Forse non tutti sanno che nel cuore di Bergamo Alta, all’interno del Palazzo della Ragione in Piazza Vecchia e lungo le pareti dal Salone delle Capriate si trova dalla fine degli anni O ttanta una bellissima raccolta di strappi di affreschi bergamaschi. Sono decorazioni murali recuperate da chiese e palazzi, o da contenitori storici della nostra città e della nostra provincia. Un vero e proprio Museo dell’Affresco (o Museo degli Affreschi bergamaschi) che vi consiglio di visitare per lasciarvi incantare dai colori e dalla bellezza di soggetti che fanno davvero commuovere.
Un museo che (ancora) non è un museo.
Se cercate il Museo dell’Affresco nell’elenco dei musei cittadini di Bergamo non lo troverete. Si, lo so, sembra impossibile eppure è così. Ma questo è un “dettaglio” e non toglie nulla alla meravigliosa raccolta di affreschi (per la maggior parte strappi) esposta nel Palazzo della Ragione in Piazza Vecchia, nel cuore di Città Alta, che fa di questo luogo un sito museale a tutti gli effetti. E a dir la verità, anche se questo museo non è inserito nell’elenco dei musei civici di Bergamo o della Fondazione Bergamo nella Storia, rientra a pieno titolo nel contesto dell’Accademia Carrara, un’istituzione museale cittadina di grande prestigio.
Salendo i gradini dello Scalone dei Giuristi, percorrendo i pochi metri di passerella coperta, entrando nella Sala delle Capriate, vi troverete di fronte a una delle più belle collezioni di affreschi del Nord Italia. Stiamo parlando di circa un centinaio di pezzi provenienti da Bergamo e provincia che coprono un arco di circa tre secoli (dalla fine del Trecento al Cinquecento) e che hanno superato in alcuni casi oltre sette secoli di vita.
Gli affreschi di Bergamo, città dipinta
Passeggiando per Bergamo Alta, oggi quasi del tutto monocroma, pochi sospettano che le sue architetture in pieno Rinascimento presentassero facciate dipinte e molto colorate che davano un aspetto alla città completamente diverso da quello cui siamo abituati oggi.
Chissà che stupore entrare per la prima volta in una città coi muri parlanti. Pensate alle le delegazioni veneziane che giungevano a Bergamo dopo un lungo viaggio – dalla via che arrivava dal Tonale, lungo Borgo Palatium, Borgo Pignolo, Via Porta Dipinta, Piazza Mercato delle Scarpe, Via Gombito – mentre attraversavano vie e vicoli con edifici rivestiti da storie dipinte. Immaginate la loro sorpresa nell’arrivare in Piazza Vecchia e trovarsi di fronte al caleidoscopio di colori dipinti sul Palazzo del Potestà da un grande artista come Donato Bramante.
Perchè Bergamo era così: una città con edifici impreziositi da facciate che mettevano in scena storie sacre e profane, di prestigio sociale e virtù di governo. Oppure edifici che semplicemente raccontavano per immagini quello che si trovava all’interno degli stessi: una famiglia nobile, un ente di governo, una corporazione, un ospedale o un ente caritatevole.
Tutto questo oggi lo troviamo all’interno del Palazzo della Ragione.
Sala delle Capriate: un tuffo nella storia di Bergamo
Il primo allestimento risale agli inizi degli anni Novanta, curato dall’architetto Sandro Angelini e dal figlio Piervaleriano (lo stesso che un giorno mi ha invitato a visitare Casa Angelini di cui vi ho parlato in tre articoli ), insieme alla supervisione dell’allora direttore dell’Accademia Carrara, Francesco Rossi. I criteri puntavano inizialmente a diversificare i pezzi del Comune di Bergamo e della pinacoteca dell’Accademia Carrara, distinguendo soggetti sacri e profani (i primi nella Sala delle Capriate e i secondi nella Sala dei Giuristi), ma alla fine si è deciso di raccogliere le opere per nuclei attinenti l’edificio di appartenenza.
Oggi, entrando nella grande aula quadrangolare, si può ammirare il gioco delle sette capriate lignee, che da sole reggono gli spioventi del tetto del Palazzo della Ragione e scaricano il peso lungo le pareti, che a loro volta scaricano il peso di tutto l’edificio romanico a terra, grazie al portico sottostante. Ma oltre alla magnificenza strutturale, scandita dai leggeri apparati del nuovo allestimento, si distinguono perfettamente sulle pareti colori, volti, gesti, abiti, che insieme animano scene vive di fede e misticismo. Si percepisce la devozione popolare del passato, quella a cui generazioni perse nel tempo dei tempi si affidavano nella speranza che santi e Madonne avrebbero ascoltato le loro preghiere nei momenti bui e di bisogno.
Gli affreschi provenienti da Bergamo Bassa
All’interno della Sala delle Capriate incontriamo strappi di affresco provenienti dall’ex monastero domenicano di Santa Marta in Città Bassa (quello di cui oggi rimane lo splendido chiostro di cui vi ho già parlato in un articolo che potete leggere cliccando qui), tre dei diciannove recuperati nel 1915 durante la demolizione dell’edificio per far sorgere il nuovo Centro Piacentiniano. Gli altri reperti, invece, sono conservati negli uffici e nel chiostro dell’Ubi Banca in Viale Roma.
