Provincia di Bergamo | Passeggiata alla scoperta di 5 ville storiche di Mozzo

Passeggiata alla scoperta di 5 ville storiche di Mozzo. Sono numerose le residenze di famiglie nobili in campagna presenti nel territorio bergamasco, datate soprattutto tra il Settecento e l’Ottocento. Alcune di esse si trovano a Mozzo e rappresentano il desiderio delle famiglie di uscire dai territori comunali per trascorrere le proprie vacanze in un ambiente diverso.

Immerso tra le pittoresche colline della provincia di Bergamo, il borgo di Mozzo si erge come un gioiello nascosto ricco di storia e fascino. Tra i suoi tesori più preziosi, spiccano una decina di ville storiche, testimonianze di epoche passate e ricche di storie da raccontare.

In un viaggio che si snoda tra eleganti giardini, suggestivi porticati e affreschi d’epoca, con la visita guidata teatralizzata della Gilda delle Arti mi sono immersa in un’esperienza senza tempo, alla scoperta di cinque residenze d’eccezione che incantano con la loro bellezza e il loro patrimonio culturale.

Ognuna, attraverso le sue mura e il suo stile architettonico, racconta di famiglie e personaggi illustri. Un viaggio che promette emozioni indimenticabili e panorami mozzafiato anche se non è possibile visitarle al loro interno perché private.


Villa Masnada

Villa padronale immersa in un parco secolare interamente recintato. La villa è stata edificata in più periodi. Si nota un corpo centrale, i cui muri perimetrali edificati con pietroni di fiume e malta risalgono al secolo diciassettesimo. L’ala destra, tutta in mattoni con architravi, risale invece al secolo successivo. L’ala sinistra è sicuramente del diciannovesimo secolo, così come le colonne neoclassiche della facciata, le balaustre e la veranda.

L’edificio rappresenta uno dei più validi esempi di casa colonica di una certa importanza, l’unico della provincia di Bergamo. Un effetto reso ancora più evidente dall’ambiente in cui è posta la villa, cioè un immenso parco classico all’inglese. La stesura della facciata, con parte centrale emergente in doppia loggia (a piano terra ed al primo piano), coronata da una fascia piuttosto alta, con finestre al sottotetto, e oltre questa da pinnacoli di pietra.

Come già detto, la foggia colonica non sembra appartenere alla cultura italiana, ed in particolare lombarda, di quel periodo.  Dà piuttosto l’impressione di un trapianto eclettico di tempi inglesi o addirittura coloniali.

Nel ‘900 venne abbattuto un corpo di fabbrica sulla sinistra perché toglieva molta luce alle
stanze del piano terra e sostituito da un’ala nuova con veranda, sovrastata da terrazza, in armonia
con l’architettura originale. Le bellezze della villa e della sua collocazione paesistica hanno richiamato l’attenzione di cineasti anche in tempi recenti.

All’interno della Villa vi sono una serie di stanze con soffitti e pareti affrescati, un salone con specchi antichi montati su pregevoli cornici databili intorno alla fine del 1700, e bellissimi soffitti a cassettoni per la maggior parte decorati.

Qualche cenno storico su Villa Masnada e i suoi proprietari

La villa venne fatta costruire dai nobili Sormani, come loro residenza di villeggiatura. Per eredità
passò alla moglie (famiglia Masnada), di antica origine valdimagnina. I Masnada furono grossi
proprietari terrieri in America Latina dove fecero fortuna con lo sfruttamento delle piantagioni di cotone.

Nel 1944 la villa fu requisita dai tedeschi e i partigiani tentarono un assalto per recuperare viveri e munizioni. L’attacco andrò male probabilmente per una soffiata e 9 partigiani morirono.

