Necroturismo a Bergamo e in provincia Il titolo non deve spaventare ma, anzi, stimolare la curiosità perché Necroturismo significa scoperta. I cimiteri infatti rappresentano un patrimonio da conoscere in quanto beni culturali di eccezionale interesse e a Bergamo ne ho individuati 8 (+ 1 chicca) che raccontano piccole e grandi storie, curiosità e percorsi d’arte.
Il necroturismo, chiamato anche da molti come turismo cimiteriale nasce per proporre itinerari alternativi che rivelano tutti gli aspetti della morte interpretata dall’arte, con approfondimenti dedicati agli artisti e ai poeti cimiteriali, alla genesi dei cimiteri monumentali italiani ed europei, alla scoperta dell’architettura cimiteriale contemporanea, fino all’analisi dell’iconografia cimiteriale.
A Bergamo e in provincia non si sente spesso raccontare di tour e visite guidate nei cimiteri. Nel cimitero monumentale di Bergamo sì, ma degli altri cimiteri si tende spesso a raccontare e meno a mostrare. E spesso neanche a raccontare.
Eppure Bergamo e provincia sono ricche di luoghi dell’eterno riposo pieno di storie umane e monumenti d’arte straordinari e di curiosità. Cimiteri come musei a cielo aperto, ex cimiteri che diventano centri polivalenti, cimiteri che celano misteri, cimiteri che contengono gioielli della storia dell’arte…
Scopriamoli insieme.
Ecco quello che troverete in questo articolo
8 cimiteri ed ex cimiteri bergamaschi (+ 1 nascosto) da scoprire
Necro-turismo significa scoprire i cimiteri che rappresentano un patrimonio da conoscere in quanto beni culturali di eccezionale interesse. Dalle tombe monumentali ai churchyard, dai cimiteri “aziendali” ai monumenti funebri di personaggi illustri, il necroturismo ci rivela la storia e le curiosità legate a questi luoghi di confine tra presente e passato e ci racconta delle storie di uomini, di donne, di artisti e di persone comuni.
Leggete anche: Quattro chiacchiere con Lisa Martignetti, #laragazzadeicimiteri che con le sue foto ci svela la bellezza dei cimiteri di Bergamo (e non solo).
#1 A Bergamo: Cimitero Monumentale, un museo a cielo aperto
Il cimitero Monumentale di Bergamo, progettato nel 1897 da Ernesto Pirovano, è un vero e proprio museo a cielo aperto, che conserva al proprio interno un ricchissimo patrimonio di sculture e architetture del XX secolo. Se vi piace l’arte e volete andare preparati, vi consiglio il libricino di una giovane studiosa che ha fatto un lavoro di ricerca molto interessante sulle architetture e sulle sculture all’interno del cimitero; si tratta di
Gli autori delle edicole e dei monumenti presenti sono tra le figure più rilevanti nel campo dell’arte del Novecento. Tra di loro Ernesto Bazzaro, Attilio Nani, Trento Longaretti, Giacomo Manzù, Piero Brolis, Gianni Remuzzi, Piero Cattaneo, Elia Fornoni, Luigi Angelini, Pino Pizzigoni e Giovanni Muzio.
Aggirandosi con rispetto nel camposanto sarà possibile scoprire la bellezza di queste opere che si intrecciano con la storia delle famiglie e dei personaggi di cui è ricca la città di Bergamo. Ma non solo. Passeggiando tra le file di monumenti sarà possibile rivivere la storia degli ultimi 150 anni di Bergamo, quella delle cronache cittadine, dei personaggi noti e meno noti.
Per darvi un esempio dei personaggi sepolti che potete scoprire al Cimitero Monumentale di Bergamo, leggete: Personaggi bergamaschi | Enrico Rastelli, giocoliere bergamasco che inventò la giocoleria moderna all’inizio del Novecento.
Se volete saperne di più su questo luogo, leggete: Visitare il Cimitero Monumentale di Bergamo, un luogo pieno di arte, di artisti e di storie.
#2 Bergamo Redona: Edoné, un ex cimitero diventato centro giovanile polivalente

Quello di cui vi sto per raccontare è un ex cimitero diventato centro giovanile e dehor estivo. Si trova a Redona, un quartiere della periferia di Bergamo che fino al 1927 era un Comune a sé, staccato dalla città. Il cimitero di Redona smise di esistere nel 1962 e oggi resta visibile soltanto l’ingresso, ossia il “portico dell’Angelo” all’interno dell’area verde collocata negli spazi del centro giovanile Edoné. A quarant’anni dalla chiusura del camposanto, come prescrive la legge, è stato infatti possibile trasformarlo per una nuova funzione, quella di un parco pubblico.
