Al Bigio di San Pellegrino Capolavori Quotidiani: 9 opere della Carrara su 9 scatole di latta dei “bigini”

I volti, gli sguardi e le mani dei protagonisti di 9 opere iconiche esposte all’Accademia Carrara, da questo mese e per tutto il 2023, saranno sulle 9 scatole di latta da collezione contenenti i celebri biscotti del Bigio di San Pellegrino TermeCapolavori Quotidiani è l’iniziativa di co-marketing culturale che lega la pinacoteca di Bergamo alla storica pasticceria della Valle Brembana, messa in pista in occasione di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023.

 

A Bergamo l’arte diventa nutrimento e piacere

5 capolavori quotidiani Carrara e Bigio

“Arte cibo per l’Anima, il Cibo ha il Valore di un’Opera d’Arte, l’Arte e il Cibo insieme salvano l’Uomo”.

Mangiare l’arte è la metafora di questo progetto di collaborazione che lega due importanti realtà bergamasche come l’Accademia Carrara e il Ristorante Pasticceria Bigio di San Pellegrino Terme che danno all’Arte il valore di esperienza fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, in un crescendo di significati.

Coniugare il patrimonio artistico dell’Accademia Carrara con quello della grande tradizione dolciaria di Bigio è la logica conseguenza, in cui la vendita del prodotto acquisisce la forma dell’installazione artistica, una sorta di esposizione diffusa in ambiti urbani.

L’arte pervade quindi riti quotidiani per mezzo di una scatola impreziosita dai Capolavori iconici della Carrara e contenente il buonissimo biscotto Bigio.

Accademia Carrara

Accademia Carrara di Bergamo

L’Accademia Carrara è la pinacoteca di arte antica e moderna di Bergamo. Il percorso espositivo, organizzato su due piani si compone di centinaia di opere esposte che ricoprono un arco cronologico di cinque secoli, dall’inizio del Quattrocento sino alla fine dell’Ottocento, toccando le principali scuole pittoriche italiane e la pittura d’oltralpe di Fiandre e Olanda.

Biscotto del Bigio

biscotto Bigio di San Pellegrino Terme

Biscotto Bigio, un pezzo di storia di San Pellegrino. E’ un frollino di colore dorato, molto profumato, ammaliante e intenso al palato.  E’ un biscotto quotidiano che viene prodotto dal 1934 seguendo la stessa ricetta del suo inventore, con le stesse modalità artigianali, nello stesso posto.

“Il biscotto mi è venuto molto buono!” disse Luigi “Bigio” Milesi, classe 1905, inventore del biscotto a cui ha dato il suo nome, dopo averlo assaggiato per la prima volta. In origine, Luigi Milesi lo distribuiva per la gioia dei bambini e dei loro genitori quando assistevano agli spettacoli dei burattini che organizzava. La qualità del biscotto e l’abilità di manovrare i burattini, sua seconda passione, resero l’inventore del biscotto Bigio di San Pellegrino una leggenda.

 

9 opere iconiche della Carrara impreziosiscono le scatole di latta di biscotti del Bigio

Accademia Carrara e pasticceria Bigio di San Pellegrino unite da un progetto comune hanno realizzato insieme 9 preziose scatole di latta da biscotto sulle quali sono stampati a grandezza (quasi) naturale particolari dei capolavori di Raffaello, Hayez, Pellizza da Volpedo, Mantegna, Moroni, Bellini, Lotto, Trecourt e Fra Galgario.

Se volete collezionarli tutti ecco qui sotto le immagini delle scatole e le descrizioni delle opere che si trovano esposte all’Accademia Carrara di Bergamo.

San Sebastiano di Raffaello Sanzio sulla scatola di biscotti del Bigio

Partiamo dal San Sebastiano di Raffaello Sanzio. L’opera fu dipinta quando Raffaello non aveva ancora compiuto vent’anni. Questo dipinto si impone per una straordinaria finezza esecutiva e per la capacità quasi miracolosa di gradazione della luce, che avvolge la figura  del santo in un’atmosfera dolce e sognante. Fu realizzata per la devozione privata di un raffinato committente e questo spiega l’interpretazione aristocratica dell’iconografia del santo, che tiene in mano la freccia simbolo del martirio.

