Chiesa di San Martino della Pigrizia Bergamo Alta

Alla scoperta della Chiesa di San Martino della Pigrizia, piccolo gioiello sui colli di Città Alta

Da qualche settimana ho iniziato a fare ogni sera una camminata lungo una delle strade panoramiche che dal quartiere di Longuelo conducono in Città Alta. Sulla via che percorre la linea di cresta, ovvero l’attuale via San Martino della Pigrizia, fin dalla fine del IX secolo sorgeva, in località Corna, nei pressi di una bella sorgente, una chiesetta, dedicata a San Martino: chiesa che, con infiniti rimaneggiamenti, è giunta fino ai nostri giorni. Ogni volta che ci passo non posso fare a meno di fermarmi ad ammirare la Chiesa di San Martino della Pigrizia e a fotografarlo. Questa estate avrò già scattato almeno una trentina di foto con tutte le sfumature della sera.

Mi colpisce ogni volta per il contrasto dell’architettura antica e i portali in bronzo scolpiti e per il contesto affascinante in cui si trova: lungo la strada, circondata da case antiche in pietra che ti riportano indietro di secoli con un battito di ciglia. Ma quello che  mi colpisce di più è quel curioso contrasto che emerge tra il nome della stessa e il percorso che devo fare per raggiungerla. Perché, nonostante quello che si possa pensare, la chiesa di S. Martino della Pigrizia è situata dopo una lunga strada che collega la città bassa con la zona più alta della città e non si può essere certo pigri se la si percorre.

In realtà “Pigrizia”, con la maiuscola, era una località di Bergamo, per la precisione uno dei fianchi che circondano la valle di Astino. Veniva così chiamata perché prendeva meno sole dei luoghi circostanti, e l’agricoltura procedeva in maniera più lenta. Lì il terreno, dicevano gli abitanti, “era un po’ pigro”, da qui il nome San Martino ad Pigriziam. Ma ve ne parlerò più sotto perché è davvero una curiosità intrigante che si lega a doppio filo con le caratteristiche di questa zona e con la tradizione contadina bergamasca.

Com’è fatta la piccola chiesa di San Martino della Pigrizia

La chiesina di San Martino della Pigrizia è preceduta da un piccolo sagrato pavimentato con lastre di pietra ed orientata con l’abside ad est. Il sagrato è delimitato da pilastri di pietra di Sarnico e barre di ferro. Ma vediamola insieme nel dettaglio.

L’esterno della chiesa di San Martino della Pigrizia

La chiesa presenta la facciata con uno sfondato ad arco che ospita la porta principale in bronzo con i due patroni S. Martino e la Madonna della Purità e l’ampia lunetta e si conclude nel timpano triangolare, delimitato da cornici, al cui centro un tondo ricorda la dedicazione alla chiesa. Sulle pareti laterali esterne, le riseghe verticali evidenziano i momenti successivi della costruzione.

Chiesa di San Martino alla Pigrizia Bergamo portale lateraleA lato della chiesa è presente una gradinata in pietra che conduce all’ingresso secondario arricchito anch’esso da una porta in bronzo su cui è narrata la storia della piccola chiesa.

E’ costituita due pannelli che formano una pagina di pergamena con la scritta, all’interno del sole raggiante, simbolo di S. Bernardino da Siena (2007). Autore dei due portali lo scultore Flavio Pozzi.

L’interno della chiesa di San Martino della Pigrizia

L’interno si presenta con un’unica navata rettangolare suddivisa in tre campate da due archi in muratura sui quali si scaricano le due falde del tetto a vista. A destra della terza campata vi è un’apertura che immette nel transetto dove è posto l’organo e la sagrestia.

Tre finestre per lato illuminano la navata. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto alla navata ed è costituito dalla primitiva cappella, coperta da volta a botte con al centro della parete di fondo entro cornici di stucco, le tele raffiguranti la Madonna con Bambino ed i Santi Martino, Giovan Battista, Carlo ed Antonio di Padova.

