Il territorio di Brembate (BG) ha senz’altro un passato glorioso: dal ponte romanico al santuario di San Vittore, alle ville sulle due sponde del fiume Brembo, tutto parla di questo passato che vale la pena riscoprire. Brembate possiede tracce di una Necropoli Golasecchiana dell’età del Bronzo (2500 a.c) che si lega in qualche modo alla storia della necropoli di Sant’Andrea in Catello, mentre a Grignano sono stati individuati reperti risalenti al periodo imperiale romano. Più vicine ai giorni nostri troviamo strutture e manufatti più recenti che tutti possono ammirare, edifici e santuari ai quali è associata un pezzo di storia della Bergamasca e dell’Italia intera. Ma tra gli edifici storici, la Chiesa di San Vittore di Brembate è sicuramente uno dei santuari dell’Isola Bergamasca che vale la pena di conoscere e di visitare non solo per la sua particolare Grotta, ma perché teatro di storie davvero curiose. Ed è proprio da qui che voglio partire oggi.
Ecco quello che troverete in questo articolo
La Chiesa di San Vittore a Brembate (BG)
Siamo sul fiume Brembo, nelle vicinanze dell’antichissimo Ponte di San Vittore, sorto su un impianto di origine tardo antica o medievale. Qui, dello stesso periodo storico troviamo la chiesetta rupestre di San Vittore. Un gioiellino di origine alto-medievale, se non addirittura precedente, con una storia curiosa legata ad un martire molto amato anche a Milano.
Com’è fatta la Chiesa di San Vittore
Eccoci quindi alla visita. La Chiesa di San Vittore comprende una parte sotterranea costituita da una grotta e una parte superiore esterna del XV-XVI secolo, formata da un locale unico a pianta rettangolare, completato da una piccola torre campanaria.
Da fuori sembra proprio una chiesina per i viandanti, costruita per chiedere la protezione divina dalla piena del fiume, e magari è proprio così visto che al suo interno troviamo un affresco raffigurante San Cristoforo. Ma la particolarità è un’altra perché se vi sporgete dalla ringhiera del sagrato verso il fiume vi accorgerete che si sviluppa in altezza. O meglio, verso il basso e in profondità, sotto la strada.
Inutile dire quanto sia suggestivo ancora oggi scendere questi gradini e ritrovarsi nel portico sotto strada, affacciati sul Brembo che scorre.
La Grotta e il Crocefisso
Il nucleo originario della chiesa di San Vittore risulta essere la Grotta, sotto il livello della strada. Per raggiungere la grotta bisogna scendere di qualche gradino. Potete percorrere una scala interna alla chiesa superiore, detta anche Scala Santa (di cui vi parlerò tra poco), oppure scendere dalla scalinata a sinistra della chiesa, raggiungendo un bel porticato ad archi che si affaccia sul fiume. Questo portico è stato costruito nel 1850 insieme al sagrato.
Esigenze di sicurezza, forse qualche piena del fiume Brembo, portarono nel 1300 circa al completamento della Grotta: chiusa sul lato verso il fiume, diventa chiesa con il suo nuovo altare in ceppo di Brembate rivolto verso est. Tra il 1400 e il 1550 la grotta viene rinforzata con due possenti pilastri e l’innalzamento del muraglione verso il fiume, che consentirà successivamente la costruzione della chiesa superiore orientata sull’asse nord sud.
All’interno della Grotta si trova un antichissimo affresco raffigurante una Crocefissione. La presenza del Cristo, uomo sofferente sulla croce, diventa centrale e lì, sopra il piccolo e prezioso altare, si organizza lo spazio sacro.
La Scala Santa e le indulgenze
Nel 1600, nel clima di riforma della Chiesa si sviluppa una particolare devozione per i luoghi santi non visitabili. E anche a Brembate nasce il collegamento interno tra la Grotta e la Chiesa inferiore con la chiesa superiore. Si realizzò così una scala di 33 gradini (come gli anni di Cristo) che diventa la “Scala Santa”.
In occasione di alcune particolari festività, questa scala permette a coloro che la percorrono di ottenere l’indulgenza plenaria, come affermato da una bolla papale del 7 luglio 1833.
Curiosità: in un quadro di Federico Moja è raffigurata la Grotta di San Vittore di Brembate
Il titolo non lascia dubbi: il quadro è ambientato proprio nella Grotta della Chiesina di San Vittore. Scena di Battesimo nella Cappella di San Vittore di Brembate, fu dipinto da Federico Moja nel 1838.
Firmato e datato in basso a destra “Moja 1838” l’olio su tela rappresenta la scenografica e leggendaria cappella di San Vittore. Apparso per la prima volta al pubblico alla fine del 2019 durante la manifestazione Ars Antiquaria, il capolavoro è frutto di un’acquisizione ad opera proprio di Ars Antiqua, galleria specializzata nella compravendita di opere d’arte e antiquariato.
