Sarà che a Bergamo mattoni e mattoncini fanno parte del DNA dei nostri uomini, ma da qualche anno impazza la passione delle costruzioni Lego anche tra i grandi. L’ho scoperto chiacchierando con un’amica il cui marito è un appassionato di Lego e che, con un gruppo di amici, ha costruito il Centro Piacentiniano in mattoncini Lego.

Mi è sembrata una cosa davvero fantastica e per questo ho deciso di addentrarmi in questo mondo facendomi accompagnare da alcuni degli autori di una delle opere più significative mai realizzate con i Lego che riguardano Bergamo: il Centro Piacentiniano, appunto.
Così qualche tempo fa ne ho incontrati un paio, Paolo Rocchi e Corrado Di Ceglie (il gruppo in realtà sarebbe stato molto più nutrito ma non sarei riuscita ad intervistarne così tanti in una volta sola) per farmi raccontare cosa spinge 7 uomini adulti a cimentarsi in quest’impresa titanica e la parola che è ritornata spesso è stata “passione“.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Il Centro Piacentiniano, un’opera bergamasca davvero imponente
Se pensate a qualcosa di semplice, scordatevelo. Così come il Centro Piacentiniano dell’architetto Piacentini fu (ed è tutt’ora) un’opera davvero imponente e complessa, anche quello realizzato con i mattoncini Lego è un’opera di caratura davvero eccezionale che a vederlo dal vivo è assolutamente straordinaria. Si tratta di un plastico gigantesco che riproduce il centro di Bergamo (Centro Piacentiniano) realizzato con oltre 250.000 mattoncini per una superficie di quasi 13 mq.
I sette amici hanno impiegato oltre un anno per assemblare, smontare e rimontare tutto il Centro Piacentiniano di Lego. Dalla sede di UBI Banca al Teatro Donizetti, senza dimenticare i Propilei (che sono stati i primi a essere costruiti) e il monumento a Vittorio Emanuele II: il tutto impreziosito, oltre che dagli alberi e dalle piazze con i vari monumenti e dalla presenza di un tram vintage funzionante. Tutto riproduce fedelmente quello che si trova passeggiando per le vie della città: alberi, cespugli, colonne, marciapiedi, monumenti, c’è persino l’ex cabina dei taxi!
Sul plastico, in basso a destra troviamo lo stemma del Comune di Bergamo, mente in basso a sinistra è presente il profilo di Città Alta a tinte nerazzurre: “Così, giusto per ricordare l’Atalanta”. Il Centro Piacentiniano costruito interamente con i mattoncini Lego è stato presentato al pubblico l’anno scorso e anche quest’anno verrà esposto nuovamente in un evento che attira migliaia di appassionati di Lego a due passi da Bergamo: Mattoncini in Villa a Villa di Serio.Centro Piacentiniano, com’è nata l’idea di costruirlo con i Lego
Qualche anno fa il gruppo di 7 amici aveva deciso di realizzare qualcosa che avesse a che fare con Bergamo e la scelta è caduta sui Propilei. Così approfittando di un viaggio all’estero di Paolo Rocchi il gruppo ha acquistato i primi mattoncini per fare le colonne dell’edificio. Tornato a casa Paolo, l’avventura ha preso il via e nel giro di poco quello che doveva essere solo un edificio è diventato un intero quartiere.
Paolo ha cominciato a costruire proprio uno dei Propilei mentre gli altri si sono dedicati agli altri edifici. All’inizio non avevano un progetto, ma solo una foto e delle misurazioni in scala degli edifici. Poi la cosa si è fatta più seria e usando un programma hanno iniziato a calcolare quanti e quali tipi di Lego avrebbero dovuto acquistare. Cosa significa? Che si prende il pipottino (così lo chiamo da sempre io e non riesco a farmi entrare in testa che si dice, invece, minifigure) e lo si usa come misura di un uomo da 1.70 e da lì in poi tutte le misure verranno calcolate tenendo quella scala.
