Gite fuori porta: alle miniere di Schilpario (BG) per rivivere la storia e le storie dei minatori bergamaschi

La Val di Scalve è un ambiente prealpino di incantevole bellezza, ma anche un territorio pieno di storie dure, in cui l’uomo ha perpetuato per secoli l’antica tradizione mineraria su cui ha improntando la propria storia, cultura ed economia.  Le Miniere di Schilpario (Bg) sono un’attrazione con un valore educativo straordinario che vi invito ad andare a visitare se passate da quelle parti. Visitare la miniere e i parchi minerari che ci sono oggi nelle nostre regioni è una esperienza forte, da fare anche in compagnia dei bambini. Un’esperienza che ci aiuta a ricordare e ad insegnare ai più piccoli che sono esistiti – ed esistono ancora, purtroppo, in moltissime parti del mondo – lavori estremi,  svolti in condizioni durissime, lavori in cui la salute dei lavoratori e i loro diritti contano pochissimo, se non addirittura nulla.

Oggi la maggior parte delle miniere italiane sono diventate destinazioni turistiche, inserite in territori stupendi (come questo della Val di Scalve, a Schilpario in provincia di Bergamo) dove la visita nelle cavità sotterranee è un divertimento e un’esperienza emozionante con l’unico obiettivo di far riscoprire la tradizione mineraria italiana. Ma è anche il modo per rendersi conto di quanto fosse duro il lavoro per chi operava in miniera.

Verso le Miniere di Schilpario

Visitare le Miniere di Schilpario

All’interno del complesso delle Miniere di Schilpario (nome esatto Miniera Gaffione) si svolgono visite guidate con lo scopo di rivalutare e trasmettere alle future generazioni la storia e la cultura mineraria della Valle di Scalve.

L'esterno della Miniera di Schilpario

Negli anni, sono stati realizzati vari parchi minerari con percorsi museali all’interno delle antiche gallerie dismesse. Questi percorsi, inseriti nell’ambito del “Parco Minerario ing. A. BONICELLI”, sono attrezzati con illuminazione elettrica, documentazione fotografica d’epoca, oggetti e utensili usati nella miniera, ferrovia originale con vagonetti e trenini per il transito dei visitatori. Si percorrono in totale sicurezza e, in questo periodo di distanziamento sociale, vengono anche attuate tutte le misure di sicurezza aggiuntive (gruppi ridotti, mascherine, distanze, etc).

Esterno delle miniere Gaffione di Schilpario

Giovani guide, che hanno frequentato un apposito corso di formazione, e vecchi minatori accompagnano e raccontano ai visitatori la storia delle miniere e il lavoro del minadur.
I percorsi che si snodano per circa 2,5 chilometri, dei 60 esistenti nel complesso minerario di Schilpario, sono itinerari reali da cui emerge la cruda realtà che riporta alla fatica di questo duro lavoro di cui diverse generazioni furono protagoniste.

Parco davanti alle miniere di Schilpario e il panorama

Come si svolge la visita

I visitatori entrano all’interno della miniera con l’equipaggiamento necessario a bordo di un trenino che li porta nel cuore della montagna. Qui ha inizio la prima parte della visita dove vengono spiegate le tecniche che si sono usate nei secoli per scoprire le vene di minerale e di escavazione dei cunicoli e delle gallerie. In seguito, si lascia il treno in sotterranea e si prosegue a piedi accompagnati dalla guida che vi spiegherà la storia delle miniere, i metodi di escavazione del minerale e le dure condizioni di vita dei minatori. Centinaia d’anni di storia che regalano atmosfere e pensieri unici.

Entrare all’interno di una miniera significa ripercorrere un luogo di memoria collettiva; infatti, è solo provando l’esperienza di rimanere diverse ore all’interno di una miniera, attraversando le immense “camere di coltivazione dei minerali”, assaggiando il buio completo  e scoprendo le condizioni di vita di quegli uomini che si inizia a capire veramente cosa doveva essere il lavoro del minatore.

E quando, dopo essere stati per meno di un paio d’ore sotto terra in condizioni disagiate, ci si incammina verso l’uscita e si intravede in lontananza il fioco bagliore della luce, non si può fare a meno di provare stima per quegli uomini e quei bambini (sì, anche i bambini), che ogni giorno della loro vita hanno rinunciato alla luce e all’aria per permettere alle loro famiglie di sopravvivere.

La storia mineraria della Val di Scalve

La Val di Scalve, fu di fatto sino agli anni ’70 dello scorso secolo, una terra a vocazione mineraria per via dei suoi giacimenti di minerali che la resero celebre e contesa.

Prima del 1600, l’escavazione del minerale nelle miniere scalvine, avveniva con metodi arcaici ed empirici. Sotto il dominio della Serenissima repubblica di Venezia, fu introdotta in valle la polvere nera o da mina. L’uso di questa polvere incrementò notevolmente la quantità di minerale estratto dalle miniere. La Serenissima istituì nel 1488 la prima legge mineraria che con i decreti successivi fu da guida nella conduzione delle miniere sino al 1796.

La vena del minerale era individuata negli affioramenti che generalmente erano posti a oltre 2000 metri di quota. Qui il minerale era in vista e lo si scavava scendendo nel cuore della montagna.

Minatori Schilpario negli anni Quaranta

La vita dei giovani purtì

Gli accessi angusti scavati con economia, erano chiamati “bocche“, da lì, i “purtì” scendevano sino all’interno della miniera dove il minerale precedentemente scavato e scelto veniva caricato dentro le caratteristiche gerle (nella foto, sotto).

