Il Cimitero Monumentale di Bergamo è un cimitero: sembra una banalità dirlo, ma non dimenticatevelo se decidete di andarlo a visitare come se fosse un museo a cielo aperto. Entrateci sempre con rispetto ricordando in ogni momento di essere in un luogo che può essere sì di eterno riposo, ma anche di dolore (per chi resta). Entrando si incontrano persone con la cassettina delle ossa dei congiunti in mano, carri funebri con le bare a bordo, traslazioni e deposizioni in corso. Ma scoprirete anche che è un luogo straordinario di memoria storica e artistica di un territorio e della sua gente. E che è un luogo pieno di vita.
Prima di entrare, fermatevi ad osservarlo da fuori e lasciatevi abbracciare con la vista. Immerso in una quiete irreale, il cimitero di Bergamo è caratterizzato da un ingresso scenografico, il cui stile eclettico lo fa sembrare un tempio monumentale che accoglie il visitatore (e non solo) in un abbraccio. A sovrastarlo c’è il Famedio, custode delle spoglie di bergamaschi illustri.
E dopo questa accoglienza che vi farà comprendere tutta la solennità di questo luogo, potete iniziare l’esplorazione dei 177.000 metri quadrati di superficie di questo camposanto partendo dalla sua storia.
Ecco quello che troverete in questo articolo
La storia del Cimitero Monumentale di Bergamo
La storia del Cimiero Monumentale di Bergamo è relativamente recente perché risale ai primi del Novecento.
L’editto di Saint Cloud, del 12 giugno 1804, a seguito delle conquiste napoleoniche aveva vietato anche in Italia la tumulazione dei defunti all’interno delle chiese e prevedeva che le aree cimiteriali fossero edificate al di fuori delle mura cittadine. Il Comune di Bergamo aprì tre cimiteri, ma dopo qualche anno decise di realizzarne uno più grande che li accorpasse tutti.
I primi cimiteri di Bergamo
Nel 1810 vennero aperti a Bergamo tre cimiteri: uno nella zona di Santa Lucia, oggi via Nullo, un altro in Valverde e il terzo nella piana di San Maurizio. Il primo, dimostratosi inadatto, venne chiuso dopo pochi anni e sostituito dal nuovo camposanto di San Giorgio alla Malpensata. Nel 1892, per motivi anche igienici, la città decise di sopprimere i tre cimiteri e accorparli in una struttura unica, ampliando il camposanto di San Maurizio (dove oggi si trova il cimitero dei bambini).
Il bando per la costruzione del Cimitero Monumentale
Si istituì un bando per realizzare un grande Cimitero Monumentale che prevedeva la costruzione di un ingresso monumentale che sarebbe dovuto servire da famedio e ospitare un atrio/peristilio, di sale di necroscopia e di osservazione, di uffici per il custode e la contabilità, di due entrate a porticato, dell’alloggio per il custode e il capo seppellitore e di una cappella per i riti funebri.
Il vincitore, i lavori e l’inaugurazione del Cimitero Monumentale
L’architetto milanese Ernesto Pirovano vinse il bando per la realizzazione del nuovo cimitero – nonostante un preventivo ben superiore alle 150.000 lire previste. L’esproprio dei terreni impegnò l’amministrazione fino al 1900, quando prese avvio il cantiere. I lavori si dimostrarono difficoltosi e furono sospesi nel 1905 per riprendere nel 1910, ora affidati all’impresa edile dello stesso Pirovano, per concludersi nel 1913. Le prime sepolture nella nuova struttura iniziarono nel 1914.
E’ sempre stato il luogo dei Bergamaschi, ma nel 2020 è diventato un luogo tristemente familiare anche a tutto il resto del mondo per via delle immagini che arrivavano dalla nostra città, con i camion e i carri funebri che trasportavano le bare dei morti per COVID verso i forni per le cremazioni di altre città.
Com’è fatto il Cimitero Monumentale di Bergamo
L’area del cimitero è abbastanza ampia e articolata, suddivisa da un lungo vialone che avanza partendo dall’ingresso, formando a sua volta, un reticolo di viali e vialetti, dove si ravvedono le tombe, monumenti funebri, cappelle ed edicole di ogni epoca e stile, appartenenti ai cittadini bergamaschi di ogni ordine e religione.
