Siti e parchi archeologici provincia di Bergamo

Famolo strano (con gli antichi) | Alla scoperta di siti e parchi archeologici della provincia di Bergamo

Vi piacciono i siti e i parchi archeologici, anche quelli meno conosciuti e insoliti? La Lombardia è terra di importanti siti archeologici che vanno dalla preistoria fino al Medioevo e anche Bergamo non è da meno. Solitamente non si visita la Bergamasca per fare un viaggio nell’archeologia, ma quello che vi propongo oggi è, appunto, un itinerario insolito  tra le emergenze (nel senso di cose che emergono dal terreno) archeologiche bergamasche antiche. Ecco quindi i siti e parchi archeologici di Bergamo tutti da scoprire, quasi tutti visitabili, capaci di dare importanti suggestioni sulla storia antica della provincia, dalla pianura alle Orobie.

Sito di archeologia preistorica in Val Seriana: Parra degli Oppidum 

Partiamo dalla preistoria e andiamo in Val Seriana. Qui, a Parre, troviamo un sito di archeologia preistorica molto interessante: l’antica Parra, ossia il centro più importante dove vissero gli Orobi, popolazione preistorica delle nostre montagne. Potete visitarlo il sabato e la domenica.

Parra Oppidum degli Orobi

parco archeologico bergamasco Parra Oppidum degli Orobi

Ufficialmente il suo nome per intero è “Parco archeologico e Antiquarium Parra Oppidum degli Orobi”, ma se parlate con uno del posto vi dirà semplicemente di andare a visitare Parra Oppidum. Si trova a Parre, in Val Seriana, ed è uno dei siti più importanti della Lombardia prealpina, perché l’antica Parra (oggi, appunto, Parre) era il principale centro degli Orobi, popolazione che abitava le valli della Bergamasca durante la preistoria.

Il sito sembra essere quello che le fonti antiche chiamano Parra Oromobiorum oppidum (Parre centro fortificato degli Oromobi o Orobi), un importante insediamento frequentato tra la protostoria e l’epoca romana. La posizione naturalmente difesa e strategica per il controllo delle vie di transito e l’accesso alle risorse, soprattutto minerarie è ancora evidente, oltre che nel toponimo Castello, nel paesaggio odierno.

L’abitato di Parre-Castello è venuto alla luce grazie all’attività di tutela della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, che tra il 1983 al 1994 ha effettuato campagne di scavo archeologico.

Il Parco, di recente apertura (è stato infatti inaugurato dal Comune di Parre il 28 settembre del 2013), è stato istituito per tutelare e valorizzare ciò che rimane del sito: l’antica Parra era nata nei pressi di alcune miniere e la popolazione si era specializzata nella lavorazione dei metalli.

Nel sito sono ancora visibili i resti delle abitazioni di epoca romana, ma anche di alcune strutture precedenti (dell’età del ferro), tutte costruite secondo il modello della “casa alpina”, ovvero a pianta quadrata, coi muri perimetrali in pietra e infossati, e sui quali veniva costruito un piano rialzato in legno, coperto poi con un tetto a sua volta di legno, oppure in paglia. Vicino al Parco è possibile visitare anche l’Antiquarium che raccoglie diversi reperti utili a comprendere molti aspetti della vita quotidiana degli orobi. Per tutte le informazioni è possibile visitare il sito dell’Oppidum degli Orobi.

Come raggiungere Parre

Parre è facilmente raggiungibile:
IN AUTO: dall’Autostrada A4, uscita Bergamo, S.P. 35 Valle Seriana, al bivio per Clusone seguire le indicazioni per Parre a sinistra.
IN TRENO-AUTOBUS: Bergamo si trova sulle linee ferroviarie Milano-Bergamo, Brescia-Bergamo. Dalla stazione delle autolinee di Bergamo, situata di fronte alla stazione ferroviaria, partono numerosi autobus diretti in Valle Seriana.
IN AEREO: l’aeroporto più vicino è l’Aeroporto Internazionale Il Caravaggio di Orio al Serio

Orari di apertura di Parra degli Oppidum

Sabato: dalle 15.00 alle 18.00
Domenica: dalle 10.00 alle 12.00
Festività: dalle 15.00 alle 18.00

Sono previste aperture su richiesta.

Polo archeologico del territorio del Laghi Bergamaschi 

Il polo archeologico del territorio dei laghi bergamaschi è un percorso archeologico che va dal villaggio romano di Cavellas a Casazza, alla villa romana di Predore, passando per la necropoli romana e l’Accademia Tadini di Lovere. I quattro poli di interesse archeologico e culturale del Sebino e della Val Cavallina  fanno infatti parte di un unico sistema correlato. Grazie anche alla nascita della rete PAD Percorsi Archeologici Diffusi, il patrimonio archeologico e culturale compreso nel bacino territoriale della Comunità Montana dei laghi bergamaschi viene valorizzato e promosso come una unica realtà archeologica della parte orientale della provincia di Bergamo.