Quali sono le fasi della costruzione del Centro Piacentiniano? Come vi siete organizzati per costruire tutti gli edifici e assemblarli?“La cosa più complicata è stata la progettazione del plastico e la conta dei pezzi prima di realizzarli. Per fare questo si usa un programma che calcola il numero e le tipologie di pezzi. Poi c’è stato il reperimento dei pezzi: alcuni li avevamo in casa, altri li abbiamo acquistati di seconda mano e altri ancora (i pezzi speciali) li abbiamo ordinati. E solo allora è avvenuta la suddivisione del lavoro. Ognuno di noi aveva i propri pezzi e costruivamo a volte da soli o a volte insieme. Ognuno coi propri sacchettoni e contenitori di pezzi” mi spiegano. “Pensa che per fare le foglie degli alberi che si trovano sul sentierone ci sono voluti ben 9.000 pezzi! E tutti minuscoli!”
Ho cercato di indagare per capire quanto costa realizzare un’opera come il Centro Piacentiniano, ma sono rimasti sul vago e in effetti è comprensibile: anche io non vorrei sapere quanto ho speso per realizzare un’opera del genere.Immagino che ognuno di loro sappia perfettamente quanto costa, ma perché dirlo? Il costo dei mattoncini è niente in confronto alle ore di lavoro passate a progettare, studiare, costruire, smontare, ricostruire. Si perché non pensiate che si costruisca una sola volta. I pezzi vengono costruiti separatamente (magari anche in case diverse come è avvenuto in questo caso, con l’aiuto di un progetto), ma poi vanno assemblati insieme e se non combaciano perfettamente vanno smontati e sistemati finché non sono perfetti.
E anche quando l’opera è finita, quando non è in esposizione bisogna smontarla e rimetterla via facendo attenzione a non perdere pezzi. Viene suddiviso in varie parti pre-montate contenute in diversi scatoloni.E siccome per ottenere gli sconti sugli acquisti dei mattoncini bisogna garantire un certo numero di presenze alle manifestazioni di Lego, smontare, trasportare e rimontare il Centro Piacentiniano è un’operazione non banale. Per rimontarlo infatti ci si mette quasi otto ore.
Come nasce la passione per i Lego?
Per qualcuno la risposta sarà scontata, ma per me è stato come scoprire un mondo che non mi aspettavo proprio. La passione per i Lego è qualcosa che accomuna grandi e piccini ma può raggiungere vette davvero inimmaginabili!
“Ci sono appassionati che hanno cominciato a montare i set di Lego da bambini e non hanno più smesso e adulti che hanno cominciano così, per provare, e poi hanno continuato. Qualcuno di loro con la scusa di aiutare i propri figli ha iniziato a montare set sempre più complessi fino a che la scusa dei figli non ha più retto” mi hanno raccontato.
Insomma, i Lego sono quasi una droga. Ma una droga buona. In rete ho trovato questa foto che secondo me può davvero rappresentare tutto l’amore per i mattoncini Lego. E’ una delle 80 opere dell’artista statunitense Nathan Sawaya, il mago dei Lego, che un paio di anni fa ha girato il mondo all’interno di una mostra, Art of a Brick. Ecco dove può arrivare la passione per i Lego: non è stupenda?
Come si viene ripagati da tanto impegno?
Se pensate che costruendo Lego si possa diventare ricchi, sappiate che non è così. Per gli amici che hanno costruito il Centro Piacentiniano la soddisfazione più grande è stata l’apprezzamento e la firma autografa di Kjeld Kirk Krinstiansen , il presidente della Lego, in occasione del Lego Fan Week End di Skaerbaek in Danimarca. Eccolo mentre firma il Centro Piacentiniano e nel link trovate una bella intervista fatta durante l’evento da un giornalista inglese.
Quanti sono gli Afol (appassionati) bergamaschi?
A Bergamo ci sono diversi appassionati di LEGO (Afol– Adult Fans of LEGO) che si cimentano con costruzioni di varia difficoltà. Tra loro si conoscono quasi tutti, ma alcuni sono più amici di altri (ovviamente). Si riuniscono sotto alcune associazioni che li aiutano ad ottenere sconti e agevolazioni nell’acquisto dei celebri mattoncini. Ma non crediate: prima di ottenere dei contributi o sponsorizzazioni per le opere più imponenti i soldi escono tutti dalle loro tasche. E provate ad immaginare quanto deve essere costata una costruzione da 250.000 pezzi!
