Ex colonia Dalmine di Castione della Presolana: un gigante addormentato che domina sulla valle. Si risveglierà? E’ la domanda che si pongono in tanti, ogni volta che scoprono l’esistenza di questo imponente edificio costruito negli anni Trenta con l’obiettivo di ospitare i figli dei dipendenti della Dalmine per le vacanze.
Le colonie estive si diffusero nella prima metà del Novecento anche negli Stati Uniti e nel resto d’Europa, ma c’è una specificità tutta italiana: la monumentalità di questi edifici. Le colonie del Ventennio erano ospitate in edifici maestosi e imponenti (non in baracche di legno o in campeggi di tende, come avveniva nel resto del mondo occidentale), appositamente costruiti seguendo i canoni dell’architettura razionalista e privilegiando l’effetto scenografico sulla funzionalità. Non a caso alcuni di quei fabbricati sono considerati oggi capolavori del razionalismo architettonico. Le colonie dovevano soprattutto stupire e dare a tutti l’impressione di prendersi cura dei bambini col massimo delle intenzioni e degli sforzi. Insomma, bisognava avere la sensazione che di più (e di migliore) non ci potesse essere altro.
Sì, perché una volta erano in pochi ad avere le possibilità economiche di portare i bambini in villeggiatura, al mare o in montagna, per “cambiare aria”. Ci pensavano lo Stato e le grandi aziende costruendo le colonie e gestendole con programmi pedagogici quasi militareschi. Le colonie ci sono state fino alla metà degli anni Ottanta e poi, pian piano sono state soppiantate da CRE, Kindereim, scuola-vacanza, vacanza studio, etc, molto più moderni e a misura di bambino.
Ecco quello che troverete in questo articolo
La storia dell’ex Colonia Dalmine

La decisione di costruire una colonia alpina a Castione della Presolana risale al 1930 quando la Dalmine si accorse che il numero delle colonie già presenti sul territorio nazionale destinate ad ospitare i figli dei dipendenti era insufficiente a soddisfare la richiesta. Così quell’anno acquistò un terreno a Castione della Presolana quasi completamente coperto da una pineta e si assicurò la balconata più panoramica del paese per realizzarci una nuova colonia alpina.
Nel giro di qualche mese assegnò l’incarico all’architetto Giovanni Greppi (1884-1960), la cui creatività fu da subito ostacolata dal problema del contenimento dei prezzi: bella e monumentale sì, ma senza esagerare con le spese. Greppi fece del suo meglio anche se mettere un freno alla propria creatività fu dura, soprattutto quando alcune soluzioni architettoniche venivano bocciate per via dei costi. Ma alla fine l’edificio venne completato e inaugurato il 9 luglio 1933, intitolato alla memoria di Mario Garbagni, presidente della Dalmine da poco deceduto.
Com’era la Colonia Dalmine di Castione

La Colonia Dalmine era un imponente edificio a quattro piani, che racchiudeva 55 locali su un’area di 750 mq con un volume di 12.000 mc. La parte di maggior importanza però era rappresentata sicuramente dai giardini, circondati da una pineta e pascoli per 34.000 mq che possiamo ammirare ancora oggi.
L’edificio che accoglieva l’ex Colonia Dalmine si componeva di una grande rotonda di testa che si può ancora vedere dal piano strada di Castione, da una grande sala riunione e sala per attività ricreative, e di un corpo rettangolare, dove erano collocati i dormitori, l’infermeria, le residenze delle maestre e i vari servizi. La cucina era invece collegata alla cantina e alla dispensa da una scala interna e un locale intermedio la collegava al refettorio.
Più sotto una casa colonica liberty e una chiesetta dove venivano portati a messa i bambini la domenica.
