copia certificata Sacra Sindone al Santuario del Perello BG

Scopri tutto sull’immagine della Sacra Sindone ammirando la copia certificata che si trova al Santuario del Perello (Bg)

La copia certificata della Sacra Sindone al Santuario del Perello. Questo articolo vi sembrerà un po’ particolare, ma se anche voi avete il desiderio di andare ad ammirare la Sacra Sindone a Torino appena ce ne sarà la possibilità, e passate dalle parti di Bergamo, dovete proprio leggere questo articolo. Sì, perché al Santuario del Perello, a pochi chilometri dal capoluogo orobico e più precisamente nei boschi dell’Altipiano di Selvino Aviatico, si trova una delle 100 copie certificate della Sacra Sindone davanti alla quale potete soffermarvi con tutta calma per comprendere tutti i segni che si trovano sul sudario che avvolse l’uomo della Sindone.

Che voi siate credenti o meno, quell’uomo dovette sopportare delle violenze e crudeltà indicibili che lasciano senza parole. E quel sudario ne è la prova.

La copia della Sacra Sindone al Santuario del Perello

In un angolino della Bergamasca, immerso in un bosco a pochi passi da Selvino, si trova un piccolo Santuario cinquecentesco dove è esposta una delle copie certificate della Sacra Sindone in scala 1:1. L’occasione è davvero imperdibile, ma vi avviso: quando ci si trova davanti alla copia certificata della Sindone, si ha la percezione di trovarsi di fronte ad una grande sofferenza, a un martirio incredibile e i sentimenti che si animeranno in voi saranno molteplici. Sarete costretti a riflettere su quanto male l’uomo può fare ad un altro uomo veramente e quanto ci si possa ingegnare per poter colpire crudelmente coloro che ci sono avversari.

La copia che trovate esposta è parte di un progetto molto ampio che ha coinvolto, con la Val Gandino, il Museo della Sindone di Torino, il Centro studi internazionale sulla Sindone: ovvero realizzare delle copie certificate del sacro telo, visto che le ostensioni di quella originale sono rare (il lino di cui è composto il telo tende a deteriorarsi se esposto alla luce). La copia esposta al Perello consente una visione della Sindone come se fosse quella originale: nel realizzarla, è stato utilizzato lino seminato nell’aprile 2020 in Val Gandino, trasformato poi in filato dal Linicio e Capanificio di Villa d’Almè, con tessuto realizzato da Torri Lana 1885 a Peia. La stampa è poi avvenuta alle Efi Reggiani di Grassobbio.

Qui trovate tutte le informazioni relative al progetto delle copie certificate della Sacra Sindone: Tutto sulla straordinaria copia della Sacra Sindone, un sudario di lino che parla bergamasco.

Comprendere l’immagine della Sacra Sindone guardando la copia certificata che si trova al Perello

Sacra Sindone copia certificata al Santuario del Perello in provincia di Bergamo
Credit: Santuario del Perello – Facebook

Io non so quanti abbiano idea di quello che l’uomo della Sindone abbia patito prima di morire. Abbiamo tutti in mente la Via Crucis, ma non la crudeltà con cui l’uomo fu percosso e il dolore fisico che dovette sopportare. Mentre leggevo le spiegazioni trovate sul foglio su come guardare i segni impressi sul sudario esposto al Santuario del Perello (che vi riporto qua sotto in parte rielaborate) mi sono quasi sentita svenire e non ho potuto fare a meno di collocarle all’interno del racconto della Via Crucis che avevo studiato a catechismo da bambina e che ho rivisto recentemente durante l’inaugurazione dell’opera d’arte di Viveka Assembergs a Sotto Il Monte di cui avevo già scritto e che potete leggere qui. 

Ora quel racconto ha un significato del tutto diverso per me. Seppure l’immagine che si può osservare sulla copia certificata della Sacra Sindone al Santuario del Perello sia molto tenue, questo oggetto parla moltissimo, anche a chi il Vangelo forse non lo conosce. E’ un’immagine che parla del dolore, del sacrificio, della sofferenza, della drammaticità della morte di un corpo significativo, di una persona possente e forte. Non poteva essere diversamente, perché all’epoca solo le persone forti riuscivano a vivere per un determinato tempo.