La facciata principale del Cimitero Monumentale di Bergamo
La facciata principale è realizzata in ceppo di Brembate, la stessa pietra utilizzata anche per la Centrale Idroelettrica Taccani (per saperne di più potete leggere l’articolo cliccando qui). Per l’edificio centrale Pirovano prevede una decorazione scultorea e pittorica affidata a Ernesto Bazzaro e Ponziano Loverini. A quest’ultimo spettano gli affreschi con raffigurazioni di profeti e patriarchi dipinti sulla volta dello spazio interno del corpo centrale. A Bazzaro spetta invece l’imponente decorazione scultorea che orna l’esterno dell’edificio e rappresenta il concetto della vita cristiana che trova la redenzione dopo la morte nella vita eterna.
Il Famedio
Il rilievo corre lungo tutto l’esterno dell’esedra centrale all’interno della quale si colloca il Famedio, luogo di sepoltura e ricordo delle personalità che hanno reso omaggio attraverso la loro opera alla città di Bergamo. Qui sono seppelliti il letterato Ciro Caversazzi, il politico Angelo Mazzi, i compositori Antonio Cagnoni, Alessandro Nini, il maestro Gianandrea Gavazzeni.
I vialetti
I viali del Cimitero Monumentale di Bergamo portano il nome di alcuni dei Patroni di Bergamo, ma non solo. Sono: Alessandro, Grata, Esteria, Procolo, Rustico, Caterina, Alberto, Barbarigo, Guala, Proiettizio, Giovanni. Gli stessi santi sono raffigurati sul mosaico di Trento Longaretti che c’è sull’altare della chiesa di Ognissanti. Gli uomini a destra e le donne a sinistra, tutti a guardare Cristo in attesa del giudizio universale.
Sono storie che si intrecciano a doppio filo con la storia religiosa di Bergamo. Santa Grata a cui è dedicata una chiesa in Città Alta (Borgo Canale) era quella che, in zona Porta Sant’ Alessandro, portava in braccio la testa di Alessandro ed Esteria, sua serva, ne trasportava il corpo per seppellirlo. Procolo le cui ossa esposte in Duomo vennero trafugate insieme a quelle di Fermo e Rustico da un gruppo di mercanti bergamaschi di passaggio da Verona, era stato appunto martirizzato nella città veneta. Le ossa vennero riportate a Bergamo, prima fino al monastero che ora è intitolato a Fermo, e poi in Città Alta.
Il Tempio Votivo della Pace nel Cimitero Monumentale
La cappella del cimitero fu costruita negli anni Sessanta. Prima di allora come cappella venne utilizzata la cappella del Famedio, visto che quella progettata originariamente non fu mai costruita per problemi di budget.
La cappella si presenta a pianta esagonale, che nelle facciate esterne sembra dilatarsi fino a dare l’idea della circolarità. Lo stesso avviene all’interno dove il presbiterio è collocato in posizione leggermente digradata rispetto al portale principale come in un anfiteatro. L’edificio è arricchito dalla presenza di mosaici di Trento Longaretti, il longevo artista bergamasco che ritroveremo seppellito in una cappella di famiglia proprio nel cimitero. I due mosaici di Longaretti raffigurano San Francesco d’Assisi all’esterno dell’edificio e il Cristo Pantocratore in mezzo a due angeli e santi all’interno.
Questa cappella è diventata tristemente famosa durante la prima ondata di Covid 19, quando i morti erano tanti da non riuscire ad essere cremati nei tempi previsti e le bare furono posizionate al suo interno in attesa di essere trasferite in altri cimiteri per la cremazione.
La tomba dei partigiani della Resistenza
Nel Cimitero maggiore di Bergamo si trova tomba dedicata ai partigiani bergamaschi. Una tomba destinata ad accogliere le spoglie di chi ha aderito alla Resistenza, di coloro che sono già sepolti nei cimiteri della città ma dei quali si rischia di perdere la memoria, a causa delle concessioni in scadenza.
