Lungo la strada che collega Bergamo a Seriate, in via Borgo Palazzo, di fronte alle giostre di Celadina, ancora oggi s’incontra un grande e misterioso portone in pietra, conosciuto da tutti i bergamaschi come “Ol Purtù del Diaol”, il Portone del Diavolo.
Se chiedete ad un bergamasco dove si trova il Portone del Diavolo ve lo saprà sicuramente dire perché da piccolo o da grande ci sarà passato vicino andando alle giostre di Sant’Alessandro, ma se gli chiedete di raccontarvi come mai si chiama così otterrete qualche parola o poco più su un fantomatico Diavolo che l’ha costruito.
La leggenda del Portone del Diavolo
Costruito nel 1550 dall’architetto Sandro de Sanga su commissione di Giovanni Giacomo Tasso, il portone era l’ingresso di un’immensa proprietà che conduceva alla tenuta di campagna della famiglia De’ Tassi, il casato degli inventori dei Servizi Postali privati e di Torquato Tasso.
Passando noterete che il portone è isolato ed è proprio attorno a questo misteriosa posizione che è nata la leggenda che si tramanda nei secoli.
Una sera, de Sanga si presentò alla tenuta di famiglia per presentare il progetto della porta. Il progetto non piacque ai Tasso che non le mandarono a dire al povero architetto e lo subissarono di critiche e lamentele su quel progetto non abbastanza moderno (per l’epoca, si intende) e per i tempi di costruzione troppo lunghi.
Esasperato dalla situazione, de Sanga esclamò una frase che si trasformò in una invocazione chiara: “Neanche il diavolo riuscirebbe a costruirla!”. Così, quella stessa notte, il diavolo si presentò all’architetto, incredulo e impaurito, e ricordandogli la sfida lanciata (“Davvero credevi che il Diavolo non ci sarebbe riuscito?”) si mise a costruire il portone.
La mattina seguente i Tasso e il resto della popolazione restarono senza parole. Tutto si sarebbero aspettati fuorché un portone costruito così, dal nulla in pochissime ore. Tuttavia i committenti non erano ancora completamente soddisfatti della costruzione e ripresero con lamentele e critiche.
De Sanga questa volta uscì dall’incontro con i Tasso meno esasperato perché sperava di avere un asso nella manica. Infatti quella notte si affidò nuovamente al diabolico muratore che, imprecando per le richieste dei Tasso, tra tuoni, fulmini e saette, distrusse il portone costruito la notte prima e, sotto una pioggia battente, lo ricostruì in un batter d’occhio.
Questa volta, i Tasso approvarono con entusiasmo la costruzione. Ma la leggenda narra che, da quel momento in poi, prima di ogni temporale o in caso di lite famigliare alla Villa, nei dintorni del portone si senta un forte odore di zolfo, segno inconfutabile della presenza del Diavolo.
Cosa c’è di vero nel racconto?
Come sempre succede in questi casi, le leggende, per quanto fantasiose hanno un fondo di verità, per questo ho deciso di capire come si sia arrivati a parlare di diavoli, fulmini, saette e zolfo per un ingresso in marmo bianco di Zandobbio che nel tempo è riuscito ad offuscare, quanto meno nella conoscenza popolare, la ben più lussuosa villa.
La verità è che fu sì Gian Giacomo Tasso nel 1550 ad affidare a tale Sandro da Sanga (cioè da Zanica) la costruzione di un adeguato accesso alla tenuta. L’arco e la strada campestre che arrivava al palazzo vengono spiegati da una epigrafe: «Sandro Fator a fato questa strada e fato costruir questa porta».
Giovanni Galeazzo Tasso, figlio di Gian Giacomo, di ritorno dal suo viaggio di nozze, quando arrivò trovò quell’arco costruito in poco tempo, in suo onore.
A contribuire al mistero che gli è valso il nome tanto originale, pare che la porta venne costruita in una sola notte tanto che i passanti, trovandosela davanti agli occhi da un giorno all’altro e per giunta in mezzo alla campagna, la giudicarono un’opera diabolica e ci ricamarono sopra una storiella che col passare del tempo è diventata una vera e propria leggenda. In realtà venne realizzata direttamente in cava per poi essere montata rapidamente sul posto.
