Tutti voi sapete ormai quanto ami le dimore storiche. Soprattutto quelle in cui la storia e le storie riaffiorano timidamente attraverso le pietre, facendosi largo tra la vegetazione che ha preso il sopravvento. Villa Siotto Pintor di Gorlago, nelle Terre del Vescovado, è una di quelle ville che sanno emozionarmi perché “respirano” e raccontano la propria storia sussurrando. E’ una dimora storica piena di fascino, la cui bellezza è caratterizzata dagli ambienti, dalle pietre e dagli affreschi, dagli alberi secolari che campeggiano nei cortili. Un po’ come se gli abitanti della villa un certo punto sono partiti lasciandola così, senza qualcuno che se ne prendesse cura e la amasse come sarebbe giusto amare una dimora nobile e piena di racconti come questa.
Una villa che dopo anni torna lentamente alla vita
Per anni Villa Siotto Pintor è rimasta senza abitanti: l’ultima discendente della famiglia proprietaria è scomparsa nel 2005 e oggi la villa appartiene alla Parrocchia. Piante e arbusti negli anni si sono impossessati di ogni spazio libero nei giardini interni. Gli alberi secolari hanno continuato a crescere indisturbati. E indisturbati si sono aggirati i gatti che hanno colonizzato le stanze che un tempo ospitavano persone. Per non parlare dei vandali che a più riprese sono entrati mettendola a soqquadro, buttando in aria libri, strappando tappezzerie scollate, tirando fuori tutte le lenzuola contenute negli armadi, danneggiando quel poco di arredi rimasti.
Quest’anno grazie alla Protezione Civile e a un gruppo di volontari è tornata a raccontare la sua storia, mostrandosi a chi ancora non la conosceva. Vi lascio immaginare il lavoro dei volontari che qualche tempo dopo hanno varcato il portone della villa e sono entrati nei locali.
Nelle foto qui sotto, la villa quand’era nel pieno dello stato di abbandono immortalata da un gruppo di fotografi specializzati in Urbex, ossia la visita degli edifici abbandonati. Queste foto sono bellissime e sono state esposte sui cavalletti nelle varie sale durante le aperture del FAI di ottobre 2020. Gli autori sono Viviana Combi, Giovanni Roncan e Maurizio Lanzetta.
La storia di Villa Siotto Pintor si intreccia con quella delle famiglie che l’abitarono
Villa Siotto Pintor fu dimora di Guiscardo Lanzi appartenente ai Grumelli. Successivamente la villa venne venduta ai conti Vimercati Sozzi che la utilizzarono come residenza estiva. Tra loro si ricorda Cristoforo Vimercati Sozzi, ciambellano di Leopoldo e Maria Teresa d’Austria.
Durante alcuni lavori di rifacimento vennero alla luce pietre datate 1571 ma secondo alcuni documenti la sua origine può essere fatta risalire fino al 1300. Si sa infatti che il primo Lanzi ad abitare in questa villa, fu podestà di Milano e Genova, capitano di Brescia e Cremona, e morì nel 1352.
L’attuale villa, con un edificio centrale di almeno trecento anni, è il risultato del gusto di un conte Vimercati (XVIII secolo). Il complesso di edifici come lo si può ammirare oggi è il risultato di interventi di rifacimento operati dalla famiglia Siotto Pintor che ridisegnò gli ambienti e la splendida facciata in un delicato stile eclettico.
La storia dei Siotto Pintor, l’ultima famiglia che abitò la villa a Gorlago
Villa Siotto Pintor deve il suo nome all’ultima famiglia che ne detenne la proprietà e che la abitò sino alla morte dell’ultima discendente Isabella, nel 2005. La famiglia Siotto Pintor arrivò a Gorlago con Gustavo che ereditò la villa con il matrimonio con Amalia Vimercati Sozzi, non ebbero figli e la villa resto poi alla sua morte al fratello Diodato Siotto Pintor (1852-1925). Gustavo Leonzio Siotto Pintor, fece parte del corpo dei carabinieri reali fino al grado di tenente colonnello e per un certo periodo ebbe anche il ruolo di sindaco di Gorlago. Diodato, un ufficiale dell’esercito al quale era affidato il comando del Presidio Militare di Bergamo nel febbraio del 1915; fece parte del corpo dei bersaglieri e arrivò fino al grado di generale di divisione. Loro padre, Giovanni fu senatore del Regno d’Italia dal 1861.
