palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone esterni

Dimore storiche bergamasche | Visita a Palazzo Giovannelli Fogaccia di Clusone, un gioiello che pochi conoscono veramente

Palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone, una dimora storica bergamasca con una storia molto affascinante che si lega a doppio filo con la storia della Val Seriana e dell’Italia. Era un po’ che lo tenevo d’occhio. Il Palazzo viene aperto occasionalmente per ospitare concerti del Lions Club di cui è socio il principe Giovanelli e visite guidate in particolari periodi dell’anno.

Un paio di anni fa, leggendo il libro di Marco Carminati Noir Bergamasco (ve ne avevo giù parlato in occasione dell’articolo sui 4 modi diversi per ammirare Il Trionfo della Morte di Clusone) ne avevo letto delle belle descrizioni e mi era  venuta voglia di visitarlo di persona, per rendermi conto davvero di cosa fosse. Purtroppo le rare date di apertura non coincidevano mai con le mie disponibilità e quando finalmente sono riuscita ad andarci, devo dire che l’attesa è stata ripagata: il palazzo è meraviglioso.

Cose di Bergamo sta per visitare Palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone

Storia di Palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone

Costruito per desiderio del conte Vittorio Maria Fogaccia venne disegnato dall’architetto Giovanni Battista Quadrio di Milano, figlio di Gerolamo che lavorò come architetto della Fabbrica del Duomo di Milano, nel 1672, e della chiesa dei Crociferi. Iniziato nel 1693 venne terminato nel 1709 dai capomastri Giovan Maria e Antonio Trezzini di Lugano, interpretando la volontà della famiglia Fogaccia il cui motto era NI MATARME NI SPANTARME (né mi ammazzi, né mi spaventi), di dare un tangibile segno di superiorità nei confronti di tutte le altre famiglie locali.

La leggenda narra che durante la sua costruzione, Fogaccia avesse speso moltissimi denari, tanto che in paese cominciò a circolare la voce che avesse speso più di quanto potesse permettersi e che le finanze di famiglia fossero a secco. Così, appena il palazzo fu terminato, il conte invitò tutte le famiglie nobili del paese per una cena inaugurale e quando gli ospiti arrivarono li fece sedere su sacchi di monete per dimostrare che la sua ricchezza non ne aveva risentito. Non ci è dato sapere come la presero, e nemmeno se sia vero, ma certamente la bellezza del palazzo e dei suoi interni devono aver impressionato gli ospiti. Purtroppo il palazzo venne abitato dalla famiglia solo per una estate, quella del 1709.

Palazzo Fogaccia rimase di proprietà della famiglia clusonese per un paio di secoli, fino a quando, nel 1939 diviene Giovanelli Fogaccia, a seguito del matrimonio della Contessa Giulia Fogaccia Zammitti, nipote e erede del Conte Piero Fogaccia, con il Principe Giuseppe Giovanelli, famiglia originaria della Val Gandino e imparentata con quella di Guglielmo Marconi. Gli sposi tuttavia abiteranno poco a Clusone, perché staranno prevalentemente a Roma, a Villa Giovanelli Fogaccia.

Una curiosità: in tempo di guerra, tra il 1943 e il 1945, il palazzo fu una delle sedi del Ministero delle Colonie (o meglio Ministero dell’Africa Italiana, oggi Ministero degli Esteri).

Chi erano i Fogaccia di Clusone

Lo stemma della Famiglia Fogaccia

I Fogaccia erano una famiglia bergamasca anticamente detta de Fogatiis o Fugazza e aggregata al Maggior Consiglio di Bergamo. In origine la famiglia trasse grandi ricchezze dalla mercatura che svilupparono maggiormente a Parma e a Venezia e trapiantata poi a Clusone, nel 1546, da un Evangelista, giudice e nobile cittadino di Bergamo. Romanino Antonio, suo fratello, per opera dei corsari tutta la mercanzia, fu fatto prigioniero e riscattato poi dal fratello contro pagamento di 300 zecchini.

Una primogenitura fu fondata nella famiglia nel 1613, da un Vittorio, sacerdote. Un Antonio Romanino, prete secolare, fondò nel 1638 l’Accademia letteraria di Clusone chiamata “lo stimolo delle esperienze accademiche”. Vittorio Maria, nato nel 1642, erede dello zio materno Carlo Bonicelli, ricco negoziante di Parma, fondò a Clusone il sontuoso palazzo della famiglia.

Chi erano i Giovanelli di Gandino

Celebre casata di mercanti lanieri originari di Gandino, i Giovanelli dominarono per secoli il commercio della lana e dei panni nella val Gandino. Per necessità di commercio alcuni rami si trasferirono nel Trentino, a Venezia, a Jesi, ad Ancona e in Ungheria; dopo la nobiltà bergamasca acquisita nel 1358, dal XVI secolo la casata fu decorata della nobiltà imperiale per i servizi prestati sotto le bandiere dell’imperatore con funzioni militari.

Il ramo più illustre fu quello che, ascritto nel 1668 al patriziato veneto, ottenne numerosi feudi, il rango di conti del Sacro romano impero e la dignità magnatizia in Ungheria, dove possedeva vaste proprietà, e infine il titolo di principi dell’impero austriaco. I Giovanelli possedevano estesissimi beni e terre feudali in val Gandino, in val Cavallina e nella pianura bergamasca, nel Veneto, a cui si aggiungevano beni in Austria e nel Trentino.