Il monumento potrà accogliere fino a centoventi partigiani. Grazie a un codice QR chi visiterà la sepoltura potrà leggere e conoscere le storie dei partigiani sepolti.
Il campo santo all’inglese
Un altro luogo davvero ricco di storia e suggestività è il cimitero antico che troverete sulla destra del Famedio che porta dentro di sé una bellezza storica davvero unica. Ricorda un po’ cimiteri ombrosi e ricchi di tenebra inglesi. Tenebra che però non fa paura bensì, sembra trasportarti, in una dimensione di pace che in pochi riescono a comprendere.
Il Giardino delle Rimembranze
C’è chi ha deciso di disperdere le ceneri. E per questo motivo il Comune di Bergamo ha aperto il Giardino delle Rimembranze (o Cimitero delle Rimembranze). Un’area dove si possono disperdere nella terra le ceneri dei propri cari. Le ceneri infatti non possono essere disperse ovunque. Si possono tenere in casa o nei loculi del cimitero. Per quanti esprimono il desiderio di disperdere le proprie ceneri nella terra, il Comune di Bergamo ha creato quest’area. Una volta deposte le ceneri un impianto di irrigazione aiuta a dissolverle.
L’ingresso e l’uscita
Se siete entrati nel cimitero dal cancello di Avanmattina, uscite ora da quello di Avansera. E prima di uscire salutate con un pensiero (o una preghiera, se siete credenti) e lasciatevi salutare.
Il Monumentale di Bergamo racconta pezzi di Storia d’Italia
Il cimitero di Ernesto Pirovano, progettato nel 1897, è un vero e proprio museo a cielo aperto, che conserva al proprio interno un ricchissimo patrimonio di sculture e architetture del XX secolo. Ma non solo. Attraversando i viali del Cimitero di Bergamo si possono ripercorrere le vicende della comunità cittadina, riconoscendo nei ritratti e nelle cappelle di famiglia uomini e donne che hanno fatto la storia della città e dell’Italia.
La storia dell’arte di Bergamo
Un parco costellato di sculture, cappelle e tempietti, dove è possibile approfittare anche di appositi tour guidati gratuiti tenuti da una giovane storica dell’arte, Valentina Raimondi, che sta studiando tutte le opere che si trovano nel Monumentale di Bergamo e che vi saprà raccontare vita e opere dei più grandi scultori che hanno lavorato sui monumenti funebri o che sono sepolti qui. Perché qui, come in nessun altro luogo di Bergamo, vi troverete al cospetto dei più grandi scultori del Novecento chiamati a raccolta e invitati a elaborare la propria visione della morte.
Chi sono questi artisti? Solo per citarne alcuni: Sandro Angelini (architetto e scultore), Elia Ajolfi (scultore), Elziro Bergonzo (architetto) Pietro Brolis (pittore), Ferruccio Guidotti (scultore), Stefano Locatelli (scultore), Trento Longaretti (pittore), Giacomo Manzoni (pittore), Pio Manzù (designer), Attilio Nani (scultore), Giovanni Pezzotta (pittore), Enrico Rastelli (giocoliere), Giacomo Remuzzi (scultore), Mario Sironi (pittore)…
Se volete sapere chi sono alcuni degli artisti citati qui sopra e che cosa hanno rappresentato per Bergamo, leggete:
- Le aule delle Lezioni Caritatevoli di Musica frequentate da Gaetano Donizetti trasformate nell’atelier d’artista di Sandro Angelini.
- Alziro Bergonzo a Bergamo: tour tra le opere che si trovano in città e il mistero di Casa Trussardi
- Prima che il Gallo dello scultore Elia Ajolfi canti, vado alla ricerca del Pavone
- Personaggi bergamaschi | Enrico Rastelli, giocoliere bergamasco che inventò la giocoleria moderna all’inizio del Novecento
- Case d’artisti bergamaschi | La casa di Trento Longaretti in via Borgo Canale a Bergamo Alta
La storia politica, culturale, imprenditoriale e sportiva di Bergamo
Scrittori, statisti, storici, politici, artisti, calciatori, eroi: sono numerosi i personaggi che hanno tracciato la storia e contribuito alla cultura non solo della città di Bergamo, ma dell’intero Paese.