Giovanni Siotto Pintor, nipote del senatore e figlio di Diodato, ebbe anche lui una carriera militare, arrivò al grado di tenente e venne collocato a riposo a seguito di una frattura mal consolidata durante la prima guerra mondiale. Si dice fosse un “dongiovanni” tanto che venne arrestato per via delle sue frequentazioni femminili. Moglie e figlia lasciarono l’uomo e si trasferirono a Bergamo in via Pignolo. Giovanni, forse non accettò di buon grado quello che considerò un abbandono, o forse per espiare le proprie colpe di donnaiolo, quando si trattò di redigere il proprio testamento, decise di lasciare Villa Siotto alla Parrocchia di Gorlago con diritto di usufrutto alla moglie e alla figlia fino alla loro morte.
Questa cosa non piacque alle due donne che impugnarono il testamento e intentarono una causa che andò avanti per molti anni, fino alla morte dell’ultima erede. Nel frattempo la villa fu vittima di “saccheggi” su commissione e venne svuotata delle opere d’arte e dei mobili di pregio.
La villa oggi è di proprietà della parrocchia.
Qualche gossip del passato
Molte delle storie che ci sono arrivate legate a questa villa sono spesso raccontate dagli abitanti della zona, ormai racconti di racconti. Ce n’è infatti una che non ha mai trovato riscontro sui libri di storia, ma che a Gorlago riecheggia: pare infatti che Claretta Petacci e Benito Mussolini vennero ospitati per qualche tempo nella villa e che Giovanni colpì la donna al punto che qualche tempo dopo fu vista in sua compagnia all’interno della villa, si dice in atteggiamenti che fecero sorgere voci maliziose.
Villa Siotto Pintor: due giardini, gli alberi secolari e una grotta
La villa si compone di un complesso sistema di edifici e spazi aperti, alcuni destinati alla residenza vera e propria e altri destinati alla servitù e alle attività di gestione della proprietà. La dimora e le ali laterali della villa abbracciano il giardino principale, posto in posizione frontale e direttamente affacciato sulla via pubblica.
Oltrepassato l’ingresso padronale su via Vimercati Sozzi, sulla destra si scorge un ambiente in cui è stata ricreata una grotta artificiale. Si presume che sia stata allestita da Paolo Vimercati Sozzi. Qui si trovano anche delle antiche collezioni di pietre e fossili molto comuni nella zona, come ad esempio gli ammoniti, e conchiglie di varie dimensioni.
Al centro del giardino principale domina una maestosa quercia, una sughera per la precisione, dallo sviluppo monumentale e memoria delle antiche origini sarde della famiglia Pintor. Si dice che sia stata piantata nel 1861 alla costituzione del Regno d’Italia, ma i documenti fanno propendere per una data di poco successiva (il 1872), l’anno in cui i Pintor entrarono nella villa per il matrimonio di Amalia e Gustavo.
Alle spalle della dimora si estende un giardino secondario costeggiato da corpo di fabbrica minori e accessibile da un ingresso di servizio. Tra i volumi e i corpi di fabbrica della villa c’era una piccola cappella privata, in posizione discosta e riservata tra i due giardini. Oggi di questa cappella non rimane più nulla poiché è stata completamente modificata.
Nel giardino secondario si distinguono due magnifiche piante quasi centenarie. Si stima che l’albero di cachi, che ho fotografato pieno di frutti, abbia 80 anni circa, mentre l’altro albero (il tiglio a sinistra, nella foto), dalla misurazione del tronco sembra essere più vicino ai cento anni. Comunque sia, sono imponenti e stupende.
Villa Siotto Pintor: una facciata nobile in stile eclettico
L’androne di ingresso della Villa immette nel giardino principale cui fa da nobile fondale la facciata principale della villa, in un delicato stile eclettico: la si può scorgere al di là delle fronte della quercia. La facciata si sviluppa su due livelli ed è caratterizzata da un loggiato al piano terreno e da una balconata al livello superiore che un tempo era riccamente ornata da vasi e statue. Le stesse che oggi si trovano per terra nel loggiato. La foto conservata negli archivi Storylab qui sotto ci mostra com’era la villa nei primi decenni del Novecento.
Il loggiato inferiore, che conserva la decorazione originaria è scandito da colonne binate che sorreggono tre arcate centrali, mentre le aperture del piano superiore sono coronate da timpani triangolari e piani.
Il loggiato è ancora pavimentato con cementine colorate, molto in voga nel periodo Liberty, tra il 1870 e i primi del Novecento.
