Chi l’ha detto che non ci sono più i poeti? Che sono tutti morti o rinchiusi nei loro circoli letterari inaccessibili? Io li ho visti e li ho ascoltati declamare le loro poesie. Li ho guardati mentre si mettevano in gioco con la loro arte, con la voce, con le parole, con il corpo. E ho applaudito le loro poesie. Li ho visti da vicino, come si vede da qui a lì. Mi hanno commosso, emozionato, stupito, divertito. Mi hanno fatto scoprire e toccare davvero con mano (anzi, con due mani) un mondo, quello della poesia performativa, che non conoscevo. Li ascoltati, guardati, ammirati, giudicati e votati. Tutto questo allo Spazio Giovani Edoné di Bergamo, in una delle serate dedicate al (o alla) Poetry Slam.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Cos’è un Poetry Slam
Se vi chiedete cosa sia un Poetry Slam non ci girerò troppo intorno: è una gara di poesia. Anzi, meglio: è una competizione tra poeti. Se vi immaginate quei poeti maledetti, solitari, scontrosi, magari un po’ curvi e sfigati che hanno costellato l’immaginario della nostra adolescenza, be’ siete andati lontani. I poeti performativi sono dei poeti, ma anche dei performer e non hanno paura di confrontarsi con il pubblico e con tutti i pubblici. Non si chiudono nei circoli di lettura frequentati solo da poeti e letterati, universitari o critici letterari: sono tanto coraggiosi da salire su un palco e accettare il giudizio di chi potrebbe dare un 2 o un 3 o un 10. Così, senza sapere chi li sta giudicando, se sono esperti di poesia, letteratura o altro.
È una forma d’arte poetica performativa che nasce dalla strada (come il rap ai suoi inizi) e crea un legame tra scrittura e performance, realizzata con grande economia di mezzi. È una forma poetica popolare, declamatoria, praticata nei luoghi pubblici (bar o altri luoghi associativi) che utilizza una recitazione a ritmo serrato.
Come funziona una gara di poesia performativa
Durante un Poetry Slam i poeti recitano i loro versi, gareggiano fra loro e vengono valutati da una giuria composta da cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico. Si dice che i poeti siano tutti amici, che si rispettino, che imparino gli uni dagli altri. Qualcuno di loro potrebbe essere un cantante, qualcun altro un rapper. Non importa. SI mettono in gioco con le stesse regole. Perchè comunque si tratta di una gara.
La competizione (o competition per dirla all’inglese) è diretta dall’Emcee (Master of Cerimony). Poi c’è il notaio (o almeno così l’ha definito l’Emcee della serata ieri sera): è quello che tiene i punti della classifica e che fa andare il cronometro per controllare che le performance non sforino i 3 minuti consentiti.
I poeti
Regola del Poetry Slam è che sul palco vada solo l’autore della poesia e nessun altro. I poeti si avvicendano sul palco declamando ognuno la propria composizione. Si presentano al pubblico vestiti con abiti normali, senza oggetti di scena, senza strumenti, senza animali. Senza niente. Avranno a disposizione la propria voce e il proprio corpo. Potranno aiutarsi con un leggìo e un microfono. Potranno declamare la poesia a memoria, oppure leggere i propri versi scritti su un foglio, un quaderno o sullo schermo di un cellulare.
La durata della performance
Ognuno potrà affrontare qualsiasi argomento. L’importante è che ciascuna performance duri 3 minuti. Al massimo si può sforare di 10 secondi. Oltre, si pagherà un penalty di mezzo punto ogni 10 secondi.
Alla fine di ogni performance ci potrà essere (e anche no) uno stacchetto musicale suonato da un musicista.
La giuria
Al termine della performance la giuria – assolutamente popolare, assolutamente scelta tra il pubblico in modo casuale – dovrà dare il proprio giudizio. Saranno 5 persone di qualsiasi provenienza, cultura, estrazione non importa quale a giudicare le performance. Ciascuno dei 5 componenti della giuria darà un punteggio da 1 a 10 utilizzando anche i mezzi punti giudicando il contenuto della poesia e l’interpretazione del poeta. E lo farà secondo la propria sensibilità e il proprio gusto.
Le manches e i vincitori
I poeti saliranno sul palco 2 volte. Alla prima manche e alla seconda. I voti della giuria vengono dati a ciascun poeta al termine di ogni performance. Si elimina il punteggio più alto e il punteggio più basso e si fa la somma dei tre rimanenti. Alla fine della seconda manche viene dichiarata la classifica E se si verificheranno dei parimerito, ci farà la manche di spareggio.
Vincerà il migliore. E vincerà… Nulla. L’accesso ad un nuovo Poetry Slam per tornare a slammare.