Della famiglia si ricorda ancora Luigi – detto Gigio – il quale, dopo il periodo bellico, ristrutturò
la villa che era stata abbandonata dai proprietari ed occupata durante la guerra da famiglie sfollate
e da truppe tedesche. La famiglia di Luigi si è estinta con la morte dell’unica figlia Elisa. I lontani
parenti, che hanno ereditato la villa, hanno disposto la vendita degli arredi tramite un’asta pubblica
che si è tenuta nel febbraio ’87

Curiosità: Villa Masnada è stata anche set cinematografico

Villa Masnada non fu solo icona di eleganza e storia, ma anche palcoscenico dove il cinema italiano ha lasciato il suo segno indelebile. Questa splendida residenza, dalle linee regali e dall’atmosfera intrisa di fascino antico, ha svolto un ruolo memorabile come location per il film “Nessuno è Perfetto”, una pagina della cinematografia italiana degli anni ’80.

Con Renato Pozzetto e Ornella Muti come protagonisti, Villa Masnada ha visto sfilare sulle sue maestose soglie un cast di talenti che ha dato vita a una commedia indimenticabile. In questa dimora di nobili ricordi e atmosfere incantate, il cinema ha incontrato la storia, regalando agli spettatori momenti di pura magia sul grande schermo.

Se volete saperne di più sui film girati a Bergamo e in provincia, leggete: Famolo strano (al cinema) | Scopri i set e le location dei 30 film girati a Bergamo e provincia.

Villa Lochis alle Crocette

Villa Lochis alle Crocette di Mozzo

Situata nella frazione omonima, fu la residenza principale di Guglielmo Lochis (qui sotto qualche cenno su questo importante personaggio).

Non sono state trovate notizie dettagliate sulla villa situata alle Crocette di Mozzo: gli storici e gli
architetti l’hanno trascurata, non riconoscendole l’importanza che ha avuto come residenza effettiva della famiglia Lochis. La parte più vecchia della costruzione probabilmente risale al XV secolo,
le successive modifiche apportate nel 1800 l’hanno abbellita di affreschi sulle facciate principali
parzialmente visibili sino a qualche anno fa. Il palazzo era sicuramente punto di blocco per chi entrava in città (o ne uscisse) per pagare il dazio e la famiglia divenne nota e ricca proprio per le
tasse riscosse.

Questa villa si affaccia sulla strada Briantea, importante via di comunicazione che, allora come oggi, collega Bergamo alla Brianza.

Purtroppo, nonostante la sua importanza, questa villa non gode di un ottimo stato di conservazione. Ultimamente sono stati eseguiti lavori di consolidamento degli intonaci delle parti esterne che hanno comportato la perdita di tutti gli ornamenti pittorici, che anche se erano sbiaditi e in pessimo stato di consolidamento, conferivano all’intero stabile una fisionomia di antica casa signorile.

Chi era Gugliemo Lochis

Guglielmo Lochis è nato a Mozzo nel 1789 e si è formato in una Bergamo che aveva aderito all’imperante clima neoclassico. Nel 1816, in occasione della prima visita dell’Imperatore Francesco I a Bergamo, il conte Lochis ha fatto la sua comparsa sulla scena pubblica come membro della guardia Lombardo-Veneta, schierandosi subito dalla parte dei filoasburgici. Negli anni Venti ha iniziato ad acquistare opere d’arte, dando così vita alla sua famosa raccolta conservata presso la villa delle Crocette di Mozzo, dove fu visitata dalle più importanti personalità in transito per Bergamo. Proprio grazie al prestigio della sua raccolta nel 1835 è divenuto commissario d’asta dell’Accademia Carrara e ha iniziato la sua carriera politica.

Dal 1842 al 1848 ha esercitato la carica di podestà di Bergamo e solo a seguito dei moti del 1848 si è spontaneamente dimesso da questa carica. Poi, con il ritorno degli austriaci Lochis è tornato ad essere un uomo chiave nella politica cittadina e negli anni Cinquanta i suoi incarichi sono cresciuti di prestigio: nel 1851 fu membro delle Commissioni provinciali di leva, e ottenne la nomina interinale a deputato, rappresentante dei nobili della provincia di Bergamo presso la Congregazione Provinciale. Nel 1838 fu Presidente dell’Accademia Carrara; nel 1850 gli fu affidata la carica a direttore onorario gratuito dell’Imperial Regio Liceo e due anni dopo da quella di Imperial Regio Ispettore provinciale scolastico delle scuole elementari; nel 1852 fu anche presidente dell’Ateneo di Bergamo.

