Le grotte mi hanno sempre affascinato. Poterle visitare in tutta sicurezza e scoprire i segreti di queste cavità scavate milioni e milioni di anni fa, è qualcosa che a pensarci lascia senza parole. La grotta Buca del Corno di Entratico è un patrimonio naturalistico di gran pregio, reso accessibile grazie ai volontari che ogni anno accompagnano appassionati e turisti alla scoperta di questa cavità così particolare. Si tratta di una grotta naturale scavata dalla forza dell’acqua di un fiume che milioni di anni fa scorreva sotterraneo, in un territorio pieno di sorprese, la Val Cavallina, incastonata tra la pianura bergamasca e il lago di Endine.
Era un po’ che volevo visitarla e l’occasione l’ho avuta grazie a InValCavallina e ai volontari del Gruppo Guide Buca del Corno che si occupano delle visite, per i privati e le scolaresche. Il percorso interno, opportunamente adattato con passerelle e scalette e dotato di un’efficace illuminazione artificiale, può accogliere visitatori di ogni età senza aver bisogno di alcuna attrezzatura specifica. La visita guidata è durata circa 60 minuti, e mi è servita a “catturare” un sacco di curiosità e a capire un po’ meglio il mondo degli speleologi.
Ecco quello che troverete in questo articolo
Buca del Corno: particolarità e caratteristiche
La Buca del Corno è una delle poche grotte attrezzate in Lombardia. Lunga 385 metri ha un dislivello in ascesa di 36 metri ed è di facile fruizione. Ha un percorso abbastanza orizzontale che si adatta a tutti, grandi e piccini. La particolarità di questo sito, che ho visitato in compagnia dell’ex sindaco di Entratico, Fabio Brignoli, uno dei volontari storici del Gruppo Guide Buca del Corno, è che essendo una grotta relativamente giovane non offre forse lo spettacolo di stalattiti e stalagmiti di grandi dimensioni erose dal tempo, però i fenomeni geologici che ne hanno portato alla nascita sono ancora facilmente leggibili all’interno della grotta osservando, per esempio, le stratificazioni e le concrezioni sulle pareti.
La Grotta del Buco del Corno (comunemente chiamata Buca del Corno) è una tipica cavità da interstrato. E’ costituita da calcari del periodo giurassico ( Lias alla base della grotta e Malm in alto) e deve la sua origine dall’allargamento di fessure percorse dall’acqua di un fiume sotterraneo che scendeva e si intrufolava nelle rocce. Successivamente un piccolo torrente erose in profondità fino a creare la forma attuale della grotta. Il torrente entrava direttamente da un foro chiamato foro della Laga.
Buca del Corno: una grotta tutta da scoprire
La Buca del Corno di Entratico è una delle poche grotte visitabili in provincia di Bergamo ed è una rarità in tutta la regione Lombardia. Al suo interno, si trovano la Sala della Cascata e quella del Vortice, da cui partono altri due cunicoli, uno dei quali attraversato dall’acqua. All’inizio del percorso della Buca del Corno si trova la Sala dell’Altare che durante il Neolitico fu utilizzata come luogo di sepoltura.
Mentre si cammina si trovano vani e diramazioni che si perdono nel buio della montagna. Qui è possibile percorrere il meandro a doppia ESSE e ammirare le varie vaschette concrezionali fino ad arrivare alla Sala della Frana. Il percorso poi prosegue con un giro ad anello in ambienti superiori per poi scendere nel Labirinto e unirsi alla via del ritorno.
Sala dell’Altare
La prima sala nella Buca del Corno in cui ci si imbatte è quella dell’Altare, che durante l’Età del Ferro fu utilizzata come luogo di sepoltura. Qui furono ritrovati reperti preistorici che oggi sono depositati al Museo Archeologico di Bergamo. La Buca del Corno offre il suo piccolo contributo a narrare la storia dei tempi preistorici: carboni spenti, indizio di mense primitive; ossa lavorate e un frammento d’un coltello di selce, e un rozzo coccio, il tutto mescolato ad un terriccio nerastro e grasso, che si poteva proprio dire la spazzatura di quella casa veramente primitiva.
Questa prima tappa è perfetta per comprendere il valore speleologico e naturalistico di questa grotta: la sua struttura infatti ci aiuta a capire cosa sia il fenomeno carsico e a comprendere cosa succede sotto terra.
Sala della Cascata
Procedendo nel percorso, ci si immette in un ampio imbocco seguito da una galleria iniziale, nella quale si apre un alto vano a camino: si tratta della Sala della Cascata.