La storia della Poetry Slam
Se vi chiedete se questi siano veri poeti e le loro siano vere poesie, be’, devo dire di si. E non sono solo io a dirlo. Se lo chiedete a chi studia i nuovi fenomeni artistici, vi dirà che questa è poesia contemporanea. Una poesia performativa che viene dagli ambienti colti, si trasforma in qualcosa di pop e e arriva al grande pubblico.
Lo slam nasce nel 1984 quando Marc Smith, operaio nei cantieri e poeta, organizza una serie di incontri di reading (lettura a voce alta) in un jazz club di Chicago, il Get Me High Lounge. Il suo intento è quello di portare del nuovo nella scena poetica, facendo partecipare il pubblico sul palcoscenico. Nel 1986, Smith incontra Dave Jemilo, proprietario del Green Mill Cocktail Lounge (un jazz-club di Chicago in cui era solito rifugiarsi Al Capone) e gli propone di organizzare ogni settimana, il lunedì sera, una competizione di poesia. La proposta viene accettata, così, il 20 luglio dello stesso anno, nasce il primo poetry slam.
Molto presto l’idea viene copiata in molte altre città degli Stati Uniti, tra cui le metropoli di New York e San Francisco. Nel 2002, a Minneapolis, cinquantasei squadre di poeti-slam si sono presentate ad una competizione/concorso di 5 giorni. Al giorno d’oggi, il poetry slam è diventato una forma d’arte internazionale ed è presente, oltre che negli Stati Uniti, anche in Europa (tra gli altri, in Germania, nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna, in Francia e in Italia). In Europa è soprattutto Grand Corps Malade con l’album Midi20 a far conoscere lo slam al grande pubblico.
Il Poetry slam in Italia
Il primo slam italiano viene organizzato il 21 marzo 2001 all’interno del Festival Romapoesia da Lello Voce – fondatore della rivista Baldus e del Gruppo ’93 – che organizza nel 2002 durante Big Torino 2002 al Museo nazionale del cinema nella Mole Antonelliana uno Slam Internazionale in cinque lingue diverse. Il 30 novembre 2013 viene fondata la LIPS Lega Italiana Poetry Slam nell’ambito del Trieste International Poetry Slam.
Votare con due mani la poesia performativa più bella
Quando ho deciso di andare ad assistere a questa serata di Poetry Slam avevo un desiderio segreto: partecipare in qualche modo. Volevo essere dentro questa esperienza come era successo alla Gamec durante l’inaugurazione della mostra in cui mi ero ritrovata all’interno di un’opera d’arte performativa. E non essendo una poetessa l’unico modo che avevo per partecipare era quello di diventare un membro della giuria.
Ovviamente sapevo pochissimo di questa competizione: non sapevo nè come sarebbero stati i poeti, nè come sarebbero state le poesie. Non conoscevo nessuno e non avevo detto a nessuno che sarei andata ad assistere. Ero in compagnia di un’amica e anche per lei era la prima volta. Ho deciso quindi di lasciare che questa cosa capitasse o non capitasse e di godermi la serata.
Ma…. indovinate? Sono stata la prima ad essere scelta come giurato. E così ho dato i miei voti ai 7 poeti che si sono avvicendati sul palco. Ho dato il mio contributo a decretare il vincitore e quello che mi era piaciuto di più in effetti è stato il vincitore. Ho usato le mie mani, le mie 10 dita. Ho usato le mie mani per applaudire e per dare il voto ad ognuna delle poesie e della performance.
Scoprire che la poesia è viva e che i poeti sono tra noi
La cosa che mi è piaciuta di più? Non saprei dirlo. Mi è piaciuto tutto. Le poesie così particolari, i poeti così “normali”, i loro cervelli così speciali, il pubblico così eterogeneo. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è stata la consapevolezza che la poesia non è una cosa per vecchi. E che i poeti sono tra noi.
Dove si trova l’Edoné di Bergamo
Se questa esperienza vi ha incuriosito e avete voglia di passare una serata diversa, all’insegna della poesia, in un ambiente giovane e informale, ma anche pieno di vita e creatività, vi consiglio di tenere d’occhio il sito dell’Edoné di Bergamo, locale giovane di Bergamo. L’Edonè Spazio Giovani si trova a Bergamo, in via Agostino Gemelli, vicino al Bonaldi, a due passi (due) dalla Rotonda delle Valli.
Anche questa volta mi sono trovata, incuriosita, a leggere di un argomento che proprio non conoscevo ma che tu hai sapientemente raccontato e spiegato. Ammetto di capire proprio poco di poesia ma credo che assistere alla manifestazione sarebbe stata un’esperienza insolita e sicuramente da provare.