ITLUG l’associazione indipendente che riunisce gli AFOL italiani
Gli autori del Centro Piacentiniano fanno capo all’Associazione ITLUG Italia.
ItLUG è un’associazione indipendente di appassionati LEGO® nata nel 1999 da un piccolo gruppo di amici accomunati dalla stessa passione e rimasta tale sino a novembre 2010 quando si trasforma in Associazione Culturale di Promozione Sociale (ACPS). È aperta a tutti i coloro che ne vogliono fare parte, senza distinzione di età, sesso, razza, convinzioni politiche o religiose, l’unico requisito che accomuna i soci di ItLUG è la passione per i mattoncini LEGO.
ItLUG è organizzata e sostenuta solamente dai propri soci. ItLUG non fa parte e non è sponsorizzata da The LEGO Group. Allo stesso tempo ItLUG è comunque riconosciuta da The LEGO Group ed è rappresentata presso di loro dalla figura del LEGO Ambassador (ora LUG Ambassador) sin dall’agosto 2006.
Dai set in mattoncini Lego per bambini al collezionismo di set rari
I Lego non sono soltanto puro svago, ma possono essere anche un investimento per il futuro. Questi mattoncini solitamente vengono pensati come giochi per bambini, ma ci sono moltissimi collezionisti in tutto il mondo. Per la Lego i collezionisti sono fondamentali tanto che hanno un canale preferenziale chiamato “Lego VIP”, attraverso il quale gli appassionati possono avere i nuovi Lego prima della loro uscita ufficiale sul mercato.
Come si fa per conservarne il valore? “Intanto bisognerebbe lasciare tutti i pezzi nella scatola e non montarlo, ma come ben sappiamo è una tentazione irresistibile: si rimedia tenendo tutti i sacchetti, scatole e istruzioni di montaggio e prestando attenzione a non perdere dei pezzi“, mi spiega Paolo “Per questo i collezionisti, quelli veri, acquistano in genere due copie dello stesso set: uno lo montano e uno lo tengono chiuso, sigillato e “archiviato” in verticale, come se fosse un libro per non deformare la scatola“.
L’articolo più desiderato dai collezionisti? Il Millennium Falcon, prodotto una decina di anni fa: il set Lego più grande per dimensioni e forse anche per difficoltà, con oltre 300 pagine di istruzioni e 5195 pezzi. Il suo prezzo fra i collezionisti si aggira intorno agli 8- 10 mila euro, visto che si tratta di un’edizione limitata e quasi introvabile. Se non ricordate cosa sia il Millennium Falcon leggete il mio post su Arnaldo Pomodoro scritto qualche tempo fa. Pare che Lucas quando si immaginò questa enorme astronave per Guerre Stellari, prese spunto da una delle opere di questo grande artista italiano. Ma vederlo fatto in mattoncini di Lego è davvero impressionante.
I mattoncini hanno forme e costi diversi, ma a volte non basta
Non è un segreto che i mattoncini abbiano forme e colori diverse: ci sono quelli classici, quelli piatti, quelli a forma di bullone… Gli angolari per le case, quelli a tegola per i tetti, quelli piatti per il pavimento. E poi ci sono le figures, i pipottini, i personaggi. Quelli che possono costare da pochi euro a migliaia di euro. Si, perchè ci sono delle minifigures da collezione davvero costose che possono arrivare anche a duemila euro!
A proposito, vi ho già detto che i mattoncini tra gli addetti ai lavori si chiamano Brick (al plurale bricks)? E che hanno pure fatto le caramelle Haribo a forma di Lego?
