Era aprile 2016 quando fu ufficialmente inaugurato il nuovo lungolago di Lovere, intitolato alla memoria della scrittrice Lady Montagu, una delle donne che nel Settecento diede un contributo notevole allo sviluppo dell’immunologia. Si tratta della Promenade Lady Mary Wortley Montagu, una passeggiata che entra e corre sull’acqua in un continuo scambio di spazi.
Sono passati alcuni anni e mai come in questo momento in cui tutti attendono un vaccino per poter tornare ad occupare quegli spazi così affascinanti che costeggiano il Lago d’Iseo, ritengo sia necessaria una bella passeggiata a ritroso nella storia per ricordare la storia di questa donna. Una donna che amò tanto Lovere e il Sebino e che fu così importante per il sostegno della pratica dei vaccini: la scrittrice aristocratica inglese Lady Montagu, che trascorse a Lovere una decina d’anni, 1749 e il 1755.
Ecco quello che troverete in questo articolo
La Promenade Lady Mary Montagu di Lovere
La Promenade è oggi uno splendido biglietto da visita per il centro turistico del Sebino Alto Lago, Lovere, considerato uno dei borghi più belli d’Italia. La struttura è una metafora dei vecchi pali in legno utilizzati per l’approdo delle barche, pali bianchi e azzurri che oggi sono addirittura protetti dalle Belle Arti.
Oggi è uno dei punti più vissuti del borgo storico. È un vero “luogo”, inaspettato e sorprendente; anche chi deve semplicemente percorrere questo tratto pedonale, sceglie di utilizzare il percorso, più lungo, della passerella.
Ma c’è un punto che di questa passeggiata che mi piace particolarmente ed è il punto in cui si legge la frase che oggi tutti ricordiamo quando parliamo del Lago d’Iseo, The Romantic Choise. Si tratta della frase che Lady Montagu scrisse in una lettera alla figlia lontana parlando di Lovere: “Mi trovo ora nel luogo più romantico che abbia mai visto in vita mia“.
Una donna per la medicina
Lady Montagu (1689-1762), nata in una delle più antiche famiglie della nobiltà inglese, sposata a un membro del parlamento, frequentando circoli di corte e ambienti culturali londinesi, acquista presto in patria la reputazione di viaggiatrice e scrittrice arguta e pungente. Nella sua intensa e variegata produzione letteraria, assume posizioni “controcorrente”, soprattutto rispetto alla condizione sociale della donna, che finiscono per procurarle non pochi nemici. Fu una donna capace di scelte coraggiose, tanto che non esitò a rinunciare alla propria eredità pur di seguire l’uomo di cui si era innamorata e che divenne suo marito.
Seguito nel 1716 il marito ambasciatore a Costantinopoli, rivela nei suoi resoconti di viaggio spiccate doti di osservatrice e notevole indipendenza di giudizio, fornendo una preziosa positiva testimonianza sulla civiltà islamica. In Turchia vede anche praticare una tecnica di inoculazione che garantisce la immunizzazione dal vaiolo: dopo attento studio, una volta rientrata in Europa, si dedica con fervore a diffonderla (settant’anni prima di Jenner!) tanto da essere lodata da Voltaire e ricordata da Parini nella sua ode “L’innesto del vaiolo”.
Dalla campagna di variolizzazione al vaccino di Jenner
Il fratello di Mary era morto a causa di questa malattia e anche lei era rimasta segnata in viso, motivo per cui non si era guardata allo specchio per undici anni. Dopo attente osservazioni, si convinse a tal punto della validità di tale metodica da volerla sperimentare nel 1718 sul figlio di poco meno di 6 anni e, una volta ritornata in Inghilterra, a diffonderla nel suo Paese. Ma incontrò molta resistenza da parte della classe medica perché la pratica apparteneva alla tradizione popolare di un paese orientale.
Nell’aprile 1721, quando un’epidemia di vaiolo colpì l’Inghilterra, fece inoculare la figlia dallo stesso Charles Maitland che aveva inoculato il figlio e diede risalto alla cosa. Anni dopo Edward Jenner, tredicenne quando Lady Mary morì, sviluppo la tecnica più sicura della variolizzazione utilizzando il vaiolo bovino anziché quello umano. Mano a mano che la vaccinazione prendeva piede la variolizzazione venne abbandonata. E se prima del vaccino l’indice di mortalità era intorno al 14%, dopo la campagna di vaccinazione, questo indice scese al 2%.
