Val Seriana | Visita al Museo del Mulino di Castione della Presolana

Un piccolo torrente che scorre, un edificio cinquecentesco in pietra e legno, una ruota in legno appoggiata al muro, un affascinante ponte in legno che passa sopra il torrente. Tutt’intorno la  natura che piace e sorprende. No, non siamo in una fiaba. E non siamo nemmeno sul set della pubblicità del Mulino Bianco. Siamo a pochi passi dal centro di Castione della Presolana, in provincia di Bergamo, sui monti della Val Seriana. Qui si trova il Museo Le Macine, una piccola raccolta etnografica collocata all’interno di un mulino del 1500 restaurato nel corso degli anni dai coniugi Sergio Percassi e Rosanna Visini. Il Mulino di Castione della Presolana è  uno di quei luoghi che si possono  inserire nell’elenco delle chicche della Val Seriana che vanno visitate almeno una volta nella vita.

L’ultimo dei mulini di Castione della Presolana

Dal ponte di Castione, subito dopo il centro storico sulla via principale, guardate verso il basso, noterete un vecchio edificio in fondo alla stretta valle. Intuirete immediatamente che quello è un antico mulino, uno di quelli che in tempi lontani erano immancabili lungo il corso di fiumi e torrenti.

Siete al cospetto dell’unico testimone dei numerosi mulini e segherie che furono costruiti nel corso dei secoli lungo la valle che, per l’appunto, viene ancor oggi chiamata Valle dei mulini. Il Mulino di Castione della Presolana (così viene comunemente detto l’edificio che ospita il Museo Macine di Castione) è inserito in un paesaggio incantevole dove tutto fa pensare a uno di quei luoghi stupendi di pace e di poesia che si vedono nei quadri di una volta o che si immaginano leggendo un libro di fiabe: “C’era una volta una coppia di sposi che vivevano in un vecchio mulino accanto al ruscello, circondato da boschi e prati verdi…”.

Il Mulino di Castione della Presonana

L’inizio della storia del Mulino di Castione  della Presolana è antica e risale a cinque secoli fa. L’edificio fu edificato inizialmente come segheria per poi essere trasformato in un mulino. L’antico mulino ad acqua sovrasta imponente il paesaggio, fiero della sua storia e del suo fascino. L’unico tra i cinque che un tempo sorgevano lungo il corso del torrente ad aver sfidato gli eventi e ad essere arrivato quasi intatto fino ad oggi, regalando al suo territorio uno dei siti più belli e interessanti da visitare.

Nel Mulino di Castione della Presolana si macinava il mais con la ruota in pietra e poi veniva setacciato per separare farina e crusca.  E questo, per secoli. Poi la spinta idraulica venne superata e nella valle dei mulini tutto cambiò: nessuno, di notte, sentì più il suono della campanella che cadendo dalla tramoggia sulla ruota avvertiva che il cereale era finito. Erano luci che si spegnevano per non riaccendersi più. Il macinatoio di Castione resistette finché poté: chiuse negli Anni ’60, dopo che gli altri quattro mugnai presenti lungo il Borzo avevano già rinunciato.

Nel 1981 una coppia di coniugi bergamaschi lo acquistarono e iniziarono qualche anno dopo (1989) dopo aver ripulito e disboscato tutta la valletta ha iniziato un enorme lavoro di ristrutturazione, non solo per quanto riguarda lo stabile, ma anche per gli ingranaggi e le attrezzature che servivano per la produzione di farina bianca e gialla fondamentali per la preparazione del pane e dell’immancabile polenta bergamasca.

Il museo etnografico del Mulino di Castione della Presolana

Il Museo Le Macine è un vero e proprio museo etnografico inserito in questa splendida struttura di origine cinquecentesca, ad oggi ampiamente rimaneggiata. Particolarmente suggestivo risulta il contesto ambientale in cui è inserito, con i curatissimi prati scoscesi e verdissimi che dalle rupi sovrastanti degradano verso il ruscello.

Quello che vedete è il frutto di un recupero importante eseguito dall’attuale proprietario che ne cura ancora oggi la manutenzione e che raccoglie con passione oggetti ed attrezzi legati alla cultura e alle attività tradizionali della montagna.