Come guardare la Sacra Sindone al Santuario del Perello e decifrarne i segni

La Sindone è un lenzuolo di lino di colore giallo ocra, di forma rettangolare di dimensioni di circa 4.41m x 1.11 m. In corrispondenza di uno dei lati lunghi, il telo risulta tagliato e ricucito per tutta la lunghezza a otto centimetri dal margine.

Il lenzuolo riporta due immagini molto tenui che ritraggono un corpo umano nudo, a grandezza naturale, una di fronte (immagine frontale) e l’altra di schiena (immagine dorsale); sono allineate testa contro testa, separate da uno spazio che non reca tracce corporee. Sono di colore più scuro di quello del telo. Il corpo raffigurato appare quello di un maschio adulto, con la barba e i capelli lunghi.

Su tutto il telo sono evidenti dei segni di bruciatura causati dall’incendio scoppiato il 4 dicembre 1532 nella Sainte Chapelle di Chambéry, in cui la Sindone rischiò di essere distrutta. Un oggetto rovente (delle gocce d’argento fuso, oppure una parte del reliquiario) aprì nel lenzuolo numerosi fori di forma approssimativamente triangolare, disposti simmetricamente ai lati dell’immagine in quanto il lenzuolo era conservato ripiegato più volte su sé stesso. Nel 1534 le suore clarisse di Chambéry ripararono i danni cucendo sui fori delle pezze di tessuto e impunturando la Sindone su un telo di supporto della stessa grandezza. Nel 2002, in un intervento di restauro conservativo, tutti i rappezzi sono stati rimossi e il telo di supporto originale è stato sostituito con un altro più recente.

L’immagine è poco visibile a occhio nudo e può essere percepita solo a una certa distanza (uno-due metri), mentre avvicinandosi sembra scomparire. Per tanto sedetevi sulle panche poste di fronte alla teca esposta al Santuario del Perello e con il foglio di spiegazioni che trovate su un banchetto a destra (o questo articolo) guardate con tutta calma l’immagine impressa sul lenzuolo.

Parte frontale (parte sinistra del lenzuolo)

Volto. Sono evidenti gli ematomi sulla parte destra del volto e le ferite sulle arcate orbitali. Il setto nasale, a causa di duna frattura. L’uomo della Sindone sembra essere stato selvaggiamente percosso nelle ore precedenti la sua morte. Al volto presenta occhio destro chiuso, abrasioni alla punta del naso, barba strappata (si ricorda che era la pena ebraica per la bestemmia), rigonfiamento sopra lo zigomo destro, causa della chiusura dell’occhio.

(1) Danni dell’incendio di Chambery 1532 Immagine Sacra Sindone frontale

(2) Su entrambe le ginocchia si notano delle escoriazioni molto probabilmente dovute a cadute, poiché in queste zone, come sulle piante dei piedi sono state individuate delle tracce di terriccio. Lo stesso ritrovato anche sulla punta del naso e sul calcagno. L’uomo della Sindone procedeva a fatica sotto il peso del suo patibulum. L’estrema debolezza e forse anche il dimenarsi dei compagni, legati a lui, lo facevano cadere provocando l’urto violento delle ginocchia sul lastricato della via.

(3) Colature di sangue che provengono da ferite provocate da oggetti appuntiti di piccolo diametro e sembrano dovute all’imposizione sul capo di una corona di spine.

(4) Colpi del flagello, strumento rimano di tortura, costituito da un manico di legno al quale vengono legate delle corde al termine delle quali venivano fissati di piccoli piombi a forma di manubrio che spaccavano la pelle.

(5) Sulla parte destra del petto è ben visibile una chiazza di sangue che esce da una ferita di forma ovale, provocata da una lancia che ha colpito il torace tra la quinta e la sesta costola  e che è penetrata in profondità raggiungendo molto probabilmente il cuore. Le caratteristiche di questa ferita mostrano che questa fu inferta dopo la morte. Il sangue che esce dalla ferita infatti è circondato da un alone, segnato da piccole macchie rosse, dovute al siero. La colatura di Sangue del torace continua sul dorso a metà schiena, evidentemente per lo svuotamento del sangue ancora rimasto nel torace nel momento in cui il cadavere è stato tolto dalla croce e deposto in posizione orizzontale.