Esistono migliaia di forme e colori diversi e i ragazzi che hanno costruito il Centro Piacentiniano ne hanno utilizzati addirittura 850 tipi: brick, plate, tipe, slope… e molti altri di cui ho faticato a trascrivere il nome.Ma non crediate che c’è un mattoncino per ogni situazione e uso! Nel centro Piacentiniano che potrete ammirare durante la manifestazione Mattoncini in Villa giunta alla 4a edizione, la pavimentazione del Quadrilatero è stata realizzata dal gruppo modificando dei pezzi di Lego che altrimenti non avrebbero mai trovato. Infatti per realizzare le piastrelle hanno usato la leva del cambio delle macchinine adattate a misura e modificate leggermente nel colore.
Insomma, non basta acquistare i mattoncini Lego, bisogna anche ingegnarsi e avere tanta tanta pazienza e passione!Note
Le foto sono state scattate durante la costruzione del Centro Piacentiniano dai diversi componenti del Gruppo. Ho avuto la loro autorizzazione a pubblicarle. L’intervista a Paolo e Corrado è stata fatta a febbraio.
Il Gruppo che ha lavorato alla realizzazione del Centro Piacentiniano è composto da 7 persone: Michele Bosio, Corrado Di Ceglie, Raffaele Lardaro, Stefano Mazzoleni, Paolo Rocchi, Omar Rottoli e Marco Zucchinali.
L’evento Mattoncini in Villa si terrà a Villa di Serio
Questo post è così bello e ricco che potrei stare ore a parlare dell’argomento, bravissima!! Loro sono dei pazzi cmq, ma in senso buono dai! 🙂 Tornerò a rileggere perché ci sono troppe cose belle che voglio essere certa di ricordarmi. Se non si capisse, i Lego erano il mio gioco preferito, li ho ancora quelli della mia infanzia e li custodisco religiosamente! 🙂
Non so che età tu abbia, se abbia figli o nipotini, se un giorno aspiri ad averne o meno… ma non buttarli mai! Io li ho “dimenticati” per 15 anni in soffitta e quando i miei figli hanno raggiunto l’età giusta abbiamo iniziato a creare insieme. Ed è bellissimo! 🙂
Cantine e solai sono pieni di mattoncini che fanno la polvere, ma nelle “manine” giuste ispireranno altre generazioni di creativi!
Il Lego è una vera passione, non solo un gioco per bambini. Con quei mattoncini si creando dei veri capolavori!
A me piacciono moltissimo i lego, ho un pezzo della collezione di Star Wars e uno della collezione di Harry Potter, ma costa come passione e non oso immaginare davvero quanto abbiano speso questi sette uomini a costruire un’opera d’arte del genere, perché non si può che parlare di arte in questi casi. Complimenti a loro, a tutta la loro dedizione e impegno che hanno messo a costruire in tutti i minimi dettagli il centro piacentiniano.
Adoro i lego tant’è che vorrei presto visitare Legoland 🙂 trovo questa cosa davvero interessante e particolare da vedere ! La terrò in considerazione 🙂
Michela
È notizia di queste settimane l’acquisizione da parte della holding che controlla LEGO della Merlin, colosso internazionale che possiede un gran numero di Parchi tematici in tutto il mondo, tra i quali Gardaland e Mirabilandia. È uno scenario probabile che se non riuscirai a visitare presto Legoland in Danimarca, Legoland potrebbe arrivare vicino a noi 😀
Sono stata a Legoland in Germania, quando mio figlio era piccolo. E Legoland in Danimarca lo conosco per averlo studiato e perchè conosco delle persone che ci lavorano da anni. 🙂
Io non ho avuto modo di visitare Legoland, ma fremo all’idea di passeggiare tra quei capolavori!
I lego non sono solo per bambini! Anche mio marito li adora, ora gli mando il link
Ma che cosa stupenda hanno fatto! I Lego poi hanno un fascino incredibile sia sui bambini che su chi bambino non lo è piu! 🙂
In effetti una bella impresa! Un lavoro certosino e di precisione che solo se hai una vera passione è possibile realizzare. Un genio anche l’inventore dei mattoncini che nonostante il passare degli anni restano sempre di attualità e divertono grandi e piccini
Noi siamo fanatici dei lego! Infatti stiamo per partire per legoland, ma possiamo usare Bergamo invece che Milano per una tappa di un giorno e fermarci anche qui. Sarebbe fantastico !!
