Quando ho scoperto che era uscito il terzo libro di Fabio Paravisi “Sotto gli occhi di tutti” erano ancora i giorni del lockdown e non potendo uscire sono subito andata sul mio KOBO nella speranza di poterlo acquistare al volo in formato ebook. E così ho fatto. Credo proprio di essere stata una delle prime a mettere il giallo di Paravisi nel carrello elettronico. La curiosità era davvero tanta. Ritrovare i due protagonisti di Le Impronte del Male e Uno di Troppo era davvero un piacere. Ovviamente ora lo acquisterò in formato cartaceo (il profumo dei libri di carta per me è irresistibile) e completerò la collezione. Sempre che non ne abbia in cantiere un altro perchè allora dovrò leggere anche quello e lo aggiungerò accanto agli altri tre. E così via.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Sotto gli occhi di tutti, 3 aprile 1875, I segreti della Quinta Porta
Bergamo, fine Ottocento. L’uomo più potente della città viene trovato ucciso, ma due tutori dell’ordine Nino e Fendo, gli stessi delle Impronte del male e di Uno di troppo vengono incaricati di trovare la calotta cranica di Gaetano Donizetti, che qualcuno ha fatto sparire durante l’autopsia. Due storie che si intrecceranno tra il manicomio di Astino e i sotterranei delle Mura Venete fino a scoprire molti segreti della città e dei suoi abitanti.
Come i due precedenti libri, Sotto gli occhi di tutti è un giallo e insieme di un romanzo umoristico, ma anche un romanzo storico, perché tutto è ambientato nella Bergamo di fine Ottocento. Insieme alla narrazione scopriamo infatti com’era la Bergamo dell’epoca.
Stessi personaggi, il poliziotto e il carabiniere (“l’ultima ruota del carro”, li definisce così Fabio Paravisi in un video) che però riescono a far valere il proprio valore risolvendo i misteri. Ci sono bottegai e nobili, c’è la Bergamo dei palazzi nobili e quella delle prostitute, la Bergamo Sotterranea e c’è anche il Monastero di Astino.
Una parte importante di questo romanzo è ambientata nel Monastero di Astino, che a fine Ottocento era il manicomio di Bergamo, una struttura molto avanzata per l’epoca dove venivano rinchiusi i malati di mente. Il resto è ambientato prevalentemente in Città Alta e nella Bergamo sotterranea, ossia sotto le Mura Venete.
Sotto gli occhi di tutti: due vicende che si intrecciano
La storia è particolare perché intreccia due parti. La prima, più propriamente gialla (la cui vicenda è del tutto inventata) è legata all’omicidio dell’uomo più importante di Bergamo: un personaggio ambiguo, ambivalente, amato da metà Bergamo e odiato dall’altra metà, che viene trovato morto nel suo palazzo di Città Alta con il cranio fracassato. Il fatto che sia così odiato rende complicato risalire al colpevole, anche se ad un certo punto si trova un biglietto che sembra favorire la soluzione delle indagini.
Tutto questo si intreccia con una vicenda nota nella città di Bergamo: la sparizione e ritrovamento della calotta cranica di Donizetti, fatto che avvenne in un periodo in cui le teorie e gli studi di frenologia si diffondevano anche nella città orobica. Era infatti un momento in cui alcuni studiosi si affannavano nella speranza di individuare scientificamente l’origine del genio: pesavano e misuravano i cervelli, le ossa craniche e tutto quello che potesse portare ad una qualche teoria valida per tutti. Ecco perché in quegli anni erano così frequenti le tumulazioni di musicisti e artisti senza cranio o con pezzi di cranio mancanti: perché quei pezzi venivano fatti sparire per “amor di scienza”.
Tutto avviene nella stessa giornata e “tutti commentano”
Tornando al romanzo, a differenza dei due precedenti che hanno un respiro temporale di qualche giorno, le vicende narrate in Sotto gli Occhi di Tutti, si svolgono in un’unica giornata: il 3 aprile 1875. Tutti gli orari sono segnati, tutti i luoghi sono documentati.
Altra particolarità è la presenza di quello che nell’analisi letteraria si chiama “coro”, ossia le voci di popolo che commentano quello che succede. Così come avviene oggi nella vita di tutti giorni, nel romanzo ci sono le voci degli abitanti di Bergamo che si passano le informazioni, che sussurrano, che criticano, che trasformano un fatto in una leggenda cittadina. La narrazione viene commentata in diretta da questa specie di coro.
