Il Serbatoio di Sant’Agostino, gioiello dell’Acquedotto di Bergamo a Porta Sant’Agostino

Chissà quante volte siete passati accanto al Serbatoio di Sant’Agostino, gioiello dell’Acquedotto di Bergamo, senza saperlo. Nascosto all’ombra dell’omonima porta, rappresenta il polmone idrico di Bergamo alimentando con le proprie condutture le abitazioni del capoluogo orobico. Quasi inglobato nella struttura delle Mura, a due passi da Porta Sant’Agostino,  è la sede di una delle cisterne più antiche della città e delle pompe che mandano acqua alla città bassa.

Se avete voglia di scoprirlo, non perdetevi una visita guidata che di tanto in tanto organizza UniAcque.

Non solo acquedotto, ma anche centrale idroelettrica

Ai piedi delle mura venete e dell’omonima Porta, il serbatoio di Sant’Agostino con le sue volte a botte fu costruito fra il 1876 e il 1881 per raccogliere l’acqua delle grandi sorgenti: in principio quelle di Bondo Petello di Albino, poi quelle di Algua, e poi ancora quelle della Nossana.

Questo acquedotto fu inaugurato nel 1881, in pieno periodo Liberty. Entrando nel cortile, vi sembrerà che il tempo si sia fermato, anche se, all’interno, gli impianti storici sono stati sostituiti da impianti più nuovi e tecnologici.

Visitando la centrale potrete vedere le pompe che distribuiscono l’acqua verso le varie parti della città e il motore che trasforma la potenza dell’acqua in energia. Questo significa che ci troviamo di fronte ad un acquedotto che funziona anche come centrale idroelettrica.

La storia del Serbatoio di Sant’Agostino

Realizzato a ridosso delle Mura Veneziane a cavallo fra il 1876 e il 1881 sacrificando una parte del Baluardo di San Michele, il fabbricato venne immediatamente collegato alla sorgente di Bondo Petello situata nei pressi di Albino iniziando così ad alimentare la parte bassa della città.

Gli acquedotti di Castagneta, Sudorno e Prato Baglioni continuarono a rifornire Città Alta sino al 1889 quando, a seguito dei numerosi problemi causati dall’inquinamento delle fonti e della conseguente propagazione di epidemie di tifo, portarono la giunta al collegamento con il nuovo serbatoio e all’attivazione di un’apposita pompa.

La necessità di sostituire le antiche infrastrutture e i problemi di approvvigionamento presenti nelle contrade arroccate sui Colli portò alla decisione del governo comunale di puntare su una seconda fonte, quella di Algua, che fu attiva a partire dal 15 giugno 1912.

L’inaugurazione e l’attività svolta dall’amministrazione comunale all’inizio del Novecento sono rimaste impresse nella memoria degli abitanti della città complice le due lapidi poste sulla facciata del Serbatoio.

Le volte a botte della struttura iniziarono a ospitare a partire dal 1959 le acque provenienti dalla Sorgente del Costone a Casnigo e dal 1971 quella della Nossana, conservando così il ruolo di riserva idrica nei momenti di massimo consumo, coincidenti principalmente con l’orario dei tre pasti principali.

 

Da dove arriva l’acqua che rifornisce l’Acquedotto di Bergamo Sant’Agostino

L’acqua arriva dalle due sorgenti della Val Seriana: Sorgente della Nossana di Ponte Nossa e Sorgente del Costone di Casnigo.  Con un sistema di canalizzazioni scende verso la città ed entra nella prima cisterna a Torre Boldone. Poi da Torre Boldone- Ranica riparte e arriva all’acquedotto nei pressi della Porta Sant’Agostino. Qui trova una vasca di raccolta che funziona da polmone e viene ridistribuita in città secondo il fabbisogno dei cittadini attraverso un sistema di pompe.