Scopriamo insieme di cosa si tratta e partiamo dal più antico

Parco archeologico romano di Cavellas

L’insediamento romano di Cavellas è stato ritrovato nel 1992 a due metri di profondità nel corso degli scavi per la realizzazione di un edificio. Da subito si evince quanto la posizione di Cavellas fosse strategica già allora, lungo la strada che collegava e collega tutt’ora la pianura bergamasca, l’Alto Sebino e la Valle Camonica.

I resti sono riferibili ad alcuni ambienti di abitazione di epoca romana distrutta a causa dell’esondazione del torrente Drione. Il ritrovamento di sepolture di epoca romana permise di stabilire l’esistenza di un Vicus con un’importante strada di collegamento con la val Camonica. Questo villaggio romano era davvero di notevole estensione (1000 m²) e il nome del vicus, Cavellas, diede il nome all’intera Val Cavallina.

Se volete approfondire leggete:
L’area archeologica Cavellas di Casazza, una minuscola Pompei sigillata dall’acqua, a due passi dal Lago d’Endine

Come raggiungere Cavellas a Casazza

IN AUTO – Da Milano: prendere l’autostrada A51 e seguire la direzione Tangenziale Est, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Seriate, seguire la direzione Bergamo, continuare sulla SS 42 e seguire le indicazioni per Casazza. Arrivati a Casazza, seguire le indicazioni per il supermercato Migros.

IN AEREO –  l’aeroporto più vicino è l’Aeroporto Internazionale Il Caravaggio di Orio al Serio. Poi da Bergamo prendere la SS 671, uscire in direzione Lovere/Albano Sant’Alessandro, continuare sulla SS 42 e seguire le indicazioni per Casazza. Arrivati a Casazza, seguire le indicazioni per il supermercato Migros. 

Orari di apertura Cavellas

  • Sabato: dalle 15.00 alle 18.00
  • Domenica: dalle 10.00 alle 12.30 – dalle 15 alle 18.00

Sito archeologico romano: le Terme della Villa dei Noni di Predore

Terme Romane Predore

Nel 2003 un grosso intervento edile ha permesso di effettuare uno scavo archeologico di circa 1.000 mq, nella parte occidentale, occupata dalle terme e da un’area artigianale destinata alla manutenzione del fabbricato. L’impianto termale oggi visitabile è parte di una vasta villa che sorgeva in corrispondenza del centro storico di Predore, tra il torrente Rino ad ovest e quello che scende dalla valle Muradella a est e prospiciente il lago verso sud.

L’edificio disposto su una superficie di circa 15000 mq si estendeva in direzione nord-sud dai piedi del monte, poco oltre l’attuale strada provinciale, fino alla sponda del lago, che all’epoca era circa 70 m più vicina dell’attuale; i limiti orientali e occidentali erano definiti da due corsi d’acqua, a est dal corso che scende dalla valle Muradella e a ovest dal torrente Rino.

La villa, abitata dal I secolo a.C. al IV d.C., è nota per l’impianto termale, che venne realizzato tra il II e il III secolo. Si ritiene che quest’opera sia da porre in relazione con la presenza a Predore della famiglia del console e senatore Marco Nonio Arrio Muciano, alla quale probabilmente apparteneva l’abitazione, che era dotata di mosaici rinvenuti nel corso delle ricerche e di scavi occasionali.

La realizzazione delle terme nell’area occidentale della villa comportò notevoli interventi architettonici che modificarono la struttura edilizia precedente, di cui poco si conosce. Le evidenze murarie delle prime fasi, di I secolo a.C. e di I secolo d.C., si conservano parzialmente e solo a livello di fondazione, in quanto ancora inglobate oppure ricoperte dalle fasi successive.

L’area delle terme è oggi visitabile. E’ stato realizzato un antiquarium che permette di affacciarsi direttamente sui resti e di seguirne lo sviluppo da destra, subito dopo i pannelli illustrativi.

Numerosi sono i reperti ritrovati: i resti di una strada romana che assieme all’antico porto faceva di Predore un centro attivo, alcune monete risalenti tutte al III secolo d.C., residui di pavimentazione interna che per struttura e disegno precisavano l’epoca di formazione romana che vennero ritrovati scavando nella contrada del lago.

Inoltre ad inizio secolo facendo degli scavi per l’erezione di un locale scolastico si rinvenne la base di vasche balneari che fanno supporre che i romani venissero a villeggiare sulle nostre spiagge. Altra testimonianza della presenza romana è il tempio della dea Diana, dea dei boschi e delle selve, della selvaggina in sasso bianco alto 90 cm e largo 60 donato nel 1743 al comune di Bergamo.