(6 e 7) Sul dorso della mano sinistra, all’altezza del polso, è visibile una grande chiazza di sangue formata da due colature divergenti. Il sangue fuoriesce da una ferita di forma ovale, dovuta ad un oggetto appuntito, come un chiodo, che è stata fatto entrare dall’interno della mano ed è uscito sul dorso. La ferita non si trova nel palmo della mano, ma sul polso. La penetrazione del chiodo nel polso e non nel palmo della mano corrisponde alle esigenze di fissare saldamente gli arti superiori alla croce. Le due colature di sangue divergenti visibili sul polso sono dovute alle due diverse posizioni assunte da condannato sulla croce: quella accasciata e quella sollevata che il condannato era costretto ad assumere per continuare a respirare e a rimanere in vita.

Parte dorsale (parte destra del lenzuolo)

Anche da questa parte sono evidenti i danni dell’incendio di Chambery

Immagine Sacra Sindone Dorsale(4) Colpi del flagello. Le ferite sono da novanta a centoventi, inferte da due uomini, uno alto e l’altro basso e più crudele. La legge ebraica prevedeva al massimo 40 colpi che avrebbero appunto potuto imprimere sulla carne i 120 segni del flagello.

(5) All’altezza delle spalle si osservano due grandi escoriazioni che sono probabilmente dovute allo sfregamento di un oggetto pesante e ruvido che molto facilmente è il patibulum, una trave che il condannato portava trasversalmente sulle spalle. Le escoriazioni lasciate da questa trave hanno varia grandezza. Talune fanno intravvedere il colpi della flagellazione. L’imposizione del patibulum ha aggravato le ferite preesistenti e he ha provocate altre.

(6) Sangue che si è coagulato nella deposizione nel sepolcro in posizione orizzontale

(7) Piede destro: una o due ferite da perforazione. Piede sinistro: colature di sangue provenienti da ferita al centro del piede. Ferite e colature di sangue sono compatibili con chiudo rimani. Sul piede destro sembrano ben visibili due ferite da chiodo, una sul tallone e una a metà della piante 8in corrispondenza del metatarsi e sulla quale non ci sono dubbi): da entrambe le ferite partono importanti rivoli di sangue. Se i chiodi erano davvero due dobbiamo immaginare i due piedi inchiodati insieme al palo verticale della croce: un chiodo (conficcato a metà del piede sinistro) ne usciva per attraversare il destro; l’altro chiodo era stato conficcato nel solo piede destro (presumibilmente sul collo del piede)

Dove si trova il Santuario del Perello

Se volete ammirare la Sacra Sindone al Santuario del Perello dovete andare in Val Serina. Il Santuario del Perello si trova nel territorio della Parrocchia di Algua, in Valle Serina, Provincia di Bergamo.
Lo si può raggiungere in auto e in pullman percorrendo la stra provinciale 28 Algua-Selvino, passando per la frazione Sambusita di Algua in direzione località Passata. Si giunge anche da Miragolo San Salvatore, oppure direttamente da Selvino, sempre passando dalla località Passata.

 

Se volete saperne di più sul Santuario del Perello

A questo link trovate tutto quello che dovete sapere sul Santuario del Perello, immerso nei boschi dell’Altopiano di Selvino Aviatico.

Bar Ristoro –  Santuario del Perello

Nel complesso del Santuario si trova un Bar-ristoro per i pellegrini, anticamente denominato “Canea”. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al gestore:
Sig. Claudio cell. 335.67.91.596 | Sig.Donatella cell. 292.70.37.961

 

Note: Alcune delle immagini presenti in questo articolo sono tratte dalla pagina FB del Santuario del Perello. Altre sono state scattate da me durante la visita a luglio 2022. Le note sulla lettura del lenzuolo sono tratte dal documento fornito dal Santuario del Perello ai pellegrini che si approcciano alla Sacra Sindone. 

 

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