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All’esterno è stato realizzato un suggestivo ponticello in legno che rende accessibile il grande spazio verde posto oltre la sponda destra del torrente. Da lì si può ammirare ancora intatto il meccanismo di funzionamento della grande ruota esterna in legno che, grazie alla forza dell’acqua, trasmetteva il movimento con unico albero agli ingranaggi presenti all’interno, costruiti con denti in legno per essere sostituiti in caso di usura.

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Alla grande ruota esterna che si trova addossata ad un lato del mulino erano collegati gli ingranaggi che provvedevano al funzionamento delle macine per il frumento e il granoturco poste al piano superiore. Tramite l’ausilio di grandi cinghie si mettevano in funzione le due macine, mentre altri macchinari invece separavano la farina dalla crusca.

Visitare il Museo Le Macine di Castione della Presolana

Al piano interrato infatti si trovano ancora i meccanismi originali del mulino; al piano intermedio ci sono le due macine mentre al piano superiore invece è stato creato un vero  e proprio museo etnografico con gli oggetti raccolti in decine di anni dal proprietario che offre ai visitatori una panoramica completa di oggetti scolastici, militari, agricoli, attrezzi per il cucito, di uso domestico e molto altro ancora.

Nella grande sala che un tempo accoglieva i tavoli di un ristorante, oggi sono esposti numerosi utensili e oggetti di uso quotidiano legati al lavoro ed alla vita del mondo contadino ormai scomparso. Troverete contenitori per il latte di ogni dimensione, forme e contenitori per fare il burro, mastelli per fare il formaggio, i registri su cui si teneva traccia della spesa del mese dal macellaio. Macchine per cardare la lana e arcolai per fare i gomitoli. Centrini e merletti di tutte le forme. E perfino oggetto che serviva per insegnare a camminare ai bambini, ancora in voga nei primi anni Trenta.  

E poi quegli oggetti della vita degli uomini di una volta, del tutto dimenticati e sostituiti dalla modernità. Ed è il caso degli scaldaletto, degli oggetti per la scrittura e per la scuola. Ferri da stiro in ghisa e macchine da cucire dal 1800 in poi. C’è persino la lampada del capostazione con la luce rossa e verde per fermare e far ripartire il treno. C’è un’intera sezione dedicata alla professione del geometra e una dedicata al calzolaio, con le preforme per fare le scarpe su misura che tenevano conto di alluci valghi, dita storte, calli… 

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Informazioni utili per visitare il Museo del Mulino di Castione della Presolana

L’ingresso al Museo Le Macine, in via Sant’Antonio a Castione, è libero ed è aperto agli ospiti da aprile a novembre il sabato pomeriggio e la domenica tutto il giorno. Nei mesi di luglio e agosto è possibile visitare il museo tutti i giorni. Orari: dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30.

Si può visitare gratuitamente grazie alla disponibilità del proprietario che guida con passione i visitatori lungo tutto il percorso espositivo.

Credetemi, scoprirete un mondo che davvero vi farà venire la pelle d’oca. Gli anziani si emozioneranno rivedendo gli oggetti del loro passato. I più giovani avranno la possibilità di comprendere quanti passi avanti abbiamo fatto grazie al progresso e al benessere.

Se amate i musei etnografici e i mulini

Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.

Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

Se anche voi come me amate visitare i luoghi pieni di storia e di storie che hanno caratterizzato il territorio bergamasco, ecco una piccola lista che spero vi ispiri: 

Nota: le foto sono mie e sono state scattate ad agosto 2023.

7 comments

  1. Mi farà piacere se va a vedere il sito dell’associazione amici della Presolana… mi spiace non abbia citato esplicitamente il mio libro sulle ville e la villeggiatura in questa alta valle ( Silvana editoriale) da cui mi pare abbia attinto abbondantemente per ville de Bartolomeis di Gio Ponti …. Anty Pansera

    1. In realtà il volume è stato citato nelle prime righe dell’articolo in grassetto, dove ho specificato anche di averlo acquistato. Sono una sua lettrice soddisfatta e mi spiace che lei non sia stata altrettanto soddisfatta della citazione, non era mia intenzione dispiacerle. Vedrò di specificarlo meglio all’interno dell’articolo sottolineando che è un volume che vale la pena di essere acquistato quando si è appassionati di dimore storiche.

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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