Palazzi di Caprino Bergamasco

Val San Martino | Tour tra i palazzi di Caprino Bergamasco per immergersi nelle atmosfere della Belle Epoque

Lo sapevate che il paese di Caprino Bergamasco, dal  nome così “pastorale”, sul finire dell’Ottocento era considerato uno dei borghi più raffinati ed eleganti della Bargamasca? Lo scapigliato Antonio Ghislanzoni, lo definì addirittura “il paese pieno di fiori e di contesse”. Le nobildonne più chic della città infatti qui possedevano splendide dimore tanto che qualcuno parlò addirittura di una “piccola Parigi“. Se siete curiosi di scoprire questo luogo pieno di sorprese, seguitemi in questo viaggio alla scoperta dei palazzi di Caprino Bergamasco e immergiamoci insieme nelle atmosfere della Belle Époque.

Belle Époque? Caprino ci arrivò al suo massimo splendore

Belle Epoque

Col nome di Belle Époque si indica il periodo storico, socio-culturale e artistico europeo che va dal 1871 al 1914. L’espressione “Belle Époque” (Epoca Bella) nacque in Francia alla fine dell’Ottocento, in parte dalla realtà storica del tempo e in parte da un sentimento di nostalgia per il tempo appena passato di Illuminismo e Romanticismo. In quel periodo le invenzioni e i progressi della tecnica e della scienza furono moltissimi e i benefici di queste scoperte portarono a standard di vita notevoli e a miglioramenti sociali. L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, e altre comodità, contribuirono a un miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un senso di ottimismo.

Tra il Settecento e l’Ottocento Caprino raggiunse il periodo di massimo sviluppo sia architettonicamente che culturalmente. Non a caso il sacerdote Carlo Rosa nel suo testamento del 12 Gennaio 1890, lasciando la sua “libraria” ai comuni della Valle San Martino, designa Caprino come luogo dove devono essere risposti. Caprino era infatti “Comune celebre  fra l’altro anche per quei soggetti scienziati che prodotti ha sempre anche nei tempi passati”.

Il borgo così come ci appare oggi, nelle facciate, nella distribuzione dei palazzi, negli spazi di relazione pubblici, mostra una immagine tardo settecentesca e ottocentesca. Costituito prevalentemente da austeri palazzi appartenuti a famiglie nobili e borghesi che hanno legato le loro fortune economiche allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria serica, mostra ancora i propri caratteri sobri ed eleganti.

La “nobile promenade” tra giardini e palazzi di Caprino Bergamasco

Centro Storico di Caprino Bergamasco

Sul finire dell’Ottocento, Caprino ebbe un notevole sviluppo architettonico perché scelto come luogo di villeggiatura da nobili e borghesi che vi costruiscono prestigiosi palazzi con grandi “giardini di delizia e decoro” su preesistenze nobiliari più antiche. Tutto il centro infatti venne ristrutturato e non è raro scorgere ancora oggi facciate con decorazioni Ottocentesche e portali di due o tre secoli prima.

Il tour dei palazzi nobili si svolge essenzialmente lungo la via principale del centro storico. A chi percorre le vie del borgo di Caprino, i giardini antichi rimangono nascosti dentro una compatta cortina muraria di palazzi. Solo dopo averne varcato la soglia si spalancano quadri paesaggistici e meravigliosi scorci ben integrati nell’abitato. Il tessuto edilizio del borgo antico non lascia immaginare la presenza di questi giardini romantici, luoghi di delizia, decoro mistero e raffinatezza.

Ho fatto questo tour in compagnia di una guida turistica professionista (Pierluigi Locatelli, sotto trovate il suo indirizzo email nei commenti) e non immaginavo quanta bellezza avrei ammirato all’apertura dei portoni dei palazzi nobili di Caprino Bergamasco. Eccone un assaggio.

 

Palazzo Mallegori (sede del Municipio e della Biblioteca Mandamentale)

All’ingresso si viene accolti da uno scalone scenografico del 700. Gli interni sono decorati in stile neoclassico. All’interno si trova anche una saletta dipinta con una struttura a berceau del primo ‘900 attribuibile a Francesco Domenighini.

