#GettyMuseumChallenge, il museo chiama e Bergamo risponde: 10 opere d’arte interpretate dai bergamaschi

Ricreare a casa la propria opera d’arte preferita per la #gettymuseumchallenge. Questa è la sfida lanciata in Rete dal Getty Museum di Los Angeles per coinvolgere i propri follower. Il successo è proprio il caso di dirlo è stato planetario: gli appassionati d’arte hanno apprezzato la sfida e si sono messi in gioco rilanciando sui Social la propria personalissima interpretazione di alcune tra le più belle opere d’arte al mondo.

Anche i bergamaschi hanno raccolto la sfida. In questo momento di isolamento, tra visite virtuali nei musei e molte altre iniziative digitali, i concittadini di CosediBergamo, dalla pianura alla montagna, al lago alla città, hanno apprezzato la proposta dell’istituzione di Los Angeles iniziando ad improvvisare opere d’arte con gli oggetti che avevano a disposizione. Le foto sono state postate, poi, sui canali social.

E dopo averne trovate alcune surfando sui Social e aver deciso di farne una pure io, ecco che mi è venuta l’idea di raccogliere 10 opere d’arte interpretate dai bergamaschi per la #gettymuseumchallenge

Com’è nata l’idea

Sebbene il boom mediatico sia arrivato grazie al Getty Museum di Los Angeles – che ha rilanciato l’iniziativa – l’idea di interpretare con gli oggetti di casa delle opere d’arte famose nasce ad Amsterdam, grazie alla trentunenne Anneloes Officier, che racconta: “Dopo il primo giorno di quarantena l’idea di dover stare a casa per così tanto tempo senza alcuna relazione sociale sembrava odiosa e insopportabile. Così ho pensato a questo challenge: imitare un quadro famoso usando 3 prodotti disponibili a casa. Ho fatto un esempio riproducendo “La ragazza con l’orecchino di perla” usando un asciugamano, una tovaglietta e l’aglio a simulare gli orecchini”.

Ecco quindi  la genesi del challenge, prima condiviso su Whatsapp fra un gruppo di amici e poi su Instagram, subito notato dal Rijksmuseum di Amsterdam: “Ho aperto un profilo Instagram dedicato, chiamato in olandese @tussenkunstenquarantaine, una parodia di un programma tv locale traducibile in “fra arte e quarantena”. Partiti con 600 follower, ora il profilo ne ha più di 250.000, in continuo aumento con oltre 45.000 foto con hashtag #tussenkunstenquarantaine”.

Il Getty Museum non ha fatto altro che rilanciarlo con la challenge. E il resto è storia.

Getty museum instagram 1

Quali sono le regole della #gettymuseumchallenge

Le regole della #gettymuseumchallenge sono poche e semplicissime! Infatti basta scegliere un’opera d’arte tra le tante che sono state realizzate nel corso dei secoli e poi cercare di ricrearla in maniera inedita utilizzando oggetti che si trovano in casa. Tra quelle più evocative e più riprodotte, l’autoritratto di Frida Khalo e il Cenacolo di Leonardo. Ma sono tantissime le opere che si possono trovare sui social, da Medusa di Caravaggio sino alla Ragazza con l’orecchino di Perla, passando poi alla Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci.

Getty Museum Instagram 2

La #gettymuseumchallenge dei bergamaschi

Il Getty Museum chiama e Bergamo risponde. Ecco alcune delle foto più belle che ho recuperato in Rete e che mi hanno mandato alcuni amici bergamaschi che ho contattato in questi ultimi giorni. Come non farne un pezzo?

1. Radio 2.0 – L’Ultima Cena di Leonardo o… della radio?

Se qualcuno sta per urlare allo “scandalo, questi fanno le cene di gruppo in tempo di lockdown”, state tranquilli. Questa foto che ritrae tutti gli speaker di Radio 2.0 Bergamo in aria è stata scattata a fine dicembre dell’anno scorso, in tempi non sospetti, quando il Getty Museum non aveva ancora copiato l’idea a Anneloes Officier. Quindi, se vogliamo dirla tutta, loro sono arrivati prima dei primi.

Possiamo dire che Radio 2.0 era già avanti? Che sapessero già che quella sarebbe stata… L’ultima cena?

Radio 2.0 e l'Ultima cena

2. Barbara Savà, guida turistica, e Balù… in Monet

Barbara Savà è una guida turistica professionista della Città di Bergamo che avete già trovato su questo blog. Con lei abbiamo fatto proprio recentemente il tour virtuale alla scoperta di Piazza Mascheroni in Città Alta.

