Monumenti in marmo bianco di Zandobbio a Bergamo. Qualche giorno fa, mentre passeggiavo per Bergamo col naso all’insù, ad un certo punto mi sono resa conto che c’era un elemento architettonico caratteristico , che si ritrovata in monumenti ed edifici costruiti in quasi tutte le epoche storiche. Questo elemento era il Marmo Bianco di Zandobbio che si ritrova in numerose opere presenti a Bergamo e in provincia, in particolare nelle zone della Val Cavallina.
Il Marmo bianco di Zandobbio è infatti un materiale ad uso ornamentale molto usato nella Bergamasca. A testimoniarlo i numerosi manufatti artistici (are, epigrafi e lapidi) provenienti da diversi scavi archeologici eseguiti in Città Alta e in altre località limitrofe alle zone di estrazione. Ma non solo. Basterà gironzolare a Bergamo e in provincia per rendersi conto che con questo materiale sono state realizzate alcune chiese romaniche, come la parrocchia di San Giorgio in Campis a Zandobbio, risalente al sec. X-XI. Ma, soprattutto, con questo marmo sono stati realizzati alcuni monumenti iconici simbolo di Bergamo, come Porta San Giacomo, i Leoni Alati, Palazzo Nuovo (oggi sede della Biblioteca Angelo Mai) e la celebre Fontana Contarini.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Le caratteristiche del Marmo Bianco di Zandobbio
Il marmo di Zandobbio è un materiale, noto fin dall’antichità nella provincia di Bergamo. In realtà, se chiedete ad un esperto, vi dirà che non si tratta di un marmo in senso stretto, bensì di una dolomia cristallina compatta, con tessitura saccaroide, conosciuta in letteratura con il nome di Dolomia di Zandobbio. Il giacimento di età giurassica (200 Milioni di anni circa, mica bubbole!), potente 160 m circa, affiora nella fascia collinare pedemontana ad est di Bergamo, in bassa Val Cavallina, nei comuni di Trescore Balneario e Zandobbio.
- Dal punto di vista fisico-meccanico il Marmo bianco di Zandobbio si caratterizza per un’elevata resistenza a compressione e a flessione (anche dopo cicli di gelo-disgelo), nonché per un’elevata durevolezza. Esso mostra inoltre una buona attitudine alla lavorabilità e un buon grado di resistenza all’abrasione.
- Dal punto di vista petrografico, il marmo bianco di Zandobbio si configura come una dolomia cristallina a tessitura media dall’aspetto saccaroide. È una roccia costituita da cristalli romboedrici di dolomite di origine diagenetica, con subordinata calcite spatica tardiva e tracce di albite autigena.
- Dal punto di vista commerciale, in base alla componente cromatica prevalente, si riconoscono le seguenti varietà merceologiche: Bianco Zandobbio e Rosa Zandobbio; tuttavia è possibile distinguerne una terza, dalle tonalità intermedie, denominata Bianco-Rosato Zandobbio con caratteristiche sfumature dai contorni sinuosi, denominate “macchie di vino”. Si possono distinguere inoltre i tipi venato, brecciato e uniforme.
Marmo bianco di Zandobbio: un viaggio lungo 20 secoli tra i monumenti bergamaschi
Il marmo bianco di Zandobbio è ben noto fin dall’antichità. Epigrafi, are e lapidi, rinvenute in scavi archeologici, ne testimoniano l’estrazione e l’utilizzo almeno dal I sec. d.C. L’utilizzo in dettagli architettonici e in opere monumentali è proseguito fino ai primi decenni del Novecento. E se continuerete a leggere questo articolo, scoprirete quante sono le opere realizzate nella Bergamasca proprio con questo materiale nel corso di tutti questi secoli.
Dopo una pausa di qualche decennio, sul finire del secolo scorso, l’estrazione di blocchi da taglio è ricominciata con la riapertura nel 2004 della storica cava Vescovi, in prossimità del centro di Zandobbio. Arredi urbani (panchine, fontane e colonne), lastre per i rivestimenti interni ed esterni (bagni, gradinate, pavimentazioni, ecc.) e per il restauro di chiese ed edifici storici, si vestono nuovamente del prezioso materiale ornamentale.
Ecco un sintetico excursus in ordine cronologico che ho ritrovato on line e che vi ripropongo con qualche articolo che può darvi qualche dettaglio in più e farvi venire voglia di mettervi sulle tracce di questi manufatti.
