Una mostra permanente che non ci si aspetta in un luogo inusuale come un ospedale e che invece è diventata la prima di una serie di eventi di arte pubblica nelle strutture sanitarie di Bergamo e provincia, The Tube One. E’ questo che desidero segnalare tra le Cose di Bergamo da non perdere assolutamente.
Grazie all’idea di Manuel Bonfanti, artista bergamasco e curatore della mostra, da un paio d’anni è possibile vivere un’esperienza culturale particolare che spero altri avranno voglia di regalarsi. Nel corridoio della torre 1 dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, si trova infatti una vera e propria galleria d’arte contemporanea: 18 artisti bergamaschi hanno donato le proprie opere trasformando un luogo asettico come il corridoio di un ospedale in un luogo bello ed emozionante.
Sono passati quasi due anni dalla prima volta che ho percorso questo corridoio, una domenica pomeriggio, e se ci penso mi commuovo ancora. Ho percorso questo corridoio con le luci al neon, asettico, pieno di opere d’arte, incrociando qualche operatore sanitario ogni tanto e ripensando a quando io stessa lo avevo attraversato per andare a trovare i miei cari, e non avevo potuto fare a meno di provare una strana sensazione mista ad ansia. Non erano le luci, no. A quelle dopo un po’ non fai più caso. Era l’idea di sentirmi autorizzata a provare qualcosa di diverso dai soliti sentimenti che si provano in un ospedale. Perché l’idea di trovarmi vicino alle opere di artisti che vivono in terra bergamasca ha alleggerito il mio cuore e mi ha permesso di godere di quello che l’arte offre: lo stupore e la gioia. The Tube One porta chi lo visita attraverso mondi di sofferenza e di speranza in modo nuovo e inusuale; un corridoio che diventa casa per 18 opere d’arte; un corridoio che ci ricorda che non c’è vita senza arte e che la vita stessa è arte.
Oggi queste opere sono a disposizione del pubblico e sono pronte per essere “adottate” da aziende o privati per sostenere FROM, la Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale Maggiore di Bergamo. L’iniziativa si finalizzerà infatti mettendo all’asta le seconde opere donate dagli artisti (come previsto dal progetto) nel corso di una serata di beneficenza in favore di FROM, fondazione nata nel 2008 negli allora Ospedali Riuniti, oggi Papa Giovanni, per sostenere la ricerca dell’Ospedale.
Forse non tutti sanno che oltre la metà dei progetti di ricerca che si fanno al Papa Giovanni ha un promotore non commerciale. Un dato che non è indifferente, perché significa che la gran parte della ricerca non deve rendere conto ad una casa farmaceutica che ha legittimi interessi commerciali, ma solamente al bene del paziente. Ed è proprio per questo servono iniziative come The Tube One. Gli artisti che hanno aderito all’iniziativa promossa a sostegno della ricerca l’hanno capito e si sono messi a disposizione con la propria arte.
La mostra è davvero particolare. Gli artisti appartengono a una fascia d’età che va dal 1941 al 1979. Questo ventaglio cronologico ha determinato la varietà e la ricchezza espositiva che si riscontra nei diversi linguaggi della pittura, nelle qualità comunicative dei vari materiali, nei cromatismi, nella semantica e, da ultimo, anche nella misura delle opere esposte.
Ho voluto quindi chiedere a Manuel Bonfanti a due anni dall’inizio di questa avventura di arte nelle strutture ospedaliere, quale sia il suo bilancio, sia come artista che come curatore.
M:B. Per quanto mi riguarda si tratta di un bilancio ovviamente non economico ma filantropico notevole e decisamente gratificante. La cittadinanza vive moltissimo il Papa Giovanni e si è accorta dell’arte contemporanea di The Tube One, riconoscendo le qualità del progetto sia a me che sono il curatore, sia a Peter Assembergs, oggi Direttore Generale dell’ Asst Garda, che mi ha fortemente voluto e con il quale ho costruito il progetto insieme attimo dopo attimo.
Ci sono episodi che vuoi ricordare?
M.B. Sarebbero moltissimi gli episodi, ma semplicemente ci tengo a dirti che vengo fermato spesso da persone che mi ringraziano per aver avuto l’idea di portare l’arte in ospedale. Mi piace l’idea di aver portato bellezza in ospedale e di aver aiutato medici e pazienti a staccare per un attimo dalle malattie.
Adesso aspettiamo che ci siano le adozioni delle opere, o dell’intero progetto, da parte di aziende o privati in favore della FROM.
Ma vorrei ricordare una persona che The Tube One tutti i giorni lo coccola e se ne prende cura: il Dott Santo Radici, direttore delle Human Resource, che si sta occupando del restauro di alcune opere danneggiate (quella dell’artista Viveka Assbergs e degli artisti Renzo e Carla) e delle telecamere.
Chi sono gli artisti che hai coinvolto e perché?
M.B. Gli artisti ai quali ho proposto di partecipare sono tutti gli artisti bergamaschi che ho sentito più presenti professionalmente nel periodo più complicato per l’arte, il 2007/8 ossia negli anni della crisi. Alcuni di questi hanno accettato subito e sono quelli che hanno donato le opere di The Tube One, altri invece hanno avuto bisogno di più tempo per capire lo spirito che anima questo tipo di iniziative.
Ecco un assaggio della opere presenti nella galleria dell’HPG23. Non sono tutti ovviamente per due motivi: Il primo è che il mio iphone faceva le bizze quando ci sono stata e non riuscivo a inquadrare come e quando volevo, il secondo è che dovete proprio andarci e rendervi conto di persona della qualità delle opere.
Queste opere invece le troverete diverse da come le ho fotografate perché sono state “danneggiate” e sono in procinto di restauro.
3 comments