Quando ricominceremo a viaggiare e muoverci dovremo trovare nuovi modi di esplorare il nostro territorio, partendo da quelle zone che consentono di godere di natura e arte a due passi da casa. Ci avvicineremo finalmente al turismo lento: lungo i fiumi, sulla riva dei laghi o sui sentieri di montagna, immersi nella natura, a contatto con il nostro essere più interiore. Per questo, nelle ultime settimane, mi sono messa alla ricerca di nuovi modi per esplorare il mondo. Trekking e percorsi cicloturiscici, ma anche passeggiate. Ed ecco un luogo che mi ha fatto sognare e che desidero suggerirvi: andare alla scoperta delle Torbiere del Sebino in compagnia di filosofi e poeti. Una visita che può accontentare tutti: chi ama la natura, i curiosi, i bambini, gli sportivi, i romantici, gli amanti della letteratura e della filosofia. Cosa c’è di meglio?
Cos’è la Riserva Naturale del Sebino
La Riserva Naturale Torbiere del Sebino è una Riserva della Regione Lombardia situata sulla sponda meridionale del Lago di Iseo ed è la zona umida più significativa per estensione e importanza ecologica della zona.
Si tratta di un’area di 360 ettari, composta prevalentemente da canneti e specchi d’acqua circondati da campi coltivati, strade e abitazioni.

Essa comprende: le Lame (vasta distesa di specchi d’acqua profilati da argini, risultato dell’escavazione di un giacimento torboso), le Lamette (una specie di laguna torbosa a nord, sul lago), alcune vasche a sud ed ovest (risultato degli scavi di depositi argillosi, profonde fino a 10-15 metri e dall’aspetto più limpido, in alcune delle quali è tuttora permesso pescare), alcuni prati e coltivi adiacenti.
Breve storia delle Torbiere del Sebino
La zona delle Torbiere e del Lago d’Iseo si creò circa 70.000/10.000 anni fa, durante la quarta ed ultima glaciazione, grazie al Ghiacciaio Camuno, che si estendeva dal Passo del Tonale fino alla pianura, raggiungendo nella sua massima estensione il Monte Orfano. Una lingua di ghiaccio passò tra il Monte Alto ed il Monte Cognolo: a nord si formò il
lago, mentre nella zona a sud del Sebino rimase una depressione paludosa intermorenica caratterizzata da distese acquitrinose. Nel corso dei millenni la vegetazione cresciuta permise la formazione di uno spesso strato di torba che, sostituendosi all’acqua, trasformò la zona in un’estensione di prati umidi.
L’odierna conformazione delle Torbiere è dovuta, appunto, all’estrazione della torba, materiale composto da resti vegetali e usato al posto del carbone come combustibile: l’estrazione di questo materiale ha dato alle Torbiere la loro forma simile a vasche
contigue, con le pareti subacquee a strapiombo.
Alla fine del ‘700 si sperimentò l’utilizzo della torba, mentre a metà dell’800 si ebbe il
massimo sfruttamento di questi giacimenti. La torba era in quegli anni utilizzata nelle filande, nelle fornaci e per uso domestico, oltre ad essere impiegata fino alla Prima Guerra Mondiale per alimentare i treni della Ferrovia Brescia-Iseo-Edolo. L’estrazione della torba continuò fino a metà del ‘900, quando cessò l’utilizzo di questo combustibile, che ha dato vita alla zona palustre oggi conosciuta come Torbiere del Sebino.
Itinerario letterario alle Torbiere del Sebino
La natura è stata sempre una fonte di ispirazione per la letteratura, un sistema di perfezione in cui nulla è lasciato al caso: i colori, le forme, le dimensioni, i materiali, gli odori hanno una funzione ben precisa. Infiniti particolari creano l’armonia del contesto e ci emozionano.
La descrizione della natura da parte di un poeta ha quasi sempre un obiettivo che si spinge al di là della semplice illustrazione dell’ambiente in cui vive l’uomo: diventa anima. Ed è proprio per lo stretto rapporto che esiste tra poesia e natura che è possibile leggere il paesaggio naturale al pari d’un componimento poetico.
Questo itinerario letterario alla scoperta delle Torbiere del Sebino vi propone 6 tappe e 6 riflessioni con poeti e filosofi: Giacomo Leopardi, Emily Dickinson, Walt Whitman, Paolo Pejrone, Blaise Pascal e Clemente Rebora.