Come raggiungere il sito archeologico di Predore

IN AUTO – Si raggiunge facilmente dalle città Brescia e Bergamo da cui dista circa 30 chilometri. Arrivando in auto attraverso autostrada A4 uscire al casello Palazzolo, da dove seguirete poi le indicazioni per il Lago di Iseo. Arrivati a Paratico seguire indicazioni per Sarnico e poi Predore.

La distanza dal Casello di Palazzolo Sull’Oglio a Predore è circa 10 Chilometri. Arrivati a Predore seguire le indicazioni per la Villa romana dei Noni.

Orari di apertura

Sabato: 10:00-12:00
Domenica: 10:00-12:00 e 17:30-19:30

Sito archeologico sul Lago d’Iseo: la necropoli romana a Lovere

Lovere_necropoli romana

In epoca preistorica Lovere apparteneva alla civiltà dei Camuni. Nel 16 a.C. essi vennero sottomessi in seguito alla decisione di Augusto di consolidare il confine settentrionale dell’impero. La romanizzazione procedette a partire da Civitas Camunnorum (Cividate Camuno), città fondata dai Romani attorno al 23 d.C. e dal I secolo i Camuni risultano già stabilmente inseriti nelle strutture politico-sociali romane.

A Lovere si sviluppò un nucleo abitativo, probabilmente un piccolo villaggio, che i dati in nostro possesso suggeriscono abbia avuto continuità di vita almeno fino al IV sec. d.C., acquisendo, nel corso del tempo, i costumi della cultura romana.

I primi ritrovamenti sepolcrali risalgono al 1818-1819 e si sono conclusi con uno scavo sistematico dell’area effettuato tra gennaio e maggio 2015. La necropoli era situata lungo l’antico tracciato viario che in uscita dal centro abitato conduceva verso la Valcamonica. La suddivisione e la gestione degli spazi interni era affidata a recinti funerari in muratura distribuiti lungo il fronte stradale; ne sono stati individuati in tutto sei con dimensioni variabili dai 41 mq ai 145 mq. Sono state portate alla luce complessivamente 140 tombe, di cui 91 inumazioni e 48 incinerazioni.

Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti numerosi materiali, il cui studio consente di riflettere sui traffici commerciali e sugli influssi culturali presenti nella Lovere storica, tenendo presente che il mondo funebre restituisce a volte un’immagine distorta della realtà, perché influenzato dall’ideologia funeraria. La maggior parte dei materiali rientra nel panorama della tradizione culturale romana.

La raccolta di reperti archeologici locali conservati all’Accademia Tadini a Lovere

Gabinetto-archeologico Accademia Tadini Lovere

Il Gabinetto delle antichità (o Gabinetto archeologico) che si trova all’Accademia Tadini di Lovere, ora valorizzato dal recente restauro, conserva l’allestimento voluto dal conte Luigi Tadini. Essendo uno tra i più antichi in Lombardia, accanto a quello istituito da Pier Vittorio Aldini presso l’Università di Pavia, costituisce una preziosa testimonianza della storia dell’archeologia in Italia.

La collezione esposta, di ampio respiro per la provenienza dei reperti, si è prevalentemente formata attraverso acquisti fatti dal conte Tadini durante il suo viaggio in Italia fra il 1793 e il 1797, allorché fece sosta a Roma e soggiornò in più occasioni a Napoli. La presenza di alcuni reperti per i quali si possono proporre confronti con l’area settentrionale o con la provincia di Bergamo suggerisce che Luigi Tadini abbia accolto anche materiali di provenienza locale.

Istituzione culturale di riferimento per l’area sebino-camuna, l’Accademia Tadini ha accolto i materiali provenienti da occasionali ritrovamenti per tutto il corso dell’Ottocento. In Accademia sono stati depositati i materiali provenienti dagli scavi sistematici condotti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, nell’area della Necropoli di Lovere nel 1955 e nel 1973, che successivamente la Soprintendenza ha provveduto a ritirare per procedere al restauro con fondi ministeriali, in vista di una futura esposizione degli stessi con criteri museografici idonei alla comunicazione dell’importanza del sito di Lovere.

Come raggiungere Lovere

IN AUTO da Milano Dall’autostrada A51, seguire la direzione Tangenziale Est, proseguire sull’autostrada A4 fino all’uscita di Seriate, continuare sulla SS 42 e seguire le indicazioni per Albano e poi per Lovere. Da Bergamo: dalla SS 671 continuare sulla SS 42, superare il comune di Albano e proseguire per Lovere.

