Adesso che non serve più un elicottero, ma basta un drone per fotografare questo gioiello incastonato tra Milano e Brescia, tutti noi possiamo dire che Bergamo è proprio come la descriveva Stendhal: «Il più bel luogo della terra». Alla vista, palazzi, torri, cupole, tutto racchiuso dentro un unico grande abbraccio, quello delle Mura Venete (o Mura Veneziane). Una cinta costruita dalla Repubblica di Venezia fra il 1561 e il 1588 (anche se inizialmente si prevedeva di terminarne la costruzione in un anno), lunga 6 km e 200 metri, intatta e magnifica, tanto da diventare finalmente, dopo 10 anni di studio e campagne di sensibilizzazione Patrimonio dell’UNESCO.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Il percorso per diventare patrimonio dell’Unesco
Ci sono voluti 10 anni e tre amministrazioni pubbliche per mettere insieme tutti i siti caratterizzati dalle Mura Venete e far arrivare la candidatura all’UNESCO. 10 anni per preparare il terreno e far comprendere la bellezza di questi luoghi e il bisogno di preservarli e valorizzarli. L’idea in realtà nacque negli anni ’90 ma il progetto per il riconoscimento non solo delle mura di Bergamo ma di un sistema murario che coinvolgesse in tutto 11 luoghi, tre regioni italiane e tre nazioni europee, partì appunto dieci anni fa. La candidatura invece fu lanciata ufficialmente nel 2010: “Opere di Difesa Veneziane tra XVI e XVII secolo. Stato de Terra- Stato de Mar”. Oltre al capoluogo bergamasco, il progetto ha coinvolto anche Peschiera, Palmanova in Italia, Sebenico e Zara in Croazia e Cattaro in Montenegro.
Le Mura di Bergamo
Bergamo, che ha imparato da pochi anni ad aprirsi al turismo, ha raccontato la propria storia e le proprie bellezze anche grazie a questo progetto di valorizzazione delle Mura che proteggono la parte collinare della città e che nonostante i sotterranei, i passaggi militari, le 200 bocche di fuoco e le cannoniere (due delle quali ancora visitabili) non hanno mai dovuto affrontare assedi, tanto che qualcuno oggi le definisce Mura di Pace.
Un alternarsi di porte e bastioni possenti che ci portano dritti dentro una pagina di Storia tutta da scoprire. Gli accessi a Bergamo Alta sono quattro: Sant’Agostino, San Giacomo, Sant’Alessandro e San Lorenzo (quest’ultima intitolata in seguito a Giuseppe Garibaldi che vi passò con i suoi Cacciatori delle Alpi nel 1859, quando Bergamo fu annessa al regno di Sardegna). Per costruire le Mura furono abbattuti 250 edifici, otto religiosi (fra cui la cattedrale di Sant’Alessandro e il convento di Santo Stefano), il che costò a Sforza Pallavicino, incaricato di controllare le fortificazioni, otto scomuniche.
Bergamo, una città doppia grazie alle Mura Veneziane
Bergamo oggi è una città doppia: una Alta e una Bassa. Qualcuno dice che basti una passeggiata per innamorarsi di questa città: al tramonto, quando lo sguardo cattura Città Bassa. O, nei giorni tersi, quando lo sguardo si perde verso l’orizzonte dei territori circostanti, in fondo fino al nuovo skyline di Milano. Il percorso lungo le mura è diventata una delle passeggiate preferite dei visitatori che possono scoprire la Città Alta e nel frattempo ammirare anche il paesaggio circostante.
Con questo riconoscimento, Bergamo vede consacrato a livello mondiale il suo enorme valore artistico e storico. E i bergamaschi non si sono mai sentiti così fieri della loro città.
Raccontare i bergamaschi durante la costruzione delle Mura
La costruzione delle Mura di difesa veneziane non fu indolore per i bergamaschi. Infatti vennero abbattute non solo chiese e monumenti, ma anche le case di tutti quelli che si trovavano sul tracciato. Se volete sapere cosa successe e come venne vissuto tutto questo dalla popolazione bergamasca vi invito a leggere un racconto molto carino edito da Bolis editore: La vera storia di Gottardo Archi scritto da Davide Sapienza.
Intorno al ritrovamento di undici rudimentali tele di uno sconosciuto pittore, Gottardo Archi, vissuto nel borgo di Valverde a Bergamo dalla metà del XVI secolo, si snoda la narrazione che, come nei fotogrammi di un film lungo tre decenni, racconta e interpreta il trauma, paesaggistico e psicologico, dell’edificazione delle Mura venete (1561-91) che muterà per sempre e in modo irreversibile il volto di quel miracolo d’architettura e urbanistica che è Città Alta.
Ma che bello, mi ero sempre chiesta se ci fosse un percorso lungo le mura, e ora ho la risposta. Devo venire questa estate, ammirare la Bergamo alta e vedere da lassù il panorama della Bergamo bassa con le sue verdi colline. Ormai grazie a te sto diventando un esperta di Bergamo, la bella bergamo:)
Anni fa, sorridevo sempre quando pensavo all’aggettivo “Venete” per le mura di Bergamo, pur sapendo benissimo di quanto la città fosse stata parte della Serenissima. Quando sono riuscita a passeggiare per la prima volta da quelle parti, ho capito perché sono patrimonio Unesco.
Ho passeggiato lungo quelle mura. Non avevo idea della grande loro grande storia. Le guarderò con occhi diversi, la prossima volta.
Adoro le città circondate da mura e comunque tutta quell’epoca che va dal medioevo al rinascimento. Se poi ci mettiamo anche la storia di Venezia allora per me è il top.