E’ stata la prima ad aver aderito alla challenge del Getty Museum. Lei e Balù hanno imitato il quadro di Claude Monet “Camille au Petit Chien” addirittura nei primi giorni del lancio della challenge.

Lo sguardo di Balù è uguale a quello del cagnolino della modella di Monet: rassegnato o perplesso?

Barbara Savà per il Getty Museum Challenge

3. Raffi Garofalo, giornalista e blogger (cosedibergamo.com) in Raffaello

Questa sono io e quello che trovate nella challenge possiamo definirlo un metaquadro. Raffaella nella posa del quadro usato per il catalogo della mostra Raffaello e l’l’Eco del Mito, la mostra che ha avuto luogo nel 2018 all’Accademia Carrara di Bergamo.

Raffaella, Raffaello… Un’immagine del quadro e un’immagine con un’immagine del quadro? Ci ho pensato molto: che il metaquadro sia in realtà una metachallenge?

Raffaello e l'eco del Mito

4. Mara Salerno, appassionata di fotografia e autrice del PotaFlash, in Dante Alighieri

Mara Salerno è una giovane appassionata di fotografia molto attiva sui Social, conosciuta in Rete anche per aver lanciato il divertentissimo Potaflash.

La somiglianza di Mara, che si è messa in gioco direttamente nel “Gettychallenge,” con il ritratto di Dante Alighieri del Botticelli è di un’autoironia pazzesca e fa sorridere anche lo spettatore più serio.

La creatività al tempo del coronavirus colpisce per l’uso sapiente… della mascherina!

Dante - Maddy

5. Daniela Martinelli, imprenditrice del Moscato di Scanzo, in Monet

A Daniela Martinelli, è bastata una passeggiata nelle vigne del Moscato di Scanzo della Cascina San Giovanni (dove produce il Moscato Martinelli) per ritrovarsi direttamente in un quadro. Ecco “Iris Jaune” di Montet, olio su tela, 1924 Giverny. Il luogo della foto è splendido e ne ho già parlato in un articolo sull’antica chiesa di San Giovanni dei Boschi  nelle Terre del Vescovado che vi invito ad andare a rileggere.

Il confronto con #VignaSporla “Moscato di Scanzo con Iris Giallo” (tutto naturale), 2020 Tribulina di Scanzorosciate è poetico“.

Non c’è da aggiungere altro.

Impressionisti e Moscato di Scanzo

6. Fabio Fratus, impiegato di banca e blogger (Tusoperator.it), in Botticelli

Una delle prime volte che è stato all’Accademia Carrara di Bergamo, si è stupito della quantità di opere di Botticelli esposte. E si è detto: “Una città così piccola come può avere opere così grandi?“.

“Con questo Cristo Redentore di Botticelli è stato amore a prima vista. E oggi ho voluto rendergli omaggio”. Che ne dite, non è stupendo?

Tusoperator Cristo Redentore di Botticelli

7. Maria Di Gennaro, nonna e instagrammer (@digmar45), in Klee

Maria di solito fotografa il Lago d’Endine e la natura nei dintorni del Lago d’Iseo. Ma questa volta, per partecipare alla #Gettymuseumchallenge si è cimentata con un grande della pittura contemporanea: Paul Klee e il Bunter Blitz (color Lightning, 1927).

E’ bastato un panno blu, delle cannucce nere e gialle, degli stecchini da spiedino e un ovetto Kinder. What else?

Paul Klee

8. Nicoletta, blogger bergamasca (Sentichiviaggia.it), in Leonardo da Vinci

Nicoletta ha deciso di cimentarsi in uno dei dipinti che preferisce in assoluto: La dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci.

Avrei voluto coinvolgere il mio amato gatto nella challenge. Ma si sa, i felini non sono ermellini: hanno altro da fare che mettersi in posa per le foto”. Come darle torto?

Non ho gatti e non conosco molti ermellini, ma la pecorella è perfetta.

Nicoletta e la Dama coll'Ermellino

 

9. Barbara Rossi, impiegata e fotografa, in Munch

L’urlo di Edward Much ha tre versioni. Anzi, da oggi ne ha quattro. E una è fatta con una padella antiaderente, una focaccina ai pomodori e due zucchine giganti. L’idea è di Barbara Rossi, fotografa, che si è cimentata in questa Challenge del Getty Museum con quello che aveva in frigorifero al tempo del lockdown. La foto è piaciuta tantissimo perchè in poche ore dalla pubblicazione ha raccolto più di mille like e l’applauso dell’ideatrice olandese dell’iniziativa!

