Scarpe volanti a Bergamo? Pare proprio di sì. L’avvistamento è stato segnalato in uno dei tanti gruppi Facebook della provincia di Bergamo, quello di Bonate Sotto per la precisione, e fanno riferimento ad un paio di sneakers appese ai cavi elettrici nei pressi del semaforo di Madone, nell’Isola Bergamasca.
La foto non lascia dubbi: sono state sicuramente lanciate, non possono essere “volate” da sole. Alcuni si sono preoccupati che atterrino sulle auto prima o poi, altri, invece si sono interrogati sul significato di questo gesto.
Non è la prima volta che mi capita di vedere le scarpe volanti appese da qualche parte: le ho viste sui cavi del telefono, su quelli dell’elettricità, sugli alberi, appesi ai ganci che vengono usati per appendere le luminarie del Natale. Madone è certamente un paese in cui non mi sarei aspettata di trovarle, ma non escludo che presto ne troveremo altre in luoghi ancora più insoliti, sparsi nella nostra provincia.
Scarpe volanti: un fenomeno chiamato Shoefiti
La pratica di lanciare in aria le scarpe legate tra loro e lasciarle appese ai cavi elettrici e della linea telefonica è stata chiamata Shoefiti, termine che viene dalla crasi (unione) di due parole inglesi: Shoes (scarpe ) e graffiti.
Due scarpe sportive vengono legate tra loro con i lacci, e poi vengono lanciate come “bolas” in alto. Molto in alto. Non è facile colpire il bersaglio ed è facile pensare che i ragazzi che hanno lanciato le scarpe in corrispondenza del semaforo di Madone abbiano fatto un po’ di tentativi prima di riuscirvi. Ma una volta colpito il bersaglio i lacci si aggrovigliano al cavo e le scarpe restano lì appese ad un’altezza in cui non è certo facile rimuoverle.
Si tratta di un fenomeno di espressione giovanile che esiste da tempo e sono tanti i significati che gli vengono associati. Probabilmente quello di Madone è un gesto più goliardico che altro, certamente inoffensivo, ma nel resto del mondo sono diventate un fenomeno che ha attirato l’attenzione di molti.
A proposito, se volete saperne di più su Madone, leggete questo articolo: Itinerari d’arte: alla scoperta dei 4 paesi dipinti bergamaschi che ti lasceranno a bocca aperta. Se invece volete saperne di più sul fenomeno dello Shoefiti, continuate a leggere l’articolo.
L’origine del fenomeno delle Scarpe Volanti
Partita infatti dalle zone rurali degli Stati Uniti come manifestazione del folklore adolescenziale questa moda si è estesa a macchia d’olio in tutto il mondo. Troviamo le scarpe volanti in tutte le grandi capitali o città universitarie, in Europa e, di conseguenza, anche in Italia dove è sempre più frequente trovarle nei luoghi dei giovani e degli artisti.
Le origini dello shoefiti sono state accostate all’ambito militare, dove i soldati avevano l’abitudine di legare tra loro gli anfibi militari, spesso dipinti di colori accesi, e lanciarli come rito di passaggio o per festeggiare la fine del servizio di leva.
Altre spiegazioni sono ricollegabili al fenomeno del bullismo o semplicemente dettate dalla noia e dall’ubriachezza, oppure come istinto umano di lasciare il segno o ancor più semplicemente per sbarazzarsi di scarpe vecchie e logore.
I diversi significati attribuiti nel mondo alle scarpe volanti
Lo shoefiti ha alimentato non poche leggende metropolitane. C’è chi sostiene che le scarpe appese ai fili segnalino i luoghi in cui c’è spaccio di droga o in cui è possibile commettere furti. Chi è convinto che sia una pratica usata dalle bande giovanili per commemorare i membri vittime di omicidio o per delimitare i confini. O ancora chi dice che le scarpe volanti vengano lanciate alla fine della scuola o in prossimità di un matrimonio quando si perde la verginità o per festeggiare la fine del periodo di leva. In Nuova Zelanda è addirittura diventata una pratica sportiva amatoriale nelle comunità agricole: la sfida è lanciare più lontano o più in alto stivali di gomma.
Recentemente in alcune zone i cavi elettrici sono stati sostituiti dagli alberi, sui cui rami non è raro trovare vecchie scarpe, tacchi a spillo e modelli di vario genere. Negli Stati Uniti dallo Shoefiti sui cavi elettrici si è passati a ricoprire interamente i rami di un albero con scarpe usate ma della stessa tipologia. Ad esempio, un albero interamente coperto di scarpe con tacco a spillo, aiuta a ricordare la condizione femminile nel mondo, insomma, un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica e catturare l’attenzione sui troppi femminicidi.
Il parere del sociologo esperto di Shoefiti
Blog e siti dedicati allo Shoefiti
Shoefiti è quindi lo slag coniato da “Ed Kohler” che è l’artefice del più famoso blog dedicato a questa forma d’arte. Nel 2005 sono partiti i primi tag virali e internet ha fatto il resto. Una volta approdato a New York, lo “shoe tossing” (il lancio delle scarpe) ha davvero fatto il giro del globo, dall’America alla Nuova Zelanda. Dai centri urbani alle strade di periferia, dai parchi alle foreste. Naturalmente, è più facile incontrare “scarpe volanti” nei quartieri più artistici/alternativi e indie/underground delle metropoli, come Williamsburg a Brooklyn (NY) e Shoreditch nel distretto East End di Londra.
Se fate una ricerca su Instagram – con l’hashtag #shoefiti – vedrete migliaia di fotografie che dimostrano come questo fenomeno urbano, moda o street art che sia, abbia davvero toccato tutti i Paesi. Di solito, vengono lanciate in aria vecchie sneakers (scarpe da ginnastica) ma il contesto locale influisce molto sullo stile: in Texas, ad esempio, preferiscono lanciare stivali da cowboy. E poi, come logica vuole, sugli alberi in montagna penzolano scarponi da neve mentre in riviera svolazzano sandali. Protagoniste indiscusse restano comunque le sneakers dalle suole più consumate, sotto alle quali a volte si possono leggere alcune parole, un nome o una dedica.
Su youtube impazzano i video dei ragazzi che legano le scarpe tra loro e le lanciano contro alberi o fili della luce.
Le scarpe volanti al cinema
Oltre ai blog e ai siti delle scarpe volanti che abbiamo visto sopra, anche il cinema ha reso celebre le scarpe volanti. Uno dei primi film in cui si vedono è “Sesso e potere” diretto nel 1997 da Barry Levinson in cui il defunto Sergente Schumann viene omaggiato con numerosi e spontanei lanci di scarpe.
Lo shoefiti appare anche in film dai temi più leggeri come Stanno tutti bene (1990) diretto da Giuseppe Tornatore, Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003), Sex Movie in 4D (2008) e Creed – Nato per combattere (2015) di Sylvester Stallone”.