Attivo inizialmente nella bottega di Perugino, Raffaello lavora a Siena, forse come collaboratore di Pinturicchio, e vede poi la sua definitiva affermazione a Firenze all’inizio del Cinquecento.

Quest’opera è molto importante e Bergamo le ha tributato mostre e iniziative. Qui sotto potete trovare un articolo scritto un po’ di tempo fa.

Ammirare il San Sebastiano di Raffaello (esposto alla Carrara) con l’altissima risoluzione di Haltadefinizione

 

Ricordo di un dolore di Giuseppe Pellizza da Volpedo sulla scatola di biscotti del Bigio

Ricordo di un dolore di Giuseppe Pellizza da Volpedo è una delle opere esposte alla Carrara più amate.  L’immagine della lettrice era diffusa nella pittura dell’Ottocento, ma il significato dell’opera va oltre la scelta del tema. Nello sguardo velato di malinconia di Santina Negri, l’artista ha espresso il dolore per la morte della sorella Antonietta, scomparsa poche settimane prima.

La modella, abbandonata su una poltrona, ha lo sguardo perso nel vuoto, commosso, rapito dallo sconforto, come nel tentativo di evocare il pensiero di una persona cara, di rivivere un momento trascorso insieme.

Meravigliosi gli occhi che troviamo citati anche in opere di artisti contemporanei.

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Ritratto di Bice Presti Tasca di Giacomo Trecourt sulla scatola di biscotti del Bigio

Nato in una famiglia di modeste condizioni, Giacomo Trécourt studia all’Accademia Carrara sotto la guida di Giuseppe Diotti, diventando nel 1842 direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia.

Il ritratto di Beatrice (Bice) Presti Tasca è uno dei capolavori dell’artista. Beatrice era la figlia del conte Ottavio Tasca, poeta e patriota bergamasco, e all’epoca del ritratto era da pochi mesi la sposa di Giovanni Presti, un altro fervido sostenitore della causa italiana.

La giovane indossa un abito verde smeraldo che fa risaltare l’incarnato di porcellana; l’elegante profilo della sua figura sembra misurarsi con quello sinuoso del vaso orientale posto sopra la consolle.

 

Ritratto di Pace Rivola Spini di Giovan Battista Moroni sulla scatola di biscotti del Bigio

L’opera fa parte di un pendant con il Ritratto di Bernardo Spini, il marito di Pace Rivola Spini, ed è da annoverarsi tra i più grandi capolavori di Giovan Battista Moroni, artista albinese determinante per lo sviluppo in chiave moderna della pittura italiana del Cinquecento.

Moroni sceglie di utilizzare il formato a figura intera, tipico della ritrattistica nobiliare, per rappresentare Pace Rivola Spini, esponente di quella piccola aristocrazia di provincia che fondava la sua ricchezza nei commerci o nella rendita immobiliare, più che nel prestigio del proprio blasone.

La donna è rappresentata nel ruolo di volitiva custode della vita familiare.

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Ritratto di Caterina Cornaro di Francesco Hayez sulla scatola di biscotti del Bigio

La tela raffigura l’episodio culminante della vicenda di Caterina Cornaro, talmente popolare nella prima metà dell’Ottocento, da diventare spunto per diversi romanzi storici e opere liriche. Il dipinto descrive il momento in cui Giorgio Cornaro informa la sorella Caterina, regina di Cipro, che la Repubblica di Venezia ha deciso la sua destituzione, annunciandole il futuro confino nel castello di Asolo.

Il dipinto è costruito come la scena di un melodramma, attraverso una regia sapiente delle luci e un efficace studio delle pose e dei gesti.

Hayez, nato a Venezia nel 1791, figlio di un pescatore e testimone della caduta della Serenissima, ebbe una lunga carriera tra Roma e Milano costellata di successi.