Sito di archeologia longobarda nell’Isola Bergamasca

Nell’Isola Bergamasca sono diversi i siti e necropoli antiche ritrovate negli anni. Ma alcune sono particolarmente interessanti. Ne cito una su tutte, che si trova a Villa d’Adda all’interno di una chiesa sconsacrata privata: l’ex chiesa di Sant’Andrea in Catello nelle cui fondamenta è stata ritrovata una necropoli longobarda. L’ho visitata alcuni anni fa, prima del Covid, in compagnia del suo proprietario, oggi scomparso, Giampiero Biffi.

Non so se sia ancora possibile visitare l’ex chiesa, ma più sotto troverete un articolo con il racconto di quella visita davvero speciale.

Necropoli longobarda nelle fondamenta dell’ex chiesa di Sant’Andrea in Catello

Sant'Andrea in Catello catacombe

A Villa d’Adda, in località Catello, è situata l’antica chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Gli scavi per il restauro di questa chiesa ormai sconsacrata ha portato alla luce un’articolata sequenza archeologica di necropoli: infatti, complessivamente sono state rinvenute 46 sepolture, distribuite in arco cronologico compreso tra l’VIII secolo e il XVII secolo.

Alla fase altomedievale risalgono 25 tombe databili tra l’VIII e il IX secolo, tutte inumazioni orientate est-ovest, con la testa a ovest; quindici tombe sono costruite con lastre litiche infisse a coltello con fondo in terra battuta, mentre due presentano spallette realizzate con pietre legate con malta; sei sono in opera a secco e, infine, due in muratura con fondo in lastre di pietra.

In particolare, la tomba 11 riutilizza una struttura precedente a cassa con alveo cefalico, costruita a secco con pietre sbozzate di grosse dimensioni, mentre il fondo è in nuda terra. All’interno è stata poi collocata una cassa lignea, di cui sono rimasti i chiodi ossidati, che conserva il corpo di un adulto che indossa un anello con emblema e i cui vestiti si sono decomposti tranne 2 anelli della cintura.

E’ possibile che la necropoli altomedievale si estendesse oltre i limiti dell’attuale edificio o, forse, che il luogo di culto originario fosse collocato in un’altra posizione. Le tombe altomedievale sono coperte da uno strato sabbio-limoso spesso 70 cm e, in particolare, alcune di queste sono tagliate dalla fondazione della parete sud e della facciata ovest della chiesa risalente all’età romanica.

Quando la chiesa viene costruita in età bassomedievale/romanica, vengono collocate altre quattro sepolture a cassa costruite con pietre e laterizi legati con malta e chiuse con lastre di pietra: insieme agli scheletri non sono stati rinvenuti oggetti di corredo.

Per approfondire, leggete: 
Alla scoperta dell’antica chiesa di S.Andrea in Catello a Villa d’Adda

Come raggiungere Villa d’Adda

In Auto
Autostrada A4 Milano-Venezia uscita Capriate San Gervasio (14 km)

In Bus
Da Bergamo (19 km) linea A Bergamo-Sotto il Monte-Brivio
Da Calusco d’Adda (4 km) linea A20 Villa d’Adda-Carvico-Calusco d’Adda

In Treno
Linea Bergamo-Milano via Carnate stazione Calusco d’Adda (4 km)
Linea Bergamo-Lecco stazione Cisano-Caprino Bergamasco (5 km)

In Aereo
Aeroporto internazionale di Orio al Serio (23 km)

 

Archeologia in Città Alta a Bergamo

Molti non lo sanno e non lo immaginano, ma Bergamo un tempo fu una città romana, Bergamum, edificata su preesistenze celtiche. Un capitolo della storia celato per secoli sotto le case e le strade di Città Alta, scoperto negli ultimi anni grazie agli scavi archeologici promossi da Comune e Soprintendenza.

Gli scavi condotti tra il 2001 e il 2011 hanno permesso il recupero di vestigia di vari periodi storici, compresi tra l’insediamento protostorico e il Medioevo. Passeggiando già all’interno di Piazza della Cittadella è possibile riconoscere dalla forma di alcune murate, resti di vestigia romane. Ma addentrandosi nelle vie di Città Alta è possibile imbattersi in veri e propri siti archeologici: a volte un po’ nascosti, a volte addirittura privati, ma quando vengono svelati, raccontano storie decisamente affascinanti.

Dal 2015 il Comune di Bergamo e il Civico museo archeologico organizzano periodiche visite guidate, per far conoscere questo straordinario patrimonio di Bergamo Alta. Non mi dilungo ulteriormente perché ve ne ho già scritto nell’articolo che trovate qui sotto. Leggetelo e scoprire una Bergamo insolita piena di curiosità legate al mondo antico.

Per saperne di più sulle attrazioni della Bergamo romana, leggete: Alla scoperta della Bergamo romana, con un’App, una mostra e una tappa alla Domus di Lucina

Note: le immagini sono in parte mie e in parte recuperate in Rete sui siti ufficiali dei parchi archeologici. 

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