Moja era un artista ottocentesco il cui consenso di pubblico derivava dalla moda di ritrarre le vedute architettoniche tipica del tempo, anche grazie alle richieste dei viaggiatori impegnati nel Grand Tour che desideravano riportarsi a casa un ricordo dei luoghi visitati in Italia. Il suo stile si riconosceva per la pittura atmosferica e per i soggetti romantici, neogotici. Cripte delle chiese, conventi e luoghi di pellegrinaggio, come attestato dalla scenografica tela raffigurante la Scena di battesimo nella grotta di San Vittore di Brembate.
La Chiesa superiore di San Vittore a Brembate
Salendo i 33 gradini ci si trova nella struttura a pianta rettangolare completata da una torre campanaria risalente al 1602. Nella Chiesa superiore si trovano alcuni affreschi di buona fattura ancora in ottimo stato di conservazione risalenti al XVI e XVII secolo.
A colpire la vista dei fedeli non appena si raggiunge il piano principale dalla Scala Santa è il dipinto del 1526 raffigurante la Madonna del Latte con accanto Vittore soldato. Lo stesso venne riprodotto su tela nel 1880 da Giovanni Tiraboschi e oggi si trova all’interno della navata sulla destra. Guardateli entrambi: hanno lo stesso soggetto e la stessa organizzazione dello spazio, ma i soggetti indossano abiti diversi: il primo cinquecenteschi, il secondo, successivi.
A ornare l’altare, troviamo alcune scene del martirio di San Vittore riprodotte da Gianbattista Battecchio nel 1663 e una pala raffigurante Maria in compagnia del patrono dei prigionieri e di San Francesco. Accanto a quest’ultima, com’era in uso nel tempo nelle raffigurazioni sacre notare due scorci di Brembate durante il XVII secolo: l’uno raffigurante il ponte ricostruito dopo la piena del Brembo del 1646, l’altro con il castello (oggi Villa Moretti), la chiesa parrocchiale senza campanile e la torre del Berengario.
Il campanile della Chiesa di San Vittore a Brembate e il ricordo dei caduti di guerra
Nel 1602, come testimonia la data incisa sopra la porticina all’interno della chiesa, viene costruito il campaniletto con le sue tre campane per richiamare i devoti di San Vittore.
Nel tempo la Chiesa di San Vittore è diventata per i Brembatesi anche il tempo del ricordo dei Caduti nelle varie guerre e di una delle figure più importanti per Brembate, don Luigi Todeschini. Le spoglie di Todeschini sono conservate nella grande urna di marmo posta accanto all’ingresso della chiesa superiore.
Chi era San Vittore e perchè a Brembate si trova una chiesa dedicata a lui
La vita di Vittore il Moro diventato San Vittore Martire
San Vittore è un santo martire, originario dell’Africa, proveniente dalla regione della Mauritania. Venne in Italia prestando servizio militare nella capitale lombarda. le prime notizie che si hanno di lui risalgono a Sant’Ambrogio: il soldato Vittore, divenuto cristiano, viene imprigionato a Milano.
La storia del suo martirio lo vuole miracolosamente indenne dalla flagellazione e dal supplizio del piombo liquefatto impostigli dai suoi carcerieri. Riuscì a fuggire ma fu catturato di nuovo per essere definitivamente decapitato nel 303 d.c. a Lodi.
Le cronache riportano che il suo corpo, lasciato insepolto per essere divorato dalle bestie feroci, rimase intatto e custodito da due animali di origine ultraterrena per essere traslato, a 70 anni dalla morte, nella chiesa di San Vittore al Corpo fatta erigere appositamente a Milano da San Carlo.
Il soggiorno di Vittore il Moro nella grotta di Brembate
Brembate al tempo in cui visse Vittore il Moro, poi San Vittore Martire, era territorio milanese al tempo e così fu facile accogliere un santo martire famoso a Milano. Il soldato (non ancora santo, ma già martire) fuggì dal carcere e si nascose in vari posti nei dintorni. Tra questi nascondigli la grotta di Brembate si rivelò un ottimo posto, tanto che la tradizione orale individua proprio nelle grotte del Santuario di San Vittore il rifugio di Vittore il Moro.
Vittore visse quindi alcuni mesi all’interno delle grotte fino a quando le truppe dell’imperatore lo ritrovarono e lo riportarono nella città meneghina per metterlo a morte.
Tutta la grotta racconta il passaggio del santo
La roccia della grotta si sarebbe infossata in maniera prodigiosa a creare una nicchia per nascondere San Vittore da alcun guardie scese nell’anfratto per cercarlo.
A metà della grotta, dove la roccia si abbassa sulla destra si trova una vasca in pietra, un’antica fonte battesimale: sopra di questa si trova l’impronta della mano del Santo – una macchia scura – dalla quale, secondo la leggenda scorga perennemente una goccia d’acqua. Quest’acqua è raccolta con devozione e ha la fama di possedere proprietà curative ed essere autrice di numerose guarigioni prodigiose.
Un miracolo interrotto (come alla Madonna di Prada’!) per colpa di un… cane!