Il progetto di trasformazione del cimitero in parco pubblico ha considerato tema dominante la sovrapposizione di una memoria storica ancora viva nel quartiere, la sacralità del sito che è uno degli elementi più caratteristici della forma urbis del borgo. I progettisti hanno previsto infatti il restauro architettonico e il riuso delle belle architetture funerarie degli anni Venti, con la volontà di creare allo stesso tempo uno spazio sociale vivo con spirito di rinascita, nell’intento di far confluire la presenza sempre numerosa di giovani.
Nel prato antistante, il percorso storico, posto al centro, è segnato dai cipressi originari e da una linea spezzata in pietra, su cui ci si può sedere. Sul lato esterno del parco corre un’ampia passeggiata pavimentata in cemento con intarsi in pietra, ombreggiata da una nuvola di ciliegi e arredata con panche di disegno originale. Sul lato opposto sono piantate a gruppi delle Davidie (alberi a fiori bianchi, “dei fazzoletti”). Completa l’assetto vegetale una ricca piantagione di rampicanti, gelsomini e edere.
Per approfondire, leggete: Scoprire cos’è il Poetry Slam e votare il miglior poeta performativo della serata all’Edonè di Bergamo
#3 A Sforzatica (Dalmine): il cimitero che accolse le spoglie (forse) di Evita Peron
Il cimitero di Sforzatica è il classico cimitero di un paese dell’hinterland bergamasco: discreto, un po’ defilato. Venne edificato nel 1811, quando si abbandonò la consuetudine di seppellire i morti in chiesa. L’ingresso è posto su via Battisti, mentre attorno si estende un’ampia area verde tenuta a prato sfalciato. Accanto scorre la roggia Coda del Serio.
Nel cimitero non sono più state fatte sepolture da quando è stato costruito il cimitero comunale di viale Rimembranze. L’Amministrazione di Dalmine ha approvato il progetto per la rigenerazione del vecchio cimitero di Sforzatica, situato in via Battisti. E’ possibile che leggendo questo articolo tra qualche anno, il cimitero sia diventato un giardino della memoria com’è in progetto ora. Due sono gli interventi previsti. Il primo riguarderà l’interno: le salme verranno spostate e lo spazio diventerà un giardino, un “luogo della memoria”. Il secondo intervento riguarda l’esterno: ci saranno una ciclabile, un parcheggio e svariate aree verdi.
E fin qui nulla da eccepire, se non fosse che a questo cimitero è legato un mistero davvero intrigante che lega la storia di questo luogo alla storia di Evita Peròn. Si dice infatti che qui furono conservate le spoglie mortali della donna. In realtà si dice anche che fossero nel cimitero monumentale di Milano, ma è proprio questo il mistero: qual è la verità?
Per saperne di più, leggete: Curiosità | Sulle tracce di Evita Peron a Sforzatica (Dalmine): forse fu sepolta nel vecchio cimitero a due passi da Bergamo
#4 A Verdello: il mausoleo della Famiglia Abbiati, ricco di tesori da scoprire

A Verdello, sempre nell’hinterland di Bergamo, nel cimitero del paese si trova uno dei mausolei più belli della Bergamasca: un vero e proprio scrigno ricco di tesori di cui si sapeva poco fino a qualche mese fa (2023). Stiamo parlando del Mausoleo Gambarini-Cagnola-Abbiati che solo recentemente è passato nelle mani del Comune, grazie alla rinuncia dei nove eredi della famiglia Abbiati, che hanno acconsentito a non seppellire più i loro cari all’interno della cappella.
Gli esperti lo sapevano già, ma adesso anche noi comuni mortali abbiamo capito che chiamarla cappella è decisamente riduttivo. Il monumento, oggetto di studio da parte dell’architetto verdellese Riccardo Scotti, appassionato di storia locale, è molto di più. Lo confermano i sopralluoghi effettuati sul sito che hanno portato alla luce dei veri e proprio tesori artistici.
All’interno del Mausoleo fatto edificare nel 1823 da Carlo Maria Gambarini si trovano, infatti, dei meravigliosi busti in marmo di Carrara: tra questi anche il busto di Rosa Tarsis Cagnola, ultima erede dei Gambarini, realizzato dal celebre scultore Vincenzo Vela oltre ai sepolcri di Carlo Maria Gambarini e Teresa Lucchini realizzato dallo scultore milanese Luigi Cocchi.
La proprietà del Mausoleo passò di famiglia in famiglia fino al 1943 anno in cui Francesco Lattuada lo vendette ai quattro fratelli Abbiati, tra cui il musicista Franco.
Recentemente il mausoleo ha aperto le sue porte alle visite guidate. Per approfondire, leggete: Il mausoleo apre le sue porte ai Verdellesi.