La Nossana è un affluente di destra del fiume Serio. Si sviluppa nell’omonima valle e raccoglie le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dalle vallette e alture circostanti. Questo corso d’acqua è importante non solo per la presenza di numerosi magli che nel corso dei secoli hanno garantito prosperità al paese, ma anche per il fatto che le sue acque alimentano l’acquedotto che, con una portata stimata tra i 900 ed i 1.500 litri al secondo, permette di soddisfare il fabbisogno idrico di 118.000 persone nella provincia di Bergamo.

La sorgente del Costone è a Casnigo: ha una portata complessiva di quasi 600 litri al secondo.

Il viaggio dell’acqua dalle valli alla città

Per avere dell’acqua a noi basta aprire il rubinetto, ma prima di arrivare nelle nostre case il percorso è stato lungo. Lo schema di rete dell’acquedotto si sviluppa dalle sorgenti e dai pozzi attraverso le condotte di adduzione (878 km) e la rete di distribuzione (4.581 km). Il sistema idrico provinciale di Uniacque si avvale anche di ben 770 serbatoi sparsi sul territorio, i quali vengono utilizzati per compensare le punte eccessive di consumo e per garantire una riserva idrica.

Le sorgenti di Bondo Petello ad Albino (captate a partire dal 1880), quelle di Algua che riforniscono prevalentemente Città Alta (impianto realizzato nel 1910 e successivamente potenziato nel 1921) le sorgenti del “Costone” a Casnigo (1959), i pozzi trivellati di Curno (1967) ed infine le sorgenti “Nossana” (1971) sono la fonte di approvvigionamento della città e del suo hinterland. L’acqua di Bergamo, percorre decine di chilometri di tubature, è raccolta in 12 serbatoi di oltre 16.000 mc, è distribuita nelle 240 fontane della città e raggiunge capillarmente i rubinetti in tutti gli edifici.

Quello che vedete nelle foto qua sotto è il serbatoio di Sant’Agostino e serve per portare acqua nelle case nei momenti di picco, ossia le ore del pranzo e della cena, quando tutti si mettono ai fornelli e utilizzano l’acqua per cucinare.

La rete di distribuzione garantisce l’allacciamento finale alle singole utenze tramite condutture sulle quali vengono collocati: il contatore per la misura del consumo, i rubinetti di manovra (apertura e chiusura del flusso) e apposite valvole che impediscono il ritorno di acqua eventualmente contaminata.

Se vi interessa vedere il ciclo dell’acqua, ecco il poster studiato da Uniacque per raccontarlo nelle scuole. E’ molto ben fatto e semplice da interpretare.

Il consumo di acqua a Bergamo

Bergamo consuma 300 litri d’acqua al secondo per un totale di circa 219 litri di acqua potabile al giorno per persona, un consumo che posiziona la nostra provincia circa a metà della graduatoria nazionale.

Ogni anno Bergamo consuma 9 milioni di metri cubi d’acqua, suddiviso su tre acquedotti cittadini. Il prelievo nazionale di acqua a uso potabile invece ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (+ 6,6%, ovvero 585 milioni mc rispetto al 1999), pari a circa 26 milioni di mc/giorno. Mica bubbole!

Acqua di Bergamo, acqua buona

L’acqua di Bergamo è certamente una delle “potabili” più buone d’Italia (come più volte
in passato evidenziato dai test di “Altroconsumo”): ha una durezza media ed un contenuto piuttosto basso di minerali e, quindi, può essere annoverata tra le oligominerali.

Tra le acque potabili più povere di sodio vi è in assoluto quella dell’acquedotto di Bergamo, la quale viene promossa a pieni voti anche per quanto riguarda le basse concentrazioni di nitrati (pericolosi per i neonati e le donne incinte) e per i composti organoalogenati (pesticidi, solventi ed altri inquinanti).

L’impegno rigoroso di Uniacque inizia nel controllo della qualità dell’acqua delle sorgenti e dei pozzi e scorre con essa fino ai rubinetti di casa: con il razionale utilizzo delle risorse idriche, la competente gestione e la frequente manutenzione degli impianti, verifiche e test su tutta la rete. Non a caso Uniacque dispone di uno dei più attrezzati e certificati laboratori chimico-batteriologici operanti in Italia nel settore idrico.