Vengono ricordate le grandi elargizioni dei Giovanelli alla comunità di Gandino: l’antico monastero benedettino (ora sede della casa delle Orsoline di Gandino), i palazzi di famiglia (in quello di via Castello c’è un magnifico portale alto oltre sei metri, in pietra arenaria). Non va dimenticata la basilica di Santa Maria Assunta, per la quale i Giovanelli furono prodighi di doni, a partire dalla grande cupola centrale, disegnata Giovan Maria Bettera.

Architettura di Palazzo Giovanelli Fogaccia

Palazzo Fogaccia, che fu dimora del Conte Fogaccia, rappresenta un luogo importante per capire meglio come si sia evoluta nel corso degli anni la società della cittadina clusonese. Il Conte fu uno dei massimi benefattori finanziando opere ed imprese che diedero uno slancio non indifferente per l’intero comprensorio del baradello.

Il Palazzo sorge poco fuori da quella che è la cittadina storica. lo si può raggiungere salendo da una delle vie laterali di piazza Sant’Anna ( circa 200 metri) oppure percorrendo in auto il periplo che porta all’uscita del paese.

Gli esterni

Ingresso palazzo Giovanelli Fogaccia Clusone esterni.jpeg

La parte esterna è in muro rustico, si presenta principalmente nella lunga parete rivolta a sud, disposta su tre piani, dove risaltano le pietre scure delle cornici delle finestre e dei portali. Il primo piano ha dieci aperture quadrate, al piano nobile vi sono corrispondenti grandi finestre con al centro il balconcino, e al terzo si ripresentano le medesime aperture del primo con le finestre quadrate.

Il portale all’ingresso in bugnato riproduce lo stemma della famiglia Fogaccia, due teste di leone, realizzate dai fratelli Carra presenti a Clusone durante i lavori decorativi della Basilica.

Gli interni

All’ingresso dell’edificio i visitatori sono accolti in un ampio atrio in cui domina una carrozza che, nel corso della II guerra mondiale, quando non si potevano usare le auto, la famiglia Giovanelli si spostava. Durante il conflitto infatti le automobili venivano requisite e i cittadini dovevano spostarsi con mezzi senza benzina. I Giovanelli avevano due carrozze, una delle quali è stata venduta; il Principe ha deciso di custodire con grande cura la seconda che è a due posti e si chiama Coupé.

Dall’atrio si possono ammirare le imponenti finestre in vetro soffiato che danno sul giardino e si accede poi alla sala d’onore: qua spiccano dipinti e affreschi neoclassici realizzati da pittori come i Mariani di Milano e Francesco Paglia di Brescia.

La parte interna del palazzo si configura con la predisposizione tipica dei palazzi nobiliari del ’600 e ’700 italiano; un grande scalone in pietra con balaustre accompagna al primo piano dove la galleria di disimpegno completamente affrescata da Giuseppe Brina e altri porta al grande ‘’Salone d’onore’’ affrescato dai fratelli Giovanni e Giuseppe Mariani di Milano.

Alcune sale al primo piano, della galleria sul lato ad est, di alcune volte e stanze sono opera del pittore Francesco Paglia allievo del Guercino che dipinse anche il grande quadro del grande salone raffigurante il Conte Vittorio Maria Fogaccia con la famiglia durante una festa nel parco della loro dimora. Un enorme telero davvero imponente che per la sua importanza storico-artistica è soggetto a controlli di luce e temperatura costanti. Questo significa che soffre la luce diretta e che può essere illuminato solo con la luce a giorno proveniente dalle finestre leggermente schermate.

Un’imponente scalinata dà invece accesso alla galleria, anch’essa ricca di dipinti e in cui occasionalmente si ospitano concerti. Vi sono varie sale di rappresentanza, galleria, una cappella privata, appartamenti per ospiti e privati il tutto affrescato e decorato.

Al piano inferiore rispetto all’atrio si trovano la cucina e alcune sale affrescate dove si svolgono gli eventi.

Nel 1943/45 vi era anche il Ministero delle Colonie (o meglio Ministero dell’Africa Italiana) che amministrava i possedimenti coloniali nell’ultima parte della guerra. A fare da cornice a questo gioiellino d’arte vi è un giardino spazioso, ricco di piante, fiori e con una visuale fantastica.

Le opere d’arte che si trovano a Palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone

Molti artisti hanno lavorato nel palazzo, perché la famiglia voleva testimoniare il proprio interesse alla cultura e all’arte. Ci sono due ritratti di Querena, una Annunciazione di Domenico Carpinoni e nature morte raffiguranti strumenti musicali di Bartolomeo Bettera, che aveva ereditato la bottega di Evaristo Baschenis continuandone poi l’arte.

Viste le numerose opere d’arte che erano presenti a palazzo il 23 ottobre 1910 il Ministero della pubblica istruzione dichiarò l’edificio Opera di importante interesse artistico.

Palazzo Giovanelli Fogaccia di Clusone fa da sfondo ad un delitto in Noir Bergamasco

Cosa visitare a Clusone

 

Note: Le foto sono in parte mie e sono state scattate in occasione della visita guidata che si è svolta il 14 maggio 2022 condotti da Laura Benzoni, storica dell’arte e guida turistica professionista. 

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Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi.

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8 comments

  1. Si costruirono anche un palazzo sul Canal Grande a Venezia (a San Stae) ed acquistarono il titolo nobiliare, pagandolo 100.000 ducati!

    1. Grazie Michela. Ottimo spunto per un nuovo articolo. E per una visita in quel di Venezia in vostra compagnia!

    1. Il palazzo viene aperto molto raramente al pubblico. Le consiglio di tenere d’occhio la pagina FB di Laura Benzoni, guida turistica che si occupa delle visite del palazzo.

  2. Buongiorno. Vorrei sapere il titolo del libro che viene proposto in una foto di questo articolo. Grazie.

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