Bg Bs 2023 il logo

Bg Bs 2023 Il logo non piace a Sgarbi? Per me è una genialata e anche la risposta al critico lo è.

Bg Bs 2023 Il logo di Bergamo Brescia Capitale della Cultura non piace a Vittorio Sgarbi che lo definisce  “d’insolente bruttezza” (per leggere le motivazioni clicca qui). Una critica impietosa che non lascia nessun margine di apprezzamento al logo che ci accompagnerà per tutto il 2023 e che ritroveremo in tutte le iniziative dedicate a questa importante kermesse. Eppure questo logo ha superato diverse selezioni prima di essere scelto come quello definitivo e lo scorso anno ha addirittura vinto il prestigioso premio WOLDA assegnato da esperti di marketing e loghi che di competenze per capire qual è il miglior logo dovrebbero averne da vendere. Chi ha ragione? Il critico o la giuria di esperti?

Come sempre quando si tratta di marketing e loghi tutti amano parlare e dire la propria, come se “mi piace” e “non mi piace” fossero un indice di bellezza o bruttezza in assoluto. Certo Sgarbi è Sgarbi e le sue dichiarazioni hanno una risonanza mediatica che la casalinga di Voghera (o di Bergamo) non hanno. Ma ha davvero ragione? Ho lavorato nel marketing per  oltre 20 anni e so fin troppo bene che molte soluzioni grafiche o creative sono il frutto di un brief con paletti a volte stringenti che non vengono dichiarati. E so fin troppo bene che la creatività legata ad un evento deve tener conto di tante cose, dal contesto alla filosofia dell’evento, dal pubblico agli obiettivi dei committenti, alla sua declinabilità e agli sviluppi nel tempo. E che la risposta è sempre la migliore sintesi tra la libertà dei creativi e tutto il resto.

Detto questo io devo dire che, da differenza di Sgarbi, ho apprezzato da subito il logo BGBS 2023 (d’ora in avanti utilizzerò questa sigla per dire Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023). Mi sono piaciuti i colori, il font, l’utilizzo della logica alfanumerica che trasforma il 3 in una B perfetta sintesi di Bergamo e Brescia 2023. Insomma, per me era ed è una genialata (lo stesso non posso dire per il video su Bergamo Brescia Capitale della Cultura che ho trovato orrendo e fuori contesto, ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò in un altro articolo).

La risposta dell’agenzia Akòmi a Vittorio Sgarbi che ha criticato il logo

Ma se queste mie considerazioni possono fare il paio con quelle di chi si limita a dire “mi piace” o “non mi piace”, ho trovato geniale la risposta dei creativi di Akòmi che hanno scelto l’ironia per ribattere al critico ferrarese. Utilizzando una delle parole utilizzate da Sgarbi che ormai sono entrate nell’immaginario collettivo: capra!

Come? Sì, avete capito bene! Con una piccola campagna di comunicazione on line veicolata via Social e un sito internet temporaneo a tema “caprino”. Impossibile non notarla e non farsi coinvolgere tra foto, slogan e un manuale semiserio ricco di spunti creativi per tutti gli appassionati di loghi. Se avete la passione per il marketing e per i loghi, troverete che il metodo (ovviamente inventato) per “progettare marchi brutti e deformi che vincono premi” è assolutamente geniale.

Utilizzando l’intelligenza artificiale i creativi dell’agenzia Akòmi hanno rielaborato gli script relativi alle ricerche su Vittorio Sgarbi e li hanno trasformati in “Opere d’Arte” dove la protagonista è sempre una capra. Hanno scelto la strada dell’ironia per rispondere. In un certo senso hanno fatto in modo che fosse la loro arte a replicare al critico d’arte e io ho applaudito sorridendo per lo stile. Credo che sia davvero un modo divertente e leggero (e anche un pizzico provocatorio) di stemperare la tensione e di mettere in luce le loro capacità creative. Chissà se la penserà così anche Sgarbi.

Vi ho incuriosito?


Cosa c’è sul sito internet a tema caprino che replica a Sgarbi

Siccome hanno annunciato che questo sito sarà temporaneo, ho deciso di screenshottarlo e tenerlo a imperitura memoria qui su questo blog, come documento storico, insieme ad un altro racconto legato ad un logo famoso (quello di Starbucks che trovate qui). Così anche voi, se vi va, potete rivederlo ogni volta che vorrete. Sperando che Akòmi non se ne abbia a male. Ma davvero io credo che siano stati geniali e le genialate vanno ricordate.

Come si dice? Capre diem! Ops, carpe diem!

Bergamo Brescia 2023: il racconto (serio) di Akomi sul logo

Evoluzione del logo nel tempo

Il logo disegnato da Akòmi è stato scelto per rappresentare Bergamo e Brescia, insieme Capitale Italiana della Cultura 2023, fra oltre 50 proposte realizzate da 32 agenzie e professionisti di tutta Italia.
A presiedere la commissione di valutazione l’architetto Antonio Romano, fondatore di Inarea e da più di 40 anni uno dei massimi esponenti della comunicazione visiva in Italia. Mica bubbole!