Questi punti di interesse sono solo un piccolo contributo per chi intende visitare almeno alcune sepolture di questi personaggi di fama che riposano al cimitero Monumentale di Bergamo.
Al Cimitero Monumentale di Bergamo troviamo politici, avvocati di fama, ex sindaci, sportivi, medici, luminari e scienziati. Ci sono persino dei premi Nobel che hanno vissuto a Bergamo i loro ultimi anni di vita. Qui sotto ve ne cito alcuni:
- Eliza Foster (cimitero evangelico)
- Giulia Gabrieli
- Vittorio Gasparini
- Antonio Locatelli
- Piermario Morosini
- Felice Gimondi
- Giulio Natta
- Nicolò Rezzara
- Nicola Trussardi
Il Monumentale di Bergamo racconta la vita di Bergamo
Passeggiare nel cimitero Monumentale di Bergamo può essere un’esperienza interessante a prescindere dall’omaggio ai defunti, celebri o meno. E un luogo affascinante, per qualcuno un po’ macabro è vero, ma merita di essere visitato anche solo per la storia che racchiude. E’ un sito della memoria collettiva pieno di storie che suscitano spesso un’emozione difficile da descrivere.
Si può visitare andando alla ricerca non solo di personaggi famosi o dei più bei mausolei, ma guardandosi intorno e lasciandosi emozionare dalle storie che riusciamo a scorgere. Perché se volte si è attratti da sepolture monumentali, i cui nomi sono noti, è giusto sapere che alcune tombe estremamente semplici raccontano storie meravigliose. Ma non solo.
Scoprire le “Creature” di Lisa Martignetti
Forse qualcuno di voi ricorderà che la prima volta che sono stata a visitare il Cimitero Monumentale di Bergamo ero in compagnia di Lisa Martignetti. Lei è un’operatrice funebre e mi ha fatto conoscere questo luogo con molta serenità. Mi ha anche mostrato le sue “creature” e da allora il mio modo di guardare i cimiteri è molto cambiato. Ora cerco le storie, osservo, mi fermo ad ammirare le sculture, i segni del tempo sui volti di queste opere d’arte, i nomi, le geometrie, la natura e la vita che c’è e che tendiamo a non vedere.
Per approfondire, leggete: Quattro chiacchiere con Lisa Martignetti, #laragazzadeicimiteri che con le sue foto ci svela la bellezza dei cimiteri di Bergamo (e non solo)
Imbattersi nella storia del frate esorcista recintato per troppa devozione

Padre Aldo era un frate cappuccino. Fino al 1965 almeno, quando era stato sospeso “a divinis” e gli era stato imposto di lasciare Bergamo, dove viveva e gestiva un orfanotrofio che lui stesso aveva fondato, e gli era stato chiesto di trasferirsi a Casalmaggiore, in provincia di Cremona. L’imposizione aveva suscitato molte polemiche però, centinaia di fedeli si erano infuriati e avevano addirittura trascorso notti di veglia e preghiera nel tentativo di scongiurare – invano – quel trasferimento. Per chetare le acque Padre Aldo, volto fiero e barba fluente, preoccupato della sorte degli orfanelli che aveva in affidamento (alcuni mandati da Padre Pio!), aveva affrontato la stampa e aveva dichiarato: “Ho seguito soltanto i precetti del Vangelo laddove comanda testualmente: ‘Andate, cacciate i demoni e guarite’.
Nel 1966 un decreto della Sacra Congregazione degli ordini religiosi di Roma lo aveva definitivamente ridotto allo stato laicale e pertanto non gli era stato più consentito di indossare le vesti da frate. Il decreto gli era stato notificato a Monza, nella parrocchia di San Gerardo, dove aveva riparato nel frattempo. Nonostante questo, i fedeli continuarono a raggiungerlo a Monza e a sostare in preghiera davanti alla sua casa.