È la prima sorprendente cavità a sviluppo verticale della grotta che si apre improvvisamente al di là di un angusto varco sulla parete del percorso. Giovanni Maironi da Ponte, che vi entrò più di due secoli fa, la descrive come il “vuoto di una grande torre“. In pianta la sala ha una forma vagamente ovale con dimensione maggiore orientata secondo l’andamento di una frattura verticale.
Al suo interno colpisce il grande sviluppo in altezza della concrezione citata da Antonio Stoppani “Ecco l’origine delle magnifiche stalattiti panniformi. Una specie di padiglione o di ricca cortina raccolta che cade entro un antro appartato dell’altezza di 7 ad 8 metri, e si diffonde in morbidissimo strascico sul suolo“. La descrizione è davvero suggestiva. Ma ancor più suggestiva è la cascata.
La galleria della Doppia S
Guardando in alto, questa galleria mostra plasticamente l’effetto erosivo delle acque turbinanti. È a quell’altezza che si devono far risalire i primi moti dell’acqua che hanno creato la grotta.
L’effetto erosivo che ha perfettamente lisciato la roccia è dovuto a flussi idrici di grande portata possibili sotto climi molto più piovosi di quelli attuali con scorrimento di acqua in pressione che periodicamente poteva anche riempire completamente la cavità.
Sala del Vortice (o delle sgrignapole)
A circa 180 metri dall’ingresso si giunge nella Sala del Vortice o delle Sgrignapole (pipistrelli in bergamasco, di cui vi parlerò sotto). É la sala più grande, dalla quale dipartono due gallerie: una sopraelevata e asciutta, accessibile mediante una scaletta, e l’altra percorsa dall’acqua. La prima sfocia nella parte alta della galleria terminale e da cui si stacca lateralmente un meandro che conduce alla Sala della Frana, con depositi argillosi che chiudono il passaggio; la seconda giunge ai piedi di una parete verticale, in cima alla quale si apre un cunicolo (non accessibile) che immette all’esterno, alla base di un grande pozzo assorbente che rappresenta l’origine della caverna.
Curiosità sulla Buca del Corno e sui suoi abitanti
Nella grotta vivono anfibi, piccoli animali come molluschi delle acque sorgentizie, aracnidi e insetti.
Qui nella grotta vivono le salamandre e una specie unica di coleottero di piccole dimensioni, perfettamente adattato alla vita cavernicola: l’allegrettia pavani. Anni fa un gruppo di studiosi di Scienze Naturali dell’Università di Milano, Torino e Monaco di Baviera è venuto in visita alla Buca del Corno proprio alla ricerca del piccolo ospite.
Conchiglie fossili incastonate nella roccia
Nella Buca del Corno sono presenti degli ammoniti fossili incastonati nella roccia. Ve le mostrerà la guida, puntando una torcia contro un masso che si trova nell’ombra.
Le rocce della zona sono ricche di questi fossili, a memoria di quandosi formarono sul fondo di un mare caldo che copriva tutta la zona
Un soffitto annerito dal volo dei pipistrelli
Poco fa avete letto che la Sala del Vortice è detta anche Sala delle Sgrignapole, ossia dei pipistrelli. Ma tranquilli, se avete paura di questi strani mammiferi volanti, sappiate che non ce ne sono più. Ma è rimasto il nome perchè si narra che un tempo, questa grotta, così come moltissime altre grotte con un’andatura orizzontale era piena di pipistrelli. Tanto piena, che sul soffitto si scorgono ancora i segni neri lasciati da questi animali.
Devo dire che fa abbastanza impressione pensare che un tempo questa grotta fosse abitata da così tanti pipistrelli e che oggi non ce ne siano più. La guida che mi ha accompagnato mi ha spiegato che non c’è una sola ragione per questa cosa, ma una serie di concause: la prima è senz’altro da attribuirsi all’utilizzo massiccio di insetticidi che, a partire dagli anni ’50, hanno contaminato sensibilmente l’ambiente e ridotto l’unica fonte di nutrimento di questi animali, la seconda è il fatto che all’ingresso della grotta oggi c’è un cancello e i pipistrelli volando con un sistema di sonar sentono l’ostacolo e non lo varcano.
Il mio primo incontro con una salamandra coraggiosa
Devo dire che sebbene una delle sale della grotta si chiamasse proprio Sala delle Salamandre, mai mi sarei aspettata di incontrarne una, e mai mi sarei aspettata che questo incontro fosse così sereno.
