In gita con i bambini alla scoperta dell’Oasi WWF Valpredina: per lasciarsi incantare dalla natura

Quando mi hanno invitato a visitare l’Oasi WWF di Valpredina non immaginavo quello che avrei trovato. Anzi, non ne sapevo proprio nulla e sono andata senza aspettative. E’ stata una gita speciale, emozionante, durante la quale ho curiosato tra le meraviglie della natura che il nostro territorio ci regala. Mentre cercavo di scorgere gli animali che abitano i monti della Bergamasca ho scoperto la bellezza e la fragilità dell’ambiente che ci circonda. Ho provato a spiare silenziosamente questi piccoli animali a me sconosciuti nel loro ambiente naturale, mentre mi raccontavano le loro abitudini e qualcuno dei loro segreti. Il tutto immersa nei colori e nei profumi di piante e fiori che circondano l’intera area.

Mentre visitavo l’Oasi Valpredina ho scoperto anche che qui si trova il CRAS  (ossia Centro Recupero Animali Selvatici) e uno speciale Sportello Pipistrelli per la salvaguardia delle specie in via di estinzione. Due attività fondamentali per la cura di animali che hanno bisogno di tornare nel loro habitat naturale. Un luogo perfetto dove portare i bambini alla scoperta di una Riserva Naturale a due passi da casa.

Dove si trova l’Oasi WWF Valpredina

L’Oasi WWF di Valpredina è un tassello di natura tra i più intatti delle Prealpi bergamasche, un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC IT2060016) situato nel comune di Cenate Sopra, in provincia di Bergamo. Un piccolo gioiello naturale da ammirare in ogni stagione: in inverno quanto è coperta di neve e avvolta dalla foschia; in primavera e in estate, piena di verde e di colori, col rumore dei torrenti che scrosciano tra le rocce e le foglie del sottobosco che scricchiolano; in autunno quando i boschi si infiammano e  le sfumature del giallo, del rosso e dell’oro vi riempiono gli occhi e l’anima.

Valpredina: una Riserva Naturale Regionale

La Riserva Naturale Regionale si estende lungo le pendici meridionali del Monte Misma, tra quota 380 e 1160 metri sul livello del mare. E’ caratterizzata da un microclima temperato. I torrentelli, che scorrono sul fondo delle vallette, producono microambienti fondamentali per la vita della fauna.

Anfibi e crostacei

Oltre a dissetare i caprioli, del cui passaggio è facile trovare le tracce, le pozze e le bassure umide che circondano i corsi d’acqua ospitano numerose specie di anfibi, tra cui il tritone crestato, la rana agile, la rana temporaria e la salamandra pezzata, che per il bel mantello giallo e nero e per la sua rarità è stata scelta a simbolo della riserva.

Stagno

Nel torrente Predina all’interno della Riserva Naturale è stata rilevata la presenza del gambero di fiume, crostaceo inserito nella “Lista Rossa” dell’Unione Mondiale per la Conservazione come specie minacciata dall’estinzione e ottimo indicatore della purezza delle acque.

Mammiferi

Tra i mammiferi sono comuni la volpe, la faina, il tasso e il capriolo, che risiede stabilmente nei boschi. Tra i piccoli mammiferi troviamo il riccio, il ghiro, lo scoiattolo rosso, e l’ormai raro  moscardino. Molto importante e oggetto di costanti monitoraggi è la presenza di pipistrelli di varie specie.

Uccelli

Ricchissima è la presenza di avifauna: si osservano più di 50 specie, di cui circa 40 nidificanti, come codirossi, scriccioli, pettirossi, capinere, verzellini, cardellini e diverse specie di cince.  E altri ancora  tra cui  specie migratrici come il succiacapre,  la rondine, il rigogolo, l’upupa ecc.

Rapaci

Tra i rapaci  diurni vi sono lo sparviero, la poiana, il  falco pecchiaiolo, il nibbio bruno e il gheppio, mentre tra le balze rocciose nidifica il falco pellegrino;  mentre tra i rapaci notturni  si fanno sentire fin dalle prime ore della sera nella stagione invernale il gufo reale, l’allocco e la civetta.

Rettili

Tra i rettili è facile osservare  il ramarro e la lucertola muraiola, ma anche l’orbettino, il biacco, il colubro d’Esculapio, la biscia dal collare e la vipera comune.

Oasi WWF Valpredina

La nascita della Riserva Naturale di Valpredina è dovuta ai coniugi Enzo e Lucia Bardoneschi, i quali donarono nel 1983 all’Associazione Italiana per il World Wildlife Fund for nature – ONLUS (comunemente chiamato WWF) il primo nucleo costituito da 37 ettari.

L’area si estende oggi per circa 90 ettari, costituita in prevalenza di boschi misti con coste rocciose e coltivi, ed è percorsa dal torrente Predina. La Valpredina – valle delle pietre – prende il nome dalla presenza di estrazione di “còte”, pietra dura ricca di silice usata per affilare ferri da taglio e molto utilizzata in passato.

