In provincia di Bergamo, a Dalmine, esiste un museo riconosciuto a livello internazionale completamente dedicato alla natività che dovete assolutamente andare a visitare. Si tratta del Museo del Presepio, una vera e propria chicca che vi lascerà a bocca aperta. Ecco perché lo inserisco nelle 101 cose da fare almeno una volta nella vita: perché merita veramente. Per uno straordinario viaggio nella Natività.
Il Museo del Presepio di Dalmine
Fondato nel 1974 da Don Giacomo Piazzoli, appassionato collezionista e presepista, il Museo del Presepio di Dalmine vanta una collezione unica al mondo con le sue quasi mille opere, alcune addirittura che risalgono al Settecento.
Questo Museo è una realtà unica in Italia. Vi si trovano conservati ed esposti splendidi esemplari del Settecento, Ottocento e primi del Novecento a testimonianza dell’enorme varietà di stili, materiali e tipologia di composizione delle varie Scuole Italiane. Si ammira inoltre una riproduzione della Bottega del Guelfo, che nella zona delle Cinque Vie, fino agli anni 50 ha realizzato ricercate statue per il presepe.
E non importa se gli anni scorsi lo avete visitato, sappiate che recentemente è stato riallestito e ora potrete sicuramente ammirare presepi sistemati in modo inedito.
Tanti Presepi per raccontare un unico avvenimento
Il presepe è una tradizione che coinvolge tutti i paesi cristiani del mondo, e ognuno ha un suo modo di celebrare e raffigurare la nascita di Cristo. Ogni popolo fa il presepe a modo proprio, con la fantasia della propria terra secondo lo spirito della fede. Ve ne renderete conto ammirando i presepi esposti al Museo di Dalmine provenienti da ogni parte del mondo: Cina, Africa sud sahariana, Palestina, Tanzania, Brasile…
Ma, se ci pensate, tutti i presepi del mondo raccontano a modo loro un evento successo in un unico punto del mondo che si trova a 31°42′11″ a nord dell’Equatore e 35°11′44″ a Est di Greenwich. Stiamo parlando di Betlemme. La città un cui è nato Gesù.
Ogni Presepe racconta la storia della comunità locale
Quando si parla del presepe, si è soliti fare riferimento ad una data, il Natale del 1233, quando S. Francesco lo avrebbe “inventato “a Greccio. Se il miracolo francescano può essere considerato un passaggio rinforzante della tradizione giunta fino a noi, di fatto il presepe non ha una data di nascita, in quanto si è venuto formando nei secoli attraverso usi e forma diverse, nella pittura e nella scultura delle chiese e delle sacre rappresentazioni.
Come si può notare, troviamo spesso l’aggiunta alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Questa è comunque una caratteristica di tutta l’arte sacra, che, almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di Cristo con costumi e ambientazioni contemporanee all’epoca di realizzazione dell’opera.
Non è più solo un simbolo religioso, ma uno strumento descrittivo, identificativo e unificante della comunità di appartenenza, nella sua dettagliata composizione.
Tutti i simboli che potete riconoscere nei presepi
Aggirandovi fra le teche non potete fare a meno di riflettere su fatto che il presepe sia una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico di Luca: la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la presenza di angeli cantanti alla Stella. Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell’arte sacra: il manto azzurro di Maria che simboleggia il cielo, il manto dai toni dimessi di Giuseppe a rappresentare l’umiltà, le colonne o i fregi dei templi spezzati a significare il passaggio dal paganesimo romano al cristianesimo.
Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni. Il bue e l’asinello, ad esempio, che troviamo in quasi tutte le composizioni come simboli immancabili di ogni presepe, rappresentano gli ebrei (bue) e i pagani (l’asino).
L’immagine della grotta è un altro simbolo mistico e religioso ricorrente nelle culture di molti popoli mediorientali. La grotta è il luogo dove si trovano le acque primordiali che provocano la nascita e rinascita ad una nuova vita.
Melkon (Melchiorre), Gaspar (Gaspare) e Balthasar (Baldassarre) entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa. Anche il numero dei Magi fu piuttosto controverso, oscillando tra due e dodici.
La sala principale del museo
Nella sala principale potete ammirare splendidi esemplari Napoletani settecenteschi, secolo d’oro del presepio artistico. Il più imponente è una realizzazione del presepista Antonio Greco, un vero e proprio gioiello napoletano di oltre 8 metri e mezzo di lunghezza per 2 metri di profondità con più di 100 statue a comporre tre grandi scene: la preparazione alla Messa di Natale, la Natività e Scene di vita quotidiana napoletana che racconta la vita nel Settecento, i personaggi e le professioni tipiche del tempo.