1 sec d.C.: scavi archeologici
Le tombe, le are e le epigrafi romane rinvenute negli scavi archeologici di Trescore (loc. Canton), Borgo di Terzo, Casazza e in Città Alta a Bergamo.
Se volete saperne di più riguardo alla Bergamo di quel periodo, leggete qui: Alla scoperta della Bergamo romana, con un’App, una mostra e una tappa alla Domus di Lucina.
IV -VII sec d.C.: colonne simbolo della città
Tra il IV e il VII secolo dopo Cristo, tra i monumenti realizzati in marmo bianco di Zandobbio possiamo annoverare due colonne simbolo di Bergamo:
- La colonna di Sant’Alessandro in Colonna in Città Bassa
- La colonna di San Lorenzo in Città Alta.
X-XI sec.: architetture sacre in Val Cavallina
Non lontano dal cimitero di Zandobbio si trova la chiesetta romanica di San Giorgio in Campis costruita con grandi conci in muratura. Questa architettura sacra, dedicata al Santo Guerriero ed eretta attorno all’anno Mille, una datazione rivelata dallo stile di costruzione, riconducibile al Medioevo, epoca a cui risalgono gli unici due componenti originari, l’abside e l’elegante campanile che si chiude con quattro bifore.
All’interno dell’edificio si trovano importanti affreschi realizzati tra il Duecento e il Cinquecento, molti dei quali realizzati secondo il gusto bizantino: sulla parete dell’abside dietro l’altare sono ritratti un Cristo in Maestà, la Vergine Maria e il santo a cui è dedicato la chiesa, considerata una delle più interessanti architetture sacre di Zandobbio.
Iscrizioni funerarie e lapidi realizzate con pennelli o scalpelli compaiono insolitamente nella sagrestia di San Giorgio in Campis, un particolare inconsueto che rivela un utilizzo precedente dello spazio: durante l’Ottocento in quella stanza infatti non si preparavano i preti alla messa, ma lì era ospitata la camera mortuaria del cimitero che sorgeva nei paraggi. Una curiosità da brivido!
XII sec.: la Rotonda di San Tomè
Sempre in provincia, spostandoci in Valle Imagna, in marmo bianco di Zandobbio sono i capitelli e le lapidi della Rotonda di San Tomè di Almenno San Bartolomeo.
Di questo edificio sacro abbiamo parlato molte volte. E’ davvero un gioiello straordinario, sia per la sua storia che per tutte le storie e curiosità che contiene. Vi posto qui sotto alcuni degli articoli che ho scritto e che ne parlano:
- Alla Rotonda di San Tomè, sulla via del Romanico Lombardo
- Itinerario del Romanico nelle Terre dell’Antica Lemine: passeggiata per famiglie tra arte e natura
- Famolo strano (copiando) | Monumenti e opere d’arte bergamasche che hanno uno o più gemelli in giro per il mondo
XIV sec.: i leoni bianchi della Basilica
Nel cuore di Città Alta a Bergamo, ci troviamo alla Basilica di Santa Maria Maggiore e in corrispondenza degli ingressi a Nord e a Sud, ci sono delle decorazioni in marmo bianco di Zandobbio. Si tratta di:
- I gradini e le pavimentazioni a scacchi della porta dei leoni rossi alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Città Alta
- Il basamento del protiro dei leoni bianchi, entrambe opere di Giovanni da Campione
Monumento in marmo bianco di Zandobbio del XV sec.: il Mausoleo del Colleoni
Sempre in Piazza Duomo, a Bergamo Alta, sulla facciata della Cappella Colleoni, ecco quali sono le decorazioni in marmo bianco di Zandobbio:
- pavimentazione e gradini
- sagome del rosone centrale della facciata
XVI sec.: Porta San Giacomo e le fontane, particolari del Palazzo della Ragione e di Santa Maria Maggiore
Nel XVI secolo possiamo senz’altro dire che le opere in marmo bianco di Zandobbio che si trovano in Città Alta sono diverse e sono ormai tutte iconiche. Ecco un elenco che mi darà ragione:
- La balaustra e le trifore del Palazzo della Ragione
- Il portale e il protiro della Fontana della Basilica di Santa Maria Maggiore, di Pietro Isabello
- La facciata di porta San Giacomo, sulle mura venete, con l’altorilievo del leone di San Marco del bergamasco Piero Brolis nel 1958
- La Fontana di San Pancrazio (1549) in via Gombito
- La Fontana di Sant’Agostino proprio in corrispondenza di Porta Sant’Agostino
XVII sec.: il Duomo e la Colonna di Borgo Santa Caterina
Per trovare delle opere in marmo bianco di Zandobbio realizzate nel XVII secolo dobbiamo andare sia in Città Alta che in Città Bassa. Eccole:
- Il portale destro del Duomo, le pavimentazioni interne e le balaustre delle cappelle laterali
- La colonna dell’addolorata in Borgo Santa Caterina, Città Bassa
XVIII sec.. pozzi, fontane e orologi solari
Le opere in marmo bianco di Zandobbio realizzate nel XVIII secolo sono senza dubbio quelle che preferisco e di cui ho raccontato. L’acqua è in quasi tutti i casi il comun denominatore: infatti parliamo di una vera da pozzo e di due fontane iconiche. Poi c’è la meridiana più famosa di Bergamo che non è una fontana, ma è comunque una delle opere più conosciute e più particolari di Bergamo.