Una bella soddisfazione, non c’è che dire! Anche se devo ammettere che la prima cosa a cui ho pensato è stato che “sono settimane che non mangio una focaccina. Avrei proprio voglia di urlare!”

Barbara Rossi Getty Museum

 

10. Roberto, appassionato di ricerca e blu, in Klein

Mettere insieme la passione per la scienza e la ricerca e la passione per il blu (nel suo armadio troverete solo questo colore) non è facile. Ma grazie a quest’opera di Yves Klein, Roberto è riuscito a realizzare un’opera che le riassume entrambe. Ora devo solo capire come colloca i post-it in questa sua passione, ma in effetti non posso dargli torto: l’opera è molto somigliante.

Io ho riso un sacco.

Klein per gettymuseumchallenge

 

Note  – Le foto sono in parte mie e in parte fornite gentilmente dagli autori. 

 

 

25 comments

  1. Credo che questa sia un’iniziativa spettacolare. Io mi sono chiesta se mai potessi interpretare qualche opera ma non me ne viene in mente nessuna.

  2. Avevo visto girare delle foto su Instagram ma non sapevo che arrivassero dal challenge lanciato dal Getty Museum: una bellissima iniziativa, virale direi! A me fa impazzire l’urlo di Munch fatto con la focaccina e le zucchine!

    1. Hai avuto buon occhio. Infatti è quella che sta riscuotendo il numero maggiore di like a livello internazionale.

  3. Un’iniziativa che non conoscevo ma che è troppo carina! Il tuo metaquadro mi ha stesa 😂 Molto attuale anche il numero 4 e il 10… la dama con l’ermellino moderna è fantastica con il peluche 😁

  4. L’idea del museo è davvero unica. Un modo per avvicinare le persone all’arte anche in un periodo in cui l’arte sembrava ancora più lontana. E invece ne è emerso che l’arte è più vicina a noi di quanto potessimo immaginare. Tra tutti ho amato follemente l’ultima cena, Munch e Klein!

  5. Ho visto proprio ieri qualche articolo su facebook e sono andata a dare una spulciata! Che iniziativa grandiosa. Devo dire che l’opera che più colpisce è l’urlo di Munch. Sensazionale. Vien voglia di riprodurlo a casa!

  6. Avevo già visto in TV qualche giorno fa queste interpretazioni e devo dire che sono davvero fantasiose. Non so se la mia vena artistica arriverebbe a tanto. L’urlo di Munch è davvero il top

  7. Ma è fantastica questa iniziativa! Pazzesche le copie degli originali… E che fantasia! Adoro quando l’arte incontra l’ironia.

  8. Ho visto tante foto della #gettymuseumchallenge su Instagram ma queste sono troppo belle e divertenti! Complimenti a tutti gli artisti e a te per aver raccolto tutte queste opere

  9. Questo challenge è davvero fantastico! ho letto tutto con interesse, ma soprattutto mi sono divertita a guardare le foto!

  10. Trovo che ci siano alcune interpretazioni davvero incredibili: i guanti, ad esempio. E ho adorato anche l’urlo/focaccia. Davvero quando si tratta di fantasia, siamo imbattibili!

  11. Sono tutti molto belli e complimenti per aver partecipato! Per me vince l’urlo di Munch trasformato in focaccia! davvero fantasioso

  12. Incredibile questa challenge! Tanta fantasia e creatività. Sono talmente belle che avrei voluto continuare a vederne altre! Anche questo è un modo per avvicinarci all’arte.

  13. Un’iniziativa davvero molto bella e alcune delle riproduzioni davvero fantastiche, compresa la tua 😘. Durante la quarantena iniziative come queste sono un gran supporto per allenare la creatività.

  14. Ho pensato se ci fosse qualche opera da poter “riprodurre” in casa, ma la mia fantasia dal punto di vista artistico è davvero limitata. Invece tu e gli altri partecipanti avete avuto delle bellissime idee che hanno dato risultati incredibili. Nicoletta con l’ermellino-peluche poi mi fa veramente morire dal ridere!

  15. Questa iniziativa è molto originale, un museo che cura anche gli aspetti di marketing in maniera geniale è sicuramente un museo da visitare! Nell’attesa è molto simpatico vedere come tutti hanno reinterpreato famose opere, un bel modo per diffondere l’arte.

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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