Curiosità sul nome della Chiesa di San Martino della Pigrizia

Ma perché San Martino della Pigrizia? In effetti, può sembrare strano e addirittura blasfemo associare la pigrizia ad un santo. Tanto più che San Martino è un santo molto amato e presente in tutta la Bergamasca e, in particolare, in val Seriana. Ricordiamo infatti che sono molti i comuni della bergamasca che hanno San Martino come patrono: Alzano Lombardo, Nembro, Seriate. solo per citarne alcuni.

Martino, vescovo di Tours nel IV secolo, fu protagonista di una delle storie più belle e famose della “Legenda aurea” di Jacopo da Varazze, ovvero quella del mantello dimezzato per darne metà a un povero mendicante. Martino, dunque, andrebbe ricordato, innanzitutto, per la carità e non certo per la pigrizia. E, infatti, la pigrizia non c’entra proprio nulla: c’entra invece con la tradizione contadina della val d’Astino.

Per spiegare la ragione di questo nome è importante dire dove ci troviamo. Siamo lungo una meravigliosa strada panoramica che sale da Longuelo a Borgo Canale, che costeggia due tra le più belle conche di Bergamo: quella d’Astino e la Conca d’Oro. Si tratta di un tragitto panoramico perfetto per essere percorso a piedi in ogni stagione dell’anno e da cui è possibile godere del paesaggio, puntellato di belle ville dai giardini di sempreverdi, sfiorando la Benaglia e la Ripa Pasqualina.

La Conca d’Oro, con quella di Loreto, che ne faceva parte, esposta a sud e ad est, deve il suo nome, evidentemente, alla felicissima posizione, che le permette di godere dei raggi del sole per tutto il giorno e che, in tempi non lontani, la rendeva adattissima all’orticultura.

Al contrario, il versante opposto del colle, rispetto a via San Martino, ossia quello verso la val d’Astino, si trova in una posizione piuttosto infelice, quanto ad esposizione: il colle costringe parte delle coltivazioni a lunghi periodi d’ombra e, di necessità, le coltivazioni, su quella sponda della cresta collinare, crescono assai più lentamente e con qualche stento. Per questo motivo, tutta quella parte di terreno venne chiamata “La Pigrizia” dagli abitanti, per sottolinearne i tempi di maturazione molto più lunghi, rispetto ai terreni di là dal colle.

E così, per distinguerla dalle numerose altre chiese dedicate al santo che sorgono nella nostra provincia, quella sui colli prese il nome dal luogo in cui sorgeva, e divenne San Martino alla Pigrizia (ad Pigritiam), che poi, un po’ impropriamente, si trasformò in San Martino della Pigrizia.

Chiesa di San Martino alla Pigrizia

 

Cosa fare nei dintorni

Per iniziare, permettetemi di suggerirvi un bel tour di Città Alta. Per rendere indimenticabile la vostra visita, ecco quello che amo considerare l’itinerario definitivo: Famolo strano (velocemente) |  Ecco come visitare Bergamo Alta in 3 ore.

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Note
Immagini: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in rete.
Sitografia: informazioni tratte dai siti Bergamonews.it e Diocesi Bergamo

2 comments

  1. Ciao Raffi, grazie per esserti innamorata di Bergamo ,la mia città .
    Purtroppo io non ci abito più dal lontano 1962 quando diciottenne non capivo nagota delle bellezze che cerano nella mia città, guardavo le ragazze ( scete ).
    Ci torno di tanto in tanto, magari per gustarmi una pizza da Mimmo, l’ultima mia visita è stata in occasione delle giornate del FAI che ho visitato palazzo Moroni.
    Tu hai visto la chiesa dell’oratorio dell’immacolata in via Greppi ? ( trasversale di via S.Bernardino dove abitavo )
    é un gioiellino, purtroppo é chiusa da diversi anni, viene utilizzata solo per una messa all’anno in occasione della festa dell’immacolata l’otto Dicembre .
    Per visitarla devi rivolgerti alla parrocchia di S.Alessandro in colonna ( di fianco al palazzo di giustizia nuovo ).
    Ciao Raffi, scusami se mi sono dilungato troppo.
    Giulio

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