Nell’Ottocento fu la residenza della famiglia della contessa Teresa Mallegori che si sposò due volte e la seconda andò a vivere a Palazzo Vimercati Sozzi.

In questo palazzo oggi ha sede anche la celebre Biblioteca Mandamentale, 4000 volumi antichi raccolti dal sacerdote Carlo Rosa nel 1810 che la donò al Comune con una dote che permise all’amministrazione di mantenere la biblioteca e di incrementarla di volumi. Oggi questi volumi sono circa 6000 e sono a disposizione per la consultazione da parte di studiosi e ricercatori.

Biblioteca Mandamentale di Caprino Bergamasco

Per approfondire leggete:

Casa con cortile medievale di antica pertinenza della Torre

Dalla finestra della Biblioteca mandamentale è possibile scorgere il nucleo più antico di Caprino Bergamasco: una torre difensiva e di avvistamento. A pianta quadrata la casa di pertinenza della Torre, con corte antica, rappresenta il nucleo medievale storico di Caprino. La loro possibile identificazione con la Richa episcopi del feudo di Lecco del vescovo di Attone ne farebbe risalire la datazione all’XI secolo. Furono modificate nel 400 sotto la dominazione veneta. Uno stemma di San Marco affrescato sull’avantorre si conservò fino ai primi del Novecento: oggi si vedono solo i quattro segni su cui si appoggiava l’affresco.

Da fuori non si immagina quello che si trova all’interno di questa antica corte medievale. Entrando sembra proprio di fare un tuffo nel passato. Qui si trova anche un raro esemplare di pozzo doppio, che serviva due famiglie separate da un muro.

 

Casa Ghislanzoni, il Giardino di Poesia e la sala dell’Aida

Casa Ghislanzoni è un edificio del XVII secolo. Le facciate interne sono provviste di porticato, loggia ad archi ribassati e colonne in pietra.

Dal 1880 al 1893 questo edificio fu la residenza di Antonio Ghislanzoni,  scrittore bohémien, «bevitore scamiciato ed eccentrico», esponente ormai riconosciuto della Scapigliatura lombarda e oggetto negli ultimi tempi di una certa rivalutazione da parte della critica letteraria. Qui ospitò, in allegri convivi, illustri musicisti, poeti e pittori del suo tempo con i quali si ritrovava spesso anche al Caffè Pagani che si trova nella piazza principale di Caprino.

Al piano terra è possibile visitare su gentile concessione dell’attuale proprietario la saletta dell’Aida decorata a tempera da Roberto Fontana. Al primo piano si trova la stanza del musicista Catalani.

Entrando in questo palazzo sarete colpiti anche dalla bellezza del giardino che è senza dubbio uno degli esempi più affascinante di giardino romantico presenti in Caprino Bergamasco. Definito da molti Giardino Poetico è un fazzoletto di verde con aiuole fiorite, al centro un albero da frutto e tutt’intorno una pergola vitata.

 

Palazzo dei Rota-Rossi

Edificato presumibilmente su preesistenze antiche, questo palazzo è strutturato su un lungo e ampio androne d’ingresso porticato i cui volumi architettonici determinano una percezione alternata tra pieni e vuoti.

Facciate sul giardino con caratteri compositivi e stilistici ottocenteschi. Fronte strada a graffio del primo 900 (Belle Époque) ripristinato una ventina d’anni fa su disegni originali. Oggi è abitato da alcune famiglie. Io sono entrata discretamente nell’androne e sempre discretamente mi sono addentrata verso il colonnato per guardare il giardino. E’ davvero una meraviglia, ma ricordate che siete in una proprietà privata: chiedete il permesso prima di entrare.