Gli interni di villa Siotto Pintor
Gli interni di Villa Siotto Pintor sebbene segnati dai decenni di abbandono si mostrano oggi con parte degli arredi e degli elementi che allestivano questi spazi. Gli ambienti presentano decorazioni ottimamente conservate: alcune sale hanno pareti completamente decorate in gusto eclettico, con panorami egizi.
Al pian terreno si trovano i principali spazi nobili e di rappresentanza, coperti da volte a padiglione e adornati da tappezzerie e pitture murali davvero pregevoli.
La sala del camino
Varcata la portafinestra di destra, che si apre sul loggiato, si entra nella sala del camino, dominata appunto da un camino in pietra e caratterizzata da una pavimentazione in cementine liberty molto ben conservate. Questa sala è con ogni probabilità il fumoir in cui si riunivano gli uomini di famiglia con gli ospiti a chiacchierare e a fumare dopo cena o prima di mettersi a giocare a biliardo. Era infatti abitudine che, dopo aver mangiato tutti insieme, gli uomini e le donne si separassero e discorressero di argomenti molto diversi: le donne di notizie legate alla famiglia e al circondario, gli uomini di economia e di politica.
Dalla Sala del Camino ci si immette nella del Biliardo.
La sala del biliardo
Fra le sale del piano terreno, accanto al Fumoir, spicca una grande sala da biliardo con il soffitto delicatamente decorato e due colonne che richiamano la classicità. Il pavimento è in cotto antico, ma ricoperto da una passerella in legno. Si pensa sia stato posizionato a copertura della pavimentazione agevolare il gioco serale degli abitanti della villa. La dimensione del biliardo e delle porte che danno su questa stanza lasciano intendere che questo mobile fu costruito direttamente sul posto.
La sala di rappresentanza
Dalla Sala del Biliardo si entra nella Sala di rappresentanza dove venivano accolti gli ospiti e dove si svolgevano le serate con l’Alta Società bergamasca e non. Il pavimento è in cotto antico, il soffitto è affrescato. Da questa stanza si accedeva attraverso una porta nascosta nella boiserie verso le scale che portavano al piano superiore, dove si trovavano le stanze da notte. Qui è stato rinvenuto anche il campanello che veniva usato per chiamare i domestici.
La sala della musica e della lettura
Dalla sala di rappresentanza si accede nella sala della musica e della lettura. Si tratta di una stanza abbastanza grande dove campeggia un divano centrale e circolare, su cui si pensa si sedessero i Pintor a leggere o ad ascoltare musica. Questa seduta era molto in voga nei primi del Novecento nelle lobby.
Qui si trova anche lo scheletro di un pianoforte che probabilmente doveva allietare le serate di famiglia o che veniva usato in particolari eventi organizzati per gli esponenti dell’Alta Società.
La stanza da bagno
Sempre al piano terra, affacciato sul secondo giardino, quello più piccolo e intimo, si trova la stanza da bagno. I servizi sembrano risalire alla fine dell’Ottocento, primi del Novecento.
E’ una stanza notevole con pareti in finto marmo e una grande vasca in pietra. Non si sa di che tipo di pietra sia, se pietra di Zandobbio o cosa, ma è comunque molto interessante per forma e posizione.
Le stanze del piano superiore
Al piano superiore si susseguono spazi più privati: stanze da letto, studi e guardaroba. Queste stanze si affacciano all’esterno sulla balconata verso il giardino principale.
Nelle ali laterali e nel corpo posteriore, infine sono ospitati gli spazi di servizio e meno pregiati.
Dove si trova Villa Siotto Pintor
Villa Siotto Pintor è situata all’interno del centro storico di Gorlago, in via Vimercati Sozzi. Lo riconoscete da un sontuoso portale neoclassico. La toponomastica della via ricorda gli antichi proprietari della villa: i nobili Vimercati Sozzi. Ma il secondo giardino si immette su via Siotto Pintor, la cui toponomastica ricorda l’ultima famiglia che abitò la villa.
Gorlago è un piccolo paese della provincia bergamasca, sulla riva destra del fiume Cherio, poco distante dalla città di Bergamo. Questo borgo assomiglia ai bergamaschi: rudi in superficie, generosi nell’animo. Il primo impatto con la sua periferia industriale potrebbe sembrare respingente; eppure raggiunto il suo cuore più antico si scoprono le atmosfere medioevali e rinascimentali che caratterizzarono Gorlago nei secoli passati.
Gorlago oggi è parte delle Terre del Vescovado. Il borgo antico è un luogo contraddistinto da piazze e vicoli lastricati su cui affacciano edifici in pietra: architetture dalle origini alto-medioevali. Ricche dimore nobiliari si aprono su giardini incantevoli. Chiese e oratori conservano testimonianze artistiche uniche nel loro genere. Un tesoro collezionato principalmente durante il Rinascimento, periodo in cui Gorlago raggiunse il suo massimo splendore.