Un posto di rilievo nella collezione è occupato dal presepio bergamasco. Al Museo del presepio è possibile ammirare la ricostruzione di una bottega per la realizzazione di figure in gesso realmente esistita a Bergamo alla fine dell’Ottocento, La Bottega del Guelfo. Si trovava nella zona delle Cinque Vie, in Piazza Pontida e si dice che nei momenti di massima attività di lavorassero addirittura 42 persone, quasi tutte donne impegnate nella pittura e vestizione delle statuine in gesso. Questa bottega chiuse negli anni 50 con l’arrivo della plastica e delle statuine in serie.
Entrando a sinistra è collocato un grandioso trittico: un presepio ad ambientazione biblica realizzato negli anni Settanta del secolo scorso, con una puntuale ricostruzione del censimento legato alla nascita di Cristo e riportato dai Vangeli. E’ strepitoso.
Ma non solo. C’è anche il presepio che Papa Giovanni Paolo II ha donato al museo come ringraziamento per aver ricevuto in dono dalla comunità di Dalmine un presepio polacco fatto come quelli di quando era bambino…
Al piano inferiore
Accanto agli esemplari antichi troviamo, al piano inferiore, opere d’arte presepiale contemporanea a testimonianza della diffusione, ancora attuale, di quest’arte antica. Tra le scuole di presepistica di oggi, molto ben rappresentate sono quella siciliana, pugliese, sarda, ligure e trentina. Tra le scuole europee si possono ammirare i meravigliosi presepi dei paesi di matrice cattolica come la Spagna .
Di rara maestria sono i diorami di presepisti come Antonio Pigozzi, Pierluigi Bombelli e Umberto Palazzo con statue di figurinai del calibro di Giuseppe Criscione e di Raffaele De Angeli; così come di grande pregio è il presepio ad ambientazione biblica opera di Guglielmo Corti e Gregorio Locatelli con antiche statue il legno della Val Gardena.
Ma vi invito a soffermarvi sui presepi che sono ambientati in paesi della bergamasca che si trovano in Val Brembana (Cornello del Tasso), a Martinengo, in val Brembilla, a Treviglio…
Pensate che recentemente una visitatrice della val Brembana, ha riconosciuto la propria casa di quand’era bambina usata come ambientazione del presepe bergamasco e si è commossa.
Un presepe elettronico
Al temine della visita potrete assistere alla drammatizzazione della storia sacra attraverso il presepio didattico-elettronico, che racconta i diversi episodi biblici con preziosi diorami con statue di cartapesta di Antonio Mazzeo (Lecce).
Una curiosità: dal più grande all’infinitamente piccolo
Nel museo trovate dal Presepe Napoletano più grande presente nel nord Italia al presepe più piccolo del mondo realizzato su un chicco di grano. Ma non è l’unico così piccolo: ce n’è anche uno appoggiato sulla capocchia di un fiammifero. Per realizzarlo è stato utilizzato un bisturi di precisione. Sono strepitosi tutti: perchè l’importante è la creatività.
Presso il Museo del Presepio il visitatore può trovare una biblioteca specializzata, un vasto archivio, una raccolta di rari presepi di carta, di francobolli, di immagini sacre, di cartoline e di musiche: il tutto inerente al Natale e al presepio, alle sue tradizioni, alla sua storia, ai suoi usi e costumi.
Note
Le foto sono mie. I testi sono il frutto appunti presi durante la visita guidata piena di spunti e di aneddoti condotta dal signor Angelo Sorti e di ricerche fatte in rete .
Se desiderate avere maggiori informazioni sugli orari e sulle tariffe, leggete sotto.
20 anni di attività come Guida Turistica di Bergamo: auguri Tosca Rossi!
Era un po’ che volevo visitare questo Museo (a proposito è sempre aperto e potete andarci anche in un periodo diverso dal Natale!) e l’occasione me l’ha data un invito molto gradito: l’evento organizzato da Tosca Rossi per festeggiare un importante traguardo che riguarda la sua vita. Tosca ha infatti raggiunto il ventesimo anno di attività come Guida Turistica di Bergamo. Tosca non è solo una guida professionista è anche una storica dell’arte e giornalista (ricordate l’intervista che le ho fatto?). Scrive cose di Bergamo sempre molto interessanti e io ho imparato a conoscere il suo amore e la profonda conoscenza di questa città leggendo i suoi articoli e i suoi libri.
Non sono religiosa ma il presepe mi piace un sacco. Non so perchè, ma tutti quei personaggi, gli animali, il muschio, la paglia mi fanno tornare bambina per un pò. queste poi, sono tutte vere e proprie opere d’arte! ora purtroppo sono anni che non ne faccio più uno!