Questo cursus honorum ha avuto infine i suoi massimi riconoscimenti ufficiali nel 1854 mentre si trovava a Vienna, infatti, l’imperatore gli conferì una delle più importanti onorificenze, la Corona di Ferro di Terza Classe, e poco dopo la nomina a Imperial Regio Ciambellano. Il Lochis morì il 25 luglio 1859.


Pinacoteca Lochis

Credit Luigi Rota – FB page

La Pinacoteca Lochis, anche se non di grandi dimensioni, è forse uno degli esempi migliori di villa neoclassica  della zona bergamasca; la sua costruzione risale probabilmente al 1840, quando il Conte Guglielmo Lochis pensò di costruire nel parco presso la sua casa alle Crocette un tempio dedicato alle “muse”, cioè un’ampia sala ottagonale, coperta a cupola e due sale minori ai lati. Progettista fu l’architetto ticinese Fontana. Successivamente la costruzione fu ampliata sul retro con altre sale su due piani, prendendo vera consistenza di villa collinare.

Gli ambienti interni sono arricchiti da affreschi del pittore Tessa. In particolare il salone centrale è affrescato con fregi e rosoni, secondo il riferimento al Pantheon. La cupola ottagonale ha dipinti cassettoni e una fascia con ritratti di pittori; il pavimento reca al centro lo stemma a mosaico dei Lochis. A fianco delle decorazioni neoclassiche del salone si trova un ambiente decorato all’etrusca, due sale con affreschi arieggianti al rococò, ma con inserzioni paesaggistiche tipicamente ottocentesche e persino un locale con affreschi ispirati al gusto cinese. L’ispirazione “museografica” è avvertibile dal colonnato in stile classico che si spinge al limite della facciata verso il parco. Il portico a tempio è l’elemento architettonico che lega felicemente la villa al grande parco all’inglese. La villa rimase ai Lochis fino al 1943.

Nel 1963 venne acquistata da Ketto Cattaneo, che restaurò accuratamente l’edificio, comprese
le decorazioni di vario stile nelle volte delle sale. Lo stato di conservazione attuale è ottimo; la villa
e il parco sono vincolati da Legge Regionale di tutela monumentale.

Una curiosità…

Forse il più importante documento relativo alla Pinacoteca è l’Album delle firme dei visitatori, che
dà l’idea della sua fama. Tra i visitatori spiccano: l’Imperatore Francesco I, l’Arciduca d’Austria, il
Generale Radeski, l’Imperatrice di Russia Alessandra.

Sfortunatamente alla morte del conte Lochis questa prestigiosa raccolta venne dispersa, contrariamente alle sue disposizioni testamentarie. Se parte dei quadri che la componevano sono oggi presso l’Accademia Carrara, non è grazie alla sua volontà, bensì a seguito di una vicenda legale seguita alla sua morte.

Il conte aveva infatti disposto che la galleria, intesa come opere e costruzione fosse indivisibile, inalienabile, inamovibile, di proprietà dell’erede generale e dei suoi successori in perpetuo, sotto la supertutela dell’amministrazione cittadina, e che si permettesse l’ingresso al pubblico il 25 giugno, giorno di S. Guglielmo. Gli eredi, non condividendo la vocazione collezionistica del conte, non rispettarono la sua volontà, preoccupati anche dal grave onere finanziario che l’eredità comportava. La lunga vicenda legale che ne seguì si concluse con questa risoluzione: i quadri di maggiore valore vennero ceduti in piena proprietà al Comune di Bergamo che li collocò presso l’Accademia.

Villa Lochis al Monte

Sul colle che porta il suo nome, il Conte Lochis possedeva una villa che utilizzava per le proprie
vacanze. Da qui si gode, guardando verso sud, la vista della pianura, mentre verso nord le Prealpi
lombarde oltre ai vicini Colli di Bergamo (durante la seconda guerra mondiale qui erano appostati
presidi militari).

Qui visse per molti anni il violoncellista Alfredo Piatti ospite del genero Carlo Lochis. Sotto la chiesetta dedicata a S. Guglielmo vi è la cripta con la Tomba di Piatti (si trova sotto la scalinata che si vede per accedere all’edificio con la facciata bianca, nella foto).