 

Palazzo Sozzi e il suo giardino romantico

Palazzo Sozzi Caprino Bergamasco visto dal giardino

Sorto su preesistenze Medievali, questo palazzo era annesso alla filanda della famiglia Sozzi che rimase in funzione fino alla metà del ‘900. L’attuale facciata giustapposta alla preesistente, testimonia del rprogramma di ridisegno complessivo attuato dalla facoltosa famiglia Sozzi, impegnata nel campo della produzione e lavorazione della seta, che per sottolineare ed esibire il prestigio sociale decise di affidare ad un architetto la ristrutturazione della facciata in perfetto stile neoclassico.
Qui, vi trascorse la vecchiaia e vi morì nel 1966 il baritono Francesco Cigada.

Varcato il porticato con colonne in pietra e il cortile ghiaiato, ci si ritrova davanti alla vista del giardino. Concepito con gusto romantico, nella parte centrare emerge con netta definizione un grande specchio di verde attorno al quale si dispone tutto l’apparato vegetale. Il fondale coincidente con il limite di proprietà si modella verso l’alto e ne mitiga con la folta vegetazione sempre verde il salto di quota.

Sul limite esterno del confine del giardino fa da sfondo scenografico una torretta in stile eclettico neomedievale, avvolta da ampie fronte vegetali e coperta parzialmente dall’edera a foglia caduca: gli spiccati cromatismi al susseguirsi delle stagioni lasciano senza fiato.

 

Palazzo Vimercati Sozzi e il suo maestoso giardino

Nella dimora nobiliare della famiglia Sozzi, il 6 giugno 1859 soggiornò  Giuseppe Garibaldi, ospite della Contessa Mallegori, durante la sua campagna per il reclutamento dei Mille. Tra questi c’era l’eroe del paese, Adolfo Biffi, di appena 14 anni, che cadrà a Calatafimi nel primo scontro con l’esercito borbonico.

Per approfondire il tema dei Mille, leggete qui:  Famolo strano (1000 volte) | Scopri perché Bergamo è detta Città dei Mille

Il maestro di musica Luigi Sozzi, figlio della contessa Mallegori, ricevuto in eredità alla morte della madre il palazzo, nel ruolo di gran cerimoniere vi ospitò illustri personaggi, capeggiati da Antonio Ghislanzoni. Musicisti come Gomes, Ponchielli, Puccini, Catalani, i pittori, Bignami, Gola Bazzaro, Pizzi…

Per approfondire, leggete qui:  La storia di Luigi Sozzi, biografia

In questo palazzo vi riempirete gli occhi per  le bellissime sale di rappresentanza, il grande scalone d’onore e per le maestose gallerie affrescate. Ma non solo. Anche il giardino romantico sono certa che vi rimarrà nel cuore come è rimasto a me.  Databile attorno alla metà del XVII secolo, ha subito diverse trasformazioni e adattamenti fino all’ultimo passaggio di proprietà avvenuto nel 1892.

La prima parte del giardino tipica del periodo Barocco è strutturata con quattro aiuole deliminate da basse siepi di bosso ripartite al centro da una fontana. In asse prospettivo con la facciata laterale il viale termina con un padiglioncino costruito architettonicamente con i carpini modellati a colpi di cesoia. In epoca ottocentesca la piantumazione di essenze arboree d’alto fusto dà una connotazione di Giardino all’inglese all’altra porzione di giardino.

Per saperne di più leggete anche: Val San Martino | Sulle tracce di Giacomo Puccini a Caprino Bergamasco

 

Note: le foto sono mie. Questo articolo è stato ispirato dal tour al quale ho partecipato nel mese di maggio 2022. Quanto descritto è solo una piccola parte di quanto ho potuto visitare durante il tour. 

6 comments

  1. L’itinerario descritto è una mia ideazione, sono un accompagnatore certificato disponibile a effettuare accompagnamenti guidati anche su altri itinerari nella bergamasca. Pier locatellip@virgilio.it

    1. Complimenti per il tour. Spero di essere riuscita a trasmettere l’entusiasmo per quello che ho visto a Caprino. Sono contenta che mi abbia scritto. Lascio in chiaro il suo indirizzo email, nel caso volessero contattarla per un tour.

      1. Grazie, l’articolo è molto bello e completo e lascia trasparire tutta la bellezza dell’esperienza fatta. Ci risentiremo presto. Grazie ancora. Pier

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