Tappa 1 – Giacomo Leopardi
Al Monastero di San Pietro in Lamosa vi si presenterà un’ampia visuale dall’alto delle Torbiere che vi lascerà senza fiato e vi immergerà nel paesaggio: sotto di voi il colle, sopra il cielo e davanti allo sguardo uno specchio d’acqua che emoziona.
Mi era già capitato di osservare le Torbiere proprio in occasione della mia visita al Monastero con il Treno dei Sapori, ma poterlo rifare con una poesia tra le mani è qualcosa di impagabile.
Sedetevi come Giacomo Leopardi sul muretto, con le gambe a penzoloni, ad osservare il
panorama, ruotando lo sguardo di 180 e perdendovi nei suoi infiniti particolari. Poi prendete fiato e leggete l’Infinito:
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.L’infinito, Giacomo Leopardi
Tappa 2 – Emily Dickinson
Proseguiamo lungo il percorso Sud che, dai piedi del monastero, dopo un breve tratto, arriva alla prima passerella che si affaccia direttamente sull’acqua delle Torbiere.
Il luogo sembra perfetto per declamare alcuni versi della poetessa statunitense Emily Dickinson, considerata fra i maggiori lirici moderni. La poetessa visse la maggior parte della sua vita reclusa tra le quattro mura domestiche, ma a lei appartengono alcune fra le più emozionanti poesie sul rapporto tra uomo e natura. È suggestivo pensarla affacciata alla finestra ad osservare il suo giardino, lasciando che la natura si raccontasse e traducendo in poesie le suggestioni che il paesaggio suscitava in lei.
Appoggiate le mani alla staccionata e lo sguardo rivolto verso l’acqua lasciamoci ipnotizzare dalle lievi increspature che la brezza crea sulla superficie facciamoci cullare dai versi della poetessa, riflettendo su come immergersi nella semplicità della natura, lontano dai ritmi frenetici della vita quotidiana, possa essere un’esperienza rinfrancante per l’anima.
‘Natura’ è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il paradiso. Natura è tutto ciò che noi udiamo:
il bobolink, il mare, il tuono, il grillo. O meglio, la natura è armonia. Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità.Emily Dickinson

Tappa 3 – Walt Whitman
Proseguendo lungo il percorso giungerete al cartello che descrive l’avifauna presente nella Riserva. Siamo alla terza tappa di questo viaggio letterario nella natura.
Allunghiamo una mano e affondiamo le dita nella terra umida e nell’erba, sfioriamo con i polpastrelli il muschio vellutato o i petali di un fiore, accarezziamo il tronco ruvido degli alberi e, come dice il poeta statunitense Walt Whitman, scopriremo che siamo fatti di terra e di carbone, di muschio e di piante, che siamo una cosa sola con la natura.
Io credo che una foglia d’erba non valga meno dell’infinito moto delle stelle, c’è la stessa perfezione nel granello di sabbia, nella formica, nell’uovo dello scricciolo, la ragnatela è un capolavoro tra i più alti, e il rovo rampicante potrebbe ben adornare i salotti del cielo,
la più piccola giuntura della mia mano può disdegnare qualunque meccanismo, la vacca ruminante a capo chino è più bella di qualsiasi statua, e un topo è in sé un miracolo bastevole a scuotere miriadi di increduli.
Scopro che incorporo gneiss, carbone, muschio di lunghi filamenti, frutti, grani, radici commestibili, e sono stuccato di quadrupedi e di uccelli, e ho distanziato ciò che è dietro me per buoni motivi, ma posso richiamare ogni cosa quando voglio.Walt Whitman
Tappa 4 – Paolo Pejrone
Riprendiamo quindi il percorso finché non giungiamo ad una panchina sull’acqua. Sediamoci un momento su questa panchina e chiudiamo le palpebre. Lasciamo che gli altri sensi siano per un breve momento i nostri occhi.

Siamo immersi nella natura, a due passi dall’acqua, non solo in un panorama spettacolare, ma in un luogo traboccante di vita.
Quali suoni, rumori e melodie giungono alle nostre orecchie? Sono le voci dei singolari abitanti di questo luogo, a volte sfuggenti, altre volte generosamente in posa davanti agli obiettivi delle macchine fotografiche, come star del più grande spettacolo del mondo . Perché, come afferma l’architetto paesaggista Paolo Pejrone, “In un giardino non si
è mai soli”
“L’acqua non è soltanto suono, specchio, vita, silenzio, colori o profumi : l’acqua può essere trasparenze, riverberi, alghe, fresco, rane, pesci, salamandre, oche e … zanzare. dove saranno in una fotografia il ritornello armonico e ripetuto dei merli, quello allegro e vivace delle capinere?” In giardino non si è mai soli.