Note
Il portone del Diavolo si trova alla Celadina, quartiere di Bergamo, in via Borgo Palazzo davanti al Mercato Ortofrutticolo di Bergamo. Si trova all’altezza di una rotonda.
Le foto sono mie e le informazioni sulla leggenda e la vera storia le ho recuperate in rete e rielaborate.
È incredibile quanto poco sapevo di una città che comunque è abbastanza vicina a casa !
Sono sempre molto affascinanti queste leggende che si nascondo dietro a certe opere. Grazie per avercela raccontata.
Fantastica la leggenda. La conoscevo perché me la raccontavano da piccola. Prima dei temporali 🙂
In un sacco di racconti popolari il diavolo e’ un pochino fesso. 🙂 Storia molto carina!
In questa invece è il classico muratore bergamasco che tira su muri e portoni in una notte. 😂😂😂
Con qualche parolaccia… XD
Da me a Cividale del Friuli c’è il ponte del diavolo. Ad ogni modo sono sempre monumenti davvero belli!
sebbene non abiti distante da bergamo non conosco questo lugo
vorrei oeri visitare
Particolare questa leggenda. A forli abbiamo un palazzo sopranominato “palazzo del diavolo” ma non so perché.
Ogni città ha la sua leggenda legata al diavolo. Ne sto scoprendo tantissime.
Che bella questa leggenda, un monumento perfetto per appassionare nella visita della città i bambini
Se la racconti ai bambini, se la ricorderanno per tutta la vita!
Da noi in Toscana abbiamo il ponte del diavolo! Le leggende sono.sempre molto affascinanti!
Sono curiosa. Vado a leggere di cosa si tratta. 🙂
Bellissima la leggenda, davvero divertente XD (povero architetto, però!)
ahahahah! hai ragione. Non doveva essere un lavoro facile a quei tempi. 🙂
Le credenze e le leggende popolari sono sempre molto affascinanti, sembrano favole che in fondo ci piace ancora sentir raccontare!
Sono favole che spiegano quello che un tempo non si riusciva a spiegare. E così sono arrivate fino a noi.
Bergamo la conoscevo poco ma grazie al tuo blog sto scoprendo angoli di città che davvero non immaginavo! Complimenti!
Ti ringrazio.
Anche a Torino abbiamo un portone del diavolo 🙂
Lo so. Mentre facevo le ricerche per il portone bergamasco mi sono imbattuta in quello di Torino. E non solo in quello. 😉
Queste storie che si tramandano di generazione in generazione, tante volte storpiandone i contenuti, mi hanno sempre affascinata. Bella leggenda, l’hai raccontata davvero bene. 🙂
Ti ringrazio!
È sempre bello scoprire la storia è le leggende che si nascondono dietro ad angoli delle nostre belle città!
Hai ragione. Si scoprono sempre delle cose interessanti.
Si hanno sempre delle sorprese interessanti.
Io sono stata affascinata dalle leggende di ogni singolo paese. Non conoscevo questa che hai raccontata =)
Bella la leggenda della porta del Diavolo. Le note di colore con cui vengono arricchite le storie popolari mi fanno sempre molta simpatia. In questo caso l’odore di zolfo prima delle liti in famiglia e dei temporali 🙂
Mi entusiasmano molto le leggende ma questa é proprio particolare hahahah…molto interessante e il portone é davvero bello
Davvero curiosa! Ogni volta che ti leggo mi viene voglia di tornare a Bergamo e fare mille stop…!
Bergamo è sempre lì. Quando tornerai potrai fare e vedere tutto quello che vuoi. E ti accoglierà a braccia aperte.
Ne sai sempre una più del “diavolo”, altro che portone! Affascinante questa leggenda, devo proprio riuscire a venire a Bergamo, ma con tutti i tuoi consigli, dovrei pernottare almeno un mese!
I blocchi di marmo erano già stati tagliati a misura ed è stato sufficiente assemblarli sul sito.
Infatti: preparata in cava e assemblata sul posto.