Palazzo Furietti Carrara è un antico palazzo, oggi sede museale, che si trova nel comune di Presezzo, in piena Isola Bergamasca. Il Palazzo, che si affaccia sulla via principale del paese, è di costruzione seicentesca: la prima testimonianza documentaria sul palazzo risale al 1559.
Al piano terra la struttura conserva il suo aspetto rinascimentale, mentre il piano nobile è frutto della sistemazione tardo settecentesca. Durante il restauro avvenuto tra il 1997 e il 1999, si scoprì che conteneva un pregevole ciclo di affreschi di Gian Paolo Cavagna ma che era stato strappato presumibilmente tra il 1937 e il 1942 quando l’immobile era stato ceduto dai Carrara al Comune. Ne rimangono tracce notevoli nelle sale nobili dove si distinguono le Sette fatiche d’Ercole fatte realizzare dall’antico proprietario al Cavagna.
La storia di Palazzo Furietti dalle origini ai nostri giorni
Il palazzo venne costruito nella seconda metà del Cinquecento per volontà di Guarisco dei Sonzogni, detto “Furietti”. L’edificio era originariamente costituito da un volume principale compatto, che era articolato attorno ad un salone centrale dotato di quattro sale ad esso collegate, e che presentava un doppio loggiato prospettante l’interno del cortile. Il toponimo Colombera, che identifica questo palazzo, richiama le strutture fortificate caratterizzate da una torre, che tra i sec. XIII e XVI proliferarono nelle pianure bergamasche.
Il nucleo originario sorse quindi tra il 1580 e il 1590. Risale agli anni Novanta del Cinquecento anche il ciclo di affreschi realizzati dal pittore bergamasco Giovan Paolo Cavagna (Bergamo 1550 ca-1627), di cui restano visibilissime tracce che consentono di ricostruire il vasto programma iconografico originale in cui si affiancano episodi biblici e mitologici, sacri e profani, tassello importante per approfondire gli studi sulla pittura profana e la grande decorazione dei palazzi signorili della Bergamo del Cinquecento.
Dai Furietti ai Gualandris
Nel Settecento il palazzo divenne proprietà della famiglia Gualandris portato in dote da una giovane rampolla, senza subire rilevanti modifiche. Fu invece la Famiglia Carrara, nuovo proprietaria del palazzo (sempre in seguito ad un matrimonio) a rivoluzionare radicalmente la configurazione dell’edificio, incaricando della riorganizzazione neoclassica Nicolino da Calepio alla fine del Settecento.
Il palazzo fu riorganizzato e suddiviso in appartamenti, e nel piano nobile ne furono ricavati tre grazie alla chiusura della loggia cinquecentesca. Negli stessi anni fu ridisegnata la facciata nord e aggiunto un corpo di fabbrica che si prolunga verso sud.
Come lo vediamo oggi

Nel 1937 il palazzo fu acquistato dal comune di Presezzo. L’aspetto odierno è il frutto di una recente operazione di rifunzionalizzazione, durante la quale il piano interrato è stato reso accessibile da un moderno scalone che collega esternamente i tre livelli dell’edificio.
Parte del palazzo è stata destinata all’utilità pubblica: si organizzano mostre ed eventi o si tengono le riunioni del Comune, mentre l’altra parte è stata adibita ad abitazioni private.
Gli affreschi di Palazzo Furietti, L’Apoteosi di Ercole, una riscoperta
Il palazzo presenta sul lato ovest un elegante portico con volta a vele decorata a grottesche con i temi delle Stagioni e delle Virtù Teologali e Cardinali. Entrando nella zona nobile del Palazzo, si scorge ciò che rimane di un ciclo di affreschi di notevole valore artistico. Il Cavagna aveva lavorato talmente bene, che la pittura era penetrata per diversi millimetri sul fondo di lavorazione lasciando traccia evidente del proprio lavoro.
Il grande salone di rappresentanza è affrescato con le Fatiche di Ercole e alle tre salette più piccole, sulle cui volte sono raffigurati Il Carro di Apollo, Susanna al bagno e Giuditta e Oloferne.
L’Apoteosi di Ercole è raffigurata in un ampio riquadro al centro del soffitto del salone, sotto forma di trompe-l’oeil. In questa scena troviamo Ercole che viene accolto tra gli dei, mentre riceve in sposa Ebe, dea dell’eterna giovinezza. Al centro, seduto su una nuvola si trova Giove, padre degli dei, mentre sulla sinistra troviamo Vulcano, che tiene le briglie dei cavalli, ed Ebe, intenta ad andare incontro ad Ercole.
Sulla destra invece troviamo Mercurio, che porge una spada all’eroe, Poseidone, Minerva e Apollo. Ercole viene posto di spalle, mentre si rivolge al padre, il quale lo accoglie sull’Olimpo tra gli immortali. La scena è contornata da una sorta di balconata che da il senso di profondità
Una curiosità: dove sono finiti gli affreschi strappati?
Come ho già scritto, la raffigurazione mitologica che troviamo nelle varie sale di Palazzo Furietti è ciò che rimane di uno strappo avvenuto tra il 1939 e il 1942 su richiesta della famiglia Carrara, che decise di compiere questo atto dopo aver ceduto l’edificio al Comune di Presezzo. Così come ci si porta via i mobili dopo aver venduto un appartamento, i Carrara, considerando “propri” gli affreschi che decoravano le pareti e i soffitti del palazzo, avevano chiesto e ottenuto di poterseli portare via e venderli. Fu evidentemente una perdita inestimabile per tutti, non solo per il valore storico artistico dell’immobile, ma anche per la storia dell’arte bergamasca che ha visto “sparire” dai radar degli storici un ciclo di affreschi del Cavagna così straordinario. Degli affreschi non si hanno avuto più notizie infatti per moltissimi anni , fino a quando si è scoperto che si trovano in un museo privato nel Centro Italia che li ha regolarmente acquistati, ma che non sono visibili al pubblico.
Ma c’è un’altra storia interessante legata a questi affreschi. Nel mese di gennaio, una giovane ricercatrice, Sara Bonora, storica dell’arte e grande conoscitrice degli affreschi di Palazzo Furietti, ha scoperto durante una mostra mercato d’arte che si svolgeva proprio a Bergamo, ha riconosciuto nello stand di una galleria d’arte svizzera un piccolo affresco del ciclo di Palazzo Furietti montato su supporto ligneo. La giovane conosceva benissimo quell’affresco, studiato sulle macchie di colore rimaste a Palazzo Furietti. Immaginate la sua sorpresa quando se lo trovò di fronte!
Allertate le autorità, la galleria ha potuto dimostrare di averlo acquistare regolarmente. Subito sono partite le indagini per risalire alla storia di tutti i passaggi proprietari. Si tratta di un’indagine complessa che potrebbe non portare a nulla, ma tentare aiuterebbe a mappare la presenza di altri eventuali ritrovamenti e ad averne contezza per eventuali studi.
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Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in rete. L’articolo è stato realizzato in seguito all’educational organizzato da PromoIsola a al quale ho preso parte in occasione della Fiera dei Territori – Agri Travel e Slow Travel Expo 2023.
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