Tutto il complesso risulta essere molto interessante dal punto di vista storico e architettonico. Si tratta infatti della la somma di edifici costruiti in diversi periodi storici, adattati via via alle diverse esigenze dei proprietari.

La parte più antica risale al medioevo, si può individuare di tale periodo una torre e un cortile interno. Successivamente a questa struttura sono state aggiunte altre parti come portico e stalla. Il secolo scorso la struttura venne ulteriormente ampliata con l’aggiunta della vera e propria Villa Lochis e ricavata la Cappella di famiglia. La Villa, dopo un periodo di abbandono venne acquistata dalla famiglia Marinoni, attuali proprietari, che la ristrutturarono, salvandola dal degrado.

Una curiosità…

La presenza, in epoca medioevale, di una struttura fortificata su quel colle, può essere messa in relazione con altre strutture dello stesso tipo poco distanti. Il Castello Presati, la Bagnada (allora castello dei Mozzi), il “Castello”, la Colombera fanno pensare a una strada fortificata che da Bergamo portava forse a Lecco, via Ponte S. Pietro, passando proprio a mezzacosta del monte.

 

Villa Berizzi

Villa Berizzi si trova oggi nel centro del paese di Mozzo. La villa Berizzi venne costruita presumibilmente intorno alla metà del XVIII secolo come edificio adibito a residenza estiva (destinazione che mantiene tuttora) e quando la osservate dovete immaginarvela immersa tra campi coltivati, prati e boschi. E’ situata a nord della proprietà, con affaccio principale sul giardino, ricco di specie arboree e con un ricercato e armonico impianto di giardino, che esalta la bellezza della villa. Nonostante le modeste dimensioni Villa Berizzi presenta una bella facciata color giallo ocra, di chiara foggia settecentesca. Il progettista e costruttore della villa risulta ignoto, così come l’autore dell’ordito del giardino (piante, siepi e verde).

E’ divisa in tre piani con attico mistilineo. Il piano terra, diviso a metà da un corridoio di disimpegno, che mette in comunicazione l’ingresso principale con il parco, presenta tre sale principali di tre metri di altezza, quattro vani di servizio di altezza variabile ed il vano scala, unico mezzo di comunicazione rimasto con i piani superiori dopo l’abbattimento della scala esterna, avvenuto nel 1979. Il primo piano presenta tre sale principali di altezza variabile e tre vani di servizio. Una sala si affaccia a ovest sul terrazzo. Il secondo piano presenta tre sale principali di tre metri di altezza, cinque vani di servizio e il vano scale.

Un po’ di storia…

Di proprietà della famiglia Locatelli fino al secolo scorso, venne lasciata in eredità dagli ingegneri Vincenzo e Gaetano Locatelli all’avvocato Giacomo Berizzi, nipote dei Locatelli stessi. Nel 1960 la villa passa in usufrutto e proprietà alla moglie Giuliana Previtali Berizzi e alle figlie Emma Caterina e Marialuisa Berizzi che sono tutt’oggi le proprietarie.

Lo stato di conservazione della villa, sia esternamente che internamente, si può considerare buono, tenuto conto che viene abitata per soli tre mesi all’anno. Solo nella parte est sono ancora oggi evidenti i segni dell’abbattimento della ex casa parrocchiale e della Chiesa di San Giovanni Battista avvenuta alcuni decenni orsono per esigenze viabilistiche, probabilmente sovradimensionate. A testimonianza del passato è rimasto solo il campanile, tuttora in funzione.

 

Quanto vi piacciono le ville storiche?

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, il blog che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita. Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio. Il mio obiettivo è ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

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Note

Le 5 ville storiche sono una parte del tour teatralizzato studiato dalla Gilda delle Arti per raccontare Mozzo. Per partecipare, seguite il calendario dei tour. 

Dove non sono diversamente segnalate, le foto sono mie.

Sitografia – Comune di Mozzo 

 

2 comments

  1. Gazie per il Suo impegno . Mi sono trasferito a Brembate dalla provincia di Mi l’anno scorso ed è sempre utile avere informazioni che possano arricchire la ns conoscenza . Dov’ero prima nulla . Tullio

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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