Wow, se posso ci saró il 30 marzo. Ho sempre adorato quei capolavori che costruiscono con i lego ed in più il mio ragazzo é molto appassionato. Ci faremo un pensierino. Grazie!!
Veri e propri artisti! Amo vedere i capolavori che escono fuori dai piccoli mattoncini e me ne sto appassionando dato che ho un bimbo di 4 anni e mezzo! Io però, con la pazienza che mi ritrovo, non potrei mai fare nulla del genere! Complimenti davvero a questi ragazzi!!
che bella questa ricostruzione i lego! fedelissima all’originale!
Adoro i mattoncini Lego ma non sapevo che avessero fatto una Bergamo in miniatura tutta di Lego. Immagino l’impegno ma anche il grande divertimento e la passione di chi l’ha realizzata.
Che meraviglia! Un lavoro che richiede pazienza e tanta passione, ammiro chi riesce a creare queste che considero delle piccole opere d’arte!
Ho amato i lego da quando erano grossi fino a quelli piccolissimi. con i miei figli costruivo case e camion. Sono curiosa di sapere come hanno assemblato le foglie..sono minuscole
da piccola odiavo i lego perché non avevo pazienza di star li e montare tutti i mattoncini, ora vedo questo capolavoro e ne rimango affascinata. Chissà quanta pazienza e dedizione ci è voluta.
Invidio la gente brava con i Lego. Io non sono mai riuscita a costruire nulla di diverso da una scatola. Interessante questa costruzione. Mi piacerebbe, prima o poi, vedere un mondo in miniatura costruito con i Lego.
La minuzia nei particolari è disarmante. Viste da lontano queste creazioni sembrano così reali che è davvero strano pensare siano invece milioni di pezzettini lego uno sull’altro. Da bambina regalarono a mia sorella una confezione lego, di quelle di un tempo, per creare un galeone dei pirati. Avevamo circa 6 e 8 anni ma ci appassionammo così tanto che una volta completato il galeone è stato accuratamente impacchettato in carta trasparente e da allora vive esposto in salotto. Non ti dico la tragedia nel cambiare la carta trasparente ogni volta! Viene sempre giù un pezzo per quanta attenzione si faccia e poi rimontarlo è un macello!
Da piccola passavo ore su ore a immergermi nella costruzione di edifici strani e astronavi. E anche adesso che sono grande mi piace moltissimo mettermi a sedere e farlo con i miei bambini che hanno preso questa passione. Mi piace molto leggere di questa passione e di non essere l’unica ad averla.
I lego accumunano davvero tutti: dai grandi ai piccini. Lo riferisco a dei miei amici appassionati di lego!
Mi piacciono moltissimo i Lego ed essendo di Bergamo non posso che apprezzare l’idea di riprodurre il centro piacentiniano… Bell’articolo e bel sito, grazie per aver fatto conoscere la nostra Bergamo
adoro i lego, da piccola giocavo solo con quelli, li preferivo di gran lunga alle bambole! questi ragazzi sono geniali, magari qualcuno pensasse di fare la stessa cosa anche qui da me, parteciperei subito!
Da bambina adoravo i Lego, in un certo senso si tratta di un gioco zen! Sai quante volte, da adulta, ho pensato di comprarmeli. Prima o poi lo farò! Quest’opera che ci racconti è assurda, in senso buono. I suoi ideatori sono dei veri geni. E poi é gigantesca! Mi racconta di dedizione, amore e passione verso ciò che si fa.
noi siamo appassionati di Lego, quando torno in italia questa costruzione la devo vedere assolutamente. E’ magnifico come con questi semplici “bricks” si possano costruire cose così belle e grandi, qui in Polonia c’è un museo che racconta la storia della Polonia tutto con ricostruzioni di battaglie e monumenti in Lego
Sono dei veri geni!! Ricordo la ricostruzione di Piazza San Marco a Legoland, in Germania…non è per nulla facile, quindi immagino quanto tempo e quanta fatica…bravissimi!!!