- La vera da pozzo di Piazza Mascheroni
- L’orologio solare sotto i portici di Palazzo Vecchio dell’abate Giovanni Alberici
- La fontana del Delfino in via Pignolo
- La fontana del Contarini in piazza Vecchia
Ecco qualche articolo che vi dà alcune indicazioni sulla storia di queste quattro opere:
- Alla scoperta di Piazza Mascheroni a Bergamo Alta
- 5 curiosità e cose da fare in Piazza Vecchia una volta scoperte
- Girare intorno alla Fontana del Delfino di via Pignolo in cerca di una pigna
- Alla scoperta dei tesori di Piazza Vecchia che dovete assolutamente conoscere
XIX sec.: Particolari dell’Ateneo e antico Lavatoio
- La scalinata e la balaustra dell’Ateneo di Bergamo
- Il lavatoio di via Lupo in Città Alta
- Il Palazzo degli Uffici Comunali in città Bassa
XX sec.: Palazzi, fontane ed elementi decorativi di edifici iconici della città di Bergamo
Nella prima parte del Ventesimo Secolo, ci fu in grande impiego di Marmo Bianco di Zandobbio. Ecco un elenco di opere che troviamo ancora oggi:
- La facciata di Palazzo Nuovo in piazza Vecchia, di Ernesto Pirovano su disegno scamozziano, con le sei statue di Tobia Vescovi: l’agricoltura e l’artigianato, il commercio e l’industria e i fiumi Serio e Brembo
- L’orologio, la nicchia e il finestrone della Torre ai Caduti
- Il Palazzo del Credito Bergamasco con l’antistante fontana “la bomboniera” di Leone Lodi
- Il porticato del Palazzo della Banca Popolare di Bergamo
- Elementi decorativi del Sentierone, del Palazzo delle Poste e delle Assicurazioni progettate da Marcello Piacentini e Giovanni Muzio
- Il monumento ai F.lli Calvi in Piazza Matteotti, di Attilio Pizzigoni
- La fontana ad Antonio Locatelli in viale Vittorio Emanuele II
XXI sec.: Colonne e sculture contemporanee
Nel febbraio 2008, nella centralissima via XX Settembre in Città Bassa, si inaugurano le due Colonne di Prato in Zandobbio Rosa dove sorgevano le antiche colonne che delimitavano l’area della Fiera di Sant’Alessandro, rimosse nel 1882. Sono il simbolo di una tradizione lapidea irrinunciabile. Qualche anno dopo, nel 2011 lo scultore Francesco Pedrin ha realizzato un monumento davvero molto affascinante sempre in marmo bianco di Zandobbio: Fukinagashi Mosso dal Vento. Un’opera inedita dedicata all’energia del vento, un monumento all’inaspettata e imprevedibile forza della natura dove ricerca artistica e innovazione scientifica costruiscono un nuovo dialogo comune.
- Le Porte di Prato in via XX Settembre in Città Bassa
- Monumento Fukinagashi – mosso dal vento di Francesco Pedrin.
Note: le foto sono alcune mie e altre recuperate in rete. Per saperne di più, sul Marmo Bianco di Zandobbio, ecco il sito della Cava ancora attiva in Val Cavallina che mi ha dato l’ispirazione per questo tour insolito alla scoperta dei monumenti bianchi.
Complimenti, l’argomento è interessante, originale e “trasversale” perchè capace di creare un filo conduttore fra tanti landmark molto conosciuti della città