Motonave Capitanio lago d'Iseo

Lago d’Iseo | A Lovere la motonave Capitanio, si avvia a compiere 100 anni e diventare simbolo del Sebino

La motonave Capitanio, Gran Dama Navigante del Sebino, è vezzosamente in bellavista all’ormeggio, suggestiva e ammiccante sul Lungolago di Lovere, vicino all’Accademia Tadini.  La Capitanio è un piroscafo poi motonave passeggeri, realizzato in lamiere chiodate, lungo 24 metri e largo 4. Basta guardarla per immaginare quanta vita deve aver solcato le acque del lago sul ponte di quella motonave dal blu così elegante. Il fascino snob d’una nobile signora galleggiante degli Anni Venti del secolo scorso. Proprio come accade per le auto d’epoca, difficile non notarla e non rimanerne affascinati. Anzi forse ancora di più, visto lo stretto legame tra questa imbarcazione, la storia di Lovere e il Lago d’Iseo.

E se, come me, avete gusto per le linee classiche, amore per le costruzioni d’altri tempi (quelle fatte a regola d’arte), e passione per le storie curiose, sono certa che vi fermerete ad ammirarla col desiderio di saperne di più.  Ecco perché ho deciso di approfondirne la storia di questa storica motonave ormeggiata nel porto demaniale dei Tigli a Lovere e di raccontarla qui, su cosedibergamo.com.

La storia della motonave Capitanio 

“La Capitanio” (così viene familiarmente chiamata la motonave Capitanio) si avvia verso i 100 anni. Infatti è stata costruita tra il 1926 e il 1927 dalla Società Anonima Cantieri Cerusa di Voltri (Genova) su commissione della Società di Navigazione a Vapore sul Lago d’Iseo. Originariamente la sua armatura non corrispondeva all’attuale, con sovrastrutture più larghe e dall’aspetto diverso. Fornito inizialmente d’una macchina a vapore della potenza di 90 cv che permetteva la propulsione su una sola elica, il battello, appena pronto, venne trasportato a Lovere per essere varato ed entrare in servizio nel lago nel maggio 1927.

Nel 1932 la motonave venne ceduta alla Impresa Sebina di Navigazione. Nel corso del secondo conflitto mondiale sembra che non sia stata requisita e/o utilizzata dagli uomini della R.S.I. o dai tedeschi. Viene citato un danneggiamento de “La Capitanio” per gli effetti di un’incursione aerea nemica nel 1945, prima della fine del conflitto. 

Terminata la guerra se ne persero le tracce sino al 2004 allorché venne ritrovata in stato di abbandono e quindi restaurata in vista di opportunità turistico-evocative. Alcune fonti, allo stato prive di riscontro, sostengono che nel 1955 sia stata ceduta alla società Luigi Busti S.r.l. di Bergamo che l’avrebbe trasformata in rimorchiatore e quindi posta in disarmo nel 1970.

Da qualche anno ha fatto la sua ricomparsa nelle acque del lago d’Iseo restaurata. In rete non si trovano notizie certe su chi sia il proprietario in questo momento. 


Dati tecnici sull’imbarcazione storica ormeggiata a Lovere

Lo scafo della motonave Capitanio, realizzato in lamiere chiodate, presentava una lunghezza di 24 m e una larghezza di 4 m. Inizialmente dotata di una macchina a vapore della potenza di 90 cv, che ne garantiva la propulsione su un’unica elica, La Capitanio subì, nel 1931, un importante restyling che portò alla sostituzione dell’originario apparato motore con un diesel della potenza di 120 cv realizzato dalla Tosi-Legnano.

Una curiosità: il fumo che si vede uscire dal fumaiolo è prodotto, per scopi meramente coreografici, da una macchina per il ghiaccio a imitazione di quello vero che usciva dal fumaiolo ai tempi del suo solcare le acque del lago d’Iseo come piroscafo.

La Capitanio: perchè la motonave si chiama così

Il nome della motonave, apposto su poppa e fiancate, fa riferimento a Bartolomea Capitanio (Lovere, 13 gennaio 1807 – Lovere, 26 luglio 1833), fondatrice, con Vincenza Gerosa (al secolo Caterina, Lovere, 29 ottobre 1784 – Lovere, 20 giugno 1847, beatificata il 7 maggio 1933 e canonizzata il 18 maggio 1950), della Congregazione delle Suore di Maria Bambina, dette anche suore della Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa.

Il nome prescelto, La Capitanio, le venne assegnato per celebrare il centenario della morte e la solenne beatificazione della loverese Bartolomea Capitanio, fondatrice dell’ordine delle suore della carità, a sua volta, è stata beatificata, appunto, il 30 maggio 1926 e canonizzata assieme alla consorella, il 18 maggio 1950.

La motonave Capitanio si avvia a diventare simbolo della navigazione del Sebino

Tra pochi anni La Capitanio compirà un secolo e certamente questo merita grande attenzione. La motonave attualmente risulta appartenere a una famiglia bresciana. L’amministrazione comunale di Lovere sta dialogando con gli attuali proprietari della nave per trovare il modo di renderla patrimonio e memoria storica della navigazione sul lago, visto che l’imbarcazione naviga verso il traguardo dei cento anni. 

Dove si trova la Capitanio

La motonave Capitanio si trova a Lovere, ormeggiata di fronte all’Accademia Tadini nel porto demaniale detto “dei Tigli” verso il parco giochi Fanti d’Italia. La riconoscete per il colore blu della chiglia e per la forma decisamente retrò. La motonave Capitanio è ormeggiata nel porto «Dei Tigli

Nei giorni scorsi la giunta loverese ha dato il via libera al preliminare di un intervento per mettere in sicurezza e rilanciare il lungolago, per un tratto di oltre cento metri, fino al punto in cui si innesta al marciapiede in cui vengono posizionate le lastre con i nomi degli ospiti del festival del cortometraggio Corto Lovere di cui vi parlerò presto.

L’attuale passeggiata tra i giardini Marinai d’Italia (quelli di fronte all’accademia Tadini) e il porto “dei tigli” è formata da lastroni di pietra che con il tempo si sono mosse dalla loro sede e, verso il lago, da una semplice scarpata con gli scogli che finiscono nel lago.

Cosa visitare a Lovere e nei dintorni

Se vi trovate a Lovere, ecco qualche consiglio per trascorrere una bellissima giornata all’insegna della scoperta, della storia e dell’arte.

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Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.
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Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in rete. 

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