Seguono i numerosi strappi provenienti dalla chiesa di Sant’Antonio in foris di Borgo Palazzo (detta così perchè fuori dalle Muraine), sconsacrata nell’Ottocento e da allora adibita ad attività commerciale, i più antichi esposti e tra i più remoti presenti nei numerosi cantieri di città e provincia.
È poi il turno della ex chiesa di Santa Maria Maddalena in borgo Sant’Alessandro (cliccando potete leggere l’articolo in cui vi racconto di questa chiesa) con uno dei più interessanti cicli pittorici ispirati alla Legenda Aura di Jacopo da Varagine, dove si sostiene che la peccatrice in realtà sia da identificarsi con Maria di Magdala, sorella di Marta e Lazzaro (il resuscitato da Cristo), protagonista della spedizione a Marsiglia in Francia.
C’è poi una porzione di parete condivisa tra più edifici ubicati sia in Bergamo Bassa che Alta, su cui trovano posto strappi provenienti dalla chiesa paolotta del Galgario, dalla prima chiesa di Santa Maria delle Grazie in Porta Nuova, da quella una volta intitolata a Sant’Agostino alla Fara e di Sant’Agata nel Carmine lungo la Corsarola.
Gli affreschi provenienti da Bergamo Alta
Si prosegue con gli affreschi provenienti dall’ex convento francescano di Piazza Mercato del Fieno, oggi sede degli uffici della Fondazione Bergamo nella Storia, che ci ha dato i pezzi meglio conservati, per poi arrivare ai resti della decorazione muraria originariamente disposta sul fronte del Palazzo del Podestà veneziano attribuiti a Donato Bramante.
A questo proposito vi potrebbe interessare leggere un articolo che ho scritto tempo fa in occasione dell’evento in cui veniva ricostruita con un gioco di luci e proiezioni la decorazione di Bramante sul palazzo in Piazza Vecchia.
Ecco, oggi potete trovarne parte all’interno del Palazzo della Ragione e sono probabilmente tra le opere di maggior importanza di questo Museo dell’Affresco.
Gli affreschi provenienti dalla provincia di Bergamo
L’esposizione termina con affreschi sparsi provenienti da palazzi nobili bergamaschi. In quest’ultima parte tra scene cortesi, angeli e vergini, Madonne e santi possiamo avere una visione della fede, della storia e della moda del tempo. Una testimonianza che racconta una città e una provincia multicolore.
Visitare il Museo dell’Affresco: ecco perché.
Per visitare il Museo dell’Affresco di Bergamo Alta bisogna approfittare delle mostre che vengono organizzate spesso nella Sala delle Capriate. Infatti non esistono vere e proprie aperture di questo museo, ma essendo una sala espositiva molto usata, quando ci sono le aperture potete approfittarne.
Le mostre che vengono organizzate nella Sala delle Capriate sono sempre molto interessanti. Prendetevi però qualche minuto in più per fare un giro di ricognizione e ammirare gli strappi di affresco che si trovano lungo tutte le pareti, con il naso all’insù, magari rileggendo questo articolo. Sarà un doppio piacere.
Vi potrebbe interessare qualche notizia in più Piazza Vecchia, la piazza su cui si affaccia il Palazzo della Ragione: Alla scoperta di Piazza Vecchia, il cuore di Città Alta a Bergamo.
Wow! Ho studiato per cinque anni a Bergamo Alta e non sapevo degli strappi d’affresco… Appena sarà possibile approfittero’ sicuramente di una delle mostre per dare un’occhiata!
Non conoscevo questo museo non museo! Vorrei davvero visitarlo dopo la tua descrizione! Mi piacerebbe molto leggere e curiosare la storia raccontata dai muri picti
I tuoi articoli fanno venire voglia di fare una bella gita a Bergamo, è incredibile quante cose ci siano da visitare. Bellissimo!
Una città che mai avevo preso in considerazione di visitare, Bergamo. Invece grazie ai tuoi meticolosi articoli me ne sto innamorando pian piano.
Secondo me, e non credo di essere l’unica, stai contribuendo attivamente a far conoscere la città di Bergamo a tutti gli italiani. Dai tuoi racconti sembra una città magica, che ha sempre degli angoli segreti e magici, artistici, da scoprire.
Ti ringrazio Sara! 🙂
Non sapevo di questo “non museo” e sicuramente approfitterò durante un ‘esposizione di fare un salto per vederlo. Mi fermerei anche a cena in città!
Devi assolutamente (quando sarà possibile). Non te ne pentirai: Bergamo offre davvero tanto!
non sono mai stata a Bergamo ma so che è una bella cittadina e prima o poi penso proprio di farci una vacanza
Quando andavo all’università all’esame di restauro ero rimasta molto colpita dalla differenza fra “stacco” e “strappo” degli affreschi…ancora oggi lo racconto…
Questi dovrebbero essere quasi tutti “strappi”.
Sarà anche un “non museo”, ma il palazzo della regione è una location che aggiunge valore all’esposizione! l’interno è bellissimo!
Bergamo è una città che stupisce! Tanti piccoli segreti da scoprire! Il tuo blog è davvero ricco!
Ti ringrazio.