Diario di un giardiniere curioso, Paolo Pejrone
Tappa 5 – Blaise Pascal
È impossibile racchiudere la natura in una fotografia, in un istante di tempo. Essa sfugge
all’uomo e ai suoi tentativi di immortalarla, perché seppur millenaria si reinventa ogni giorno, un piccolo fiore che sboccia, compare una nuova vita.
“Che cos’è in fondo l’uomo nella natura? Un nulla rispetto all’infinito, un tutto rispetto al nulla; un qualcosa dimezzo tra il niente e il tutto. Infinitamente lontano dall’abbracciare gli estremi, la fine delle cose e il loro principio gli sono invincibilmente nascosti in un impenetrabile segreto, ed egli è ugualmente incapace di vedere il nulla da cui è stato tratto e l’infinito dal quale è inghiottito”.Blaise Pascal, Pensieri, 84
Spazia con lo sguardo intorno a te, riesci a scorgere quei piccoli particolari della natura che restano celati alla frenesia della vita quotidiana? Fino a dove si può spingere il tuo sguardo? La visione dell’uomo proposta da Pascal lo colloca in una posizione ambivalente, sospeso tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
L’uomo ignora le cause della sua origine, sovrastato dalla grandezza del mondo che lo ha creato e da cui un giorno sarà inghiottito.

Tappa 6 – Clemente Rebora
Invitiamo ora il visitatore a raggiungere l’ultima tappa dell’itinerario tracciato. Ci troviamo sulla passerella nel percorso centrale, il punto più lontano dalle infrastrutture create dall’uomo e circondati da un’atmosfera edenica, come galleggianti sopra il calmo specchio dell’acqua. Nel silenzio riusciamo a sentire il respiro del lago che culla i nostri pensieri, alimentando una condizione di pace interiore, osservati da piante e animali e protetti dai monti sullo sfondo. Ed improvvisamente siamo proiettati
all’interno della poesia Respira il lago di Clemente Rebora.
Respira il lago un palpito sopito
e dan le stelle battiti di ciglia
divini; appare il mito
dei monti limpido, e origlia.
Per ogni seno l’ora intima scende
dalla campana: e silenzio indi vive;
ogni cosa s’intende
tra foci errando e sorgiveRespira il lago, Clemente Rebora

Informazioni utili
Dove inizia la visita alle Torbiere
I punti di accesso sono in provincia di Brescia e sono tre: a Corte Franca (dal parcheggio dell’omonimo centro commerciale), a Iseo (di fronte al campo da calcio comunale e in corrispondenza del Centro Visitatori) e a Provaglio d’Iseo (parcheggio del Monastero San Pietro in Lamosa).
Itinerario classico
L’itinerario più consueto (e consigliato) per visitare la riserva prevede la partenza dal parcheggio del Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo. Se lo trovate aperto vi invito caldamente a visitarlo perché è davvero una chicca. Io ci sono riuscita qualche mese fa grazie all’escursione prevista dal Treno dei Sapori e ne sono rimasta entusiasta.
Scendendo per la strada sterrata che si trova ai piedi delle mura del monastero, si attraversa un ponticello di legno in corrispondenza del ponte della ferrovia e, costeggiando un campo coltivato, si raggiunge la strada per Iseo.
Da qui, tramite un sentiero, aperto tra la vegetazione, è possibile ammirare i primi specchi d’acqua da una terrazza panoramica in legno.
Proseguendo, si giunge all’originario ingresso della riserva, dove camminamenti e ponticelli in legno sospesi sull’acqua permettono di compiere un percorso circolare di 4 chilometri immersi nella natura, facendo ritorno al monastero.
Tutti i percorsi
Il tour è indicato dalla segnaletica “percorso nord” e “percorso sud” e il senso di percorrenza è libero.
Il tour completo della Riserva misura 9 km per un tempo di circa 2 h 30.
Quanto costa
Il biglietto d’ingresso è di € 1,00 per persona, erogato da appositi distributori automatici collocati in corrispondenza degli ingressi. Per gruppi superiori a otto persone, è necessario prenotare la visita guidata al numero 030 9823141.