La cosa bella dei Lego è che è possibile creare delle costruzioni stupende, che fanno davvero sognare. A New York sono andata nel negozio dei Lego e ho visto delle costruzioni uniche!
a me piacciono da morire e ancora li conservo! sono stata alla mostra lego di Roma 1 anno fa
Ma… questo è un vero capolavoro! I lego tuttora mi incantano e attraggono come quando ero bambina… non posso restare a bocca aperta!!
Un’opera del genere realizzata con i mattoncini Lego!? Sono allibita…. Credo di essere tra i pochi che non sapevo che con i mattoncini Lego si potessero creare simili opere architettoniche…
La prima cosa che mi viene da dire è: “wow che pazienza”. Sono stati davvero bravissimi! I “giochi” con i lego mi hanno sempre appassionato tanto da piccola. Ricordo che le chiamavo “le costruzioni” e passavo le ore a giocare, smontare e rimontare. Loro sono davvero dei professionisti. Sarebbe bello ricostruire tutte le città d’Italia!
Devo portarci assolutamente mio figlio che impazzisce per i lego! Non sapevo che in qualla zona ci fosse tanta passione per i mattoncini.,
qui da noi stiamo iniziando ora a giocare coi lego e mio figlio li adora, sono un gioco molto istruttivo secondo me e bravissimi a questi creatori
I lego spopolano tra i bambimi ma anche gli adulti li adorano, si possono costruire cose meravigliose
Mio marito va matto per i Lego! Gli ho girato quest’articolo e ho visto i suoi occhi brillare come quelli di un bambino. La trovo una passione davvero bella, perchè richiede pazienza, determinazione e creatività..
wow io sono super fan dei lego, quando ero piccola difficilmente giocavo con le bambole, invece avevo spesso in mano questi piccoli mattoncini colorati, li trovavo più stimolanti e affascinanti. quindi non vedrei l ora di vederne di cosi grandi li a bergamo!! spero di passarci presto!
Wow, ma questo è proprio un capolavoro! Sono veramente bravi a costruire il Centro Piacentiniano usando i mattoncini Lego! Anch’io adoro Lego e ogni giorno guardo l’Instagram di questa azienda per farmi venire l’ispirazione e stimolare la creatività!
ma dai , ma che meraviglia, chissà quanta passione e soprattutto quante ore di lavoro ci sono dietro a questa costruzione di mattoncini Lego……
Ma che belli i Lego, ci giocavo sempre da piccola. Tra l’altro, alcune opere sono davvero frutto di ingegneria avanzata, non è certamente facile ricostruire intere città o quartieri! Soprattutto, ci vuole una gran pazienza 🙂 post interessante!
Un bell’articolo, molto completo che testimonia la passione per la ricerca e l’approfondimento!
Straordinario il risultato finale del Centro Piacentiniano.
Io sono un (semplice) appassionato bergamasco, non faccio parte di gruppi o sezioni, ma ho trovato nei mattoncini Lego uno sturmento per imbrigliare la fantasia ed esprimere L’Ego 🙂
Ho avviato un blog e saltuariamente ci pubblico le mie creazioni, frutto – come hai spiegato – di ore di lavoro passate a progettare, studiare, costruire, smontare, ricostruire. È un lavoro simile, per certi versi, a quello della scrittura: per la stesura di un articolo ricco come questo avrai dovuto compiere dei sopralluoghi, delle interviste, avrai cominciato da una pagina bianca, realizzato una bozza di massima e poi modificato e ricollocato più volte paragrafi e blocchi fino al risultato finale. Cosa ci ripaga? Spesso il semplice riconoscimento da parte dei lettori/visitatori attraverso like, commenti e interazioni costruttive.
Buon lavoro!
Ti ringrazio. Mi fa molto piacere leggere questo commento. Hai ragione: spesso quello che ripaga di più della fatica che si fa a scrivere questi post sono proprio le interazioni costruttive e i like. Spesso non si percepisce che per realizzare un buon pezzo o un buon servizio “semplice e curioso” non basta la passione: c’è soprattutto il “mestiere”. Grazie di averlo sottolineato.