#5 A Bonate Sotto: Basilica romanica di Santa Giulia diventata luogo dell’eterno riposo

La storia e la funzione della Basilica di Santa Giulia è strettamente connessa allo sviluppo nel tempo dell’area in cui si trova. Da un lato la sua costruzione e il suo declino trovano ragioni nella storia dell’abitato di Lesina. Dall’altro il suo destino funzionale in epoca moderna si lega allo sviluppo del complesso cimiteriale di Bonate Sotto. In poche parole, Santa Giulia nasce basilica, muore e diventa cimitero.
Il complesso cimiteriale di Bonate Sotto nasce e si articola proprio a partire dai resti della chiesa romanica di Santa Giulia e ne è caratterizzato. A seguito dell’Editto di Saint Cloud del 1804 e al seguente Decreto Ministeriale del 1806, le sepolture fino ad allora raccolte dentro e fuori le chiese dei centri abitati, vengono spostate al di fuori dei recinti urbani, in aree periferiche.
L’amministrazione comunale di allora decise di riusare i ruderi di Santa Giulia come campo santo, dando a questi una configurazione, più definitiva, costruendo un muro esattamente sul sedime dell’impianto basilicale. Il luogo così individuato formava un giardino destinato alle sepolture, mentre nella parte protetta dal tetto si andarono a costruire tombe addossate ai muri, come era consuetudine nelle chiese.
Le prime sepolture ebbero luogo nel 1810, ma ben presto si rese necessario ampliare gli spazi. Dei conseguenti sviluppi appaiono rilevanti porzioni poste all’estremità est e ovest dell’impianto basilicale. Il primo ampliamento, posto sul retro, corrisponde a una cinta muraria in mattoni formata per tre lati da una serrata archeggiatura cieca, mentre per quanto riguarda il lato d’ingresso si sviluppa una cancellata in ferro battuto con pilastrini tronco-piramidali conclusa agli estremi da due cappelle di famiglia.
Per approfondire leggete: All’antica Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, gioiello del Romanico
#6 A Crespi d’Adda: un cimitero organizzato come la fabbrica

Il cimitero di Crespi d’Adda è uno di quei cimiteri che vi colpirà per molti motivi, dall’architettura, all’organizzazione alla filosofia che sta dietro la sua costruzione. Si trova alla fine del paese di Crespi d’Adda ed è in linea con la fabbrica e l’abitato. Filosoficamente ripropone la struttura e la vita del paese operaio, con tutte le sue regole e le sue suddivisioni in classi sociali.
Il campo santo una forma planimetrica rettangolare. L’entrata si trova a metà del lato maggiore, proprio di fronte ad un maestoso monumento funebre di forma piramidale, che ricorda in una forma rivisitata in senso industriale gli ziqqurat centro americani. Nei prati centrali del camposanto, concepito in stile evidentemente anglosassone, sono ordinatamente disposti i piccoli cippi, tutti rigorosamente uguali, a memoria di coloro che vennero sepolti a spese dell’azienda. Le prime file sono spesso occupate da bambini che, a quel tempo, spesso non superavano i primi anni di età a causa delle malattie.
Sul perimetro venivano invece disposte le tombe di coloro che preferivano avere una tomba più importante a proprie spese con i classici intensi epitaffi che i sofferenti sopravvissuti dedicavano al defunto. Qui, se siete curiosi potete andare a leggere quelle epigrafi volte a celebrare la vita operosa dei defunti che chiudevano letteralmente il ciclo di vita del lavoratore della fabbrica Crespi.
A sovrastare tutto, immenso, maestoso, ingombrante, si innalza il mausoleo Crespi. Una piramide di cemento e ceppo dell’Adda che emerge dalla terra e abbraccia tutti coloro che hanno dato la vita per la grandezza della fabbrica. Un edificio rigoroso e massiccio. Collocato in cima ad una scalinata, allude al conseguimento progressivo delle virtù e al messaggio edificante trasmesso dagli esempi di vite insigni, come il Foscolo aveva cantato nei Sepolcri a proposito de “l’urne de’ forti”.
Per approfondire leggete: Un tuffo nel passato visitando il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, Patrimonio dell’UNESCO.
#7 A Sarnico: il cimitero con il Mausoleo Faccanoni, perla del Liberty
Ed eccoci in riva al lago d’Iseo, alla scoperta di un cimitero che accoglie uno dei mausolei in stile liberty più interessanti della Bergamasca. Si tratta del Mausoleo Faccanoni, presso il Cimitero di Sarnico: un’ imponente opera dell’architetto milanese Giuseppe Sommaruga, realizzata nel 1907 in stile eclettico.
Il Mausoleo Faccanoni è una delle opere architettoniche in Liberty che si trovano nel Comune di Sarnico e che ne fanno la capitale di questo stile. Fu progettato per divenire sfondo scenografico dell’intero cimitero, grazie alla combinazione di effetti teatrali (scalinate e struttura piramidale) e materiali dalla diversa resa luministica.
