L’hanno chiamato Pane del Miracolo, e ovviamente fa riferimento al Miracolo della Madonna delle Lacrime che nel 1522 salvò Treviglio dalla distruzione. Il Pane del Miracolo di Treviglio è un vero e proprio progetto di rievocazione storico-gastronomica che punta a riportare nei panieri dei trevigliesi una pagnotta simile in tutto e per tutto a quelle che probabilmente si produceva e si consumava nella Geradadda cinquecento anni fa. E’ stato presentato al pubblico e sarà venduto in occasione della festa per il Miracolo di Treviglio a partire dal 28 febbraio fino al 25 marzo.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Il Pane del Miracolo a Treviglio
L’idea è di Stefano Cerea, vice presidente della ProLoco, che nei mesi scorsi ha messo insieme un gruppo di cinque panificatori trevigliesi che, dopo aver consultato esperti e scartabellato tra “grida” e documenti d’archivio, sono arrivati alla formulazione delle ricetta di una pagnotta che quasi certamente si mangiava cinquecento anni fa.
Non esiste infatti una formulazione esatta della miscelazione di farine utilizzata all’epoca, perché la ricetta dipendeva in gran parte dall’andamento di mercati e raccolti. Ma quella che troveremo nelle panetterie coinvolte nel progetto durante il periodo del Miracolo, sarebbe la versione più vicina a quella che doveva essere circolata all’epoca, nelle cucine dei trevigliesi. Sì, nelle cucine: come poi avveniva nel Seicento dei Promessi sposi, l’abitudine era quella di impastare il pane in casa, per poi cuocerlo nei forni pubblici. A Treviglio, nel forno a legna del Comune appunto.
La ricetta del pane trevigliese (più o meno) come cinque secoli fa
La produzione del Pane del Miracolo prevede l’utilizzo di farine provenienti da agricoltura biologica (che era del resto l’unica praticata all’epoca) e macinate con una grana grossa: tre parti variabili tra il 10% e il 15% in peso di miglio bruno, avena e segale. E infine frumento integrale, oppure farina di tipo 1.
La lievitazione è data dall’utilizzo di lievito naturale o di pasta di riporto. Il sale è presente ma soltanto con una dose inferiore all’1,5% in peso: una caratteristica che rende il Pane del Miracolo simile al pane toscano, sebbene al palato si sentano chiaramente i sapori di miglio, avena e segale. Riguardo alla sapidità anche se appena accennata, si tratta comunque di una piccola correzione per venire incontro al gusto dei contemporanei. La percentuale di sale prevista è infatti (probabilmente) un po’ maggiore di quella che avrebbero utilizzato i trevigliesi del Cinquecento, quando il sale aveva grande valore e non poteva finire certo nella pagnotta quotidiana.
Insomma, una pagnotta di quelle belle stagne: insipida, con la pasta piena di semi macinati e la crosta spessa. Proprio per questo, chi l’ha assaggiata consiglia di abbinarci un altro prodotto tipico della Bassa: lo stracchino. E devo dire che l’idea mi piace moltissimo.
Le tre croci simbolo delle tre ville trevigliesi
Se vistate chiedendo cosa significhi quel disegno sulla crosta infarinata del Pane del Miracolo, sappiate che quello è, in negativo, il logo della ProLoco di Treviglio: rappresenta le tre chiese originarie Pisgnano, Portoli e Cusarola, le “tre ville” che unendosi diedero vita a Treviglio.
Dove acquistare il Pane del Miracolo
A produrre il Pane del Miracolo nei prossimi mesi saranno cinque panettieri trevigliesi, gli stessi che l’hanno “inventato” e che ora lo commercializzeranno al prezzo di 10 euro al chilogrammo. Non è un prezzo popolare, ma questo è dovuto al fatto che le farine e i semi che 5 secoli fa erano utilizzati dai meno abbienti per produrre il pane, oggi sono diventare le più care. Per questo si produrrà nel periodo della rievocazione del Miracolo di Treviglio e poi su ordinazione.
Se volete assaggiare e acquistare il Pane del Miracolo di Treviglio, ecco i 5 panettieri che hanno aderito all’iniziativa:
- Ferrandi in via dei Mille,
- Antico Forno in via Sant’Agostino,
- La Primula in via Pontirolo,
- Panificio Testa in via Zara,
- Panificio Mirella in via Mazzini.
Cosa fare a Treviglio
Se siete arrivati fino a qui, vi interesserà scoprire qualcosa di più su Treviglio, sappiate che è una cittadina davvero molto carina e il centro è pieno di sorprese.
Fatevi ispirare da questi articoli
- Fare una sosta al Caffè Milano, locale in perfetto stile liberty, per assaggiare la Turta de Treì
- Suonare le campane della Torre Civica di Treviglio, Museo Storico Verticale
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- Biglietto unico per visitare i musei di Bergamo e Brescia? Abbonamento Musei Lombardia: esiste e dura un anno.
Altri progetti di rievocazione gastronomica bergamaschi
Mentre scrivevo questo articolo ho ripensato ad altri progetti di rievocazione storico-gastronomica della Bergamasca. Il primo che mi viene in mente è il Rafiolo di Sant’Alessandro, la pasta ripiena più antica d’Europa riscoperta da una studiosa della cucina bergamasca Silvia Tropea Montagnosi, negli archivi bergamaschi. Fu prodotto per la prima volta in occasione della manifestazione De Casoncello, e da allora viene venduto in un paio di ristoranti di Bergamo Alta.
Per saperne di più, leggete: Sapori Bergamaschi | Rafioli di Sant’Alessandro: la pasta ripiena bergamasca più antica anche del casoncello, d’Italia e d’Europa
Ma non è l’unico progetto. In Val Gandino si produce un mais spinato recuperato da un’antica pannocchia trovata in un casolare. Per saperne di più leggete: Scopriamo Gandino e il Mais Spinato con il documentario di Daniele Gangemi andato in onda su Raitre (Geo 10.10.2022)
Chissà se anche il Pane del Miracolo non segua le stesse sorti e diventi una prelibatezza da acquistare in ogni momento dell’anno.
Note: le foto sono in parte mie e in parte recuperate in rete.