Bellissimo! Ora cerco le informazioni pratiche, che fortuna questo invito. Non è neppur lontano e sarebbe bellissimo unirlo ad una visita a Bergamo centro
I presepi mi fanno tornare bambina! Certo che è incredibile pensare ad un presepe in miniatura, così piccolo da stare su un chicco di grano… immagino la perizia dell’artigiano che lo ha creato, la sua pazienza, la sua dedizione… è proprio vero che dalla cura non possono che uscire dei capolavori
Il Presepe è l’unica tradizione che da quando sono bambina non si è mai interrotta. A casa mia l’albero di Natale non è mai esistito e neppure le decorazioni sparse per casa. Esiste però il Presepe che va fatto ogni anno. Fatto nel senso che ogni anno si va alla ricerca dei ceppi giusti e del muschio fresco perché no, non si prende quello già pronto ma proprio si fa. Il nostro è decisamente più “rurale” e di sicuro non ha la maestosità di quello fatto sul chicco di grano, ma alla fine è il significato che ha ad avere importanza no? 😉
Io adoro i presepi, mi riportano a quando ero bambina e giocavo ore con le stutine. Deve essere bello vedere i presepi di tutto il mondo, dove, ognuno a modo suo, rappresenta una unica storia. Al di la del credo, questa cosa insegna molto sull’umanità
Che bel museo, non ne conoscevo l’esistenza. Me lo segno per una gita non lontana da casa.
Bellissimi i diversi presepi! E che bello averne un museo. Anche qui dalle mie parti c’è la tradizione di costruire presepi. In città ogni parrocchia e ogni famiglia, in casa, costruisce il proprio; nella vallata so di presepi permanenti che vengono esposti in questo periodo.
Ma dai non ero a conoscenza di tutto queste informazioni sul presepe di Dalmine ! (abito a 10 minuti) la prossima volta che lo visiterò sarà con occhi diversi ! Grazie
Sono rimasta senza parole… davvero interessante.
Lo consiglierò agli interessati!
Che bella immersione in questi presepi. Non sapevo di questo museo a Dalmine. Sono davvero rimasta colpita dalla loro bellezza e dalla grandiosità di quello di Antonio Greco.
Maria Domenica
Mi piace l’idea che, anche se tutti i presepi raccontano un unico momento storico, poi siano fatti ad “immagine e somiglianza” di una comunità locale. Questo li rende vicini al luogo e alla gente di quel posto.
Ma sai che ero convinta che il più grande e importante presepe d’Italia fosse a Napoli? Non so come mai, pensavo di averlo letto da qualche parte .. Sicuramente è questo invece. Davvero molto bello =)
Quello di Dalmine è SOLO il più grande presepe napoletano presente nel nord Italia. Sicuramente quello più grande d’Italia sarà a Napoli. 😉
Sai, i bergamaschi ci tengono ai loro primati. 😉
Quanta storia in un unico posto, devo ammettere che io non riesco ad apprezzare la bellezza dei presepi appieno ma fin da piccola, ma capisco che per i credenti dev’essere emozionante!
Mi sento molto vicina a S. Francesco. Eppure devo confessare, e quasi arrossisco per questo, che non sapevo avesse inventato il presepe!
Che bello questo museo dei presepi, la cura con il con il quale sono fatti e come sono cambiati del tempo.
Spesso ci dimentichiamo che il vero simbolo del Natale è il presepe e soprattutto che molti di questi sono dei veri capolavori! Ho visitato una mostra simile a Verona e mi è piaciuta molto, non mi perderò neanche questa!
Che bei presepi, in questo periodo sono una tappa fissa
Parte della mia famiglia è di Bergamo, trovo sempre tanti consigli utili e posti che non conosco sul tuo blog 🙂
Il museo del presepe mi mancava! Mi spiace solo abitare così lontano, perché mi piacerebbe moltissimo visitarlo, anche perché sono una patita del presepe. Il mio ogni anno cresce di un elemento in più!
bellissimi, a mio parere sono vere opere d’arte. sarei curiosa di andare a visitare questo museo, non ne ho mai visto uno così grande e completo
Ciao, scusami, ma non ho capito fino a quando è possibile visitarlo. Mi fai sapere? grazie
Sempre. E’ un museo permanente ed è visitabile tutto l’anno
Ho visitato Dalmine e i suoi presepi quando vivevo in Lombardia e mi sono sentita più a casa, dal momento che la tradizione dei presepi unisce questo posto con la mia città, Lcce. Hai mai visto i presepi di Lecce?
io vado spesso a visitare i presepi della mia regione, mi piacciono molto ….. ogni presepe ha una sua storia. Mi piacerebbe molissimo visitare questo museo
Tutti i presepi sono veramente molto belli, vorrei andare a questo museo e sono molto curiosa a visitare anche questa biblioteca specializzata perchè vorrei scoprire i presepi rari e la sua storia
A Natale mi piace moltissimo andar per presepi, li trovo molto più interessanti e caratteristici dei mercatini. Segno questo posto, nel caso dovessi capitare nel periodo natalizio.