2 WWF

Oltrepassando un cancello in legno si accede ad un sentiero sterrato che si addentra nell’area didattica dell’oasi del WWF dove si possono scoprire rari esempi di biodiversità grazie ad un ”percorso natura” che parte dal Centro visite. Qui sono state raccolte e classificate, con appositi contrassegni, specie vegetali sia della Valpredina sia di altri continenti. In questo ambiente intatto crescono alternandosi mese dopo mese biancospini, ginestre e cornioli, oltre a pervinca, orchidee spontanee e ciclamini.

Io qui, per la prima volta, ho toccato una foglia di canfora e strofinandola ho sentito quel profumo tipico di tante preparazioni mediche.

Sono inoltre stati allestiti stagni didattici, un’area di compostaggio (riciclo di rifiuti vegetali), un recinto per le tartarughe e un’area dedicata alle farfalle e alle api. In ciascuno di questi luoghi e lungo l’intero percorso vi sono bacheche didattiche che illustrano alcuni aspetti della fauna selvatica presente nella riserva naturale.

CRAS Valpredina: il Centro Recupero Animali Selvatici

All’interno della Riserva è operativo un importante Centro Recupero Animali Selvatici (C.R.A.S è il suo acronimo, scritto anche CRAS), ossia una sorta di ospedale per animali che accoglie fauna selvatica  ferita o in difficoltà. L’obiettivo dei C.R.A.S. WWF è quindi il recupero e la reintroduzione alla vita selvatica degli animali che per un motivo o per l’altro hanno subito traumi, ferite di varia natura o sono rimasti orfani e hanno quindi bisogno  di essere svezzati fino a tornare alla vita selvatica.

L’attività del CRAS è intensa. Una squadra di professionisti si prende cura degli animali con traumi per rimetterli, poi, in libertà. Pensate che ogni anno in questo Centro vengono ricoverati  una media di  2000 animali feriti e, tra questi, oltre  il 30% sono rapaci diurni e notturni, di quasi tutte le specie.

Grazie al CRAS sono tornati a volare centinaia di passeriformi, gheppi, poiane e allocchi, poi liberati all’interno della Riserva naturale WWF Valpredina dal personale del centro.  Molti passeriformi provenivano da sequestri delle polizie provinciali di Brescia e di Bergamo, dai Carabinieri forestali e dalle Guardie WWF, mentre i rapaci diurni  come gheppi, poiane e sparvieri spesso erano esemplari feriti da colpi di arma da fuoco da parte di  bracconieri.

Sportello Pipistrelli

Nell’Oasi WW Valpredina è presente uno Sportello Pipistrelli. In questo periodo questi strani mammiferi volanti non hanno una buona fama (complice anche la pandemia che dicono essere partita da un pipistrello), ma non dobbiamo farci ingannare dalle notizie che girano. I pipistrelli non trasmettono il COVID e sono animali molto utili all’ambiente perché si cibano di insetti.

In Italia ci sono 35 specie di pipistrelli (chirotteri se vogliamo chiamarli con il loro nome) e costituiscono un prezioso patrimonio di biodiversità della nostra penisola. I chirotteri che vivono in Italia sono di piccole dimensiono e sono insettivori, il che li rende anche particolarmente utili per l’uomo: una femmina gravida o in allattamento può mangiare in una sola notte l’equivalente del suo peso in insetti, fornendo un grande servizio all’agricoltura e all’uomo, in modo naturale e biologico.

Purtroppo, il 70 per cento delle specie di chirotteri italiani è a rischio di estinzione. Le cause sono di origine antropica e tra le principali la perdita e il degrado degli habitat naturali in cui vivono questi animali (consumo di suolo e disboscamento) l’uso massiccio di pesticidi per l’agricoltura e non ultima l’uccisione diretta da parte dell’uomo.

Pipistrelli, vittime di maldicenze e superstizioni

Nonostante l’importanza che rende alto il valore conservazionistico dei pipistrelli (la guida che mi ha fatto visitare la riserva, mi ha detto una frase che mi ha colpito: “I pipistrelli sono importanti per la biodiversità del nostro territorio tanto quanto la tigre del Bengala lo è nel proprio e come tale vanno protetti”) persistono tutt’oggi maldicenze ancora inspiegabilmente molto vive nell’immaginario collettivo ma, si sa, si tratta solo di superstizioni. La verità? I pipistrelli sono animali selvatici e non hanno nessun interesse a entrare in contatto con le persone e non si avvicineranno mai a noi spontaneamente se non per sbaglio.

Alle superstizioni si aggiunge ora la preoccupazione per il possibile legame dei chirotteri con il coronavirus. Ma come non dobbiamo temere che un pipistrello di incastri nei nostri capelli, allo stesso modo non dobbiamo temere che i nostri pipistrelli possano contagiarci con questo virus. Se è vero che il Virus Sars VOC 2 è arrivato all’uomo a partire da specie asiatiche di pipistrelli, è anche vero che questo è avvenuto con un complesso meccanismo chiamato spillover, passando attraverso una specie ospite (il pangolino) che ha diffuso il virus in modo del tutto accidentale e difficilmente replicabile.