A Lovere guidata dall’amore per uomini sbagliati
Nel 1723, ormai incrinatosi il rapporto con il marito, viene in Italia: Venezia, Roma, Torino e Brescia, dopo una parentesi ad Avignone. Luoghi dai quali le lettere inviate ai suoi familiari costituiscono interessanti ed autorevoli saggi letterari.

La decisione di lasciare il marito e di trasferirsi in Italia è frutto dell’amore per Francesco Algarotti, un giovane affascinante intellettuale, dal quale però avrà solo cocenti delusioni. Parte il 2 luglio 1739, adducendo come pretesto una vacanza di salute: in realtà si trattava di una fuga d’amore a senso unico (lui si rivelerà omosessuale cogliendola di sorpresa), risoltasi in una sorta di esilio volontario durato ventitré anni. Non avrebbe più rivisto il marito e sarebbe rientrata in Inghilterra solo per morirvi nel 1762.
Archiviato l’amore per Algarotti, Lady Mary cade nelle mani di un conte bresciano, tale Ugolino Palazzi, che riesce a tenerla vincolata a sé ed a sfruttarla economicamente per molti anni. L’uomo ebbe come unico merito quello di instradarla verso Lovere.
Finisce per acquistare, nel 1746, un casale a Gottolengo, dove scopre la passione per l’agricoltura e il giardinaggio e dove conduce una vita sobria e ritirata, avendo per amico anche il Vescovo di Brescia Angelo Maria Querini, viene inviata dai medici a Lovere per curare una fortissima febbre malarica: vi “passerà le acque” e sarà curata da un medico condotto di Adro, il dottor Baglioni, che ha fama di guaritore miracoloso.
Lady Montagu si innamora di Lovere
Ed ecco Lady Montagu, nell’estate 1749, a Lovere, “il luogo … più romantico che abbia mai visto in vita mia”.
A Lovere non solo guarisce grazie alle acque benefiche e alle passeggiate lungo sentieri che le aprono panorami incantevoli, ma trascorre mesi deliziosi, accolta con benevolenza e ammirazione dalla comunità dei loveresi, affascinata dalle rappresentazioni operistiche e dai concerti sul lago che animano la cittadina e catturata dalla eccellenza dei cibi locali. A questo proposito vi consiglio un libretto edito da Adelphi con tutte le sue lettere alla figlia.
A Lovere ritorna nel luglio 1750 per guarire da una grave forma di scorbuto e, probabilmente, vi acquista una casa; un altro soggiorno lo compie nell’estate del 1751, e un altro, più lungo nel 1754 quando, partita da Gottolengo quasi in fin di vita, si ristabilisce prontamente in soli tre giorni.
È di questo periodo una bella descrizione di Lovere e del paesaggio circostante in una pagina che “può essere considerata una delle più memorabili della letteratura di viaggio inglese del ‘700, nonché un documento storico di grande valore per tutti i loveresi”. Si trattiene a Lovere fino al termine dell’estate del 1755, dedicandosi a letture critiche di opere inglesi, che la figlia provvede a spedirle.
Il suo soggiorno a Lovere in uno dei palazzi più affascinanti del borgo
Palazzo Marinoni, fu con ogni probabilità lo splendido affaccio sul lago dove visse più a lungo lady Wortley-Montague durante i suoi soggiorni a Lovere (1749-1755). Prima di allora aveva soggiornato a Palazzo Bazzini, dove fu ritrovato anche uno dei suoi ritratti inediti.
L’edificio che vedete nella foto sotto, recentemente restaurato, si estende ancora oggi fra il lungolago e l’asse del Borgo con una successione di cortili; il corpo di fabbrica principale, dalla caratteristica impostazione planimetrica a C e dotato di portico e loggia, si affaccia verso il lago.
L’edificio è composto da due nuclei di epoca diversa costituenti unico immobile. La facciata prospicente il lago è suddivisa da un portico ad archi a tutto sesto poggiati su capitelli e colonne quadrate.