Il Monastero di Astino e i sotterranei delle Mura
Le due storie che si intrecciano per tutta la durata del romanzo, arrivano alla conclusione con un finale che si svolge sia nel Monastero di Astino sia sotto le Mura Venete. Il finale ovviamente è una sorpresa, come vuole la migliore delle tradizioni gialliste e non è mia intenzione spoilerarvelo.
Ma vi invito a fare un giro al Monastero di Astino e a guardarvi intorno immaginandovi la vita in quel luogo nell’Ottocento, quando era un ospedale psichiatrico. Qui venivano “ricoverati” o rinchiuse le persone con disagi psichici o che venivano “allontanate” dalle famiglie di origine per vari motivi. Qui si trovavano persone isolate dal mondo per tutta la durata della loro vita e altre solo per un periodo.
Allo stesso modo vi invito, se dovesse capitare l’occasione di partecipare ad una delle visite guidate nel sottosuolo di Città Alta e più precisamente nella Bergamo Sotterranea delle condotte dell’acquedotto. Vi metto qui il link ad uno degli articoli che ho scritto un paio di anni fa che raccontava proprio di questa visita nella Bergamo che si trova sotto le Mura e che si svolse proprio dove avvengono i fatti narrati in questo terzo romanzo di Paravisi.
Raccontare il mistero del cranio di Donizetti: un carico da novanta
Devo dire che questo libro partiva con un carico da novanta non indifferente visto che narra non solo una parte della storia del Monastero di Astino, ma anche una vicenda che mi ha appassionato parecchio, ossia la scomparsa e il ritrovamento della calotta cranica di Donizetti. Per questo ho dato più di una lettura al romanzo: la prima, veloce per scoprire l’assassino. La seconda, con più attenzione per scoprire se anche Paravisi era arrivato alle mie stesse conclusioni in merito alla vicenda del ritrovamento della calotta cranica di Donizetti.
Se però non ricordate la vicenda, vi consiglio di leggere il libro di Paravisi e poi leggere il mio primo articolo dedicato al mistero della calotta cranica di Donizetti e il successivo, quello in cui spiego finalmente – documenti alla mano – che le cose andarono in un modo leggermente diverso da come ci sono state tramandate.
Grande è il piacere che ho provato e provo ogni volta che leggo questi gialli ambientati nella Bergamo di quasi 150 anni fa, così diversa dal gioiellino che vediamo oggi. Una città dove le differenze sociali erano davvero marcate e dove l’umanità era così viva da diventare metafora di tutta l’umanità. Ma forse questo non è molto cambiato.
Se desideri acquistare il libro, ecco il link
Note – La foto di Paravisi è screenshottata da una video-intervista. Il libro è stato regolarmente acquistato sulla piattaforma KOBO e la ricevuta è raccolta su supporto informatico. Le foto sono in parte mie e in parte (le ultime due) recuperate in Rete.
Adoro i gialli e sono sempre alla ricerca di nuovi titoli, per cui mi segno il nome di Fabio Paravisi perché non lo conoscevo. Ultimamente ho letto alcuni gialli ambientati in nord Italia (Piemonte, Liguria, Trentino) e trovo che sia molto interessante leggere di posti che più o meno si conoscono. Sicuramente l’ambientazione a Bergamo per chi ci vive deve essere una cosa curiosa.
Quello che dici a proposito della gente che commenta mi fa venire in mente gli abitanti della mia città che sono sempre “informatissimi” su tutto!
Solitamente non amo i romanzi ambientati in epoche differenti alla nostra ma i gialli mi intrigano Essendo una lettrice accanita storie ben scritte sono sempre ben accetti!
Grande spunto e grande suggestione: mi sa che andrò in cerca del libro e me lo terrò come lettura estiva. Grazie Raffi: sei sempre una grande fonte di storie magnifiche.
Amo moltissimo leggere e il genere giallo è uno dei miei preferiti. Non conoscevo questo autore e ti ringrazio del suggerimento. Mi piace molto leggere libri ambientati in un luogo preciso che è possibile visitare. Ultimamente ne ho letto uno ambientato nel biellese (da dove vengo io) ed è stato piacevolissimo.