Torre del Galgario a Bergamo Bassa

Alla scoperta della Torre del Galgario, uno dei resti più famosi delle Muraine a Bergamo Bassa

Bergamo è famosa nel mondo per le sue Mura Veneziane, risalenti al Cinquecento e ancora oggi visibili in tutta la loro grandiosità. Ma dovete sapere che queste mura non furono l’unica cinta muraria presente a Bergamo. Anzi. Ce n’è una più antica, le cosiddette Muraine che risalgono all’epoca medievale e che furono fatte costruire dalla famiglia Visconti che governò su Bergamo nel Quattrocento. Delle Muraine oggi rimangono alcune tracce sia in Città Alta che in Citta Bassa. Ma quella che sicuramente incuriosisce di più non solo per la posizione a Bergamo Bassa, ma anche per il suo soprannome (Ol Biril, il birillo) è la Torre del Galgario. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

La Torre del Galgario

Torre del Galgario all'ex caserma Montelungo

La Torre del Galgario (il nome deriva da calchera o calcarium, forno da calce) che era una delle torri chiave del sistema difensivo medievale delle Muraine. Collocata in una posizione strategica perché punto di intersezione di molteplici direttrici viarie ancora oggi molto utilizzate, la Torre del Galgario si trova in un punto cruciale di Bergamo: al termine di via Frizzoni, in un angolo della caserma Montelungo.  E’ solo una delle pochissime testimonianze delle Muraine, ma sicuramente la più conosciuta e riconosciuta dai bergamaschi che la usano spesso come punto di incontro. “Ci vediamo vicino al Birillo” dicono in molti, oggi affettuosamente, ma un tempo con un po’ di scherno. Infatti, come vi racconterò più sotto, a metà del secolo scorso qualcuno chiese di abbatterla e fu solo per merito di qualche illuminato conservatore amante della storia di Bergamo, se la Torre si salvò.

Perché si chiama Torre del Galgario

Sgombriamo subito la mente dai dubbi: Galgario non è il nome di un personaggio bergamasco che diede il nome alla torre. Utilizzato per decenni come deposito di polvere da sparo, il fabbricato deve il proprio nome, infatti, alla vicinanza con la Roggia Serio Grande e il torrente Morla, entrambi particolarmente ricchi di calcare.

L’elevata presenza di questo materiale nei corsi d’acqua influenzò il toponimo “Galgario” che deriverebbe infatti dal termine “calchera”, usato per definire i forni per la fabbricazione della calce individuabili nella zona.

Com’è fatta la Torre del Galgario

La porticina della Torre del GalgarioLa sua forma cilindrica, si stringe mano a mano che sale verso l’alto, anche le pietre in arenaria che la compongono, diminuiscono di dimensione verso la parte più alta, dove sono presenti piccole aperture.

La copertura in mattoni è del XX secolo, mentre all’origine la copertura era con tetto a tegola.
La torre quattrocentesca si presenta in uno stato di forte degrado, all’esterno risultano poco visibili i tre stemmi viscontei, come la lastra di marmo inserita nel 1950 che raffigurava il disegno delle Muraine, a seguito di una ricerca condotta dall’architetto Angelini, è poco visibile.

Gli interni della Torre del Galgario

La torre del Galgario non è accessibile al pubblico, e questo ha alimentato misteri e leggende su questo luogo. Se siete curiosi potete cercare in Rete alcune descrizioni di quello che alcuni fortunati hanno potuto ammirare (o semplicemente constatare, visto che non c’è molto da dire).

La porta di legno all’ingresso è sbrecciata e presenta una piccola grata, ma dalle feritoie non è possibile scorgere  nulla: il buio è totale. Un sopralluogo all’interno ha consentito di scoprire che quello che molti chiamano il “birillo” è completamente vuoto. Non ci sono iscrizioni o incisioni.

Il soffitto del pavimento superiore reca alcune botole alle estremità. Si tratta di aperture ampie forse progettate per garantire maggiore difesa. Gli studiosi hanno infatti ipotizzato che questa fosse la situazione ideale per chi trovandosi al piano superiore poteva agevolmente contrastare l’assalto dei  nemici gettandogli addosso liquido bollente (non dite olio, per favore, che a quel tempo l’olio valeva moltissimo e non lo si sprecava certo buttandolo addosso ai nemici) o pietre incandescenti.

Per salire al piano superiore occorre arrampicarsi su una scala a pioli di 15 gradini fissati a parete. Qui si notano diverse feritoie coperte da dove forse venivano scagliati i dardi, alcune coperte da fitte grate, altre definitivamente chiuse.

 

Qualche cenno veloce sulle Muraine: cosa sono e dove si trovano

Mappa delle antiche cinta murarie di BergamoLe “Muraine” erano la cinta muraria medievale fatta costruire dai Visconti per difendere i borghi che si erano sviluppati nel corso dei secoli lungo le direttrici che collegavano la città di Bergamo ai paesi vicini. Questa opera completava le fortificazioni edificate sui colli, dove il Castello di San Vigilio faceva da coronamento all’apparato difensivo cittadino. Oggi, a differenza delle Mura Veneziane se ne trovano pochi resti, sparse tra Bergamo Alta e Bergamo Bassa, tra cui appunto la Torre del Galgario.

Se volete saperne di più sulle Muraine, vi consiglio questo video molto carino realizzato da una delle guide turistiche bergamasche: Muraine, alla scoperta della cinta perduta.

Lungo il perimetro delle Muraine si aprivano le sei porte che collegavano Bergamo alle strade esterne: fortificati e dotati di ponti levatoi sul fossato, questi accessi svolgevano anche funzioni di controllo daziario, si aprivano al mattino e si chiudevano la sera. La cintura delle Muraine comprendeva anche 31 torri quadrate e un’altra torre rotonda; furono smantellate completamente nel 1901, quando l’ingresso alla città tornò liberò e non ci fu più bisogno di pagare il dazio, il pedaggio per l’accesso.

Leggete anche: La Cittadella Viscontea di Bergamo Alta: un luogo pieno di sorprese e di storie da raccontare

La Torre del Galgario ha superato indenne il XX secolo

La demolizione della cinta muraria avvenuta nella notte di Capodanno del 1901 non colpì fortunatamente la Torre del Galgario che ha superato le difficoltà del tempo conservando il proprio fascino fra le proprie mura. Ultimo esempio di torre a forma cilindrica rimasta in città (quella del Cavettone venne distrutta all’inizio del Novecento), la fortificazione rischiò di scomparire nuovamente nel corso degli anni Quaranta.

La crescita del traffico cittadino nel Secondo Dopoguerra spinse infatti molti cittadini a richiedere l’abbattimento di quest’ultima, un appello che non venne tenuto in considerazione dalle autorità orobiche che preferirono preservare l’ultimo baluardo delle Muraine.

 

 

Note: le foto sono in parte mie, e in parte recuperate in Rete. 

3 comments

  1. Grazie per avermi ricordato la storia delle muraine. È stato interessante conoscerne tutti i particolari gfsuardi

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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