Una curiosità: la fontana che non è una fontana

Mentre visitavo l’acquedotto e ascoltavo le spiegazioni di Mattia (la guida),  questo ha subito capito  che ero interessata alle “chicche” e me ne ha mostrata una. Si tratta di una fontana dal gusto classico proveniente dal dismesso Ospedale di San Marco che si trova proprio di fronte all’ingresso dell’acquedotto, nel cortile sotto la curva del semaforo che conduce a Porta Sant’Agostino.

Be’, in realtà non è una fontana. Non solo, per lo meno. Oltre ad avere una funzione decorativa per ingentilire un cortiletto altrimenti anonimo, è anche un meccanismo di ingegneria idraulica fondamentale per l’acquedotto.

L’aspetto è quello di una fontana di fine Ottocento, ma non aspettatevi di vederla zampillare. Si tratta infatti di uno sfiatatoio che serve a far uscire l’aria che può formarsi nelle condotte, un po’ come lo sfiato dei caloriferi che fa uscire l’aria. E’ un vero e proprio pezzo dell’acquedotto perfettamente funzionante. Quindi, non solo utile, ma anche bello.

 

 

 

Note
Le foto sono mie e sono state scattate durante l’apertura dell’acquedotto di Bergamo in occasione di Bergamo Scienza. Le informazioni che trovate in questo post sono state raccolte durante la visita guidata (ad eccezione dei numeri che ho trovato on line) e non sono stati verificati con Uniacque (attendo una loro risposta).

 

 

22 comments

  1. 4.581 km! Incredibile! Non avrei mai pensato che la rete fosse così lunga. Come sempre dai tante informazioni interessanti. Molto curiosa anche la fontana che in realtà serve come sfiatatoio.

  2. Imparo sempre cose nuove leggendoti. In effetti ci sono passata davanti anche io tante volte, ma non mi sono mai fermata. Bello conoscere tutti questi aspetti per una delle cose più preziose, ovvero l’acqua, che a volte e troppo spesso diamo per scontata

  3. Innanzitutto complimenti perché è bellissimo riscoprire dei percorsi antichi all’ Interno delle nostre città. Non avrei immaginato ad un percorso così lungo di oltre 4000 km!

  4. molto molto interessante! Mi piace scoprire nuove informazioni su una città che amo tantissimo. La storia della “non fontana” è davvero molto interessante!

  5. Che bellezza: acquedotti e centrali elettriche mi affascinano moltissimo. Devo dire, Raffi, che sei proprio brava (o sempre più brava) a raccontare la tua città.

  6. Ciao, sono molto interessanti queste notizie sulla città di Bergamo. Non mi é mai capitato di visitarla e avere informazioni così precise mi sarà utile per programmare un viaggetto in futuro! Grazie!

  7. Mi piace visitare e scoprire questi spazi e soprattutto far capire ai miei figli come anche cose semplici a cui siamo abituati come appunto l’acqua, arrivino nelle nostre case. Poi se aggiungiamo lo stile Liberty, un motivo in più per vederle! (e io pur essendo bergamasca mai viste aihmè, mi segno anche questo 🙂 )

  8. Che bella la fontana-sfiato! 🙂
    Quando ero alle elementari sono andata con la classe in visita all’acquedotto. Secondo me è utilissimo scoprire luoghi come questi e soprattutto farli scoprire ai bambini, affinché quella coscienza civica di cui c’è tanto bisogno inizi a svilupparsi nelle giovani menti 🙂 Non so perché mi è venuto in mente questo pensiero, forse giusto per nostalgia, ma già che ci sono lo condivido 😀

    1. Ti ringrazio di questo commento. Mi fa piacere che tu abbia condiviso su questo blog le tue riflessioni. Grazie.

Grazie di aver letto il post. Se desideri lasciare un commento sarò felice di leggerlo

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