Edificato a ridosso della collina, è stato costruito utilizzando solo materiali di provenienza locale: Sarizzo della Val Seriana per lo zoccolo; Ceppo di Brembate per il corpo dell’opera; Pietra di Sarnico per le gradinate; ferro battuto e bronzo per il cancello di accesso alla cripta.
Questa interessante opera di architettura funeraria dimostra ancora una volta quanto i cimiteri, oltre ad essere luoghi di grande raccoglimento, in cui vivere il ricordo privato o condividere la memoria collettiva, rappresentino anche un patrimonio storico, artistico e architettonico molto prezioso, in grado di raccontare molto della nostra cultura, ma anche in grado di sorprenderci per le molteplici curiosità che regalano ad un occhio attento.
Le particolarità di questo monumento funebre sono diverse, ma tra questi segnalo che sono assenti o quasi i richiami simbolici alla religione cristiana, che normalmente erano inseriti in questo genere di costruzioni: la croce si confonde in un tripudio di putti e solo sul cancello di ingresso alla cripta essa colpisce lo sguardo del visitatore.
#8 A Romano di Lombardia il Cimitero della Gamba per far camminare i bambini

A Romano di Lombardia c’è un piccolo cimitero che è davvero un gioiello. Si tratta del Cimitero della Gamba, inaugurato nel 1776, che ha l’aspetto di una piccola chiesa a tre navate, ma senza un tetto a copertura.
Nel corso degli anni il Cimitero della Gamba ebbe varie aggiunte architettoniche, alcune fatte nel corso dell’Ottocento tra cui la cappella dedicata a Rubini, con il mausoleo scolpito da Luigi Gerli. Ma a partire dall’anno di costruzione del Cimitero Nuovo nel 1894 iniziò un’epoca di declino, che fece sì che lo stesso mausoleo Rubini venne spostato nel nuovo camposanto in occasione del centenario della morte del tenore.
Luogo di pace e tranquillità, il Cimitero della Gamba, recentemente ristrutturato, è reso senz’altro speciale dagli epitaffi antichi che si trovano lungo le pareti della camminata. Vi si leggono storie di uomini e donne morti troppo presto, ma anche ricordi e omaggi più sereni, pur se avvolti dal dolore di chi gli sopravviveva.
Una curiosità succulenta: Fino a non troppi anni fa, era consuetudine per gli abitanti di Romano di Lombardia portare al Cimitero della Gamba i bambini che tardavano a camminare per tre domeniche consecutive. I piccoli, al suono della Messa, venivano fatti passeggiare lungo la croce disegnata sul pavimento mentre i genitori recitavano il “Credo”. Questo, secondo la tradizione, serviva per farli iniziare a camminare.
#9 La chicca: l’ex cimitero nel cortile della canonica di Sant’Alessandro a Bergamo che pochi conoscono
Arriviamo alla chicca. Ho scoperto questo luogo per caso, durante l’evento teatrale itinerante Walk in Shakespeare (nelle due foto sopra). La penultima location dove si recitava una delle tragedie shakespeariane era proprio il cortile della Canonica di Sant’Alessandro, uno dei luoghi centrali e più nascosti di Bergamo Alta. Qui si trovano ancora le lapidi di sepoltura dei canonici che nel Seicento venivano seppelliti accanto alla cattedrale (vedi foto sopra).
E’ un luogo nascosto, invisibile ai più, celato dietro il portone della Casa più stretta del mondo, che altro non è che un tramezzo per unire l’edificio orientale che chiude la piazza col Palazzo della Ragione. Da qui e da un portone lungo il passaggio dei Canonici (la via che da via delle Beccarie porta in Piazza Vecchia) si entra nel Cortile della Canonica di Sant’Alessandro. Addossate alla parete rivestita in cotto corrispondente alla parete laterale della Cappella del Crocefisso si possono ancora vedere le lapidi di sepoltura recuperate dal pavimento della Cattedrale, così come di fronte, lungo il portico, se ne possono trovare altre.
Il cortile della canonica è citato come ex cimitero e veniva utilizzato proprio così. Sul prato circondato da una cancellata si trova una singolare colonna in pietra. Si tratta di una di quelle che colonne che si innalzavano ai crocicchi delle strade per ricordare la venuta di San Carlo Borromeo a Bergamo, o di quelle innalzate dopo la grande peste del ‘630.
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Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.
Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze, la mia conoscenza del territorio e tutto quello che scopro sui libri o in rete, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.
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Note: le foto sono in parte mie, scattate nel 2023 e in parte recuperate in rete.
Sitografia
- Bergamonews.it
- Bergamodascoprire.it
- Promoisola.it