Albareti è una delle 11 contrade di Ardesio, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Con le sue solide case in pietra, i ballatoi in legno e le stradine strette è un esempio di architettura rurale fantasiosa e spontanea, che conferisce a questi spazi un’atmosfera fiabesca.
Un diamante grezzo all’inizio della Val Canale che ha resistito nel tempo, mantenendo viva quell’atmosfera intima e familiare caratteristica dei tempi antichi. Le origini della frazione infatti risalgono al medioevo e quel clima di semplicità e austerità è sopravvissuto fino ai giorni nostri in perfetta armonia con la natura della valle.
Da qui è possibile partire per un’escursione molto particolare, al Nevaio del Las, il nevaio più basso d’Italia.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Dove si trova la contrada Albareti di Ardesio
Contrada Albareti fa parte del comune di Ardesio, in provincia di Bergamo, nella regione Lombardia.
Provenendo da Bergamo, dirigersi verso la Val Seriana e attraversarla costeggiando il fiume Serio. All’altezza di Villa D’Ogna proseguire verso Ardesio. Giunti in prossimità del paese continuare sulla strada principale fino alle indicazioni per Albareti, che si trova sulla sinistra.
La frazione o contrada di Albareti dista 2,88 chilometri dal medesimo comune di Ardesio di cui essa fa parte.
In corrispondenza dell’ingresso troverete in piccolo parcheggio dove lasciare l’auto.
Come si presenta la contrada Albareti di Ardesio
Albareti è una piccola contrada situata a 840 metri di altitudine in Val Seriana, che, a differenza di altre, si è insolitamente e sufficientemente conservata nelle sue antiche strutture. Ci racconta un storia di montagna, priva di eventi di particolare rilievo, ma ricca delle fatiche quotidiane e dei sacrifici di chi l’ha abitata per secoli. Oggi vi risiedono ancora una trentina di abitanti, tra fissi e villeggianti.
Case in pietra, il fascino del passato
Addentrandosi in Albareti è possibile ammirare l’antico nucleo urbano, dalle tipiche case rurali costruite intorno ad una sorta di piazzetta. La contrada era costituita da un nucleo antico di una quindicina di case con edifici in pietra, molti dei quali seppur restaurati hanno conservato le caratteristiche formali originarie.
Le case del paese sono costruite così vicine da lasciare solo lo spazio necessario per strette stradine e viottoli che formano un caratteristico nucleo chiuso sulla costa del monte.
Dietro le case vi sono terreni a prato, a cui fanno da cornice i boschi e la valletta sottostante. Vicino alle case si trovano pochi orti ricavati da terrazzamenti artificiali.
Il fascino delle case in pietra
Ho visitato Albareti per la prima volta una domenica di ottobre. Pioveva, ma non faceva freddo. La prima cosa che ho notato erano le stradine strette, in pietra, e le case molto vicine le une alle alte. Il reticolo di strade sembra voler proteggere i suoi abitanti dagli intrusi e dal freddo, ma soprattutto dal passare del tempo
Ma quello che colpisce di più sono le pietre. Le pietre naturali sono i primi materiali da costruzione usati nella storia. Oltre al fascino di esistere da milioni di anni hanno caratteristiche di resistenza, compattezza e durata che le rendono superiori ai prodotti di fabbrica: le Piramidi, Stonehenge, il Colosseo, le cattedrali, i terrazzamenti e i muretti a secco (patrimonio immateriale dell’Unesco) sono tra le tante testimonianze viventi di tale superiorità. E qui ad Albareti la pietra diventa vita e difesa.
In tutte le culture antiche e moderne alle pietre è stato attribuito un significato magico tanto che tuttora alcune di queste vengono venerate come sacre: infatti il termine pietra stesso è sinonimo di eternità e di uomo tanto da aver dato origine a nomi propri di persona.
Ecco, qui tutta questa magia diventa vita vera e ve ne renderete conto subito.
Cosa visitare nei dintorni: il Nevaio del Las

Partendo da Albareti, è possibile raggiungere in circa un’ora di cammino il Nevaio del Las, in alta Valle Seriana, sul versante settentrionale della poderosa bastionata di calcare del monte Secco. Detto anche Corna Giàs in dialetto locale, il Nevaio del Làs potrebbe essere tranquillamente iscritto nel Guinness dei primati. Il Gias del Secco rappresenta infatti uno dei nevai semiperenni, ma con i suoi 1100 metri di quota è il meno elevato d’Italia e compare e scompare in funzione delle precipitazioni nevose.