Mentre stavamo per uscire dalla grotta, ad un certo punto, sul pavimento abbiamo scorso uno strano animaletto giallo e nero che ci guardava incuriosito. E’ stato uno di quegli incontri “ravvicinati” che non mi aspettavo e che ha preso una piega del tutto inaspettata, priva di paura da entrambe le parti. Ci siamo guardate per un po’, fino a quando la salamandra non ha deciso di aver visto abbastanza e si è allontanata in tutta tranquillità. Io l’ho seguita puntando la telecamera del cellulare su di lei per immortalarla. Eccola.
Visitare la Buca del Corno: informazioni utili
La Buca del Corno si trova nel comune di Entratico in provincia di Bergamo, sulle pendici a nord del monte Sega, a quota 470 m sul livello del mare.
In primavera e in estate (dalla prima settimana di maggio all’ultima di settembre) è possibile visitare la grotta in totale sicurezza accompagnati dal Gruppo Guide Buca del Corno. La visita dura circa 50 minuti.
Per visitare la Buca del Corno (si può visitare solo in primavera ed estate, ricordate) è necessaria la prenotazione. Per informazioni cliccate qui
Come raggiungere la Buca del Corno in macchina
Se volete raggiungere le immediate vicinanze della grotta direttamente in auto, dovrete percorrere via Corno per circa 1,5 km. Fate attenzione perché non ci sono moltissime indicazioni: meglio affidarsi al navigatore.
Giunti alla sommità della via, parcheggiare l’auto a margine della strada, vicino all’innesto con la viuzza campestre che conduce a località Corno e al parco, strada che è vietata al transito dei veicoli dei non residenti.
Come raggiungere la Buca del Corno a piedi
Una buona camminata non fa certamente male. Anzi, è una bellissima esperienza. Consiglio pertanto di lasciare le automobili nei parcheggi disponibili in diversi punti di Entratico per poi raggiungere la grotta a piedi, seguendo le indicazioni.
Il sentiero “Pendesa” che conduce alla grotta, si dirama da via Luet percorrendo a mezza costa la collina ed offrendo una vista panoramica del paese e del fondovalle davvero WOW!
Abbigliamento consigliato per visitare la Buca del Corno
Percorrere la cavità della grotta camminando con attenzione è d’obbligo. Il pavimento della Grotta Buca del Corno è costituito da ciottoli di varie dimensioni piatti che rendono la camminata agevole, anche se in alcuni tratti si nota che la roccia è ricoperta di un sottile velo di fango. La settimana precedente alla mia visita era stata particolarmente piovosa e sul pavimento della grotta scorreva un po’ d’acqua, rendendolo leggermente scivoloso. Vi consiglio quindi di indossare delle scarpe da trekking o delle scarpe da ginnastica adatte. Evitate comunque scarpe con la suola in cuoio.
Anche se quando andrete a visitare la Grotta sarà una splendida giornata di sole, vi consiglio di portarvi dietro una felpa e una giacchina impermeabile perché nella cavità fa abbastanza fresco. 😉
Cosa vedere e fare se amate la natura e le grotte
Un parco attrezzato perfetto per i pic nic estivi
Intorno alla Buca del Corno è stato creato un parco attrezzato di 6.000 mq, ricco di verde in un contesto ambientale particolarmente bello ideale per trascorrere una giornata all’aperto, raggiungibile a piedi lungo il sentiero della Pendesa o in auto lungo la stradina asfaltata che collega Entratico a Foresto Sparso.
Alla scoperta delle meraviglie della natura della Val Cavallina
Alla scoperta della Valle del Freddo, la Riserva Naturale dove crescono le stelle alpine.
In gita con i bambini alla scoperta dell’Oasi WWF Valpredina: per lasciarsi incantare dalla natura.
Trekking per tutti: il giro ad anello del lago d’Endine, in Val Cavallina tra natura e arte
Grotte e miniere bergamasche da visitare
Alle Grotte del Sogno di San Pellegrino tra sirene, ippopotami, punte di matita e artigli.
Scoprire quali sono le miniere bergamasche visitabili e programmare una bella gita coi bambini
Note: questo articolo è stato scritto in seguito ad un blog tour organizzato da InValCavallina, per la promozione del territorio.
Grazie per questi bei post, sono molto utili per programmare gite nella nostra bella terra bergamasca.
Speriamo di poterle fare nella prossima primavera…
Un caro saluto
Mina
grazie Mina. Speriamo davvero! Io ho tanta voglia di rimettermi in cammino per raccontarvi ancora tante cose su questo meraviglioso territorio. 🙂
le grotte affascinano da sempre anche me! Così misteriose, piene di storie e di scorci meravigliosi. Non conoscevo l’esistenza di questa grotta e sembra veramente molto bella! Da tenere assolutamente presente 🙂
E’ davvero particolare. Ad ogni passo una particolarità. E’ davvero super WOW!