Abbigliamento consigliato
Si suggerisce abbigliamento comodo e uso di scarpe da escursionismo. In alternativa delle scarpe da sport comode, meglio chiuse.
Ricorda: il tuo comportamento influirà sulle visite di chi verrà dopo di te
Nella riserva è vietata ogni forma di disturbo della fauna e di danno alla vegetazione, introdurre animali, gettare immondizie, abbandonare i percorsi segnalati.
Se vuoi saperne di più sulle Torbiere del Sebino, scarica questa preziosa Guida “Torbiere del Sebino” realizzata dall’Ente per la Gestione della Riserva Naturale
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Note
Questo itinerario letterario è stato realizzato nell’ambito del progetto “I like torbiere”, nato dalla collaborazione sinergica fra scuole ed Ente per la gestione della Riserva Naturale “Torbiere del Sebino” con vari partner: cooperativa sociale Cauto, IC “Montalcini” di Iseo, IC “Raffaelli” di Provaglio d’Iseo, ed è volto ad incrementare la consapevolezza dei ragazzi delle classi quarte sulla valenza paesaggistica della Riserva, a trovare nuovi modelli di tutela e manutenzione del territorio, includendo i giovani e a coinvolgere maggiormente i residenti dell’area circostante in proposte culturali.
Per saperne di più, scarica la brochure cliccando qui:
http://www.torbieresebino.it/wp-content/uploads/2020/01/TORBIERE-percorso-letterario-pdf.pdf
NB. Le foto sono in parte mie e in parte recuperate in Rete.
Ciao un bel tour dato che amo molto i laghi in genere mi ha colpito molto…ho sentito parlare delle torbiere e della loro bellezza
Vogliamo visitare le Torbiere già da qualche anno, ma poi preferiamo sempre altre mete. Considerando che amo anche la letteratura, non me le devo perdere!
Sono stata qualche volta sul lago di Iseo, ma non ho mai visto le Torbiere del Sebino.
L’itinerario che proponi in questo articolo è davvero molto interessante e particolare; prometto di tenerne conto in futuro!
Questo è proprio il modo in cui mi piace viaggiare, con lentezza, osservando i dettagli, mentre l’animo si nutre di bellezza. Stupendo itinerario letterario! Mi hai davvero ispirata 😊
Un percorso interessante ma soprattutto pieno di suggestioni poetiche grazie a questo post. Alcuni degli autori citati non li conoscevo neanche, quindi grazie <3
Che ricordi, ci sono stata in gita alle elementari con la classe! Mi era piaciuto tantissimo, era una giornata umidiccia e nebbiosa e aveva fascino da vendere. Pensa che poi, mentre facevo pipì alla toilette, trovai uno scorpione bello grosso sulla porta del bagno, proprio di fronte a me. Mi è rimasto impresso. Fine. 😅 Meglio le tue citazioni 😄
ahahahaha! Si, davvero!
conosco molto bene le Torbiere, le frequento per scattare fotografie da trent’anni. Trovo sempre qualcosa di nuovo… Ho apprezzato i collegamenti che hai saputo cogliere e proporre!
Brava!
Sai che non avevo mai sentito parlare di questa riserva? Dalle foto sembra davvero un luogo incantevole! Bellissimo poi il parallelismo con i brani poetici!
Il lago d’Iseo è proprio un luogo che avevamo visitato molto velocemente ed avevamo intenzione di tornare per una visita. Ti ringrazio per questi ottimi suggerimenti.
Se questa estate non potremo davvero uscire dalla regione di appartenenza avrò modo di scoprire tanti luoghi spettacolari della Lombardia che fino a poco fa ignoravo… e questa riserva sarà di sicuro in cima alla mia lista!
Ci sono passata davanti diverse volte nell’ultimo anno ma non ho mai avuto il tempo di fermarmi. Non vedo l’ora di poterci andare!
Che bello questo articolo! unire natura e cultura è molto difficile
Bellissimo questo articolo. Mi piace molto l’accostamento con i grandi letterati della storia e, del resto, mi piacerebbe tanto vedere le famose Torbiere. Scelgo Leopardi: il mio cuore va a lui.
Ho effettuato una gita in giornata al lago di Iseo ma non ho visitato le Torbiere. Originale l’idea di associare alcuni pensieri dei letterati a questi luoghi, questo suscita in chi legge una maggiore curiosità verso questo luogo.