Tutto finisce tragicamente l’11 aprile 1968 quando Carlo Doniselli muore all’età di 50 anni in un incidente sull’autostrada Milano-Venezia. L’auto su cui si trovava, condotta da un amico di 28 anni, alle 3 di notte tampona un autotreno a poca distanza dal casello di Montebello Vicentino e Doniselli muore per la gravità delle ferite riportate. La notizia suscita profondo cordoglio fra i suoi amici e fedeli. La sua villa di Monza viene immediatamente parata a lutto. La salma viene portata invece a Redona, la frazione di Bergamo dove aveva fondato la casa di “Nostra Signora della Fiducia”. E lì vengono celebrati i funerali dell’uomo, che da allora riposa al Cimitero Monumentale di Bergamo.
Emozionarsi nel campo dei bambini
Girare con Lisa Martignetti, #laragazzadeicimiteri, è qualcosa che ti apre il cuore e la mente. Con lei ho scoperto angoli di questo mondo a parte che da sola non avrei mai scoperto o notato. Mi ha fatto visitare il campo dei bambini, percorrere il vialetto facendomi “salutare” dal movimento delle girandole. Lei dice che è l’energia positiva dei bimbi che saluta chi passa. Qualcuno potrebbe dire che è lo spostamento d’aria prodotto da chi cammina che muove le girandole colorate. Fatto sta che vederle girare è come vedersi salutare e… salutare quelle giovani anime.
Sorridere nella colonia dei gatti
C’è vita al cimitero. Di giorno e di notte. Tra le artistiche tombe del Monumentale di Bergamo si aggirano una decina di gatti ben nutriti, ben curati e ovviamente sterilizzati per evitare che diventino troppi. I visitatori guardano le piccole pantere (uno di questi mici è pure nero) con simpatia e sorridono, gli unici con cui hanno conflitti sono i piccioni che rubano il cibo. Ma nessuna vera baruffa tra i felini e i volatili: in fondo qui c’è pace per tutti.
Se vi è venuta voglia di visitare il Cimitero Monumentale di Bergamo
Ciao, io sono Raffaella e sono l’autrice di cosedibergamo.com, blog indipendente attivo dal 2017 che vi suggerisce le 1001 cose da fare a Bergamo e in provincia almeno una volta nella vita.
Appassionata da sempre di scrittura e comunicazione ho deciso di aprire Cose di Bergamo per condividere le mie esperienze e la mia conoscenza del territorio, nell’ottica di ispirare e aiutare voi, che mi leggete, a viaggiare e scoprire Bergamo e la sua provincia con occhi nuovi. Ma non solo. Con questo blog mi piacerebbe ispirare un modo diverso e pieno di vivere la provincia bergamasca, approfittando di tutte le opportunità e le iniziative culturali che ogni giorno di trovano nell’agenda di Bergamo e dei suoi dintorni.
Cimitero Monumentale di Bergamo: il calendario delle visite guidate gratuite
A partire da sabato 22 luglio 2023, tornano le visite guidate al Cimitero di Bergamo. Si tratta di percorsi gratuiti e condotti da uno storico dell’arte, il professor Dario Franchi, alla scoperta di sculture e architetture realizzate dai più importanti artisti del XX secolo.
Le visite guidate, della durata di un’ora e trenta minuti circa, seguiranno il seguente calendario:
- Sab, 22/07/2023 – 10:00 – 11:30
- Dom, 30/07/2023 – 10:00 – 11:30
- Dom, 03/09/2023 – 10:00 – 11:30
- Sab, 16/09/2023 – 10:00 – 11:30
- Sab, 14/10/2023 – 10:00 – 11:30
- Dom, 22/10/2023 – 10:00 – 11:30Le date di ottobre saranno prenotabili da inizio settembre.
Il punto di incontro è di fronte alla portineria del complesso monumentale, un quarto d’ora prima dell’inizio della visita.
Anche il Cimitero Urbano di Monza, progettato da Ulisse Stacchini (cui si deve la grandiosa Stazione Centrale di Milano), doveva essere monumentale. lo scoppio della Grande Guerra ne compromise la realizzazione e attualmente è monumentale solo poer metà.