ad “U” e presenta le due ali, perfettamente simmetriche, raccordate da una terrazza. La villa termina con uno spazioso attico la cui linea architettonica è tipica del primo Settecento.

Subito fuori dalla villa si apre uno spettacolare parco, di grande effetto scenografico.

Il palazzo vecchio è un edificio caratterizzato da due ali nelle quali, al primo piano, si aprono dodici finestre ciascuna. Il cortile è delimitato da grandiosi archi sostenuti da pilastri dalle pietre lavorate a punta di brillante.

Struttura Interna

Nel piano terra l’ala est è rimasta spoglia e priva di decorazioni, al contrario l’ala ovest e variamente arredata in tutte le sei salette che presenta. Queste due strutture laterali del castello hanno in comune un terzo settore a sud che è decorato con affreschi tra i quali ne spicca uno con il prospetto del palazzo stesso.

Il piano superiore, che è collegato a quello inferiore mediante quattro maestosi scaloni barocchi posti agli angoli del palazzo, presenta numerose decorazioni soprattutto nell’appartamento del cardinale, raggiungibile grazie ad un’altra scala nella parte ovest.

A sud c’è una grande galleria di fronte alla quale è collocato un teatrino. Costruito in legno nella seconda metà del settecento e dalla tappezzeria rossa, è una produzione francese, acquistato sul mercato nel secolo dopo dai Visconti. Ospitava non più di 45-50 spettatori ed era perfetto per ascoltare gli strumenti d’epoca.

Nell’ala orientale sono situate la Cappella dei Visconti e la Sala del Consiglio.

Accanto all’ala di ponente si può osservare un maestoso parco che conduce al Palazzo Vecchio dove spiccano due torrioni: al suo interno vi è un cortile delimitato da grandi archi.

Nella parte del Palazzo Vecchio è possibile percorrere lo scalone monumentale interamente ricoperto da affreschi settecenteschi che rappresentano le imprese di Ercole. Al termine della scala si raggiunge la “Sala del Trono”, dove sono affrescati i membri più illustri della famiglia Visconti.

Le mura

Originariamente la fortificazione cingeva l’intero centro abitato di Brignano, mentre il castello vero e proprio venne edificato nel corso del XIV secolo, dopo l’arrivo dei Visconti a Brignano. La famiglia milanese pose nel maniero la propria residenza, ampliando successivamente la propria dimora con l’inglobamento di strutture precedenti.

Attualmente, di riferibile al nucleo originale vi è l’elemento di raccordo tra i due palazzi principali e tracce di ponte levatoio e camminamento riemerse dopo recenti restauri. Dal castello partivano le mura che, descritte in mappe catastali del XV secolo, hanno cinto il borgo di Brignano fino alla fine del Settecento: di esse una parte usata come recinzione del Palazzo Nuovo, il resto sfruttato per l’edificazione di abitazioni private.

Oggi sono visibili alcuni resti delle mura lungo la circonvallazione stradale del paese, a ovest di esso e anche due torri circolari mozze, parte di fossato e torri angolari lungo il camminamento nella zona del giardino del Palazzo Nuovo. Stando però a quanto sostenuto dalla storica dell’arte Brignano Beatrice Bolandrini, il palazzo è erroneamente chiamato castello, in quanto il palazzo non ha alcuna attinenza con un castello e le uniche opere fortificate sono le mura che cingevano il castrum.

Curiosità su Palazzo Visconti: fantasmi, modi di dire e cunicoli

Come tutte le antiche dimore, ad esse sono legate leggende e strane presenze soprannaturali. Infatti si narra che, da tempi immemori, il palazzo sia abitato da un fantasma e che ogni tanto venga avvistato, cosa che pare sia accaduta anche in tempi recenti. La tradizione vuole che lo spettro sia una delle tante vittime della crudeltà di alcuni rampolli dei Visconti. Tra questi spiccava il ben noto messere Barnabò che a quei tempi non andava troppo per il sottile, quando si trattava di disfarsi di seccatori e nemici!

Oltre allo spettro del palazzo si narra che proprio in questo luogo sia nato il modo di dire “saltare il fosso” in quanto il castello di Brignano si trovava sul confine tra la Repubblica Serenissima e il Ducato di Milano: due modelli culturali e politici molto differenti e delimitati da un fossato destinato per le irrigazioni. Il modo di dire viene dal fatto che oltrepassando quel canale significava cambiare radicalmente modo di pensare e di vivere.

Come tutti i fortilizi si narra inoltre da esso parta un cunicolo sotterraneo, mai ritrovato, che collegherebbe il castello con la sponda est dell’Adda, passando sotto il letto del fiume.

Dove si trova Brignano Gera d’Adda

Brignano Gera d’Adda si trova a 5 Km Nord-Est rispetto a Treviglio e da questa città può essere raggiunto seguendo le indicazioni per Cologno al Serio.

Il castello di Brignano sorge a 3 Km da quello di Pagazzano e a 7 Km da quello di Cologno: è consigliabile pertanto cogliere l’occasione per visitare queste tre fortezze in un unico viaggio.

 

Note: foto recuperate in Rete

6 comments

  1. Lunedì sarò a Pagazzano e poi a Brignano così visiterò dal vivo questi splendidi luoghi che così bene hai saputo descrivere.
    Salvatore

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