In attività per più di 50 anni
La Colonia Dalmine funzionò a pieno ritmo quasi da subito. Se nel 1930, prima della costruzione della colonia, i bambini ospitati a Castione della Presolana erano stati solo 42, nel 1933 (primo anno di funzionamento del nuovo edificio) la cifra dei piccoli ospiti era salita a 245, e 348 nel 1938. Nel 1940, con lo scoppio della guerra, l’attività si interruppe per poi riprendere nel 1941 accogliendo anche i figli dei prigionieri o dei caduti in guerra.
Fino al 1972 il registro delle presenze testimoniò una ospitalità sempre costante. Il massimo dell’accoglienza fu tra gli Anni 50 e la fine degli Anni Sessanta. Ma negli anni Settanta il modello pedagogico delle colonie entrò in crisi proprio quando si afferma definitivamente l’abitudine di chiudere le aziende in agosto e le famiglie partivano per la villeggiatura. I bambini che venivano mandati in colonia erano sempre meno e nel 1986 la Colonia Dalmine chiuse definitivamente.
Com’era organizzata la giornata dei bambini che frequentavano la Colonia Dalmine

La colonia ogni anno, poteva accogliere, in due turni estivi, fino a 400 ragazzi figli di dipendenti della Dalmine dai 6 ai 12 anni, a spese della Pro Dalmine, anche per quanto riguardava il vestiario. Tutti i bambini ricevevano infatti prima della partenza due divise che avrebbero dovuto indossare dal primo giorno fino all’ultimo (coi dovuti cambi). I genitori li segnavano cucendo il numero di matricola del bambino su tutti gli capi (biancheria compresa) così da permettere il riconoscimento tra tutte le divise quando venivano portate in lavanderia e restituite ai piccoli.
La Colonia Dalmine, come tutte le colonie estive del Ventennio, era il prolungamento estivo della scuola invernale, anzi uno dei luoghi privilegiati dell’educazione nei quali venivano trasmessi ai giovani ospiti i cardini dell’ideologia del tempo: dal culto del corpo alla valorizzazione dell’identità nazionale, dall’osservanza della liturgia ai riti del militarismo. Sopra potete vedere una piccola galleria di immagini della vita in colonia tratte dall’archivio della Fondazione Dalmine.
E dopo la guerra, con metodi e ideologie diverse, continuò nel suo scopo di prendersi cura dei bambini e di fargli trascorrere le vacanze in montagna respirando aria buona. La giornata dei ragazzi era caratterizzata da grandi passeggiate in fila per due seguiti a vista dagli educatori, giochi a squadre, canti, spettacolini, momenti di gioco libero, momenti di relax.
I ricordi e le testimonianze di chi ha frequentato l’ex Colonia Dalmine di Castione
Se volete leggere il racconto di un nonno che la frequentò subito dopo la guerra, cliccate qui. Leggerete il ricordo commovente del primo soggiorno in colonia di un bambino di pochi anni, all’indomani della guerra, del viaggio in treno fino a Clusone e poi in trasbordo sul pullman, dello stupore per l’imponenza dell’edificio, del momento della malinconia la sera nelle camerate e la gioia di rivedere il papà una domenica mattina. Chi è stato in colonia può capire e ritrovarcisi.
In rete ho trovato anche un servizio giornalistico del 1984: potrete vedere le interviste ai bambini che stavano frequentando la Colonia Dalmine e scoprirete così dalla viva voce dei piccoli ospiti la loro vita in quel di Castione.
Cosa ne sarà dell’ex Colonia Dalmine di Castione della Presolana?
L’attività cessò nel 1986: dell’ex Colonia Dalmine di Castione della Presolana è rimasto il ricordo di file di pullman, file di bambini vestiti di rosso e blu che per tre mesi animavano la vita del paese e un edificio abbandonato al suo destino.
Ora l’area è di proprietà del Comune: è chiusa e non è visitabile se non in particolari momenti. Se volete vedere le foto di com’è ora l’ex Colonia Dalmine, cliccate qui (è il sito di Danilo Bazzani che ha fatto delle foto Urbex molto interessanti che soddisferanno la curiosità di molti).