Cosa fare se trovate un pipistrello in difficoltà

Mentre ero in visita all’Oasi, ad un certo punto la nostra guida ci ha lasciato perchè doveva andare ad accogliere un pipistrello che arrivava da Milano. In realtà ha accolto una signora che aveva una femmina di pipistrello in difficoltà in una scatola. L’aveva rinvenuta sul balcone di casa, che non volava. Per questo ha contattato lo Sportello Pipistrelli che gli ha chiesto di portarlo a Valpredina e che se ne sarebbero presi cura loro. E così è stato.

Ecco, qui succedono anche queste cose e non vi devono sorprendere. Anzi, se doveste anche voi incappare in un pipistrello in difficoltà, non lasciatelo morire, ma contattate lo Sportello di Valpredina al numero 347 3941266 o inviare una mail a pipistrelli@valpredina.eu che vi saprà dare tutte le indicazioni per metterlo al sicuro.
Raccogliere l’animale usando dei guanti o un panno e sistemarlo in una scatola di cartone con dei buchi molto piccoli, inserire nella scatola una bottiglia di acqua tiepida. Somministrare acqua solo se l’animale è ben attivo e consegnare al più presto al CRAS.

L’Azienda Agricola Valpredina: prodotti BIO

La gestione della Riserva Naturale è affidata ad un’azienda agricola, dove lavorano giovani operatori impegnati in attività di gestione agro-forestale, in produzioni eco-consapevoli e in attività didattiche rivolte a scuole e privati.

L’azienda produce: olio, miele, legna di origine “garantita” in quanto derivante esclusivamente da tagli di miglioramento del bosco. Inoltre si producono compost, nidi artificiali e bat box.

Legna

Nell’orto delle erbe officinali si coltivano calendula, menta, issopo, melissa (che diventano ottime tisane e infusi una volta essiccate), lavanda, canfora per sacchetti profumati, mentre l’orto biologico fornisce ortaggi di stagione saporiti e freschi. Sono presenti anche esemplari di specie autoctone.

9 orto bio

L’azienda raccoglie inoltre erbe officinali utili per infusi e tisane e che utilizza per la produzione di cosmetici quali sapone e creme. Sono prodotti molto di nicchia, dalla produzione limitata ma di altissima qualità. L’olio e il miele vengono venduti quasi esclusivamente presso la reception dell’Oasi.

Olio EVO BIO

Nell’oasi si trova un oliveto di circa 150 piante appartenenti a cinque differenti varietà. La raccolta delle olive viene effettuata manualmente e la spremitura avviene a freddo. L’olio viene lasciato decantare e filtrato con accurati procedimenti manuali e,  successivamente, imbottigliato ed etichettato. Il prodotto ha ottenuto la certificazione ICEA in quanto coltivato con metodi biologici.

9 uliveto bio

Miele BIO

L’Azienda gestisce un apiario di circa 10 arnie che produce miele di robinia, castagno e millefiori. Anche questo miele ha ottenuto la certificazione ICEA.

6 Api e arnie per il miele

Erbe aromatiche e officinali BIO

L’Azienda produce Calendula, Issopo, Timo, Lavanda, Menta e Melissa. La raccolta di fiori e foglie avviene esclusivamente a mano. Le piantine ottenute da semi di origine biologica certificata vengono essiccate per tisane e infusi.

9 odori

Visitare l’Oasi WWF Valpredina

L’azienda agricola Valpredina organizza eventi e corsi a tema ambientale all’interno dell’Oasi per sensibilizzare il pubblico alla preservazione della natura e alla sostenibilità. Si occupa anche della gestione delle visite guidate per individuali e per gruppi all’interno dell’Oasi WWF e, talvolta, organizza anche escursioni notturne.

In questo periodo post lockdown è possibile visitare l’area didattica dell’Oasi WWF Valpredina in piccoli gruppi e SOLO con l’utilizzo di audioguide. I gruppi saranno distanziati di 45 minuti. Per accedere è necessario PRENOTARE contattando lo 035-956140.

Al termine della visita è possibile usufruire dell’area pic nic allestita dietro l’edificio di accoglienza.

Come raggiungere l’Oasi WWF Valpredina da Bergamo

Per raggiungere l’Oasi del WWF Valpredina da Bergamo, dirigersi verso il Rondò delle Valli. Immettersi nel Rondò e prendere l’uscita per Gorle. Proseguire superando i paesi di Gorle, Scanzorosciate e Negrone. A questo punto tenere d’occhio le indicazioni fino alla deviazione sulla sinistra che porta a Valpredina Oasi WWF.

Come raggiungere l’Oasi WWF Valpredina da Milano

Per raggiungere l’oasi del WWF da Milano, prendere la A4, uscita Bergamo. Seguire le indicazioni per Alzano Lombardo. Immettersi nel Rondò e seguire le indicazioni per Gorle imboccando la prima uscita. E poi è tutto come sopra.

 

Note: le foto sono mie (ad eccezione della foto del pipistrello che è tratta dal sito mammiferi.org) e sono state scattate in occasione del blog tour organizzato dal Comitato Turistico Invalcavallina. 

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