L’idea progettuale del logo Bg Bs 2023

L’idea progettuale si fonda sull’identificazione di un elemento semplice e lineare, la cui versatilità consente di fargli assumere di volta in volta differenti significati.
La costruzione geometrica è basata sulla curvatura di elementi lineari a spessore costante.
In prima battuta si nota che la forma principale è ispirata alla lettera B, iniziale condivisa dalle due città che per la prima volta diventano duplice Capitale italiana della Cultura.

Collocato vicino alle cifre 2, 0 e 2, però, il pittogramma rosso viene percepito come un 3 e va così a completare il 2023, anno delle celebrazioni e dello slancio culturale di Brescia e Bergamo.
Uno slancio enfatizzato da una delle prime forme che possiamo ritrovare nel tratto rosso: una molla elastica, che spinge Bergamo e Brescia al di sopra dei luoghi comuni che da sempre le accompagnano. Città laboriose, di gente pragmatica e vocata al sacrificio, ma che solo pochi anni fa forse nessuno pensava potessero diventare capitali culturali del nostro Paese.

Il marchio è pensato per essere introdotto nella versione comprensiva dell’anno 2023 in grafica — per costruire l’attesa e celebrare il riconoscimento — per poi spogliarsi progressivamente delle cifre e lasciare spazio al solo segno grafico, che potrà continuare a vivere e rappresentare i temi della cultura a Bergamo e Brescia anche negli anni successivi.

La filosofia che sta dietro il logo Bg Bs 2023

Nell’immaginario di tanti, bresciani e bergamaschi sono spesso concepiti come gente semplice e lineare, che “si piega ma non si spezza”, proprio come l’emblematico tondino che può venire in mente pensando alle due città. Perché se a Brescia se ne produce in quantità, a Bergamo se n’è sempre fatto ampio uso.

Ma lo stereotipo del tondino, adesso, diventa il simbolo della resilienza di due città che hanno sopportato per prime un carico fisico ed emotivo pesantissimo. Un carico che le ha fatte curvare, ma sotto al quale non hanno mai ceduto. Una pressione che ha legato ancora di più due città che stavano già lavorando a un percorso condiviso, per scrollarsi di dosso tanti luoghi comuni, a partire da quello di un’accesa rivalità che, forse, alle volte hanno solo messo in scena senza crederci poi fino in fondo.

Ecco allora che il segno grafico, moltiplicato e ruotato, diventa la rappresentazione di un abbraccio fra persone stilizzate, di cui dall’alto vediamo la testa e le braccia.

Cosa può diventare la lettera B stilizzata del marchio

Presa singolarmente e inserita in nuovi contesti, la lettera B del marchio diventa tanto altro ancora: è un infermiere che esulta con le braccia al cielo perché il virus è stato sconfitto… è una ballerina che danza leggiadra in punta di piedi in un teatro finalmente pieno… è un homo preistorico di un’incisione rupestre — volgarmente un “pitoto” — simbolo del primo sito Unesco riconosciuto in Italia, proprio nelle montagne dove Bergamo e Brescia si incontrano.

La cultura in queste terre parte da lontano e oggi torna con più energia, passando anche attraverso le scienze e le tecnologie. E allora la B diventa anche una resistenza elettrica e un alambicco di un centro di ricerca… quante risorse e quante sorprese in un piccolo semplice tratto rosso… quante risorse e quante sorprese in due piccole, illuminate, città del nord Italia!

Bergamo e Brescia città illuminate

A onor del vero non è la prima volta che Sgarbi si scaglia contro un logo della Capitale della Cultura: già nel 2017 aveva criticato quello di Pistoia definendolo addirittura “Ripugnante”. Forse occorreva che  qualcuno della portata di Sgarbi accendesse i riflettori e ci aiutasse ad accendere un faro su un logo che farà parte della nostra vita bergamasca e bresciana per tutta la durata del 2023. Quello della ragione, dell’intelletto, di un’idea, della “città illuminata”, per l’appunto, che è il tema dell’edizione 2023 della Capitale Italiana della Cultura.

Ecco, quindi, nel tratto curvilineo si vede anche il filamento di una lampadina o una barra di led che illumina e traccia il nuovo corso di Brescia e Bergamo.

La vostra opinione mi interessa

Eccomi quindi alla fine di questo articolo che spero vi sia piaciuto e vi abbia portato nel magico mondo delle agenzie creative che rispondono per le rime ai critici d’arte.

Eccomi alla fine di un articolo dove vi invito a dire la vostra sul logo: vi piace? vi ci ritrovate con la filosofia che racconta il logo? Quali sono state le vostre prime impressioni? Il logo vi piace di più ora che sapete cosa significa e perché è così?

Lasciate i vostri commenti, qui sotto. Grazie a tutti.

 

7 comments

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