Dagli Anni Ottanta si sono succedute ipotesi di recupero della struttura: da casa di riposo a struttura alberghiera, passando per centro di formazione professionale fino a struttura socio sanitaria e ricreativa. Tutti progetti raccontati ma non andati a buon fine. Il destino della colonia Dalmine sembrava quello di ospitare l’istituto alberghiero o un campus per tutte le università lombarde o una “summer school”, ma ad oggi ancora nulla.
Per recuperare la ex Colonia Dalmine si dice che ci vogliano almeno 15 milioni di euro, qualcuno azzarda addirittura 20-25 milioni. Difficile dire dove stia la cifra esatta, quel che è certo che i costi fissi di gestione sarebbero comunque alti ed è necessaria un’idea davvero vincente. Diventa quindi cruciale trovare una soluzione sostenibile dal punto di vista funzionale ed economico. Una scommessa non facile da vincere, ma noi incrociamo le dita: questo edificio merita una seconda vita.
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Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.
Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze, la mia conoscenza del territorio e tutto quello che scopro sui libri o in rete, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.
Se siete affascinati dalla storia delle Colonie Alpine della Bergamasca, perché le avete sempre chiuse e vi siete chiesti come fossero un tempo o perché le avete frequentate da piccoli, ecco qualche altro articolo che spero vi possa piacere. Sono storie di grandi edifici, di ideologie, di bambini: piccole storie che si intrecciano con la grande Storia. Eccoli:
- A Selvino alla scoperta di Sciesopoli: il luogo da cui passarono 800 bambini diretti verso la Terra Promessa
- Alta Val Brembana | La storia e le storie delle colonie di Piazzatorre: la Bergamasca e la Genovese.
Se invece siete a Castione della Presolana o avete in programma di andarci e volete saperne di più, ecco una piccola lista di suggerimenti e ispirazioni da cui partire:
- Val Seriana | Visita al Museo del Mulino di Castione della Presolana
- Val Seriana | Alla scoperta dell’antico borgo di Rusio a Castione della Presolana
- Val Seriana | Il curioso caso delle ville sorelle di Giò Ponti a Castione della Presolana per… due fratelli gemelli!
- Val Seriana | Gita fuori porta al Pora Beach, spiaggia in alta quota da cui ammirare le Orobie e le sue valli
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Note: le foto sono in parte mie, scattate ad agosto 2023 e in parte recuperate in rete
Sitografia:
Facoetti
Danilobazzani.it
Manarea.it
bergamasca.net
ebay.it
Ciao sono stata proprio ieri in visita al Mulino ed ho ammirato anche la bellezza della Colonia soprastante. Anch’io nel 1966 sono stata in colonia ma a Ponte Nossa Clusone, con i figli degli invalidi di guerra e conservo ancora dolci ricordi. Bello l’articolo. Mi ha portata indietro nel tempo.
Interessantissimo, io ho 76 anni e sono stato da bambino per 3 stagioni a Castione colonia Dalmine, ho ricordi annebbiati è un po’ tristi poiché da bambini la lontananza dai genitori e dalla propria casa dominavano sul resto, comunque, per tornare al tuo articolo, complimenti bello ed interessante
Non ho mai soggiornato in questa colonia, ma è bello che la memoria di quei momenti resti viva. Grazie
Buona sera anche io ho frequentato la colonia per due anni, quanti bei ricordi. Bravo ottimo articolo. Mariangela
È sempre interessante riscoprire il passato da tramandarsi facendolo leggere hai nipoti che non credono o non pensano sia verità pura la vita dei fanciulli dai sei ai dodici anni.
Brava bravissima per aver proposto questo momento di vita vissuta dai NONNI.
Anch’io sono stato un frequentatore della colonia di. Castione per 4 anni dal 1960 al 1964 e quest’anno sono tornato per la prima volta a rivedere la colonia dispiaciuto perché chiusa ho anche foto di quegli anni . Sono di Massa(ms)