I purtì erano ragazzini dagli 11 ai 15 anni che venivano impiegati nelle miniere per riportare i minerali in superficie quando non esistevano carrelli e trenini.  Risalivano con il prezioso carico percorrendo il cunicolo che portava all’uscita rischiarando il cammino con la lampada ad olio: trenta chili portati sulle spalle più volte al giorno.
Una ciotola in terracotta posta all’interno della miniera serviva per contare le salite, ognuno poneva nella propria ciotola un sasso per fare la conta dei chili di minerale portati in superficie. Una vita terribile a cui si aggiungevano le angherie dei più grandi di quando il nonnismo era semplicemente un “metodo educativo”.  I racconti che ascolterete vi lasceranno una vera inquietudine addosso.

La storia mineraria recente

Nel nostro secolo (Anni 30) le grandi società siderurgiche (Falk, Breda, Ferromin) rilevarono le concessioni minerarie che sino ad allora erano di privati, introducendo moderni macchinari ad aria compressa, ferrovie decoville e pale meccaniche. Vi fu in effetti una rivoluzione che intensificò la produzione mineraria, i processi di escavazione e di arricchimento del minerale, e anche i minatori iniziarono a recepire i primi salari.
L’attività di fusione del minerale, prodotta con carbone di legna, avveniva nei forni fusori.

Questa lavorazione iniziata molti secoli addietro si perfezionò nel tempo e durò sino alla primavera del 1953. Negli anni successivi, l’attività mineraria fu solo di estrazione e nella primavera del 1972 anche questa cessò definitivamente per non essere più riavviata. In seguito anche le miniere di barite del Giovetto e quelle di fluorite della Presolana chiusero. Si concluse così un’epoca e una tradizione economico mineraria in Val di Scalve.


Una mostra fotografica di Pepi Merisio sulla vita dei minatori

In una delle gallerie delle Miniere di Schilpario c’è una straordinaria mostra fotografica nel cuore della montagna. Le fotografie sono di Pepi Merisio, artista bergamasco che ci ha lasciato delle meravigliose testimonianze fotografiche di quanto fosse dura la vita in miniera negli anni Sessanta. Tutta da scoprire.

 

 

Informazioni utili per organizzare una visita alle Miniere di Schilpario

Se quello che avete letto in questo post vi è piaciuto e avete deciso di andare a visitare la miniera di Schilpario, in Val di Scalve (provincia di Bergamo) ecco le informazioni utili per organizzare la vostra gita fuori porta.

Forse ti interesserà leggere anche:  Scoprire quali sono le altre miniere bergamasche visitabili e programmare una bella gita coi bambini

Orari e prezzi per visitare le miniere di Schilpario (2020)

Aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 11.15 (ultimo ingresso) e dalle 14.00  alle 16.00 (ultimo ingresso).

Luglio e agosto
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 11.15 (ultimo ingresso) e dalle 14.00 alle 16.15 (ultimo  ingresso).

Prezzi
Intero: € 10,00 a persona;
Ridotto: € 7,00 a persona (dai 3 ai 13 anni)

Abbigliamento consigliato per la visita

La visita dura circa 1 h e mezza. All’interno della miniera vi è una temperatura costante di circa 7°C con un’umidità del 95%. E’ consigliato quindi un abbigliamento caldo e comodo, con scarpe chiuse e  impermeabili. I caschetti vengono forniti dal personale all’esterno della miniera.

Caschetti per ingresso alla miniera

 

Ringrazio Anna, la nostra guida, per la sua disponibilità. 

 

 

Note: le foto sono mie e sono state scattate il 28 giugno e il 12 luglio 2020. I biglietti d’ingresso sono stati regolarmente pagati e registrati su supporto informatico

 

 

11 comments

  1. Devo proprio confessare la mia ignoranza; non sapevo neanche dell’esistenza di una miniaera in provincia di Bergamo. Ma adesso che lo so, mi piacerebbe vederla!

    1. Allora ti farà piacere sapere che sono più di una le miniere visitabili in provincia di Bergamo. A Dossena, in Val Brembana, hanno persino trasformato una parte delle miniere in una stanza per la stagionatura di un formaggio, Ol Minadur. Da visitare anche quella. 😉

  2. Quando mi capita di andare in luoghi dove ci sono miniere vado sempre, mi affascinano e mi spaventano allo stesso tempo, ma hanno un grandissimo valore storico e anche umano secondo me.

  3. Non sapevo che Bergamo fosse un tempo zona di miniera. Credo sia stato giusto creare in quella zona una sorta di museo dedicata al duro lavoro dei minatori, in molti casi sfruttati e sottopagati. Prendo nota e se dovessi visitare Bergamo visiterei volentieri la miniera.

  4. Questo è proprio il genere di visite che mi piacciono e se sarò in zona ci porterò sicuramente mio figlio. Grazie delle preziose indicazioni e dell’articolo. Ogni volta conosco qualcosa di nuovo

  5. Per quanto penose e fortemente emotive, amo molto le visite alle miniere. Mi interessano per le storie e le sofferenze che trascinano fino al cuore della terra, ma mi piacciono anche per la conformazione fisica, per l’odore di umido e di polvere. Non conoscevo l’esistenza delle miniere di Schilpario. Andrò sicuramente a visitarle.

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