Questo scampolo del Quaternario si trova al sommo di una valletta, di fronte alla contrada Albareti, nascosta da boschi e chiamata, appunto, Las. Il fronte di neve è posto alla base di un canalone, che strapiomba dalla montagna in un piccolo anfiteatro, perfetto a ospitare questa meraviglia della natura che ancora oggi resiste e risorge nonostante i cambiamenti climatici a cui siamo sempre più abituati.
Si tratta di un gioiello unico e quasi sconosciuto: questa meraviglia scende dalla Corna Gias, così ribattezzata dagli abitanti del luogo e che, tradotta dal dialetto bergamasco, significa “Corna Ghiaccio”. Un tempo il nevaio era molto esteso, lungo un centinaio di metri, poi le mutate condizioni climatiche e la diminuzione delle precipitazioni nevose l’hanno via via ridotto fino a farlo scomparire negli anni più caldi. Nel 1993, proprio per il surriscaldamento terrestre e le scarse nevicate, scomparve per la prima volta, per ricomparire, per la gioia di tanti, l’anno dopo. E da allora è scomparso e riapparso svariate volte, seguendo le bizze dei cambiamenti climatici
E ora? Il nevaio nei momenti di freddo e neve migliori raggiunge una lunghezza di una ventina di metri e un’altezza, laddove è a contatto con le rocce del monte Secco, di una quindicina di metri. Purtroppo le condizioni climatiche lo fanno scomparire per anni e ricomparire. Nel 2022 a giugno il ghiaccio si era già completamente fuso e non se ne vedeva nulla.
Un frigorifero naturale per gli abitanti della Valle
Poco più di cinquant’anni fa il luogo offriva la propria disponibilità, come fabbrica naturale di ghiaccio, a diverse famiglie di Albareti, Rizzoli, Marinoni e Valcanale.
Gli uomini, dalla primavera all’autunno, arrivavano lì con i muli per fare scorta di ghiaccio. Impossibile non pensare alle generazioni di persone che per secoli hanno fatto gli stessi passi per andare a prendere il ghiaccio che tutto l’anno, anche in piena estate, rimaneva ai piedi del Monte Secco, grazie al particolare microclima. Fino all’invenzione dei frigoriferi elettrici negli anni sessanta, il ghiaccio del Monte Secco serviva agli usi più disparati; agli usi familiari, ai macellai, ai bottegai, oppure per fare gelati e granite e veniva trasportato anche con slitte chiamate “la preala” trainate da animali da soma.
Escursione al Nevaio del Las

Per raggiungerlo con un’escursione, lasciate l’auto nel parcheggio di Albereti all’inizio della contrada e addentratevi tra le case scendendo per la mulattiera verso il torrente Acqualina. Salite poi per una larga mulattiera.
Lasciato ben presto il bosco di alti abeti e i muschi odorosi di funghi ecco che d’improvviso cambia la vegetazione. Il dislivello si fa un poco più faticoso, ma il grandioso anfiteatro che vi troverete davanti vi riempirà gli occhi e l’anima. Lo spettacolo è davvero incredibile, pur essendo a poco più di 1100 metri di quota vi sembrerà di essere a 2500!
Altre cose da fare nei dintorni
La Contrada Albareti è abbastanza vicina ad Ardesio. Per saperne di più sulle altre contrade di Ardesio, cliccate qui.
Se poi avete voglia di conoscere meglio Ardesio, ecco un paio di articoli per cominciare, dedicato alle tradizioni di questo paese, e uno dedicato ai ristoranti dove se ne cita uno di Ardesio.
- Scasada del Zenerù: Ardesio in Val Seriana scaccia l’inverno a suon di campanacci
- Ardesio | Tradizione delle Croci di Mezza Quaresima, nel Gioedé dè la Mésa: di cosa si tratta
- Scopri i migliori ristoranti dove mangiare le lumache a Bergamo e in provincia
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Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in Rete.
brava Raffi 👏 io abito a Novazza e innumerevoli volte sono andato a piedi agli Albareti dove viveva il professore Martino Bana, che ci ha purtroppo lasciato il 7 gennaio scorso, nella casa prima del ponticello che attraversa il torrente Acqualina per salire al nevaio della Val Las . il tuo articolo illustra ampiamente la frazione di Ardesio e i suoi dintorni. Leggerò con calma anche gli altri tuoi numerosi articoli e scoprirò Bergamo e provincia al meglio anche se io bergamaschio di nascita e crescita già…enne … sicuramente non conoscevo. buon lavoro e buona serata
Ti ringrazio di questo messaggio. Sono contenta che l’articolo ti sia piaciuto. Fammi sapere cosa pensi anche degli altri e se hai scoperto qualcosa di nuovo grazie al mio blog. Buona lettura