Probabilmente se non fossi andata alla Madonna di Prada di Mapello proprio una settimana fa non me ne sarei mai accorta e questo aneddoto sarebbe passato del tutto inosservato, ma leggete con attenzione le prossime righe e ditemi se anche a voi non viene il sospetto che qualche cosa nella tradizione orale dell’Isola Bergamasca abbia fatto qualche cortocircuito.
Secondo la tradizione, per potersi dissetare il soldato africano, Vittore, avrebbe provato a spremere la roccia da cui avrebbe iniziato a sgorgare acqua.
Quella stessa goccia sarebbe scaturita anche durante i momenti di siccità più intensi, venendo ancora oggi raccolta all’interno di un’acquasantiera a due livelli.
Ritenuta miracolosa dagli abitanti dell’area, lo scorrere dell’acqua si sarebbe interrotto nel corso del Seicento quando un contadino vi immerse il proprio cane. Si, avete capito bene: anche qui, come a Mapello, un contadino pensò di utilizzare l’acqua miracolosa per curare il proprio animale.
“Nella caverna di San Vittore, di cui oggi la festa si celebra, vicino alla sua chiesa di Brembate Sotto, incavata, come si dirà al titolo seguente, già dalla volta stillava acqua pregiatissima e miracolosa con cui si risanano le viscere e piaghe de languenti, che devotamente invocano il Santo martire, con essa si lavano – riportava Padre Donato Calvi nella sua “Effemeride sacra profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo” -. Corre fama, che nella benedetta fonte vi lavò un contadino il suo cane, per liberarlo da tal qual morbosa affezione e che poi da quel momento essa perdesse quella meravigliosa virtù, non tollerando il Santo che rimedio apprestato a bisogni delle fatture ragionevoli andasse in suffragio delle bestie”.
Fa specie che lo stesso accadde al Santuario della Madonna di Prada, vero?
Leggi anche: Passeggiata al fresco delle fronde dei tigli fino al santuario della Madonna di Prada a Mapello (Bg)
Informazioni utili per visitare la chiesina di San Vittore
Dove si trova la chiesa di San Vittore di Brembate
La chiesina si trova a Brembate, nell’Isola Bergamasca, in provincia di Bergamo. Per arrivare a Brembate da Milano prendere l’autostrada A4 direzione Venezia, uscita Capriate. Seguire le indicazioni per Brembate. Dirigetevi verso il fiume in via San Vittore e noterete il campanile. E’ una strada a senso unico e quando sarete arrivati troverete un parcheggio dove lasciare l’auto.
Per chi arriva da Bergamo, prendere la statale per Lecco, uscita Bonate Sopra, direzione Capriate. Alla rotonda dell’autostrada, seguire le indicazioni per Brembate centro.
Quando visitarla
Ogni ultima domenica del mese il gruppo di volontari che se ne prende cura, apre e organizza delle visite guidate per promuovere la conoscenza di questa piccola chiesa rupestre brembatese.
Cosa visitare nei dintorni
Se decidete di visitare la chiesa di San Vittore sappiate che siete a due passi da altri luoghi e monumenti straordinari, come ad esempio Crespi d’Adda, villaggio operaio ottocentesco Patrimonio Unesco, oppure la Centrale Taccani di Trezzo d’Adda. Potete anche decidere di navigare sull’Adda in battello e scoprire la storia di Leonardo da Vinci. Oppure, spingendovi all’interno dell’Isola Bergamasca, potete visitare la Basilica romanica di Santa Giulia a Bonate Sotto, o andare alla Madonna di Prada (quella con il miracolo interrotto molto simile a quello di San Vittore.
Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.
Per saperne di più:
Un viaggio nel passato al Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, Patrimonio dell’UNESCO.
All’antica Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto
Note: le foto sono in parte mie e in parte del gruppo Amici di San Vittore.
Ovviamente – manco a dirlo – non conoscevo questa chiesetta. Brembate sì, ma non la chiesa, peraltro preziosissima. Adoro i luoghi di culto ricavati nelle grotte!
Mi fa piacere averti regalato questa “chicca”. 😉
Curioso l’aneddoto in comune con il Santuario della Madonna di Prada…affascinante perché riporta ai tempi in cui le storie e le leggende passavano di bocca in bocca nella migliore delle tradizioni orali. Mi piace che entrambi i protagonisti abbiano usato l’acqua per salvare il proprio cane❤️
Più leggo il tuo blog, più mi rendo conto di conoscere davvero poco Bergamo e dintorni. Credo proprio che quando questa maledetta storia della pandemia ci abbandonerà del tutto, un viaggetto da quelle parti non me lo toglierà proprio nessuno!
Conoscevo Brembate ma non questa deliziosa chiesa. E’ un territorio che riserva infinite sorprese! Sei davvero una preziosa dispensatrice di consigli su Bergamo, offri sempre spunti interessanti!
Non conoscevo questa chiesa e quindi ho letto con interesse il tuo articolo. Devo dire che la parte che mi ha affascinato di più è proprio la grotta; ho sempre l’impressione che si nasconda qualcosa di magico.