Ville e dimore storiche nei dintorni
A Gorlago si trovano diverse ville, che testimoniano quanto questo paese all’imbocco della Val Cavallina fosse importante nei secoli addietro: Villa Gozzini, dotata di importanti dipinti ed affreschi, e Villa Siotto-Pintor, entrambe risalenti al XVI secolo. Meritano menzione anche Villa Bolis, di proprietà del tenore Luigi Bolis, e Villa della Torre. Quest’ultima merita una citazione particolare, nonché curiosa: veniva difatti chiamata “l’inferno” a causa del fatto che al proprio interno possedeva un affresco di Giovan Battista Moroni raffigurante il Giudizio Universale. Questo però non venne terminato a causa della morte dell’autore, avvenuta proprio quando era stata dipinta soltanto la parte riguardante l’inferno stesso. L’opera venne poi portata a termine dai figli dell’autore. L’opera è esposta a destra nell’abside della chiesa parrocchiale; nella stessa si trovano altre opere del Moroni
Un altro importante edificio è la cosiddetta Casa Quadra, situata ai margini del centro abitato, che era dotata di affreschi talmente belli che vennero portati nello stabile che ospita la Prefettura di Bergamo.
Visite guidate
Tutto quello che vi ho raccontato in questo articolo è frutto di quello che ricordo della visita guidata alla quale ho preso parte durante le giornate d’autunno del FAI e di una chiacchierata su Gorlago e sulle bellezze che si possono trovare in questo paese con Marco Ceccherini dell’Associazione culturale InChiostro.
A adesso che Villa Siotto Pintor ha ricominciato a raccontare la propria storia, se vi è venuta voglia di lasciarvi affascinare di persona dalle sue atmosfere, leggete questo cartello che si trova sul campanello d’ingresso. A buon intenditor… 😉 Basta una mail.
Note: le foto sono in parte mie scattate durante la visita guidata tenuta nelle aperture di ottobre del FAI e in parte gentilmente offerte da Salvatore Linguanti delle Terre del Vescovado
La passione per le ville abbandonate
Dai messaggi privati che ho ricevuto da quando ho pubblicato questo articolo, ho dedotto di non essere l’unica ad amare ville antiche come questa, tutte da scoprire.
Su questo blog potete trovarne almeno 3, di ugual fascino: la prima è Villa Camilla di Alzano Lombardo, abbandonata da moltissimi anni, la seconda è Villa Astori, rimasta disabitata per un periodo sta tornando timidamente alla vita ed è in attesa di importanti lavori di ristrutturazione, la terza è una villa affacciata sulle rive del Lago d’Iseo, in attesa di un acquirente che se ne prenda cura e che la trasformi in un albergo di lusso. O qualcosa del genere.
Se siete curiosi potete visitarle virtualmente leggendo questi articoli:
Visitare (on line) Villa Camilla di Alzano Lombardo, ricca dimora della famiglia di Augusto Pesenti
Torre de’ Roveri: alla scoperta delle stanze segrete di Villa Astori, la villa che “respira”
Palazzo Martinoni, a Riva di Solto, una dimora storica tutta da scoprire (ma solo on line)
Sono felice di essermi iscritta, sono a Bergamo da dieci anni e non ho ancora cominciato ad esplorare. Grazie
Marisa
Ero nella tua stessa situazione. Quando ho deciso finalmente di mettermi a esplorare Bergamo e la sua provincia non sono più riuscita a smettere. Ti auguro di farti travolgere dalla stessa passione per questi luoghi che ha travolto me. 🙂
Grazie un articolo, oltre che interessante, senso di spunti.
Ti ringrazio del messaggio. Sono contenta che ti sia piaciuto, Michela. 🙂
Con tutto il rispetto ma Ceccherini ha scritto solo una parte di quello detto nelle visite
Ho appena risposto su FB. Modificherò il passaggio. Non è mia intenzione dispiacere chi si prodiga per raccontare questa villa con così tanta passione. 🙂
Nessun dispiacere
Adoro le ville abbandonate, difficilissime da trovare ( gli sciacalli o vandali sempre all’opera) e quindi giustamente non segnalate. Articolo interessante, annotero’ qualcosa nelle mie caccie fotografiche. Nb villa Camilla Alzano è invedibile, ricoperta totalmente dalla vegetazione. Grazie!