 

Ritratto di Lucina Brembati di Lorenzo Lotto sulla scatola di biscotti del Bigio

Il dipinto di Lotto è uno tra i più convincenti ritratti femminili di questi anni, avendo l’artista adottato con coraggio quella maggior confidenza che era in genere riservata alle immagini maschili e sapendo giocare su un’insolita ambientazione notturna.

Lo stemma della famiglia Brembati inciso su uno degli anelli e le lettere “CI” al centro della luna formano il rebus che rimanda al nome di Lucina, moglie di Leonino Brembati, figura di primo piano della Bergamo di inizio Cinquecento. Lucina esibisce una vistosa ‘capigliara’: un’elaborata acconciatura di capelli veri o posticci che venivano raccolti da una reticella e decorati con nastri o gioielli.

Ritratto di giovane pittore di Fra’ Galgario sulla scatola di biscotti del Bigio

Capolavori quotidiani - Fra Galgario

La tela ritrae un giovane artista, vestito secondo la moda del Settecento, immortalato a mezza figura, mentre impugna una cannuccia con gessetto.

L’artista, il bergamasco Giuseppe Ghislandi, più noto come Fra Galgario, è considerato uno dei più famosi ritrattisti italiani del Settecento. A partire dagli anni Trenta del secolo, Fra Galgario comincia a semplificare la struttura dei suoi dipinti, per far emergere la qualità materica dei colori e delle lacche e ravvivare la materia dei corpi raffigurati. Anziano e con problemi di tremolio alle mani, mette a punto una tecnica sintetica ma innovativa, stendendo il colore degli incarnati con le dita.

 

Madonna con Bambino di Mantegna sulle scatole di biscotti del Bigio

Capolavori quotidiani - Mantegna

Realizzato da Mantegna subito dopo i lavori per la Camera degli Sposi a Mantova (1465 – 1474), il dipinto si caratterizza per la forza plastica, quasi scultorea, delle figure e per la raffinatezza dell’esecuzione.

L’opera è estremamente preziosa: per realizzare l’elegante decoro del manto, Mantegna impiega pigmenti blu, lapislazzuli e foglia d’oro. Le sfumature dei grigi che modellano il chiaroscuro sui lembi del drappo in cui è avvolto il Bambino sembrano di lino, come la tela su cui il dipinto stesso è realizzato: quasi un gioco di imitazione, messo in atto dall’artista, tra l’immagine e la sua materia.

Madonna col Bambino di Giovanni Bellini sulle scatole di biscotti del Bigio

Capolavori quotidiani - Bellini

L’opera è stata definita come una delle più belle di Giovanni Bellini, pittore che rappresenta la svolta rinascimentale dell’arte figurativa veneziana. Il capolavoro presenta un linguaggio maturo, teso verso una pittura luminosa e una concezione armoniosa della natura e del rapporto con il divino.

Nel corso del Seicento, la tavola è appartenuta alla Chiesa conventuale di Santa Maria della Pace di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo; nel 1872 arrivò nelle mani dello storico dell’arte e collezionista Giovanni Morelli, che alla sua morte la lasciò all’Accademia Carrara.

Dove acquistare le 9 scatole di latta da collezione dei biscotti  Bigio

Bigio San Pellegrino Terme

Nove capolavori per altrettante scatole da collezione sono in vendita a San Pellegrino Terme (e da gennaio anche alla Carrara di Bergamo e in altri punti della Bergamasca). In ogni scatola è presente la descrizione dell’opera impressa su due lati della confezione e un buono per un biglietto omaggio per visitare la pinacoteca Carrara.

San Pellegrino Terme

Per acquistare le 9 scatole di biscotti in latta da collezione: Pasticceria il Bigio

A Bergamo (da gennaio 2023)

Per acquistare le 9 scatole di biscotti da collezione: Accademia Carrara

Nota: le foto sono in parte mie e in parte recuperate sul profilo instagram del Bigio. Questo articolo è stato scritto su mia libera iniziativa. Le scatole da collezione sono state regolarmente acquistate.

2 comments

  1. Ciao, leggo sempre volentieri i tuoi articoli, hai sempre idee meravigliose ! Continua così!

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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