Tutte le aperture al piano nobile, comprese tra le fasce marcapiano, sono contornate in pietra di Sarnico. Al terzo piano si trova un loggiato ad archetti a tutto sesto con colonnine e capitelli in pietra. Il sottotetto presenta una muratura chiusa con finestre. Nel cortile retrostante, di forma quadrata, si affaccia un porticato a pilastri ottagonali in pietra, con basi e capitelli quadrati e voltine a crociera. All’interno dell’edificio sono conservati locali con soffitti a volta e soffitti lignei a vista.
Un ritratto di Lady Mary
Nell’agosto del 1756 Lady Montagu è a Venezia, ultima tappa felice del suo soggiorno nel continente. Infatti ritorna in Inghilterra, dopo 23 anni di assenza, nel febbraio del 1761, per morirvi l’anno successivo.
Se volete saperne di più su Lady Mary Wortley Montagu (o meglio, Montagù, come lui la definiva), vi consiglio una visita in biblioteca per recuperare due volumi di Luigi Marinoni. Lo studioso dedicò alla nobildonna inglese due volumi destinati a restare a lungo, malgrado le numerose imprecisioni e forzature, un punto di partenza per lo studio di lady Mary in Italia: Lady Montagù Wortley prima della sua venuta alle rive del Sebino, Lovere 1903, e Lady Montagù Wortley e la sua decennale dimora alle rive del lago d’Iseo, Lovere 1904.

Proprio lo studio delle pubblicazioni di Luigi Marinoni ha consentito di identificare, nelle raccolte di Palazzo Bazzini, attuale sede della Parrocchia di Lovere, un ritratto inedito che riproduce il volto di Lady Mary (1689-1762) proprio negli anni del soggiorno loverese. Si tratta di un elegante pastello che deriva da un originale probabilmente databile intorno alla metà del Settecento (anni ai quali rimandano tanto lo studio della moda, quanto quello della tecnica) forse commissionato dalla gentildonna inglese nel corso dei suoi soggiorni tra Brescia e Venezia, e poi donato a qualche amico loverese o lasciato qui in occasione della sua partenza.
Note: Immagini recuperate in rete.
Ci sono stata in autunno ma non avevo approfondito tutti questi aspetti. Speriamo di poter intitolare presto un lungolago , lungomare .. ad un grande medico che ci aiuti in questa situazione difficile per il mondo
Ho sentito parlare di Lovere e difatti ce l’avevo in elenco per quando torneremo sul Lago d’Iseo ma non conoscevo la storia di Lady Mary, molto curiosa e interessante.
Non conosco Lovere ma come passeggiata dev’essere bellissima da fare
Io proprio non conoscevo la storia di Lady Montagu, pensa te! Che figura interessante e sopratutto originale, se consideriamo l’epoca. Poche donne credo abbiamo avuto vite così variegate e movimentate in quel periodo! La promenade comunque bellissima!
Non conoscevo Lovere, ma soprattutto non conoscevo la storia di lady Montagu, davvero molto interessante la sua vita !
Bello sapere come una donna già al tempo abbia combattuto con tutta se stessa per certo valori
Molto interessante la figura di lady Mary e la sua storia. Credo che prenderò in considerazione il libretto che ci hai suggerito. Dopotutto i tuoi post contengono non solo chicche su Bergamo, ma anche messaggi di vita intensa.
Ci sono stata qualche mese fa e il lungolago mi era piaciuto molto. Abbiamo passato lì solo qualche ora a cavallo del pranzo, ma mi piacerebbe tornare per visitarla meglio.
Conoscevo l’esistenza di questa grande donna ma non l’avevo “abbinata” col fatto che fosse così legata a Lovere. Le storie che racconti sono sempre molto interessanti.
Non conoscevo né il borgo né Lady Mary, è stato davvero interessante leggere questo articolo, brava!!!
E’ un’opera d’architettura meravigliosa. Ancora più bello quando si vuole dare memoria ad una figura così importante (e per di più femminile, il che è ci dovrebbe rendere ancora più orgogliose!)
Ciao adoro Lovere, ci abitano dei miei cognati. Bello passeggiare lungo la sponda del fiume dove prima c’era un chiosco storico. Interessante la storia di questo personaggio, non la conoscevo, grazie
Davvero molto interessante!
Questa passeggiate resta ancora una delle più suggestive del lago. Meravigliosa!